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Reading: Che sia Ronnie Leigteb la chiave del rilancio di Gianluigi Quinzi?
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Che sia Ronnie Leigteb la chiave del rilancio di Gianluigi Quinzi?

Gianluigi Quinzi continua la sua striscia di vittorie da quando è seguito da Leitgeb, l'ex allenatore di Muster e Gaudenzi

Last updated: 08/06/2016 20:13
By Stefano Beata Published 08/06/2016
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7 Min Read

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L’importante affermazione di Gianluigi Quinzi nel primo turno del challenger di Caltanissetta contro il brasiliano Clezar per 6-2 1-6 7-6(8), potrebbe rilanciare le aspirazioni del nostro portacolori, ma di contro può far sorgere a molti appassionati il dubbio che il problema principale di Quinzi fosse l’allenatore. Sarà vero o semplicemente una supposizione fanta-tennistica? Proviamo ad argomentare.

Leigteb, il tecnico austriaco che in passato è stato allenatore di Thomas Muster e di Andrea Gaudenzi, sta finalmente riuscendo a far ottenere a Gianluigi progressi in tutti i fondamenti del gioco (non solo agonistici, ma anche fisici e soprattutto mentali) che sono necessari per una carriera professionistica di prim’ordine. Visto contro Clazer Gianluigi Quinzi sembrava davvero un altro giocatore: spostamenti laterali miglioratissimi, finalmente una prima di servizio solida, un diritto arrotato mancino molto fastidioso e un rovescio bimane meno falloso e a tratti davvero interessante. Inoltre una delle cose più importanti viste sul campo, auspicio di ulteriori futuri progressi, è una concentrazione, ma soprattutto una voglia di lottare che in precedenza non si era mai vista.

Negli ultimi due anni Quinzi è stato seguito prima da Tomas Tenconi, quindi da Marc Gorriz, Federico Torresi, Mariano Monachesi, Giancarlo Petrazzuolo, prima di richiamare e rilasciare lo stesso Medica. Con tutto il rispetto di questi allenatori che sicuramente avranno apportato qualcosa al gioco di Quinzi, è vero che in certi frangenti basta poco per far scoccare la scintilla e liberare il potenziale di un tennista. Magari l’ingaggio di Leitgeb è stato proprio questo: un coach di conclamata esperienza e fama che faccia da guida decisa e sicura al nostro ragazzo. Al di là di queste supposizioni Gianluigi sta crescendo (anche) mentalmente ed ora che ha la possibilità di essere guidato da un grande lavoratore come Leitgeb, il futuro è sicuramente più roseo.

Quinzi si sta allenando a Marbella nel centro che il coach austriaco gestisce con Schapers e probabilmente ha iniziato davvero a seguire quella cultura del lavoro tanto profetizzata dal suo nuovo allenatore che sta iniziando a dare i frutti sperati. D’altronde la svolta anche mentale è stata evidente: non ti fai allenare da un perfezionista come Leigteb se non sei sicuro di voler lasciare il campo d’allenamento stremato. In effetti i numeri sono emblematici: dal 18 aprile il talento di Porto San Giorgio ha inanellato una serie (aperta) di 11 vittorie consecutive cedendo appena due set (tre con quello di oggi). Casualità? Forse, ma non è detto. I piedi rimangono ben saldi in terra dato che i giocatori battuti sono di livello ITF e che il primo giocatore di fascia superiore (Clezar) ha fatto sudare le proverbiali sette camice al nostro Quinzi (era avanti 5-1 nel set decisivo il brasiliano), ma è anche corretto sottolineare che fino a non molto tempo fa, Quinzi perdeva regolarmente da questi avversari.

Il ragazzo sta prendendo fiducia e questa è una gran bella cosa poiché il tennis che possiede non si discute e non si può discutere: si vede nitidamente che colpisce la palla con un timing che pochi hanno, gli spostamenti laterali (che erano il suo vero tallone d’achille) sono sensibilmente migliorati ed oggi ha dimostrato anche un’ottima tenuta fisica. Il match con Clezar testimonia i progressi fatti, ma anche le lacune su cui lavorare. Dopo un primo parziale vinto agevolmente 6-2, Quinzi ha staccato la spina e in poco più di 20 minuti si è ritrovato sotto 6-1 chiudendo pericolosamente l’interruttore dell’attenzione. Nel terzo parziale è crollato fino al 5-1 (con due break ceduti) ma qui il vecchio Gianluigi avrebbe lasciato il campo e la partita all’aversario, ma questa versione più coriacea gli ha permesso di recuperare fino al tie break finale poi vinto per 8-6.

Occorre anche essere realisti, l’allenatore in così breve tempo non può incidere così tanto e in modo così notevole (tanto da far sospettare ai più maligni che Quinzi abbia sprecato due anni della sua vita da tennista con allenatori “accomodanti”…), ma è anche vero che forse a Quinzi mancava un coach come Leitgeb, ovvero un allenatore di esperienza, di conclamata fama e di spessore che gli possa inculcare nella mente quel culto del lavoro che i suoi predecessori non sono riusciti a fare. O che comunque non sono riusciti a infondergli quelle sicurezze che si tramutano in vittorie e in una graduale crescita del giocatore. Perché è il lavoro il segreto del successo dato che, come ribadito poc’anzi, tennisticamente uno come Quinzi non si può certo discutere. Che sia la chiave di svolta per un giocatore che sembrava destinato ad entrare velocemente tra i top 20 prima di un gravissimo e lunghissimo periodo di crisi? Nessuno può saperlo ora e sarà solo il tempo a giudicare, sta di fatto che la carriera di Quinzi che sembrava a 20 anni già terminata si sta prepotentemente rilanciando.

Probabilmente oggi Quinzi perderà, Facundo Bagnis pare ancora di un’altra categoria. Fisicamente sta migliorando tantissimo, ma tutte queste partite ravvicinate probabilmente peseranno contro avversari più abituati a competere a certi livelli e fisicamente più preparati. Questo ha una importanza relativa: la cosa realmente importante è che continui a lavorare sodo perché la strada intrapresa sembra finalmente quella corretta.

Quinzi ha 20 anni, non 30, le possibilità per un’ottima carriera per lui sono intatte, a patto che si concentri esclusivamente e totalmente sul (lavoro del) tennis.


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