Polemica a Wimbledon: "L'assegnazione dei campi è sessista"

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Polemica a Wimbledon: “L’assegnazione dei campi è sessista”

La scelta degli organizzatori di programmare Venus Williams sul Campo 18 non è risultata esente da critiche

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Torneo nuovo, polemiche vecchie. Sembra proprio che a Wimbledon certe discussioni non si riescano mai a risolvere; una di queste è l’assegnazione dei campi da parte degli organizzatori. L’anno scorso a lamentarsene era stata Caroline Wozniacki, questa volta invece le critiche non sono arrivate dalle dirette interessate, ma da una parte degli opinionisti, tra cui Martina Navratilova.

I dati della questione: nella giornata di giovedì (particolarmente ricca di partite, nel tentativo di recuperare i ritardi dei giorni precedenti) sono state programmate sul campo 18 Angelique Kerber e Venus Williams, vale a dire la campionessa in carica degli Australian Open e la cinque volte campionessa di Wimbledon. Il Campo 18 è lo “show court” più piccolo a disposizione degli organizzatori, con circa 800 posti totali.

Dopo le prime critiche sono stati chiesti pareri ad alcuni giocatori. Andy Murray ha detto di non essere sicuro se in passato un ex campione di Wimbledon maschio fosse stato relegato al Campo 18, ma ha ricordato come a Sampras fosse successo di dover giocare sul Campo 2.
Angelique Kerber è stata estremamente sintetica: “Oggi su quel campo ho vinto, per cui è OK“.
Più articolata e sottile la risposta di Venus Williams: “Credo che i giocatori debbano essere disposti a giocare su qualsiasi campo.” E poi: “Mi chiedete se un cinque volte campione di Wimbledon maschio sia mai stato programmato sul 18? Ancora non l’ho visto…“.

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