È questa la miglior vittoria della tua carriera?
Decisamente sì. Considerando il palcoscenico di Wimbledon contro Djokovic che sta giocando a questo livello, direi di sì.
Quanto erano difficili le condizioni con il continuo dentro/fuori? Come sei riuscito a rimanere concentrato?
È stato difficile, saremo entrati e usciti 4 volte, inclusi i due set di ieri. Oggi, dopo aver perso i primi quattro game, credo che la pioggia mi abbia aiutato, mi sono ricomposto. L’ho ribrekkato una volta nel terzo set e la cosa mi ha dato una spinta in più per il quarto. L’ultimo mese è stato sempre così, tra gli Open di Francia, il Queen’s, Nottingham e i primi turni qui. Siamo abituati.
Quando hai iniziato il match quanto credevi in te stesso e come si è evoluta la cosa?
Sai, non ti mentirò dicendoti che quando sono sceso in campo pensavo di vincere, ma penso che con l’andare avanti dell’incontro, servivo sempre bene ed ero avanti nel primo set, e ad ogni game acquistavo sempre più fiducia. Arrivati al tie-break ho giocato alla grande e una volta vinto quello nella mia testa mi sono detto: ‘Ok, posso battere quel ragazzo, posso giocarmela’. Oggi dopo aver perso i primi quattro game ho pensato che le cose stessero andando nella direzione sbagliata un po’ troppo velocemente, ma per fortuna, come ho detto, con la pioggia mi sono ripreso un po’. Ho perso il terzo set ma ho giocato bene gli ultimi game. Il quarto set è stato simile al primo: all’inizio ho salvato molte palle break e ogni game che tenevo, mettevo un po’ di pressione a lui e la toglievo a me.
Sappiamo che sei un ragazzo tranquillo e rilassato. C’è stato un momento, dopo aver messo il numero uno alle corde, in cui sentivi l’adrenalina scorrere?
Un po’, quando ero sotto 4-0, ma tutto sommato no, mi sono sentito piuttosto equilibrato e pacato per tutto il tempo. Un po’ anche nel tie-break del quarto set. Quando non ho tenuto il servizio mi sono detto: ‘Oh, cavolo’. Ma per fortuna poi ho giocato un buon servizio e lui ha mandato largo un dritto. Tutto qui.
Hai giocato con lui molte volte, come lo hai visto? Molti dicono che non fosse al 100%.
Lui ha giocato ad un livello così alto per così tanto tempo. La cosa che gli riesce così bene è vincere i match in cui non gioca bene. Ieri nel secondo set non stava decisamente giocando come al suo solito e oggi mi ha fatto sudare, non è un tipo che te la da vinta. Ti costringe a vincere i punti importanti. Oggi non ha giocato al suo massimo ma neanche al suo peggior livello. Insomma, è il numero uno al mondo quindi andrà avanti.
C’è una bella intervista con Craig Boynton in cui dice: ‘Anche uno scoiattolo cieco può trovare una noce’. Puoi parlarci di come ti abbia aiutato nel gestire il match e i vari ritardi per pioggia?
Sì, Craig ha fatto un lavoro incredibile, abbiamo lavorato insieme per tutto l’anno. Lui allena anche Steve Johnson. Ogni volta che entravamo e uscivamo dal campo lui mi rendeva le cose molto facili dicendomi: ‘Lancia la pallina più alta al servizio, scegli un punto e colpiscilo, non pensarci, continua a pensare alla seconda di servizio, metti dentro le risposte, assicurati di sorridere sempre. Divertiti’. Ho dovuto ascoltarlo parecchio perché abbiamo avuto molte interruzioni, e lui continuava a ricordarmi queste cose. È stato davvero di aiuto.
Quanto ti ha aiutato la vittoria ottenuta a Bercy contro Novak?
Penso mi abbia aiutato. Non ho preso niente di specifico da quell’incontro ma il fatto di averlo battuto mi ha dato un po’ più di fiducia. Del tipo: ‘Forse posso farcela di nuovo’. Comunque ho anche subito otto sconfitte contro di lui.
Hai detto che durante una pausa hai avuto bisogno di ricomporti. Fisicamente e mentalmente cosa devi fare quando stai affrontando il numero 1?
Sai, Novak stava giocando con molta energia e aveva cambiato un po’ la sua tattica di gioco. Penso volesse portarmi più spesso a rete. Credo di non essermene veramente accorto durante quei primi quattro game e grazie alla pausa ho potuto parlare con Craig e abbiamo apportato dei miglioramenti al mio gioco, soprattutto su cosa fare su determinate palle. Mi ha aiutato molto.
Quant’è stata dura scendere di nuovo in campo per giocare il doppio? Non ti prende energie per il prossimo match contro Mahut?
Prima del doppio sono uscito e mi sono scaldato per tre volte, era la quinta volta che scendevo in campo. È stato divertente ed eccitante poter prendere altri due asciugamani in più. Tutti quanti li collezionano. È una specie di bonus per l’interruzione per pioggia perché te ne danno altri due ogni volta. Io ne ho tipo 50 nel mio camerino che conservo per i miei amici e la mia famiglia. Durante il doppio faceva un po’ freddo. Io e Steve siamo scesi in campo pensando a divertirci. Parlando di Mahut, lui mi ha battuto poche settimane fa a ‘s-Hertogenbosch ed è un gran giocatore sull’erba. Se guardi ai suoi ultimi anni, le cose migliori le ha fatte sull’erba dove ha battuto un sacco di buoni giocatori. Ha un buon slice e viene spesso a rete, quando si avvicina ti mette in una situazione scomoda. Voglio vincere questo match ed arrivare nei quarti di uno Slam.
Questa vittoria e questa giornata cosa dicono sullo stato del tennis statunitense? Cosa si prova a rispondere a domande del genere?
Insomma, abbiamo risposto a domande del genere sin da quando si è ritirato Roddick. È eccitante il fatto che io abbia vinto; Steve Johnson ha vinto e Isner ha la possibilità di vincere domani. Potenzialmente abbiamo tre giocatori negli ottavi il che non capitava da un po’. Speriamo che questi risultati possano bloccarvi dal farci domande del genere per almeno una settimana (sorride).
Qual è stata la reazione negli spogliatoi?
Tutti quanti sono stati molto carini. ‘Gran bel lavoro, ben fatto’, mi dicevano. Novak e il suo team non sarebbero potuti essere più gentili. Tutti erano felici per me e mi hanno fatto i complimenti.