Fognini che carica, "Con l'Argentina tutti in azzurro" (Crivelli). Via senza del Potro, l'Italia si dà la carica (Ferri). Del Potro si inventa doppista per fermare gli azzurri in Davis (Strocchi)

Rassegna stampa

Fognini che carica, “Con l’Argentina tutti in azzurro” (Crivelli). Via senza del Potro, l’Italia si dà la carica (Ferri). Del Potro si inventa doppista per fermare gli azzurri in Davis (Strocchi)

Pubblicato

il

 

Fognini che carica, “Con l’Argentina tutti in azzurro” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Lo smash della resurrezione contro il Cile nel 2011, l’impresa contro Murray e la Gran Bretagna nel 2014, il dominio in Russia per la salvezza l’anno scorso. Il giro del mondo di Fognini in Davis è stato spesso una giostra di gioie ed emozioni, un segno di talento che ha baciato alcuni dei momenti più intensi e vincenti della storia azzurra recente. Dunque, non si può che ripartire da lui, assente per infortunio a marzo contro la tenera Svizzera, per venire a capo di un incrocio complicato contro i gauchos argentini, finalmente uniti dopo anni di profondi dissidi e con due ex top ten, Del Potro e Monaco, usciti dal buio dei loro corpi maltrattati per ritrovare luce e spirito agonistico. SCELTA DIFFICILE La stagione, però, è stata dura anche per Fabio, stoppato a febbraio dallo strappo ai muscoli addominali che ne ha interrotto l’ascesa proprio nel momento in cui aveva ritrovato fiducia e certezze tecniche. Sono solo 22 le sue partite nel 2016, con un bilancio di 10 vittorie e 12 sconfitte ma Fogna è il leader emotivo dell’Italia, il totem cui aggrapparsi quando conta metterci orgoglio e anche un po’ di follia, un giocatore che sul rosso dall’esordio con sconfitta del 2008 contro Gulbis, non ha più perso. Ecco perché il condottiero è tra noi, nonostante il cuore fosse diviso: «Lo sapete, non è stata una scelta facile accettare la convocazione, ho bisogno di giocare, di ritrovare il clima partita e l’anno scorso, là ad Amburgo (torneo che si sta ho espresso disputando in contemporanea con la Davis, ndr) feci finale. Perderò punti nel ranking, la classifica peggiorerà, ma alla fine ho preso la decisione migliore, perché ho una gran voglia di dimostrare cose buone, e in Coppa conta il singolo ma conta anche la squadra, questo mi ha sempre dato una motivazione in più». CONTNUITA’ A«Pico» Monaco, l’avversario di oggi, lo lega un bel rapporto d’amicizia e anche il ricordo felice del precedente di due anni fa proprio in Davis, tra l’altro l’unico (di quattro) vinto da Fognini: «Si dice sempre che l’ultimo sia quello che conti, perciò spero di ripetermi. Non sarà facile, sarà una partita lunga, con tanti scambi, ci sarà da correre molto e dunque bisognerà essere fisicamente preparati e con una grande resistenza». Per chi ha recuperato da un infortunio complesso e di conseguenza non ha messo molta benzina nel motore, la battaglia potrebbe risultare più aspra: “Intanto spero faccia caldo e ci sia il sole, sono le condizioni che prediligo. E poi devo ripartire da Wimbledon (dove tra l’altro ha sconfitto Delbonis, avversario di domenica, ndr), la ho espresso sprazzi di buon tennis, devo solo dare continuità al mio gioco. In ogni caso dopo il matrimonio mi sono allenato duramente, sono pronto e sono anche sicuro di poter tornare ad alti livelli, per questo scendere un po’ nel ranking non mi preoccupa. A proposito delle nozze, Fabio le considera una storia chiusa in merito all’influenza che possano continuare ad avere sul suo rendimento:”Vorrei parlare di me come rendimento e non di altro, ovviamente senza nulla togliere a tutte le cose belle che sposarmi mi ha portato”. E poi lancia un’idea simil-calcistica:” Tutti a fare il tifo con la maglietta azzurra”. E lui reggerà la claque.

 

Via senza del Potro, l’Italia si dà la carica (Elisabetta Ferri, Il Corriere dello Sport)

La sorpresa non esce dall’urna, ma un attimo prima. Quando lo speaker della cerimonia ufficiale annuncia che i singolaristi del primo giorno per l’Argentina saranno Delbonis e Monaco. Niente Del Potro, quindi, almeno in questa prima giornata dei quarti di finale. Qualcuno adesso dice che era prevedibile, ma fino all’ultimo in pochi credevano che Orsanic avrebbe fatto a meno del suo asso: evidentemente le sue condizioni fisiche non sono ottimali, o almeno non così buone da reggere il ritmo di tre giorni di battaglia. L’ex n.4 al mondo, reduce da un problema al polso, entrerà in gioco nel doppio, poi si vedrà, a seconda dell’andamento delle gare. VIA CON SEPPI. Intanto, il compito di rompere il ghiaccio per gli azzurri toccherà ad Andreas Seppi, sorteggiato nel primo singolare contro Federico Delbonis, che rivela le sue origini italiane: «Mio nonno era campano» dice. Intanto, l’altoatesino manifesta una certa serenità d’animo, pur mettendo sul piatto le difficoltà del match: «Avrei preferito giocare per secondo, invece tocca a me debuttare. Me l’aspettavo che il primo giorno Del Potro non giocasse, non sono sorpreso. Delbonis? Su questa superficie è terribile, fa saltare molto la palla ed è mancino, quindi occorre stare molto attenti. Per me – ammette Seppi – dopo un mese sull’erba non sarà facile, ma questo è il momento più importante della stagione per quanto mi riguarda. E, anche se la terra rossa non è la mia preferita, ritengo di poter tirar fuori ugualmente una buona partita». Nell’altro singolare ecco Fognini contro Monaco: «Mi sono allenato duramente dopo il matrimonio – racconta Fabio – A Wimbledon ho tirato fuori buoni sprazzi. Qui ho una gran voglia di dimostrare quanto valgo, ce la metterò tutta, sapendo che ci sarà da correre e lottare. Ho fatto una scelta venendo a Pesaro, la ritengo giusta, la ritengo la priorità: mi sono messo in gioco e voglio contribuire a un risultato a cui teniamo tutti. Mi lascio alle spalle il passato, i miei errori, credo che il matrimonio con Flavia sia la cosa più bella che mi sia capitata e d’ora in poi voglio concentrarmi solo sul tennis». NERVI SALDI. Di solito Barazzutti funziona bene nel mantenere saldi i nervi del suo estroso alfiere. Si vede che la sottolineatura gli fa piacere, ma Corrado non la raccoglie: «lo faccio il capitano e cerco di dare una mano ai ragazzi, però se giocano bene è farina del loro sacco, è solo merito loro. Sono forti e hanno qualità». A proposito dei match odierni ritiene che «saranno due incontri equilibrati, anche se molto diversi fra loro. I risultati dipenderanno da tanti fattori: mentale, tecnico e anche meteorologico. Ma credo che si risolveranno con una differenza di pochi punti». Poi tocca le corde dell’emozione: «Nel percorso di un giocatore ci sono delle annate diverse, alcune positive, altre negative, ma tutto questo non incide quando si entra nell’atmosfera di Coppa Davis, dove gli stimoli sono diversi. E’ una manifestazione che accende motivazioni differenti da quelle dei vari tornei – sottolinea Barazzutti – Quasi conta meno giocar bene che avere testa e cuore forti. I miei, a parte Cecchinato, giocano questa competizione da tempo e sanno che in queste occasioni si può tirar fuori il miglior tennis della propria vita». Gli argentini ostentano sicurezza, a partire da Delbonis, che dice: «Sono contento di andare in campo per primo, so che Seppi è forte, ma sono pronto e penso che sarà un match spettacolare». Mentre a Monaco tocca l’avversario più ostico perché imprevedibile: «Fabio è talentuoso ed atletico, sarà dura per me – dice – Ma mi sono preparato bene e sento la responsabilità di portare un punto prezioso alla mia squadra». Tutti a guardare il cielo, ma la speranza è che l’uragano siano gli azzurri

 

Del Potro si inventa doppista per fermare gli azzurri in Davis (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Lo preservano per il doppio (e magari per la terza giornata), però Juan Martin Del Potro può davvero rappresentare l’ago della bilancia del quarto di finale di Coppa Davis fra Italia e Argentina, in programma da oggi a domenica sui campi in terra battuta del Circolo Tennis Baratoff di Pesaro. Anche se sarà spettatore interessato ai primi due singolari (si inizia alle 12.30 con Andreas Seppi opposto a Federico Delbonis, a seguire Fabio Fognini affronterà Juan Monaco, Diretta tv Supertennis) tutti gli occhi sono puntati sul 27enne ex numero 4 del mondo, che torna a difendere i colori dell’Albiceleste a quasi quattro anni di distanza dalla semifinale persa 3-2 con la Repubblica Ceca. E lo fa, grazie all’opera di mediazione del capitano Daniel Orsanic (capace di recuperare pure l’altro veterano Juan Monaco), da n. 139 della classifica Atp dopo aver perso quasi tutta la stagione passata causa la terza operazione al polso destro. «Già il fatto di essere qui sembrava impossibile fino a qualche tempo fa e dunque posso ritenermi fortunato – ha sottolineato Delpo in riferimento ai ripetuti infortuni che l’hanno portato a un passo dal ritiro -. Mi sono preparato assieme ai compagni e ho fiducia in loro. Il mio ranking attuale non mi preoccupa e ci saranno altre occasioni per risalire in classifica, la Davis conta tantissimo per me». Anche perché nel Paese sudamericano le quattro finali perse (1981, 2006, 2008 e 2011) sono una ferita aperta. E cosl Del Potro, tifosissimo del Boca Juniors, rinuncia a vedere nella notte la semifinale di Copa Libertadores contro gli ecuadoriani dell’Independiente del Valle, vittoriosi 2-1 all’andata. «In questi giorni mi sono dovuto abituare a cose nuove come il doppio e il giocare a sinistra, sono concentrato su questo. Il singolare? Tireremo le somme sabato sera, è presto per fare speculazioni. Di certo siamo tutti a disposizione», spiega il gigante di Tandil che, pur riconoscendo di non essere uno specialista, ricorda che a marzo con il connazionale Leonardo Mayer ha sconfitto Dodig-Melo, in quel momento coppia numero 1 al mondo: «Neanche gli italiani sono specialisti, per cui credo sarà una partita equilibrata. Il pubblico sarà tutto per loro: potrebbe essere un aiuto, ma anche un peso». Sta agli azzurri, con le loro prestazioni, far in modo che il tifo sia una spinta in più. Ne è consapevole Fabio Fognini, numero uno dell’Italtennis che per rispondere alla chiamata della Nazionale ha rinunciato a difendere i punti ottenuti 12 mesi fa al torneo di Amburgo, quando raggiunse la finale. «Ho scelto di venire in Davis e non è stato semplice, anche perché l’anno scorso avevo giocato bene in questo periodo – ricorda il ligure. Era importante fare la scelta giusta, il ranking Atp peggiorerà ma non è un problema, sono pronto a risalire. Dopo il matrimonio mi sono allenato duramente, già a Wimbledon ho espresso sprazzi di buon tennis. Ho una gran voglia di dimostrare cose buone: ce la metterò tutta, visto che ci sarà molto da correre».

 

 

 

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement