Numeri, dati e statistiche più interessanti di Wimbledon al femminile

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Numeri, dati e statistiche più interessanti di Wimbledon al femminile

Un quadro di insieme dell’edizione 2016 del torneo inglese, con Serena Williams al comando in diverse graduatorie, ma anche con qualche nome a sorpresa

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Per ciascuna partita disputata al torneo di Wimbledon la IBM ricava tutta una serie di dati che vengono poi inseriti in un database che elabora delle valutazioni complessive. In questo modo sono realizzate molte graduatorie che provano a restituire attraverso i numeri l’andamento del torneo e il comportamento delle giocatrici. Le tabelle presentano i dati di tutte le 128 partecipanti, ma qui per ragioni di sintesi mi limito ai primi posti di ciascuna.
Il database vero è proprio non è a disposizione dei giornalisti, ma la lo sono le classifiche derivate (però solo in formato pdf). Ne ho scelte alcune che mi sembrano particolarmente significative e che consentono di farsi un quadro di insieme di Wimbledon 2016.

La durata
Comincio con una curiosità: i dieci match più lunghi (in termini di tempo) disputati nell’ultima edizione

Durata partite Wimbledon 2016 donne

Al primo posto una delle partite considerate tra le migliori del torneo e probabilmente della stagione: tre ore esatte fra Cibulkova e Radwanska, incontro durante il quale entrambe le giocatrici sono arrivate al match point. Esattamente come nell’altro match in cui compare Radwanska, quello vinto contro Ana Konjuh. Un’altra tennista qui presente due volte (ma nel suo caso sempre da vincitrice) è Lucie Safarova, che nel passato si era fatta la fama di perdente negli arrivi testa a testa, ma che con la maturità sembra essere diventata più solida di carattere.

Il servizio
IBM fornisce tutta una serie di classifiche che riguardano il servizio. Ne ho scelte alcune. Comincio con quella relativa al numero di ace; Serena è al comando, anche se i dati vanno ponderati in base al numero di match disputati:

Ace (WImbledo 2016 donne)
C’è poi la classifica riguardante la velocità massima raggiunta al servizio. Nel 2015 al numero uno con 125 miglia orarie c’era Lucie Hradecka, che però quest’anno non ha potuto prendere parte al torneo perché è stata eliminata durante le qualificazioni. Segnalo che questa tabella tiene conto solo di 74 giocatrici, visto che mancano quelle che hanno disputato i loro match su campi secondari, non dotati del rilevatore di velocità:

Velocità servizio (Wimbledon 2016 donne)
A parte le più prevedibili giocatrici presenti ai primissimi posti, segnalerei tre nomi: Christina McHale, che a dispetto del suo fisico apparentemente non potentissimo non manca mai ai vertici di queste classifiche; Camila Giorgi, altra tennista dalla struttura certo non imponente, ma estremamente esplosiva e rapida di braccio; e soprattutto Ana Konjuh, che sinceramente non pensavo fosse in grado di servire tanto velocemente. Una ragione in più per tenerla d’occhio, dopo l’eccezionale e sfortunato match contro Radwanska.

Un altro modo di valutare l’efficienza del servizio è quello di misurare il numero di battute che le avversarie non riescono a controllare, e che procurano un punto. Sulla prima di servizio comanda Sabine Lisicki, a conferma che sull’erba dispone di armi notevoli.

Prime non ritornate (Wimbledon 2016 donne)

Ma interessante anche il secondo posto di Bethanie Mattek-Sands, che con il suo tennis aggressivo (vedi ultima tabella sul serve&volley) evidentemente riesce a mettere particolare pressione a chi risponde.
Ultimo dato indirettamente legato al servizio: la percentuale di game di battuta tenuti. Qui Serena torna al primo posto, con soli 6 break (su 7 partite) subiti in tutto il torneo.

Game vinti al servizio (Wimbledon 2016 donne)

Credo che questa statistica si possa anche leggere come un parziale atto di accusa per le giocatrici che stanno ai vertici della graduatoria senza però essere riuscite a fare strada nel torneo: Friedsam, Crawford, Kvitova, Svitolina, Flipkens dovrebbero interrogarsi sulle loro capacità in risposta, visto che per vincere i match non è bastato loro riuscire a tenere quasi sempre la battuta.

La risposta
Per quanto riguarda il rendimento in risposta ho deciso di presentare i dati riferiti alle giocatrici che sono approdate alla seconda settimana. L’ho fatto perché il valore è molto influenzato dalla qualità del servizio dell’avversaria, e quindi non ho considerato sufficientemente attendibili i numeri di chi ha giocato meno.

Perc risposte valide (Wimbledon 2016 donne)
Tra le percentuali di risposte valide colpisce in negativo il 104mo posto di Lucie Safarova, che però è seconda nella graduatoria delle risposte vincenti: segno che interpreta questa fase del gioco con molta aggressività. Radwanska, Kerber e Suarez Navarro invece preferiscono alte percentuali (e meno rischi) al vincente immediato.

Risposte vincenti (Wimbledon 2016 donne)

Vincenti ed errori non forzati
Serena è ancora in cima alle classifiche per quanto riguarda la graduatoria dei colpi vincenti. Interessante anche il secondo posto di Belinda Bencic, sfortunatissima, visto che si è dovuta ritirare per un problema al polso quando sembrava avere ritrovato la condizione giusta per diventare una protagonista del torneo.

Vincenti (Wimbledon 2016 donne)
Serena e Vesnina a parte, sono fuori dalle prime posizioni (e quindi non presenti in tabella) le altre giocatrici arrivate in fondo: 63ma la finalista Kerber (14%), e 50ma l’altra semifinalista Venus Williams (15%). Va detto però che le differenze non sono molto marcate (tutte le altre quartofinaliste hanno valori tra il 14 e il 17%). L’unica approdata almeno ai quarti di finale con una percentuale sensibilmente più bassa è Simona Halep (11% di vincenti, 94mo posto).

Ancora meno significativo il dato degli errori gratuiti: ai primi cinque posti giocatrici uscite entro i primi due match. In sostanza sull’erba sbagliare poco non è sufficiente per vincere:

Errori non forzati (WImbledon 2016 donne)
Se guardiamo chi sta nelle ultime posizioni degli errori non forzati abbiamo la risposta più immediata ad alcune controprestazioni: giocatrici in crisi di fiducia e di rendimento, o al ritorno da lunghi stop per infortuni, che sbagliano molto più del solito:

Errori non forzati ultime (Wimbledon 2016 donne)

Serve&volley
Concludo come l’anno scorso con l’omaggio al serve&volley. Così come nel 2015, spicca Bethanie Mattek-Sands, mentre Kumkhum, seconda per percentuale di tentativi, ha un rendimento negativo. Abbastanza sorprendente il dato di Timea Bacsinszky, a dimostrazione che è comunque una giocatrice che ama variare tatticamente i suoi match.

Serve-volley (Wimbledon 2016 donne)
Per quasi tutte le altre i numeri sono davvero esigui, testimonianza di una soluzione di gioco che sembra proprio in via di estinzione.

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