Il torneo Olimpico disertato da 8 top 25 (per ora)

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Il torneo Olimpico disertato da 8 top 25 (per ora)

Tennis e Olimpiadi, da sempre un binomio poco fortunato. Tra infortuni veri o falsi e il panico creato dal virus Zika in tanti, forse troppi, hanno scelto di non volare a Rio de Janeiro

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Questo articolo è già stato pubblicato sul sito Snai.it. Con il permesso di Snai, lo pubblichiamo anche su Ubitennis

È stata una brutta notizia per tutto il mondo del tennis. Per tutto il 2016 Roger Federer non scenderà più in campo. Salterà Olimpiadi e US Open, quello Slam che aveva vinto 5 volte di fila. Federer dal 2012, allorché perse la finale dei Giochi Olimpici di Londra 6-2 6-1 6-4 da Andy Murray, si era posto ed aveva proclamato un solo obiettivo: vincere l’oro olimpico in singolare, dopo aver vinto a Pechino 2008 quello di doppio con Stan Wawrinka. “Voglio arrivare a Rio 2016, poi si vedrà…” aveva sempre detto il grande campione che l’8 agosto compirà 35 anni. È forse l’unico grande obiettivo che ormai Roger Federer non potrà più centrare. Perché, pur con tutto lo straordinario talento che ha e tutta la buona volontà, Federer nel 2020 a Tokyo, a 39 anni, non ci sarà. Accanto alla ferale notizia per tutti i milioni di suoi tifosi sparsi nel mondo, ce ne potrebbe essere una buona, e cioè che Roger – pur “bloccato” da un ginocchio dispettoso, il sinistro che lo aveva tradito per la prima volta (almeno ufficialmente…) mentre giocava con le gemelline in una vasca da bagno, poi operato e quindi scivolato maldestramente nel corso della semifinale di Wimbledon persa di misura con il canadese Raonic – non avrebbe alcuna intenzione di appendere la racchetta al chiodo. Ma anzi, dopo un paio di mesi di allenamento ed una rentrèe pseudo-agonistica nella Hopman Cup a gennaio 2017, parrebbe deciso a ripresentarsi sul circuito professionistico, a dispetto di un ranking che inevitabilmente scenderà fra il n.16 e il n.20. In quali condizioni però si ripresenterà, dopo cinque mesi di inattività, nessuno può saperlo. Io la vedo dura. Durissima. Cinque mesi di digiuno si recuperano male a 25 anni, figurarsi a 35.

E se Federer… piange Nadal non ride. La sua partecipazione alle Olimpiadi di Rio è tutt’altro che sicura. Io mi aspetto anzi che da un momento all’altro anche Rafa annunci il suo forfait. Vero che avrebbe dovuto essere il portabandiera della Spagna, ma a parte il fatto che potrebbe restarlo anche se dovesse scendere in campo soltanto in doppio, a mio avviso se gli fa ancora male il polso sinistro, farebbe meglio a non rischiare e a restare a casa. Non è che in doppio si tiri più piano che in singolare. Anzi, nell’opporsi con le volèe a certe risposte o tentativi di passanti, l’impatto della palla con la racchetta (soprattutto se la si scentri) può essere ancora più violento. Io credo che Rafa, che in fondo a Pechino l’oro in singolare l’ha già conquistato (a differenza, come ricordato, di Federer), preferisca nel caso dimostrarsi competitivo all’US Open piuttosto che alle Olimpiadi, già disertate da 8 dei primi 25 tennisti delle classifiche mondiali. Una diserzione imputata in un gran numero di casi al timore della Zika (l’insetto che non perdona): oltre a Federer saranno assenti Milos Raonic, Tomas Berdych, Dominic Thiem, John Isner, Feliciano Lopez, Nick Kyrgios, Bernard Tomic e Alexander Zverev. Un altro nome noto che ha detto no a Rio è Ernests Gulbis. Inutile dire che il grande favorito sarà Novak Djokovic, con alla ruota Andy Murray, lo scozzese che ha recentemente vinto il suo secondo Wimbledon e il terzo Slam della carriera. Punta ad una medaglia certamente anche Stan Wawrinka. Tutti gli altri possono aspirarvi soltanto dopo aver visto il tabellone.

Non possono purtroppo puntarci i quattro italiani in tabellone, Lorenzi (neo n.1 d’Italia a quasi 35 anni a cominciare da lunedì prossimo…chi lo avrebbe mai potuto immaginare?), Fognini, Seppi e il last-minute Fabbiano. Se una flebile speranza di medaglia c’è questa si poggia sulle chances di Roberta Vinci in singolare, della stessa Vinci e della Errani in doppio, anche se la loro rentrèe dopo il “clamoroso divorzio” di un anno e mezzo fa, non è stato fortunato. Camila Giorgi, capace di battere due tenniste del calibro della Bouchard e della Stephens, ma poi di perdere al turno successivo (a Montreal dalla Vinci al terzo set), non può giocare dopo essersi messa in urto con la Federazione Italiana. Avrebbe potuto perdere al primo turno, ma anche togliersi qualche soddisfazione.

Intanto, mentre le donne si stanno misurando a Montreal, gli uomini stanno giocando l’Open del Canada a Toronto, e lì Djokovic è il solo presente dei Fab Four, visto che alle assenze di Nadal e Federer si è aggiunta anche quella di Murray. Difficile pensare che il serbo n.1 del mondo possa perdere questo Masters 1000. Ma lo si diceva anche a Wimbledon dove fu messo inopinatamente k.o. da Querrey. All’US Open invece oltre a Djokovic ci sarà anche Murray. Mi sa proprio che, tramontata l’epoca dei Fab Four, dei Beatles della racchetta, per un po’ dovremo aspettarci soprattutto – per restare nella musica – ad un duo tipo Simon & Garfunkel, perché temo che su Federer e forse anche su Nadal, possa essere sceso il “Sound of Silence”. Ben lieto di essere smentito quando sarà passata più acqua sotto i ponti di questo orribile 2016 nel segno di… “Bridge over troubled water”.

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