Olimpiadi
Olimpiadi 2016, il tennis e un torneo particolare (VIDEO da Rio)
Sabato 6 agosto comincia il torneo olimpico di tennis. Riviviamo le edizioni passate che quasi sempre sono state sorprendenti. Tra foto ricordo e match lunghissimi a Rio andrà in scena l’ottava edizione del torneo

Rio 2016 – Casa Italia: intervista pre-torneo di Ubaldo a Fabbiano e Seppi
Rio 2016 – Casa Italia: intervista pre-torneo di Ubaldo a Paolo Lorenzi
Rio 2016: la prima visita a Casa Italia di Ubaldo Scanagatta
Rio 2016: Ubaldo presenta il torneo olimpico
La storia è nota. Dopo essere stato presente, in varie forme, spesso solo gli uomini, nelle prime sette edizioni delle olimpiadi moderne (da Atene 1896 a Parigi 1924) dal 1928, l’edizione di Amsterdam, il tennis smise di far parte delle discipline olimpiche. Il Barone de Coubertin non gradiva che quegli uomini (e donne) con la racchetta facessero soldi in questo modo così pittoresco, entrò in conflitto con l’organizzazione internazionale del tennis e i due si separarono più o meno consensualmente. Vinnie Richards, che in semifinale aveva sconfitto l’italiano (uhm) Uberto De Morpurgo, sconfisse Henri Cochet al quinto set e diventò l’ultima medaglia d’oro del tennis anteguerra.
L’aviatore austriaco sconfisse addirittura Borotra, fresco vincitore di Wimbledon, e vinse quella che è l’unica medaglia tricolore ufficiale della disciplina, quella di bronzo.
Nel 1968 il tennis fece un’altra capatina alle Olimpiadi, non a Città del Messico ma nella lontana Guadalajara. Era stato ammesso come sport “dimostrativo” – per la cronaca vinse Manolo Santana, battendo in finale l’altro spagnolo Orantes – e subito scacciato. Tornerà nel 1984, ancora come sport dimostrativo, e vincerà il non ancora 18enne Stefan Edberg che sconfisse in due set tal Francisco Maciel Garcia, messicano di Queretaro, che fu 35 del mondo e presidente della federazione messicana. Paolo Cané e Raffaella Reggi vennero sconfitti entrambi in semifinale. Il primo raccolse solo 4 game contro il citato Maciel Garcia, la seconda venne superata da Steffi Graf, che vincerà il torneo. Ai due resterà il simbolico terzo posto.
Dal 1988 il tennis è ridiventato disciplina olimpica. Il singolare maschile ha sempre avuto un tabellone da 64 giocatori, quello femminile ha cominciato con 48 per passare a 64 dall’edizione di Barcellona. Insieme ai due tornei si sono disputati quelli di doppio maschile e femminile, entrambi sempre con 32 coppie ai nastri di partenza. Banalmente, questo significa che si devono vincere 6 partite per vincere il torneo singolare e 5 per vincere il doppio. L’eccezione è appunto l’edizione di Seul 1988: a Steffi Graf bastò vincere 5 partite, perché ebbe un bye al primo turno. A Seul e Barcellona il torneo maschile si gioca al meglio dei 5 set, da Atlanta ’96 si opterà per il più comodo 2 su 3, finale esclusa, che resta al meglio dei 5 set.
Dal suo ritorno, tra gli appassionati si è aperta una disputa – prima abbastanza blanda, poi sempre più accesa – sul valore di un torneo molto atipico rispetto alle abitudini tennistiche. Il fatto che si giochi ogni quattro anni, le 6 partite che lo differenziano sia da uno Slam che da un Masters 1000 o dalle Finals, il giocare in rappresentanza di una nazione cosa che succede anche in Davis ma in un tempo più ristretto, ma soprattutto l’essere decisamente marginale rispetto alle altre discipline olimpiche ha creato la curiosa situazione di un torneo spesso disertato da grandi fuoriclasse e giocato con uno spirito paradossalmente più “olimpico” di altre discipline.
Invece di impelagarci in questioni vane – gli addetti ai lavori concordano abbastanza sull’aspetto goliardico del torneo, tranne eccezioni tra il pittoresco e l’interessato – varrà forse la pena raccontare rapidamente come sono andate le sette edizioni che hanno preceduto questa che comincia sabato 6 agosto a Rio de Janeiro.
Il torneo di Seul fu molto bello con Mecir che si prese la rivincita su Stefan Edberg e lo supera in 5 set in semi; il cecoslovacco vincerà il torneo superando Mayotte in finale. Come tutti ricorderanno è l’anno del Golden Slam di Steffi Graf, che sorvola il torneo perdendo un solo set contro Larisa Neiland. Sembra un buon viatico, ma quell’edizione maschile resterà la classica mosca bianca. Per quanto il tennis olimpico sia stato quello che si può definire un buon torneo, e per quanto abbia visto alcune partite sicuramente piene di pathos, raramente quando ricordiamo i match che hanno fatto la storia del nostro sport inseriamo partite giocate alle olimpiadi.
Forse il torneo migliore è stato quello di Londra 2012. Un po’ per la cornice, ricorderete che si giocò addirittura a Wimbledon, un po’ perché tranne Nadal lo giocarono davvero tutti. Il torneo maschile venne nobilitato da una splendida semifinale tra Federer e del Potro – la partita più lunga mai giocata al meglio dei tre set, vinta dallo svizzero 19-17 al terzo – ma alla fine fu una trionfale cavalcata di Andy Murray, in quello che forse è ancora il periodo migliore della sua carriera. Andy aveva sì perso la finale di Wimbledon con Federer, ma stravinse la rivincita e poi si impose anche a New York. Lo scozzese concesse un solo set a Baghdatis e poi battè in successione Almagro, Djokovic e appunto quel Federer reduce dalla battaglia contro del Potro, concedendogli solo sette game in tre set. Stanco o meno che fosse l’uomo di Basilea – in fondo l’argentino vinse la medaglia di bronzo superando Djokovic nella finalina – per Murray fu un torneo vinto senza mai soffrire.
Il torneo femminile fu invece francamente imbarazzante e lo vinse Serena Williams, che concesse appena 8 game dagli ottavi in poi alle sue avversarie: uno alla Zvonareva, 3 alla Wozniacki, 3 all’Azarenka e uno solo in finale a Maria Sharapova. Fecero figura migliore Jelena Jankovic, che vinse 4 game all’esordio, e la minore delle Radwanksa, Ursula, capace di arrivare addirittura a 5 game.
Andando a ritroso, anche quello di Pechino 2008 fu un buon torneo, caratterizzato dalla vittoria del miglior Nadal di sempre, che sconfisse in finale il cileno Gonzalez. Curioso il fatto che anche quell’edizione venne caratterizzata da una semifinale fiume, quella tra il cileno e James Blake, che dopo aver battuto Federer nel turno precedente perse 11-9 al terzo. Nadal ebbe qualche problema con Starace all’inizio e fu costretto a cedere un set a Djokovic in semi ma la sua vittoria non fu mai in discussione.
Tra le donne soffiò fortissimo il vento dell’est – a Pechino d’altronde… – con tre russe che si piazzarono sul podio: Elena Dementieva sconfisse in finale Dinara Safina, mentre la medaglia di bronzo la vinse Vera Zvonareva, battendo la padrona di casa Li Na.
Non così bene andò il torneo di Atene 2004. Delle prime 8 teste di serie nessuno raggiunse le semifinali e solo due, Moya e Grosjean, arrivarono ai quarti. E tra le prime 16 ci riuscirono solo in 4: Gonzalez arrivò in semi e Massu vinse addirittura il titolo. In finale con il cileno ci arrivò Mardy Fish, che perse al quinto set, tra le lacrime in campo e sugli spalti della delegazione cilena, che si era aggiudicata anche l’oro nel doppio, con la coppia Massu/Gonzalez, che in finale sconfissero i tedeschi Kiefer e Schuttler. Federer aveva appena vinto il suo secondo Wimbledon e stava per vincere il suo primo US Open, e perse contro Berdych.
Fu sicuramente migliore il torneo femminile, anche se la finale tra la numero 1, Justine Henin, e la numero 2, Amelie Mauresmo, fu a senso unico. Ma stavolta toccò a loro, alle donne, produrre una grande semifinale, quella che la belga vinse contro la russa Myskina solo 8-6 al terzo; anche l’incontro dei quarti tra la francese e Kuznetsova fu da ricordare, con la vittoria di Amelie in tre set.
A Sidney 2000 ancora una vittoria a sorpresa, più o meno. Kafelnikov si trova in semifinale Di Pasquale e in finale Tommy Haas dopo aver battuto Kuerten nei quarti. Il russo supera Haas in cinque set ma la sensazione è che non tutti prendessero il torneo sul serio. Un giovane Federer arriva fino in semifinale, Di Pasquale si aggiudica il bronzo superandolo in tre set. Non partecipano al torneo né il vincitore di Wimbledon di quell’anno, Sampras, né il semifinalista Agassi. Il finalista Rafter e l’altro semifinalista Volkov perdono al secondo turno. Tra le donne vince Venus, dopo aver battuto Arantxa Sanchez nei quarti, Monica Seles in semifinale ed Elena Dementieva in finale.
Nel 1996, tra le mura amiche di Atlanta, l’unica edizione vinta dalla testa di serie numero 1. Andre Agassi demolisce in finale Sergi Bruguera, lasciandogli solo 6 game. Ma al di là di questo dato, l’uomo di Las Vegas è l’unica testa di serie ad arrivare in semifinale, mentre ai quarti ci arriveranno in tre: Wayne Ferreira, Malivai Washington e il nostro Renzo Furlan. Anche stavolta il vincitore di Wimbledon preferisce rimanere a casa. Gli statunitensi fanno doppietta, perché è Lindsay Davenport ad aggiudicarsi il titolo femminile, superando in finale Arantxa Sanchez. Lindsay è testa di serie numero 9 e le prime due, Seles e Conchita Martinez, si fermano ai quarti.
Sulla terra rossa di Barcellona si gioca invece un torneo durissimo. Come detto tutti gli incontri sono al meglio dei 5 set e il vincitore, Marc Rosset, vince solo 8-6 al quinto la finale contro Jordi Arrese. Ancora una volta però dei più forti non c’è traccia: Courier, Sampras e Becker vanno fuori al terzo turno, Stich e Forget al secondo, Edberg addirittura al primo. Persino specialisti della terra come Muster e Bruguera non arrivano al terzo turno.
Il torneo femminile invece è ancora di gran qualità con Jennifer Capriati, testa di serie numero 3, che ha la meglio su Steffi Graf, numero 1, dopo aver battuto Arantxa Sanchez, numero 2.
Come si può notare da questa rapida e un po’ superficiale carrellata, il torneo maschile dopo un promettente inizio è stato fin qui sempre un torneo di second’ordine. A parte le considerazioni sui numeri, come ricordato all’inizio il clima è sempre stato più vicino a quello di un’esibizione che ad uno dei vari “1000” in giro per il circuito. I tennisti provano a girare per il villaggio olimpico, cercano di incrociare gli assi degli altri sport, fanno le foto mentre si lavano i panni o fanno la spesa al supermercato. Un po’ come nei “1000” il torneo acquista vivacità nelle fasi finali, perché una volta arrivati fin lì, una medaglia è sempre una medaglia.
Del resto anche questo Rio2016 non parte benissimo, se consideriamo che mancherà il finalista di Wimbledon, i numeri 3 e 4, e che tutto è un po’ nella mani di Djokovic e Murray. Abbiamo ricordato che una sola volta il numero 1 ha vinto le Olimpiadi, ma praticamente giocando da solo.
Considerate le caratteristiche del torneo magari Fognini…
evidenza
L’Ucraina rimanda la decisione sul boicottaggio di Parigi 2024, mentre aumenta il pressing politico sul mondo dello sport
Venerdì prossimo i Ministri dello Sport europei si incontreranno a Londra per discutere la questione dell’ammissione di atleti russi e bielorussi sotto bandiere neutrali. Ma Kiev avverte: “Noi siamo fortemente contrari finché la guerra non cesserà”

Il Comitato Olimpico Nazionale Ucraino (NOCU) ha rimandato la decisione su un eventuale boicottaggio delle prossime Olimpiadi di Parigi 2024, nel caso in cui venga confermata dal CIO la partecipazione degli atleti russi e bielorussi alla rassegna a cinque cerchi. Il rinvio di tale presa di posizione è stato conseguenza della mancata “ufficialità” dell’iniziale apertura proposta dal Comitato Olimpico Internazionale e risalente allo scorso 25 gennaio. Inoltre, da Kiev non si sono voluti esprimere compiutamente prima della riunione che si terrà venerdì prossimo – il 10 febbraio – a Londra tra tutti i Ministri dello Sport dei Paesi europei. Il NOCU, dunque, per ora si è unicamente limitato ad approvare quei piani programmatici propedeutici ad infondere pressione sui vari dirigenti dei diversi comitati olimpici di tutto il mondo, per raggiungere il proprio obbiettivo: l’esclusione degli atleti di nazionalità russa e bielorussa dai Giochi Olimpici che andranno in scena nell’estate 2024.
Vadym Guttsait, Ministro dello Sport ucraino nonché Presidente del Comitato Olimpico Nazionale dell’Ucraina, ha spiegato che i membri dell’assemblea del NOCU hanno votato a favore di “consultazioni sulla prevenzione della partecipazione di atleti russi e bielorussi a tutte le competizioni internazionali e di un possibile boicottaggio dei prossimi Giochi Olimpici“. Il capo dello sport ucraino ha poi proseguito affermando: “L’idea del CIO sarebbe quella di permettere la partecipazione di sportivi russi e bielorussi a Parigi 2024 in quanto ‘atleti neutrali’, quindi privi di bandiere e inni nazionali. Noi siamo fortemente contrari a questa eventualità, finché la guerra non cesserà“.
Il NOCU si riaggiornerà per ridiscutere la questione, con un’assemblea straordinaria indetta ad hoc, tra due mesi.
IL VERTICE DI LONDRA
Ma come già preannunciato ad indirizzare la contesa in una direzione o nell’altra e quindi potenzialmente a far saltare definitivamente i cocci del vaso, potrebbe essere il vertice che andrà in scena tra meno di sette giorni nella capitale britannica. Il vertice di tutti i Ministri dello Sport delle nazioni del Vecchio Continente per cercare di dirimere una volta e per tutte l’annosa questione. A rivelare l’importanza di tale incontro, è lo stesso Guttsait nel corso della conferenza stampa a latere dell’assemblea del NOCU che ha rinviato ulteriormente la decisione sul boicottaggio: “La Gran Bretagna riunirà un vertice dei Ministri europei dello Sport per venerdì prossimo con l’obiettivo di discutere la questione dell’ammissione di russi e bielorussi. I capi dei Comitati olimpici nazionali di Lituania, Lettonia e Polonia sostengono l’Ucraina, questi tre Paesi hanno difatti già fatto una dichiarazione in tal senso“.
Dunque come si può facilmente dedurre, l’Ucraina è stata già supportata da altre tre nazioni europee nella richiesta al CIO di escludere russi e bielorussi da Parigi 2024. Il NOCU ha inoltre inviato al Presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach, ma anche alle Federazioni Internazionali delle varie discipline e ai vari Comitati Olimpici Nazionali, una serie di lettere formali volte a sollecitare il mantenimento in vigore delle sanzioni ai danni della Russia e della Bielorussia fin quando il conflitto non terminerà. Il Ministro dello Sport ucraino ha poi proseguito il suo intervento: “Tutto dipende da noi dirigenti sportivi – non solo dai membri del NOCU – e da come lavoreremo, perché non esiste una decisione ufficiale sulla partecipazione di sportivi russi e bielorussi a determinate condizioni. Dobbiamo intervenire tutti in questo processo, i comitati olimpici nazionali e i presidenti di tutte le federazioni. Dobbiamo lavorare su questo tema perché non dipenda solo dal CIO, ma anche dalle Federazioni internazionali di ogni sport. È molto importante che ogni membro della nostra famiglia olimpica lavori sulla propria posizione e metta in evidenza che non si possano vedere ed incontrare gli sportivi russi e bielorussi in competizioni internazionali“.
INTANTO BACH DICE NO ALL’INVITO DI ZELENSKY A BAKHMUT
Nel frattempo, le pressioni dell’Ucraina continuano su tutti i livelli. Per ora però con alterne fortune, infatti il Presidente del CIO Bach ha rifiutato l’invito del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky a far visita alla località di Bakhmut, una delle città colpite più duramente dalla guerra. Ciò è stato reso noto dallo stesso CIO tramite comunicato stampa, secondo cui: “al momento non esiste in programma un ulteriore viaggio in Ucraina“.
Zelensky aveva invitato Bach per mostrargli: “con i propri occhi che la neutralità non esiste“. L’ultima visita del Presidente del CIO nel Paese dilaniato dal conflitto risale allo scorso luglio. Va comunque precisato, che lo stesso Bach aveva espresso senza dubbi che a livello generale, quindi politico ed economico ma non a carattere sportivo, “le sanzioni contro i governi russi e bielorussi non sono negoziabili. Perché sia chiara una cosa, non stiamo parlando di atleti russi e bielorussi ma di atleti neutrali che rispettano le rigide condizioni che abbiamo stabilito, inclusa l’assenza di identificazione con il loro Paese e il con il loro Comitato Olimpico Nazionale ma anche il pieno rispetto delle norme anti-doping“.
LA POSIZIONE DEI COMITATI OLIMPICI DI STATI UNITI E PAESI BALTICI
Nelle ore che hanno preceduto la riunione del NOCU si sono registrate anche le prese di posizione dei Comitati Olimpici di altre nazioni. In particolare gli Stati Uniti sostengono il ban degli sportivi russi e bielorussi dalle prossime Olimpiadi di Parigi 2024, a meno che non sia “assolutamente chiaro” che non rappresentino i loro Paesi di appartenenza. Lo ha annunciato la portavoce della Casa Bianca Katerine Jean-Pierre.
Sulla stessa linea, i Paesi Baltici con la Lettonia, la Lituania, l’Estonia e la Polonia forti e unite nel sostenere con decisione l’incessante richiesta dell’Ucraina di bandire – senza dunque alcun trattamento più morbido – i russi e i bielorussi dalle competizioni internazionali, compresa ovviamente la più importante di esse: i Giochi Olimpici. I Ministri dello Sport delle quattro nazioni sopra citate, in una nota congiunta si sono espressi contrariamente alle aperture del CIO perché consentono: “allo sport di essere utilizzato per legittimare le decisioni politiche distogliendo così l’attenzione dall’aggressione contro l’Ucraina“.
La pressione politica dell’Ucraina sulla questione è tuttavia attiva da diverse settimane, con svariati esponenti di spicco politici e atleti pronti a seguire la parola di Zelensky: “Non esiste neutralità quando è in corso una guerra come questa. E sappiamo quante volte le tirannie cercano di usare lo sport per i loro interessi ideologici“.
Questo invece l’intervento in merito alla vicenda della portavoce della Casa Bianca: “La sospensione degli organi di governo nazionale dello sport di Russia e Bielorussia dalle Federazioni sportive internazionali, la rimozione di individui strettamente allineati con gli stati di Russia e Bielorussia, inclusi funzionari governativi, ma anche coloro che godono di posizioni di influenza in federazioni sportive internazionali, come consigli di amministrazione e comitati organizzativi; sono interventi imprescindibili per rispondere compiutamente alle barbarie commesse dalla Russia. Inoltre in questi mesi si è reso anche necessario incoraggiare le organizzazioni sportive nazionali ed internazionali a sospendere le trasmissioni di competizioni sportive in Russia e Bielorussia. Quindi, se atleti russi e bielorussi dovessero partecipare alle Olimpiadi deve essere assolutamente chiaro che non rappresenteranno la Russia o la Bielorussia. Anche l’uso di bandiere, emblemi o inni deve essere vietato“.
Anche campioni dello sport continuano a far sentire la loro voce contraria alla partecipazione di russi e bielorussi a Parigi 2024, l’ultima in ordine di tempo è stata Elina Svitolina.
Flash
Olimpiade Parigi 2024: la finale maschile si giocherà al meglio dei 5 set
A Parigi, nello stadio del Roland Garros, la medaglia d’oro maschile verrà assegnata come in una finale Slam

Le prossime Olimpiadi si terranno nel 2024 a Parigi e per i tennisti sarà un ritorno a casa. L’impianto scelto per ospitare i tornei di tennis è ovviamente lo stesso del Roland Garros. Si giocherà sulla terra rossa come non accade da Barcellona 1992, dove a ottenere la medaglia d’oro furono lo svizzero Marc Rosset e l’americana Jennifer Capriati.All’ultima Olimpiade di Tokyo 2020, la finale è stata vinta da Alexander Zverev su Karen Khachanov 6-3 6-1. Il tedesco, nel suo percorso, battè Djokovic togliendogli il sogno del Golden Slam.
L’Olimpiade all’ombra della Tour Eiffel porta con sé anche una novità: la finale maschile che assegnerà la medaglia d’oro si giocherà al meglio dei cinque set, come avviene durante la stagione solo nei tornei del Grande Slam. Ma parliamo solo della finale: il resto del torneo, compresa la “finalina” per assegnare la medaglia di bronzo, si giocherà al meglio dei tre set.
Il presidente del comitato olimpico spagnolo Alejandro Blanco si è già sbilanciato, inserendo tra i favoriti per la vittoria della medaglia d’oro 2024 Rafael Nadal, già vincitore dell’oro a Pechino 2008 in singolare, e in doppio a Rio 2016 con Marc Lopez: “Se ci andrà, vincerà sicuramente una medaglia”.
Olimpiadi
Ubi Radio Olimpiadi – Dodicesima giornata di Tokyo 2020: la debacle delle squadre
Lo straordinario oro nell’inseguimento di ciclismo su pista rende meno amaro il peggior risultato negli sport di squadra da Monaco ’72

Filippo Ganna e la squadra di inseguimento ha vinto una splendida medaglia d’oro nell ciclismo su pista, con una rimonta spettacolare nell’ultimo chilometro contro i campioni del mondo in carica della Danimarca.
Giornata da dimenticare per gli sport di squadra italiani: brutta sconfitta per la nazionale di pallavolo femminile, fermata 3-0 con la Serbia e autrice di una prova incerta e opaca. Sconfitto anche il settebello di pallanuoto, sempre dalla Serbia, non lasciando più nessuna squadra italiana in gara dopo i quarti di finale: non accadeva da Monaco ’72.
Le speranze sono ora concentrate sulla 10 chilometri di nuoto con Gregorio Paltrinieri, Elia Viviani nell’Omnium del ciclismo su pista e nella staffetta 4×100 metri di atletica nella quale corrono il neo campione Marcell Jacobs e la promessa Filippo Tortu.