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J.M. del Potro b.[3] R. Nadal 5-7 6-4 7-6(5) (dal nostro inviato a Rio de Janeiro)
Ben tornato davvero Juan Martin del Potro! Il campione dell’US open 2009 è di nuovo lui. Il dritto fa paura come sempre, il servizio pure, 11 ace, e tanti servizi vincenti, sei games vinti a zero, due a 15, il rovescio non ha la potenza di una volta ma è più vario e gli consente anche attacchi in slice.
Juan Martin poteva aver approfittato di un Novak Djokovic sotto tono al primo turno, ma contro un Nadal guerriero come sempre, è stato del Potro stavolta a rimontare il maiorchino grande specialista delle rimonte e a dimostrare che quella vittoria sul n.1 del mondo non era un caso. Ora occorrerà vedere se saprà ripetersi anche contro il n.2 del mondo, dopo aver battuto anche il n.5.
Partita bellissima, combattutissima, incertissima fino all’ultimissimo punto. Era tanto che non mi divertivo così. (sarà perchè ultimamente mi è toccato di vedere le partite degli italiani e non sono mai state granchè, purtroppo). Nel terzo set, davvero splendido sotto tanti punti di vista, dopo che Rafa aveva vinto il primo rimontando un break iniziale – e pareva già un mezzo verdetto – e invece del Potro aveva reagito strappando subito la battuta a Nadal nel terzo game e dominando poi tutti i suoi games di servizio (appena 4 punti perso in 5 turni), c’è stata una sola occasione di break per Nadal nel secondo game, poi due per del Potro nel quinto fino a che il match sembrava finito quando Nadal sul 4 pari ha perso la battuta a 15. Ma sul 4-5 Nadal ha giocato il miglior game della partita, con due punti finali strappa-applausi arrampicandosi sul 5 pari. Quanto lotta Rafa! Inevitabile conclusione a quel punto al tiebreak. Per la seconda volta in 12 sfide precedenti. E anche questa l’ha portata a casa l’argentino, in vantaggio di un minibreak fin dal primissimo punto. E’ arrivato a 6-4, e due match-points, ma quando Nadal gli ha annullato con un po’ di fortuna il primo, si è creduto che Nadal sarebbe riuscito a salvarsi ancora una volta. Ma stavolta il suo dritto lo avrebbe tradito a campo quasi aperto. Un errore forse non da Nadal, ma dopo oltre tre ore di lotta stupenda, beh ci sta. Comunque questa partita ci ha restituito, io credo, non un solo campione ma due. Va dato onore infatti anche a Nadal, davvero irriducibile. E chissà che non abbia pagato un po’ anche i 6 set giocati ieri (gli ultimi fino a tardi…). Su una cosa Rafa ha certo ragione: la programmazione dei match alle Olimpiadi è stata spesso pessima.
Ora del Potro trova Murray: i precedenti sono 5-2 per lo scozzese, ma l’ultima volta, quarti di finale a Indian Wells 2013, vinse l’argentino 67 63 61. e le altre sfide non contano granchè perchè sono tutte risalenti al 2009 e prima.
Qui sotto ripercorrete la cronaca che ho fatto nel corso del match con varie osservazioni.
C’è grande atmosfera sul campo centrale per la seconda semifinale del torneo olimpico, decisamente la più attesa, anche se lo stadio non è pieno come per Nadal-Bellucci.
Credo che con qualche curiosità la attendano anche i medici&fisioterapisti dei due clan: sta peggio il polso sinistro di del Potro o quello, anch’esso sinistro, di Nadal?
Fa un bel caldo, il cielo è sereno, il sole picchia una parte della tribuna, ma dove c’è l’ombra fa invece freddo. Marc Lopez, il compagno di doppio di Rafa, nasconde sotto al giubbotto la medaglia d’oro vinta ieri sera ai danni dei rumeni Mergea e Tecau. Mi chiedo ancora, per inciso, come avrà dormito Mergea dopo aver perso il servizio che li avrebbe portati avanti 5-3 nel terzo, e soprattutto i due facili smash consecutivi sbagliati clamorosamente negli ultimi due punti del match nel game di servizio dell’incolpevole Tecau (che invece smeccia in modo incredibile da tutte le posizioni).
E’ la tredicesima sfida fra i due, Rafa Nadal ne ha vinte 8, ma datate. Risalgono a tre anni fa. E l’ultima comunque l’aveva portata a casa del Potro, nella semifinale di Shanghai del 2013: 6-4 6-2.
Come gli argentini intonano un coro pro-del Potro, vengono coperti di fischi assordanti. E dal tifo spagnolo e dalla torcida brasileira che proprio gli argentini non li manda giù. Del Potro ha la maglietta azzurra tenue color Argentina, Rafa è vestito da…Furia Roja. Entrambi hanno pantaloncini bianchi.
Ma già nel primo game Nadal perde il servizio, con gli ultimi due punti splendidi da parte di del Potro, un lob passante che rende vana la corsa di Rafa, e una bomba di dritto anomalo dal centro di dopo uno scambio lunghissimo e intensissimo.
Due aces e due servizi vincente dell’argentino che tiene il game a zero.
Tiene a zero anche Nadal il game succissivo. Quando Rafa riesce a giocare sul rovescio di del Potro il ritmo si abbassa.
Ma se Rafa accorcia troppo del Potro gira attorno la palla e lascia partire un missile di dritto, oppure dimostra di sapere perfino attaccare di slice con il rovescio lungolinea, forzando Rafa ad un passante che non gli riesce nel terzo punto del quarto game.
3-1 per l’argentino che dopo aver vinto a zero il suo primo game di servizio tiene a 30 il secondo dopo essere stato 40-15. Fino a questo momento assomiglia molto a quello della semifinale dell’US open 2009 quando dette 6-2 6-2 6-2 a Rafa. Ma il suo rovescio non è stato ancora messo abbastanza alla prova…
Lo spagnolo però tiene anche lui a zero il servizio nel quinto game, è sotto 2-3 ma ha quasi tutto il pubblico che grida “Rafa, Rafa, Rafa!”.
Doppio fallo di del Potro dopo challenge di Nadal (la prima era fuori) e poi del Potro mostra il primo segno di vera debolezza del suo rovescio quando Rafa lo costringe a metterlo in rete con un dritto pesantissimo. Poi lo infila con un gran passante lungolinea e del Potro, un po’ traumatizzato, sbaglia un dritto gratuito in rete e perde il servizio a zero! Dopo 25 minuti è tutto da rifare, avrebbero detto Gino Bartali e il vecchio telecronista Rai degli anni Sessanta Giorgio Bellani (cronista di ben altro spessore rispetto a chi ha fatto la telecronaca del misto perso da Fognini e Vinci, almeno a quanto leggo dagli sdegnati commenti, sotto al mio articolo sul misto, dei lettori in Italia.
Mi giungono voci infuriate dal’Italia perchè la Rai ha perso tutte le fasi iniziali del match, ma ora poco prima del 5-4 per Nadal si sarebbe collegata.
Da sotto 3-1 Nadal passa a condurre 4-3 dopo mezzora di gioco. Tre errori di rovescio di del Potro mi fanno ritenere che il suo polso non sia ancora ok. O semplicemente ha paura a forzarlo.
I tifosi dell’una e dell’altra parte fanno tifo calcistico e l’arbitro Keothavong, fratello della tennista britannica e nostra vecchia conoscenza (arbitrò a Spalato Croazia-Italia, scontendandoci assai) è costretto a lanciare un appello a favore del…fairplay. “Siate corretti, rispettate i giocatori”. Per tutta risposta un tifoso brasiliano grida, simpaticamente: “Forca Guga!”, invocando Kuerten che dopo la cerimonia inaugurale, quando portò la torcia non ho più visto.
Del Potro riprende a servire come all’inizio e dopo aver perso un game a zero ne vince uno a zero. Ma così fa anche Nadal e così del Potro deve servire per restare nel set sul 4-5. Sale 40-15 , ha una palla abbastanza comoda a metà campo sul rovescio, ma non lo spinge abbastanza – chiaro il perchè – e così perde poi il punto. Ma tiene ugualmente la battuta: 5 pari dopo 42 minuti.
Rafa sale a 30-15, da 0-15, sul servizio con il terzo passante vincente lungolinea di rovescio (dopo che del Potro ha attaccato con un rovescio slice dal centro piuttosto corto…ma interessante come schema, e chiaramente volto ad evitare il dritto di Rafa). Poi 40-15 e 40 pari quando si registra il primo rovescio vincente dell’argentino, incrociato e possente! – credo sia importante per lu anche sotto il profilo psicologico – e un gran dritto. Vantaggio Rafa, ace mancato di un soffio e il dritto lungo da fondo di del Potro, consente a Rafa Nadal il 6-5 dopo 50 minuti e nel peggiore dei casi il tiebreak. Del Potro deve servire contro sole, in più la metà campo di Nadal è tagliata a metà dall’ombra a sghimbescio.
Nadal approda al doppio set point resistendo a tre bordate di dritto di del Potro e chiudendo il punto con un fantastico dritto lungolinea. Sul 15-40 ancor Rafa resiste a un paio di dritti finchè l’argentino caccia in rete un dritto abbastanza innocuo. Dopo 56 minuti Rafa Nadal si aggiudica il primo set per 7-5 e scappa via negli spogliatoi. Sul centrale risuonano le note di Hey Baby (if you ‘ll be my girl) di DJ Otzi, e tutti cantano. Anche gli argentini.
Nel secondo set dopo un game tenuto epr ciascuno serve Nadal e da 30-0 si ritrova sul 30-40 per un errore gratutio di dritto e poi uno scambio nel quale inopinatamente, tre dritti suoi contro tre rovesci morbidi di del Potro, è lui a perdere il palleggio con un dritto largo su una palla innocua. Breakpoint e del Potro ne approfitta per far esplodere uno dei suoi formidabili dritti che coglie spiazzato Nadal sl lato del proprio rovescio. Break per l’argentino e partita riaperta, anche se Nadal aveva cominciato con un break di handicap anche nel primo set: 2-1 del Potro.
Poi 3-1 e 3-2, rispettivamente a 30 e a 0 per chi batte. Noto che spesso Rafa quando serve da sinistra sui punti dispari si sposta moltissimo vers sinistra, per favorire l’angolazione esterna sul rovescio di del Potro. In teoria Rafa si esponde alla risposta lungolinea dell’argentino – se gli riuscisse ecco che Rafa dovrebbe percorreremolti più metri per arrivare a prenderla – ma Juan Martin evidentemente non si sente di aggedirla rischiando di farsi male.
4-2 del Potro che ha tenuto per la quarta volta il game di battuta a zero, proprio come Rafa. E’ curioso, in fondo, questo dato, dopo che non si è fatto che ripetere di quanto sia lenta questa superficie (anche nel pezzo odierno di Vanni Gibertini https://www.ubitennis.com/blog/2016/08/13/rio-2016-bene-limpianto-cosi-cosi-le-strutture-male-la-superficie/ ).
4-3 dopo il quinto game tenuto a zero da Nadal e dopo 1 ora e 30 minuti. Nove games tenuti a zero su 19 è tanta roba. Riflettono il gran servizio di del Potro ma anche la sua scarsa risposta. Perchè il servizio di Nadal è buono ma non straordinario. Due i suoi aces fin qui, mentre del Potro salirà a 7 aces con l’ultimo punto dell’ottavo game, quello che lo porta sul 5-3.
5-3 e game a 15 per del Potro che quindi potrà servire per raggiungere il terzo set se Nadal non dovesse tenere la battuta, ma la tiene.
Così del Potro serve dopo aver perso soltanto 3 punti in 4 turni di battuta: ha tenuto il primo e il terzo a zero, il secondo a 30 e il quarto a 15.
Dopo un’ora e 43, e 28 punti a 23 per del Potro, un set pari. Nel secondo set, deciso da un unico break, sull’1 pari, soltanto il primo game è andato ai vantaggi e del Potro ha perso appena 4 punti sul proprio servizio (Nadal 8). SEGUE A PAG.2