Una gara regale, quella di Gregorio Paltrinieri, come solo i grandi campioni sanno fare. «Non mi importava il record del mondo, volevo solo staccare tutti e capire chi poteva stare con me». Ovviamente nessuno ha retto il ritmo del carpigiano, che già ai 200 metri ha allungato per andarsi a prendere i suoi 1500 metri, dei quali ora è campione olimpico, mondiale ed europeo in carica.

Una gara di potenza e ritmo, e poco importa se il record del mondo è sfumato proprio nell’ultima vasca: «Me lo sento nelle corde, lo proverò un’altra volta. Oggi contava solo la medaglia» commenta il ‘Greg’ nazionale, che ha chiuso con l’oro più atteso un programma del nuoto fin lì deludente per i colori azzurri.
Stride il contrasto con Federica Pellegrini, più ombrosa e umorale del campione carpigiano, che invece sorride sempre, e sembra prendere con leggerezza anche le gare più importanti. «Non è così – assicura lui – perché sono quattro anni che preparo questa gara e mesi che vivo in isolamento aspettandola. La tensione spesso di fa pesante, e se non avessi avuto la mia famiglia, la mia fidanzata, i pochi amici che mi hanno seguito anche qui a Rio non ce l’avrei fatta. Questa vittoria la dedico a loro, ma anche a me stesso, a tutte le fatiche e i sacrifici che ho fatto per arrivare fin qui».
Non ha ancora 22 anni questo ragazzo umile e dalla faccia pulita, e ha già vinto tutto quello che uno sportivo può desiderare di vincere: «Ma il nuoto è la mia vita e mi voglio ancora migliorare». Accanto a lui Gabriele Detti, al bronzo, migliorando il proprio primato personale di oltre sei secondi. La seconda faccia pulita di un nuoto non di mostri sacri, ma di ragazzi come noi. Solo che, più di noi, nuotano come dei greci.