Rio 2016, ginnastica: altro 4° posto amaro per Vanessa Ferrari, carriera finita? (audio)

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Rio 2016, ginnastica: altro 4° posto amaro per Vanessa Ferrari, carriera finita? (audio)

La ginnasta di Orzinuovi sfiora di nuovo una medaglia nel corpo libero. Come a Londra 2012. La proposta di Ubaldo ripensando alla Schiavone e ai 400.000 euro di Binaghi. A fine gara Vanessa Ferrari piange per la delusione. Smetterà come dice l’allenatore?

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Il rapporto tra Vanessa Ferrari e i Giochi Olimpici non è mai stato semplice, a Rio questa sera se n’è avuta una nuova conferma. La ginnasta di Orzinuovi specialista del corpo libero e vincitrice di 10 medaglie tra campionati europei e mondiali nel periodo 2006-2013, non ha mai avuto fortuna ai Giochi Olimpici nella gara di corpo libero.

Prima la tendinite acute che ne ha compromesso le Olimpiadi di Pechino 2008 quando era ancora minorenne. Poi l’enorme delusione a Londra 2012 dove le fu negata una medaglia di bronzo nonostante fosse arrivata a pari merito (secondo molti ingiustamente) con la russa Aliya Mustafina a causa di una regola alquanto dubbia secondo cui prevale l’atleta che compie un’esecuzione migliore, rispetto a chi porta un coefficiente di difficoltà maggiore. Una regola che oggi sta per essere stralciata dal regolamento. Vanessa senza dubbio si è sempre considerata derubata.

 

La gara di oggi è stata per certi versi meno dolorosa ma stavolta si ha la sensazione che questa fosse l’ultima chance per lei: un ultimo arrivo non perfetto le è costata la medaglia eppure lei ci aveva creduto fino all’ultimo: “Alla fine ci poteva stare il bronzoha commentato la Ferrari a fine gara (potete ascoltarla qui sopra).

Il suo allenatore Enrico Casella invece ha meno rimpianti: “Stavolta non si è trattato di sfortuna o di ingiustizia, si è trattato del peso di una carriera lunga ad altissimi livelli di un’atleta che non si è mai arresa. Ma stavolta i punteggi sono giusti, ci sono state 3 ragazze migliori di lei”.

Raggiante invece la sua compagna di squadra Erika Fasana, 20 anni, che ha ottenuto uno splendido sesto posto con la consapevolezza di chi sa che avrà magari invece un’altra occasione tra 4 anni.

A fine gara Vanessa a stento è riuscita a trattanere le lacrime e controvoglia ha parlato ai giornalisti come è normale che sia dopo anni e anni di sacrifici per realizzare un sogno che oggi ancora una volta le è sfuggito di mano per un soffio; perché lo sport anche e soprattutto ai massimi livelli sa essere crudele persino con i campioni e con le campionesse.

 

Un commento da Rio de Janeiro di Ubaldo Scanagatta

Mi ha fatto davvero effetto vederla così distrutta. Uno scricciolino di un metro e 45 ma con una grinta enorme, come forse solo le nostre donne dello sport a volte danno l’impressione di avere…e sto pensando alla grinta inesauribile di Sara Errani per tutti questi anni. Sara andò in America da Bollettieri a 12 anni, senza parlare una parola di italiano, poi in  Spagna lontano dalla famiglia e dai tortellini. E da 16 anni è lì che si batte come una leonessa anche contro i propri stessi limiti fisici e tecnici. Flavia Pennetta si è trasferita in Spagna seguendo il proprio allenatore Gabriel Urpi sebbene avesse a Brindisi una famiglia che l’adora e le avrebbe concesso tutti gli agi che forse l’avrebbero resa meno forte. Ma anche Francesca Schiavone e Roberta Vinci hanno dedicato al tennis tutta la loro vita per un ventennio e più, facendo sacrifici enormi che alla fine però sono stati ripagati. Vanessa invece se li è visti ripagare molto meno. Le ginnaste non hanno guadagni lontanamente paragonabili a quelle dei tennisti. Per loro si vive quattro anni dopo quattro anni nel miraggio di una medaglia che a volte arriva ma il più delle volte no. Se avete sentito l’audio che ho registrato, a mio avviso davvero interessante, con l’allenatore Casella, potete attraverso le sue parole ripercorrere un po’ tutta la carriera di questa formidabile e sfortunata atleta. Ne è stato già scritto tanto in tutti questi anni di carriera. Nessuna ginnasta riesce ad essere ancora competitiva come lei a 25 anni, a vincere mondiali e medaglie in più specialità non solo il corpo libero. Ha cominciato a fare ginnastica a 6 anni…è quindi da 20 anni sulla breccia e ha lottato sempre anche contro la sfortuna, un infortunio che le ha impedito di preparare Pechino 2008 come avrebbe potuto (e a Pechino 8 anni fa era al massimo del suo potenziale, a 18 anni, l’età in cui quasi tutte le ginnaste offrono il rendmento migliore), poi a Londra la beffa della giuria e di una regola che verrà quasi certamente abolita – ma troppo tardi per Vanessa purtroppo – infine oggi, con un tendine sofferente, l’ultima diagonale ha compromesso tutto. Forse non l’ha aiutata nemmeno l’immagine del suo allenatore con le mani nei capelli alla fine dell’esecuzione dell’esercizio – e purtroppo la regia lo ha inquadrato prontamente in quel momento – ma la giuria è una giuria esperta e qui non si crede che si sia fatta influenzare più di un poco. Lo stesso Casella e tutti gli addetti ai lavori dicono che l’inglese Amy Tinkler che le ha soffiato la medaglia di bronzo – l’unica ottenibile alle spalle dei due fenomeni americani Simone Biles e Alexandra Reisman -. ha meritato d vincerla perchè per l’appunto è riuscita a fare una performance di altissimo livello ed ha raccolto complessivamente 14.993 punti contro i 14.866 di Vanessa che prima dell’ultimo esercizio le stava davanti (e forse anche prima dell’ultima diagonale). Non sono sicuro di ricordare bene, ma mi pare che per chi arriva a conquistare la medaglia d’oro il Coni garantisca 150.000 euro e – ma confesso che dovrei verificare, solo che sono le tre e mezzo di notte mentre scrivo queste righe di ritorno dal Beach Volley dove Niccolai e Daniele “Maestro” Lupo (è stato lo speaker brasiliano a soprannminarlo Maestro…e Niccolai per primo ha detto che Lupo nel terzo set è stato decisivo) – e a quest’ora non ce la faccio a fare ricerche sui premi CONI spettanti ai medagliati, dopo aver corso da Vanessa e la ginnastica alla pallanuoto per assistere alla vittoria dell’Italia di Figlioli (3 gol) e Aicardi (2) sulla Grecia (9-8) e semifinale raggiunta contro la temibilissima Serbia, a verificare queste cifre. Però, ecco, mentre per tenniste come le nostre che hanno guadagnato cifre intorno ai 10 milioni di dollari, milione più milione meno, 150.000 euro sono noccioline, penso proprio che per la Ferrari non sia così. Certamente quando piangeva, e avrebbe con tutto il cuore voluto sottrarsi allo stillicidio del confronto con i giornalisti post-gara, l’ultima cosa cui pensava erano i soldi che ha perso. Nè credo che i soldi siano mai stata una sua priorità. Piangeva e pensava alla medaglia, al fatto che era la sua ultima occasione per vincerla. Però credo – e se ripenso ai 400.000 euro che Angelo Binaghi decise di regalare a Francesca Schiavone che quel giorno aveva guadagnato già un milione che si andava ad aggiungere ai 7 già incamerati in carriera di premi ufficlali (cioè senza sponsor, gettoni di presenza, premi federali) mi viene lo sturbo pensando alle ingiustizie della vita – che il Coni per Vanessa Ferrari e le sue tre Olimpiadi dovrebbe proprio fare uno strappo alla regola e dare a Vanessa (il cui apporto sarà fondamentale anche quando,come ha anticipato Casella, dopo aver fatto da chioccia alle altre ginnaste per tutti questi anni, diventerà l’allenatrice della ginnaste azzurre) gli stessi soldi dati alle nostre medaglie d’oro, o se proprio non si volesse creare un precedente, quelli dati alle medaglie d’argento. Ubitennis non ha certo da solo, al di fuori del tennis dove gode di un certo credito, la forza di trascinare l’opinione pubblica ad una raccolta di firme per promuovere un premio speciale alla straordinaria carriera di Vanessa Ferrari. Ho proposto di lanciare un’iniziativa del genere a Radio Sportiva – favorito dal fatto che qui a Rio divido l’appartamento con due inviati di Radio Sportiva, Andrea Pratellesi e Filippo Baffa (e a Vanni Gibertini di Ubitennis)- che potrebbe trovare qualche altra testata per portare avanti la mia idea. Faccio presente, a scanso di equivoci, che non conosco personalmente Vanessa Ferrari e la sua famiglia. Non ho quindi interessi personali nel proporre quel che propongo. Mi parrebbe incredibile che una singola federazione abbia il potere economico e discrezionalmente “politico” di regalare 400.000 euro ad una sua atleta già milionaria – alla Pennetta che ha vinto l’US open non mi risulta glieli abbiano regalati, nè Errani e Vici hanno avuto quel che la Schiavone avrebbe preso se anzichè vincere fosse arrivata in finale come loro (insomma il presidente FIT ha potuto fare quel che voleva senza rendere conto a nessuno) , e invece il CONI non possa farlo per tema di creare un precedente con un’atleta supermeritevole che milionaria non è di certo. Spero che questa mia idea abbia un seguito, che qualcun altro più autorevole di me possa sposarla.So che se ne parlassi adesso a Malagò riceverei risposte interlocutorie e poi da solo non avrei certo chances di essere ascoltato. Magari altri potrebbero sposare l’idea e l’iniziativa.

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L’Ucraina rimanda la decisione sul boicottaggio di Parigi 2024, mentre aumenta il pressing politico sul mondo dello sport

Venerdì prossimo i Ministri dello Sport europei si incontreranno a Londra per discutere la questione dell’ammissione di atleti russi e bielorussi sotto bandiere neutrali. Ma Kiev avverte: “Noi siamo fortemente contrari finché la guerra non cesserà”

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Thomas Bach, Presidente CIO (foto Twitter @iocmedia)

Il Comitato Olimpico Nazionale Ucraino (NOCU) ha rimandato la decisione su un eventuale boicottaggio delle prossime Olimpiadi di Parigi 2024, nel caso in cui venga confermata dal CIO la partecipazione degli atleti russi e bielorussi alla rassegna a cinque cerchi. Il rinvio di tale presa di posizione è stato conseguenza della mancata “ufficialità” dell’iniziale apertura proposta dal Comitato Olimpico Internazionale e risalente allo scorso 25 gennaio. Inoltre, da Kiev non si sono voluti esprimere compiutamente prima della riunione che si terrà venerdì prossimo – il 10 febbraioa Londra tra tutti i Ministri dello Sport dei Paesi europei. Il NOCU, dunque, per ora si è unicamente limitato ad approvare quei piani programmatici propedeutici ad infondere pressione sui vari dirigenti dei diversi comitati olimpici di tutto il mondo, per raggiungere il proprio obbiettivo: l’esclusione degli atleti di nazionalità russa e bielorussa dai Giochi Olimpici che andranno in scena nell’estate 2024.

Vadym Guttsait, Ministro dello Sport ucraino nonché Presidente del Comitato Olimpico Nazionale dell’Ucraina, ha spiegato che i membri dell’assemblea del NOCU hanno votato a favore di “consultazioni sulla prevenzione della partecipazione di atleti russi e bielorussi a tutte le competizioni internazionali e di un possibile boicottaggio dei prossimi Giochi Olimpici“. Il capo dello sport ucraino ha poi proseguito affermando: “L’idea del CIO sarebbe quella di permettere la partecipazione di sportivi russi e bielorussi a Parigi 2024 in quanto ‘atleti neutrali’, quindi privi di bandiere e inni nazionali. Noi siamo fortemente contrari a questa eventualità, finché la guerra non cesserà“.

Il NOCU si riaggiornerà per ridiscutere la questione, con un’assemblea straordinaria indetta ad hoc, tra due mesi.

 

IL VERTICE DI LONDRA

Ma come già preannunciato ad indirizzare la contesa in una direzione o nell’altra e quindi potenzialmente a far saltare definitivamente i cocci del vaso, potrebbe essere il vertice che andrà in scena tra meno di sette giorni nella capitale britannica. Il vertice di tutti i Ministri dello Sport delle nazioni del Vecchio Continente per cercare di dirimere una volta e per tutte l’annosa questione. A rivelare l’importanza di tale incontro, è lo stesso Guttsait nel corso della conferenza stampa a latere dell’assemblea del NOCU che ha rinviato ulteriormente la decisione sul boicottaggio: “La Gran Bretagna riunirà un vertice dei Ministri europei dello Sport per venerdì prossimo con l’obiettivo di discutere la questione dell’ammissione di russi e bielorussi. I capi dei Comitati olimpici nazionali di Lituania, Lettonia e Polonia sostengono l’Ucraina, questi tre Paesi hanno difatti già fatto una dichiarazione in tal senso“.

Dunque come si può facilmente dedurre, l’Ucraina è stata già supportata da altre tre nazioni europee nella richiesta al CIO di escludere russi e bielorussi da Parigi 2024. Il NOCU ha inoltre inviato al Presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach, ma anche alle Federazioni Internazionali delle varie discipline e ai vari Comitati Olimpici Nazionali, una serie di lettere formali volte a sollecitare il mantenimento in vigore delle sanzioni ai danni della Russia e della Bielorussia fin quando il conflitto non terminerà. Il Ministro dello Sport ucraino ha poi proseguito il suo intervento: “Tutto dipende da noi dirigenti sportivi – non solo dai membri del NOCU – e da come lavoreremo, perché non esiste una decisione ufficiale sulla partecipazione di sportivi russi e bielorussi a determinate condizioni. Dobbiamo intervenire tutti in questo processo, i comitati olimpici nazionali e i presidenti di tutte le federazioni. Dobbiamo lavorare su questo tema perché non dipenda solo dal CIO, ma anche dalle Federazioni internazionali di ogni sport. È molto importante che ogni membro della nostra famiglia olimpica lavori sulla propria posizione e metta in evidenza che non si possano vedere ed incontrare gli sportivi russi e bielorussi in competizioni internazionali“.

INTANTO BACH DICE NO ALL’INVITO DI ZELENSKY A BAKHMUT

Nel frattempo, le pressioni dell’Ucraina continuano su tutti i livelli. Per ora però con alterne fortune, infatti il Presidente del CIO Bach ha rifiutato l’invito del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky a far visita alla località di Bakhmut, una delle città colpite più duramente dalla guerra. Ciò è stato reso noto dallo stesso CIO tramite comunicato stampa, secondo cui: “al momento non esiste in programma un ulteriore viaggio in Ucraina“.

Zelensky aveva invitato Bach per mostrargli: “con i propri occhi che la neutralità non esiste“. L’ultima visita del Presidente del CIO nel Paese dilaniato dal conflitto risale allo scorso luglio. Va comunque precisato, che lo stesso Bach aveva espresso senza dubbi che a livello generale, quindi politico ed economico ma non a carattere sportivo, “le sanzioni contro i governi russi e bielorussi non sono negoziabili. Perché sia chiara una cosa, non stiamo parlando di atleti russi e bielorussi ma di atleti neutrali che rispettano le rigide condizioni che abbiamo stabilito, inclusa l’assenza di identificazione con il loro Paese e il con il loro Comitato Olimpico Nazionale ma anche il pieno rispetto delle norme anti-doping“.

LA POSIZIONE DEI COMITATI OLIMPICI DI STATI UNITI E PAESI BALTICI

Nelle ore che hanno preceduto la riunione del NOCU si sono registrate anche le prese di posizione dei Comitati Olimpici di altre nazioni. In particolare gli Stati Uniti sostengono il ban degli sportivi russi e bielorussi dalle prossime Olimpiadi di Parigi 2024, a meno che non sia “assolutamente chiaro” che non rappresentino i loro Paesi di appartenenza. Lo ha annunciato la portavoce della Casa Bianca Katerine Jean-Pierre.

Sulla stessa linea, i Paesi Baltici con la Lettonia, la Lituania, l’Estonia e la Polonia forti e unite nel sostenere con decisione l’incessante richiesta dell’Ucraina di bandire – senza dunque alcun trattamento più morbido – i russi e i bielorussi dalle competizioni internazionali, compresa ovviamente la più importante di esse: i Giochi Olimpici. I Ministri dello Sport delle quattro nazioni sopra citate, in una nota congiunta si sono espressi contrariamente alle aperture del CIO perché consentono: “allo sport di essere utilizzato per legittimare le decisioni politiche distogliendo così l’attenzione dall’aggressione contro l’Ucraina“.

La pressione politica dell’Ucraina sulla questione è tuttavia attiva da diverse settimane, con svariati esponenti di spicco politici e atleti pronti a seguire la parola di Zelensky: “Non esiste neutralità quando è in corso una guerra come questa. E sappiamo quante volte le tirannie cercano di usare lo sport per i loro interessi ideologici“.

Questo invece l’intervento in merito alla vicenda della portavoce della Casa Bianca: “La sospensione degli organi di governo nazionale dello sport di Russia e Bielorussia dalle Federazioni sportive internazionali, la rimozione di individui strettamente allineati con gli stati di Russia e Bielorussia, inclusi funzionari governativi, ma anche coloro che godono di posizioni di influenza in federazioni sportive internazionali, come consigli di amministrazione e comitati organizzativi; sono interventi imprescindibili per rispondere compiutamente alle barbarie commesse dalla Russia. Inoltre in questi mesi si è reso anche necessario incoraggiare le organizzazioni sportive nazionali ed internazionali a sospendere le trasmissioni di competizioni sportive in Russia e Bielorussia. Quindi, se atleti russi e bielorussi dovessero partecipare alle Olimpiadi deve essere assolutamente chiaro che non rappresenteranno la Russia o la Bielorussia. Anche l’uso di bandiere, emblemi o inni deve essere vietato“.

Anche campioni dello sport continuano a far sentire la loro voce contraria alla partecipazione di russi e bielorussi a Parigi 2024, l’ultima in ordine di tempo è stata Elina Svitolina.

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Olimpiade Parigi 2024: la finale maschile si giocherà al meglio dei 5 set

A Parigi, nello stadio del Roland Garros, la medaglia d’oro maschile verrà assegnata come in una finale Slam

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Court Philippe-Chatrier - Roland Garros 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)

Le prossime Olimpiadi si terranno nel 2024 a Parigi e per i tennisti sarà un ritorno a casa. L’impianto scelto per ospitare i tornei di tennis è ovviamente lo stesso del Roland Garros. Si giocherà sulla terra rossa come non accade da Barcellona 1992, dove a ottenere la medaglia d’oro furono lo svizzero Marc Rosset e l’americana Jennifer Capriati.All’ultima Olimpiade di Tokyo 2020, la finale è stata vinta da Alexander Zverev su Karen Khachanov 6-3 6-1. Il tedesco, nel suo percorso, battè Djokovic togliendogli il sogno del Golden Slam.

L’Olimpiade all’ombra della Tour Eiffel porta con sé anche una novità: la finale maschile che assegnerà la medaglia d’oro si giocherà al meglio dei cinque set, come avviene durante la stagione solo nei tornei del Grande Slam. Ma parliamo solo della finale: il resto del torneo, compresa la “finalina” per assegnare la medaglia di bronzo, si giocherà al meglio dei tre set.

Il presidente del comitato olimpico spagnolo Alejandro Blanco si è già sbilanciato, inserendo tra i favoriti per la vittoria della medaglia d’oro 2024 Rafael Nadal, già vincitore dell’oro a Pechino 2008 in singolare, e in doppio a Rio 2016 con Marc Lopez: “Se ci andrà, vincerà sicuramente una medaglia”.

 

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Olimpiadi

Ubi Radio Olimpiadi – Dodicesima giornata di Tokyo 2020: la debacle delle squadre

Lo straordinario oro nell’inseguimento di ciclismo su pista rende meno amaro il peggior risultato negli sport di squadra da Monaco ’72

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Filippo Ganna e la squadra di inseguimento ha vinto una splendida medaglia d’oro nell ciclismo su pista, con una rimonta spettacolare nell’ultimo chilometro contro i campioni del mondo in carica della Danimarca.
Giornata da dimenticare per gli sport di squadra italiani: brutta sconfitta per la nazionale di pallavolo femminile, fermata 3-0 con la Serbia e autrice di una prova incerta e opaca. Sconfitto anche il settebello di pallanuoto, sempre dalla Serbia, non lasciando più nessuna squadra italiana in gara dopo i quarti di finale: non accadeva da Monaco ’72.
Le speranze sono ora concentrate sulla 10 chilometri di nuoto con Gregorio Paltrinieri, Elia Viviani nell’Omnium del ciclismo su pista e nella staffetta 4×100 metri di atletica nella quale corrono il neo campione Marcell Jacobs e la promessa Filippo Tortu.

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