US Open interviste, Vinci: "Giocare con la pressione addosso non mi ha mai aiutato"

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US Open interviste, Vinci: “Giocare con la pressione addosso non mi ha mai aiutato”

US Open interviste, secondo turno: [7] R. Vinci b. C. McHale 6-1 6-3. L’intervista del dopo partita a Roberta VInci

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Parlaci del match. È un modo fantastico per andare avanti?
Sì, ho iniziato il match meglio che nel primo turno, il primo set è stato così veloce e semplice. Il secondo un po’ più duro ma è normale, ho salvato 2 o 3 palle break. Alla fine ho vinto un gran set, Christina è un’avversaria tosta. Ha un buon kick e anche un buon dritto. Io sono stata molto concentrata e consistente, sono riuscita a restare calma e ho cercato di fare il meglio ad ogni punto.

I giocatori parlano spesso di quanto sia difficile giocare il primo turno di un torneo, soprattutto in uno Slam. Ora tu ne hai già superati due e sembra tu stia trovando il tuo ritmo. Hai la sensazione che le cose stiano tornando come lo scorso anno? Pensi di star…
Beh, ora mi sento meglio. Il primo turno è sempre difficile. Ma comunque passo dopo passo puoi giocare con più fiducia. E con l’atmosfera e i nuovi campi puoi fare meglio. Ora devo solo continuare, sono così felice di aver vinto due match qui.

Due anni fa sei arrivata qui da numero 43 del mondo e ora sei testa di serie numero 7 e giochi nei campi più grandi. Parlaci della differenza e di cosa si prova ad essere tornata qui.
Sì, è bello ovviamente essere ritornata ma ho molta pressione. Sono numero 7 è ho molti punti da difendere, probabilmente la chiave è non pensarci e giocare e basta. Restare positiva e giocare ogni incontro pensando all’avversario e al mio gioco. Comunque certamente è meglio essere numero 7 che 43 (sorride).

Ti ricordi di una situazione nella tua carriera dove la pressione ti ha aiutato a giocare meglio?
Mai. No.

Neanche in Fed Cup o qualcosa del genere?
Beh, non ricordo bene, ma comunque se senti la pressione devi capire che è normale, come qui ad esempio. Io devo pensare al mio gioco ma se dovessi perdere va bene. Torno a casa e mi allenerò di più.

Ora hai 33 anni e stai raggiungendo i tuoi successi maggiori. A cosa attribuisci il tuo successo così tardivo? Hai lavorato più duramente? Il tuo team?
Ho più esperienza e sto lavorando duramente, niente di speciale. Le stesse cose.

Ora affronterai o Putinseva o la tedesca Witthoeft.
Ho giocato contro Putinseva a Bruxelles, credo sulla terra, molto tempo fa. Lei è molto divertente sul campo (sorride), quindi vedremo. La tedesca è giovane ed è una buona giocatrice. È forte e serve bene. Io dovrò fare il mio gioco. Non posso giocare il rovescio in top, solo slice. Sempre la stessa cosa, essere aggressivi. Sono al terzo round e voglio andare avanti.

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