Finale US Open: Wawrinka e il coraggio di attaccare nei punti decisivi

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Finale US Open: Wawrinka e il coraggio di attaccare nei punti decisivi

Analisi statistica della finale degli US Open: le chiavi con cui Stan Wawrinka ha prevalso sul numero uno del mondo Novak Djokovic

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La finale degli US Open 2016, terminata con la conquista del titolo da parte di Stan Wawrinka, offre molti spunti interessanti, per questo vi mettiamo in guardia, questo è un articolo lungo che cerca di scavare sotto la superficie dei semplici numeri. Proprio a causa della lunghezza, scegliamo di anticipare i concetti principali, in una sorta di decalogo, dove alcuni possono sembrare scontati, altri meno. Questi punti verranno discussi in dettaglio nell’articolo.

1] È stata una finale caratterizzata da quattro cambi di ritmo, due per ciascuno dei contendenti.

2] Djokovic ha servito più velocemente di Wawrinka ed ha risposto meglio.

3] Wawrinka ha ottenuto il break in tutti i game in cui ha avuto palla break, tranne uno, mentre Djokovic soltanto in un game ogni tre.

4] Wawrinka è stato più offensivo di Djokovic nel primo e nel terzo set, nel secondo e nel quarto ha attaccato di più Djokovic, ma in quasi tutti i punti decisivi è stato Wawrinka ad attaccare.

5] Entrambi hanno commesso più non forzati che vincenti, ma per Wawrinka il bilancio negativo dipende interamente dal rovescio nel primo set.

6] Prendendo in esame le sfide negli Slam (AUS 2013, 2014 e 2015, RG 2015, US 2013 e 2016 ed escludendo US 2012), Wawrinka ha sempre tirato più vincenti di Djokovic, ma in questa finale ha commesso il minor numero di non forzati di dritto e totali tra i sei match.

7] Usando come parametro il differenziale tra vincenti e non forzati, questa sfida si colloca al terzo posto delle sei sfide Slam prese in esame.

8] Negli ultimi sei game, quelli con Djokovic parzialmente infortunato, il serbo ha ottenuto un punto in più, negli ultimi cinque (dopo il primo MTO) Wawrinka soltanto un punto in più.

9] Fino al 40-40 dell’ultimo game, Djokovic aveva fatto un punto in più. A fine terzo set, i punti in più erano sette.

10] Non sfruttando i due set point sul 5-2 nel primo set, Djokovic ha allungato il set di 24’. Gli stessi minuti che ha poi giocato parzialmente infortunato.

La vera chiave del match è nel punto 4. Prima di iniziare con le analisi dettagliate, una curiosità: le ultime 5 sconfitte subite negli slam da parte di Djokovic sono tutte avvenute in match di quattro set (Wawrinka US 2016, Querrey W 2016, Wawrinka RG 2015, Nishikori US 2014, Nadal RG 2014). Per trovare una sconfitta al quinto dobbiamo risalire ai QF AUS 2014, quando proprio Wawrinka vinse 9-7 al quinto, per trovare una sconfitta in 3 set dobbiamo tornare a W 2013, quando fu Murray a non lasciare neppure un set al serbo. Negli ultimi sette anni, Djokovic ha perso in 3 set negli Slam soltanto a Wimbledon, da Berdych (2010) e Murray (2013).

Confronto con le sfide Slam tra il 2013 ed il 2015

Da questa analisi escludiamo il match agli US Open 2012, conclusosi con il ritiro al terzo set di Wawrinka. In sei match, Stan ha vinto soltanto un tie-break, il primo, disputatosi agli AUS 2013. È ancora oggi l’unico tie-break vinto da Stan considerando anche gli incontri al meglio dei tre set, con un bilancio complessivo di 9-1 per Novak.

Sommando i punti dei sei incontri, Djokovic ha fatto 12 punti in più, vincendo agli US 2013 facendo lo stesso numero di punti di Wawrinka e perdendo agli AUS 2014 facendo più punti. Ma quale partita può definirsi più bella? Classifica impossibile da fare in modo tecnicamente ineccepibile, proviamo con il differenziale tra vincenti e gratuiti. Tra parentesi, i vincenti e non forzati dei singoli contendenti.

1] AUS 2013 -7 (Djo 55-60 / Waw 74-76)
2] RG 2015 -18 (Djo 28-49 / Waw 57-56)
3] US 2016 -21 (Djo 30-46 / Waw 46-51)
4] AUS 2014 -24 (Djo 40-52 / Waw 43-55)
5] AUS 2015 -43 (Djo 25-42 / Waw 38-64)
6] US 2013 -62 (Djo 37-62 / Waw 53-90)

Wawrinka ha sempre tirato più vincenti di Nole, ma solo al Roland Garros 2015 ha un bilancio positivo. Analizzando i valori relativi agli scambi da fondo campo (dati che non riportiamo qui), nella finale US 2016 Djokovic ha toccato il minimo dei vincenti di rovescio (5), Wawrinka il minimo dei non forzati di dritto (21). In questa finale vi sono stati nove break, le sfide tra i due sono sempre caratterizzate da molti break, almeno nove, ad eccezione del al RG 2015 in cui furono “soltanto” sei. Anche se Djokovic ha ottenuto più punti in sei sfide, Wawrinka ha ottenuto più break (2 in più).

La finale 2016 – il servizio e la risposta

Se il differenziale ace-doppi falli sorride a Wawrinka (9-3 contro 6-7), Djokovic non ha servito male come si possa pensare. Infatti, ha servito meno prime (51% contro 56%), ma ha ottenuto più punti sia con la prima (78% contro 71%) che con la seconda (53% contro 51%). Un altro è il dato sorprendente: nonostante si pensasse che Nole dovesse risentire della spalla menomata, ha servito in media più velocemente di Stan con la prima (115-112 mph) e lo ha fatto in ogni set. Più lente invece le seconde (89-94 mph), ma nel quarto set la velocità dei due è identica (92mph).

Analizzando i dati relativi ai singoli set, Djokovic domina in tutti i parametri nel primo set, mentre nel secondo e nel quarto Stan serve molte più prime e nel terzo set i due mostrano performance molto simili. Dei sette doppi falli compiuti da Nole, due sono sanguinosi, quelli commessi nel quarto game del secondo set, terminato con il break subito nonostante Djokovic fosse si sia trovato sul 40-15.

Djokovic ha ottenuto il 38% di punti in risposta, Wawrinka il 34%, ma nel secondo e quarto set lo svizzero ha percentuali migliori, pessime nel primo (21%-40%), segno che più si avanzava nel match, più Wawrinka ha trovato le misure al servizio di Djokovic, con un calo finale forse dovuto alla tensione ed alla situazione particolare creatasi a cavallo e dopo i i due MTO chiamati da Djokovic.

La qualità degli scambi e il gioco al volo

Complessivamente, il differenziale vincenti-non forzati sorride a Wawrinka (-5), con Djokovic più falloso (-16). Ma com’è andata nei singoli set? Meglio Djokovic non soltanto nel primo (-3 contro -11 di Wawrinka), ma anche nel terzo (0 contro -1), Wawrinka meglio nel secondo (-1 contro -7 di Djokovic) e soprattutto nel quarto (+8 contro -6). È tuttavia più interessante analizzare questo differenziale sottraendo i dati relativi al servizio. Ecco la situazione, set per set, tra parentesi il differenziale relativo al dritto (FH), al rovescio (BH) ed al gioco di volo (V):

Djokovic: -5 (FH -2, BH -5, V +2) / -4 (FH -3, BH -1, V +2) / -1 (FH -2, BH 0, V +2) / -6  (FH -5, BH -5, V 0)

Wawrinka: -13 (FH -3, BH -13, V +3) / -1 (FH -4, BH +3, V 0) / -2 (FH +2, BH -5, V +1) / +5 (FH +1, BH +2, V +2)

Nel primo set Wawrinka non ha trovato il suo rovescio letale, commettendo ben 14 non forzati ed 1 solo vincente, nei restanti tre set lo svizzero è cresciuto in ogni fondamentale, sia con il rovescio (alla fine saranno 14 i vincenti) che con il dritto (in positivo negli ultimi due set). Sorprendono i numeri di Djokovic con il rovescio: se nel terzo set ha tirato tre vincenti, tra primo, secondo e quarto set ha tirato solo due vincenti, con un bilancio totale con il rovescio di 5 vincenti e ben 16 non forzati. Solo nel secondo set Wawrinka ha tirato meno vincenti di Djokovic, che ha ha numeri migliori di Stan con il dritto nel secondo set, mentre in tre set su quattro Wawrinka prevale nel numero di vincenti con il rovescio. Nonostante il terzo set veda un miglior bilancio complessivo per Djokovic (-1 contro -2 negli scambi), Djokovic ha tirato 7 vincenti, Wawrinka ben 15, molti dei quali nei momenti chiave del match.

Un altro dato interessante riguarda il gioco di volo: nessuno dei due ha mai fallito uno smash o una volèe a campo aperto. A volte gli smash o i colpi di volo – facili – non sono stati conclusivi, ma in nessun caso vi sono stati errori clamorosi. Djokovic è andato a rete più di Wawrinka (24/31 contro 11/20), ottenendo anche percentuali migliori (77% contro 55%). Inoltre Nole è andato a rete più spesso di Stan in ciascuno dei quattro set, segno che Wawrinka lo ha costretto a cercare di accorciare lo scambio per non soccombere sotto i colpi potenti di Wawrinka, che ha dominato soprattutto sulla diagonale di rovescio, mandando fuori dal campo Djokovic con il rovescio incrociato carico di spin, per poi chiudere con il magristrale lungolinea.

La propensione all’attacco ed i cambi di ritmo

Il match ha cambiato faccia più volte: in tre set su quattro chi ha ottenuto il break in apertura si è fatto controbreakare, ma ha poi vinto egualmente in set, mentre nel quarto Djokovic, pur avendo tre opportunità di cui due consecutive nel game post primo MTO, non è riuscito a riagganciare Wawrinka lanciato verso il suo terzo titolo dello Slam. Ma i numeri cosa dicono? Dicono che ci sono state quattro serie importanti:

a) Primo set: dall’inizio del match al 5-2 40-15: 29-17 per Djokovic (+12).
b) Secondo/terzo set: dal 4-4 nel secondo allo 0-3 0-30 nel terzo: 26-12 per Wawrinka (+14).
c) Terzo set: dallo 0-3 0-30 al 5-5: 30-19 per Djokovic (+11).
d) Terzo/quarto set: dal 5-5 nel terzo allo 0-3 nel quarto: 21-8 per Wawrinka (+13).

Un altro dato sorprende: se consideriamo il quarto game del terzo set il primo in cui Djokovic ha iniziato a soffrire (per poi fermarsi due volte dopo il quarto e dopo il settimo gioco), nei sei game in cui ha giocato menomato ha comunque fatto un punto più di Wawrinka (23-22). Dopo la prima forte accelerazione (+10 a fine primo set), Nole ha concluso il secondo set ancora saldamente in vantaggio ai punti (+8) ed anche a fine terzo, pur sotto 2-1 si trovara avanti ancora di 7 punti. Wawrinka ha compiuto il primo aggancio a metà terzo (82-82 sullo 0-3 0-30), per poi toccare il massimo svantaggio sul 5-5 del terzo (+11 per Djokovic). Ma fino a due punti dal termine, Nole era avanti di un punto. Sono stati gli ultimi due scambi che hanno dato a wawrinka anche la vittoria ai punti.

Wawrinka ha dunque distribuito meglio i punti nel corso del match. Ma se si pensa a Stan sempre all’attacco e Nole sempre in difesa si commette un grave errore. Abbiamo stimato la propensione all’attacco (durante gli scambi) calcolando un uovo parametro che non include i punti ottenuti direttamente con il servizio:

Propensione all’attacco = (Vincenti + Non forzati + Forzati dell’avversario) / Totale punti giocati

Da 0 a 1, aumenta la propensione all’attacco, che è pari se entrambi ottengono 0.5. Ecco il dettaglio:

Set 1: Djokovic 0.42 / Wawrinka 0.58
Set 2: Djokovic 0.60 / Wawrinka 0.40
Set 3: Djokovic 0.39 / Wawrinka 0.61
Set 4: Djokovic 0.59 / Wawrinka 0.41

Match: Djokovic 126/263 (0.48) / Wawrinka 137/263 (0.52)

Dunque complessivamente Wawrinka ha attaccato di più (11 punti in più, che non sono pochi come sembrano), ma Djokovic ha spinto di più nel secondo set, ma anche nel quarto, quando la disperazione lo ha portato a lasciar andare il braccio per accorciare gli scambi. Wawrinka è partito subito all’attacco, ma la strategia non ha pagato a causa dei moltissimi errori del primo set, soprattutto con il rovescio. Una volta andato sotto nel secondo, Djokovic ha cercato di rientrare spingendo, ma sbagliando molto. Il terzo set, il più bello, ha visto prevalere Wawrinka anche come propensione all’attacco, mentre il quarto ha visto Djokovic tirare a tutta e Wawrinka contenere e spingere meno, ma con estrema precisione.

Sembrerebbe dunque che attaccare non abbia pagato, dato che solo un set su quattro è stato vinto da chi ha mostrato maggior propensione all’attacco. Ma la differenza l’hanno fatta i punti cruciali ed in questi la situazione si ribalta: chi ha spinto (Wawrinka), ha ottenuto tantissimo ed ha alla fine vinto il match. Vediamo in dettaglio le palle break, vero crocevia della finale.

La finale 2016 – le palle break ed i momenti chiave

Grazie al buon rendimento complessivo della risposta, Djokovic è arrivato 17 volte a palla break, in ben 9 game, mentre Wawrinka in soli 7 game (10 opportunità complessive). Nonostante la percentuale di Djokovic sia bassissima (18%, proprio come Federer dodici mesi prima, con l’ormai celeberrimo 4/23), il dato più importante riguarda la capacità di Wawrinka di ottenere sempre il break nei primi sei game in cui è arrivato a palla break, ovvero in tutto l’incontro a parte un game a metà del quarto. A cavallo tra secondo e terzo set, Djokovic è arrivato a palla break per ben cinque volte su sei game di servizio di Wawrinka, sfruttando solo due palle break su dieci occasioni. E’ in questi frangenti che probabilmente Nole ha perso il match.

Abbiamo analizzato, caso per caso, tutte le ventisette palle break concesse durante i quattro set dai due contendenti. Chi ha deciso di esser padrone del proprio destino nei momenti cruciali del match? Se consideriamo “punto d’attacco” un punto conclusosi con un vincente, un errore non forzato o un forzato commesso dall’avversario, scopriamo che Wawrinka ha attaccato 20 volte su 27 quando si è giocata una palla break. Set per set, il bilancio è sempre a favore di Wawrinka: 5-2 nel primo, 5-2 nel secondo, 7-1 nel terzo e 3-2 nel quarto. In particolare, da inizio quarto set fino al 3-0 nel quarto, Stan ha sempre deciso le sorti delle palle break (concesse o subite) tranne in un caso (il punto del controbreak di Djokovic nel quinto gioco del terzo set).

Alcune palle break convertite o non sfruttate hanno avuto un peso superiore alle altre. Spiccano in particolare: il doppio fallo di Djokovic che ha consentito il controbreak nel primo set, il vincente di rovescio che ha dato a Wawrinka il primo break nel secondo set (e quel dito portato alla tempia, il segnale di battaglia), il non forzato di dritto di Djokovic che ha regalato il secondo set a Wawrinka, il non forzato di rovescio di Djokovic che ha consegnato il terzo set a Wawrinka ed il non forzato di dritto di Djokovic che ha visto sfumare la quattordicesima ed ultima palla break per l’aggancio nel quarto set.

Altri due momenti chiave meritano una menzione. Il primo riguarda i due set point non sfruttati da Djokovic nel primo set hanno allungato il match e questo può esser infine risultato decisivo. Nole avrebbe potuto chiudere il primo set dopo 34’, invece Stan ha controbreakato e allungato il set di 24’. Curiosamente, sono gli stessi minuti trascorsi dal momento in cui sul 3-0 Wawrinka nel quarto set Nole ha iniziato a zoppicare fino al secondo match point trasformato da Wawrinka. Il secondo si riferisce a lunghissimo nono game del quarto set, in cui Wawrinka si è prima fatto rimontare da 40-0, poi ha chiuso soltanto alla sesta opportunità. I due set point sono stati annullati da Wawrinka che ha spinto in entrambi i punti, mentre nel lungo game del terzo set, Wawrinka ha spinto in 9 punti su 12, decidendo ancora una volta di prendere in mano le sorti del match senza attendere le scelte di Djokovic.

Se vinci undici finali consecutive, è altamente probabile che tu sia capace di decidere le sorti del match attaccando nei punti chiave, così ha fatto Wawrinka, così era maestro Nadal in queste occasioni. Wawrinka ha sconfitto Nishikori in semifinale, che non aveva mai perso da un top-10 agli Us Open e Djokovic in finale: due top-10 finiti tra le prede di Stan, che in tutto il 2016 non aveva mai battuto un top-10 prima della semifinale di venerdì scorso.

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