Nadal si difende ancora dalle accuse di doping: “Mai preso nulla per migliorare le mie prestazioni”

Flash

Nadal si difende ancora dalle accuse di doping: “Mai preso nulla per migliorare le mie prestazioni”

In risposta alla pubblicazione di alcuni documenti della WADA che lo riguardavano da parte di un gruppo di hacker russi, il 14 volte campione Slam ha ribadito di non aver mai assunto sostanze dopanti. Nel frattempo la ATP ha condannato l’infiltrazione informatica

Pubblicato

il

 

Oltre a quelli delle sorelle Williams, è spuntato anche il nome di Rafael Nadal tra i documenti riservati trafugati dall’archivio della Worlda Anti-Doping Agency (WADA) dal gruppo di hacker russi Fancy Bear. In particolare nelle carte si legge che il 30enne tennista spagnolo avrebbe assunto nel settembre 2009 il betametasone e nell’agosto del 2012 il tetracosactide. Entrambe le sostanze sarebbero in effetti proibite dal regolamento antidoping ma Nadal ha chiesto e ottenuto un’esenzione dalla ITF a scopi terapeutici per poterle prendere.

Nonostante dunque non abbia commesso nessuna infrazione dal punto di vista legale, il 9 volte vincitore del Roland Garros, nel corso di un’intervista ad un evento dell’istituto di credito iberico Banco Sabadell, si è sentito in dovere di riaffermare ancora una volta la sua estraneità al doping. “Non ho mai preso niente che potesse migliorare il mio rendimento sportivo”, ha ribadito per l’ennesima volta Nadal, “Ogni giorno ci sono nuove cose che diventano sostanze proibite. Ma quando chiedi il permesso per prenderle e lo ottieni smettono di essere illegali. Semplicemente i dottori mi hanno detto di prendere qualcosa per migliorare le condizioni del mio ginocchio”.

Qualche mese fa, in seguito alle accuse dell’ex ministro della salute francese Roselyn Bachelot di aver finto un infortunio perché sospeso per doping, il campione maiorchino aveva addirittura chiesto di rendere pubblici tutti i suoi test. Rafa è tornato sulla questione della trasparenza. “È una cosa privata che non ha senso sia privata”, ha affermato l’attuale n.4 del ranking ATP, “Non c’è bisogno di un hacker. Rendere pubblici i test sarebbe la cosa migliore per tutti. Ogni volta che lo passi sarebbe annunciato e i risultati diventerebbero pubblici. Finirebbero le discussioni e tutto sarebbe trasparenti”.

Qui il video dell’intervista integrale:

In merito alla infiltrazione degli hacker russi si è espressa anche la ATP tramite una nota del presidenze Chris Kermode diffusa su Twitter. Kermode ha naturalmente condannato la pubblicazione dei documenti come una violazione della privacy dei tennisti, ricordato appunto la possibilità di poter assumere sostanze altrimenti proibite con un’esenzione speciale e confermato l’impegno dell’associazione per combattere il doping.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement