Tramite il gruppo di hacker Fancy Bear i russi si sono certamente voluti vendicare della Wada e di tutti coloro che hanno bloccato la partecipazione di molti atleti russi alle Olimpiadi. Fa effetto vedere quanti campioni delle più svariate discipline, sospinti dall’immane sforzo fisico che richiede il professionismo, siano più o meno periodicamente malati e bisognosi di cure “proibite”. Con le relative richieste di esenzione. Tutti certificati medici giustificati? Tutte esenzioni dovute? E firmate da chi? Personaggi incorruttibili o comunque al di sopra di ogni sospetto? Mah…
Non sarà che alle Williams – lo dico pur sapendo che Venus soffre del morbo di Sjogren e che Serena ha rischiato una trombosi – un certificato non glielo negherebbe nessun medico (anche perchè certamente loro avrebbero chi saprebbe corredare al meglio una richiesta ad hoc), mentre al tennista n.825 che soffre d’asma non gli si dà neppure il Ventolin?
Ma con tutti gli interrogativi e i dubbi di cui sopra, ricordando la celebre risposta di Winston Churchill a chi gli chiedeva il segreto della sua straordinaria longevità e dell’ottimo stato di salute alla sua veneranda età (“Lo Sport!” rispose deciso. E quando gli chiesero: – “Ah sì e quale?” – lui replicò: “Mai fatto alcuno neppure per un solo momento!”), acclarato il fatto che “lo sport professionistico” fa sicuramente più male che bene, ha perfettamente ragione Rafa Nadal nell’invocare maggior trasparenza da parte della Wada: “Rendere pubblici i test sarebbe la cosa migliore per tutti”. La Wada non mi ha dato in varie situazioni l’impressione di essere organizzazione senza macchia. Così come non me la danno tutte quelle organizzazioni sportive, federali e non – ivi inclusa la famigerata TIU per le storie legate al mondo delle scommesse – che negano l’esistenza del “silent ban” quando abbiamo ormai numerose riprove che in certe situazioni il “silent ban” è esistito ed è stato applicato eccome! Quante volte si è avuta la sensazione di “due pesi e due misure”?
LEPCHENKO ASSOLTA SHARAPOVA CONDANNATA SILENT BAN – Scrivevo sopra che le Williams avrebbero certamente il vantaggio di poter scegliere medici preparati per corredare le loro richieste…Ma Maria Sharapova, come le Williams, non avrebbe potuto scegliersi un avvocato in gamba? Sarebbe bastato che, come la Lepchenko, avesse detto che il Meldonium lo aveva preso fin quando era lecito, e cioè fino al 31 dicembre 2015, e avrebbe salvato capra e cavoli. Avrebbe detto una bugia, come probabilmente ammaestrata dal caso Sharapova, l’ha detto la Lepchenko, e non sarebbe stata squalificata per un anno, forse per due. Credo che proprio il caso Lepchenko le sarà utile ad evitare il secondo anno di squalifica. Però, diciamo la verità: sono situazioni ridicole. La Lepchenko dovrebbe mandare un regalo a Maria e al suo avvocato.
Maria ha fatto la furba, si è denunciata “malata” e bisognosa di Meldonium da 10 anni, come guarda caso un centinaio di atleti (soprattutto dell’Est), ma ha esagerato in furbizia, lei con il suo pessimo avvocato, e ci ha lasciato le penne. Non sono giustizialista senza prove. E non penso che senza il Meldonium Maria sarebbe stata una tennista peggiore di quella campionessa che è stata. Il ritardo con cui la WADA ha dichiarato il Meldonium prodotto proibito – quando lo sapevano anche i gatti che in tanti lo prendevano – e la insufficiente comunicazione con cui lo ha reso noto, rendono la WADA non meno colpevole ai miei occhi di Maria Sharapova. Se poi il Meldonium sia poi prodotto da proibire oppure no, non sono davvero in grado di sostenere scientificamente. Il sospetto che Maria possa aver vinto anche una sola partita in più grazie al Meldonium purtroppo però…
(segue)
