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Cilic e del Potro, Serena e Nadal, Sharapova e Davis, Virginia Raggi. No a Roma 2024, sì a Binaghi 2028

Tanti casi. Wawrinka Fab 5 se..., hacker russi, ipocrisie WADA, quanti malati (immaginari?), certificati facili, Olimpiadi del Mattone, Montezemolo, Malagò, Josefa Idem

Last updated: 23/09/2016 9:34
By Ubaldo Scanagatta Published 23/09/2016
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22 Min Read

…una gran fiducia in questo comitato organizzatore, non ce l’avevo. Sulla base, anche, di quanto accaduto in passato. Ma anche per il disinvolto agire nel presente. Ripeto: è una sconfitta e mi dispiace perdere senza giocare. Ma era anche una scommessa troppo forte e rischiosa che quasi certamente avremmo perso sulle spalle della povera gente. Che, intendiamoci, continuerà ad essere fregata dai potenti di turno. Ma magari un po’ meno perché certi potenti saranno un po’ meno potenti.

STAN WAWRINKA FAB FIVE – Tre anni sulla cresta dell’onda sono pochi, rispetto a carriere lunghissime come quelle dei Fab 4, tutti protagonisti di una decade e oltre. Lo svizzero n.2 – eh sì, resta tale, avrà anche un miglior rovescio rispetto a Roger Federer, ma il n.1 resta e resterà sempre lui… almeno in Svizzera – ha già 31 anni e mezzo e nessuno può sapere quanto riuscirà a restare ancora sulla breccia, competitivo con i due eredi del Fedal, Djokovic e Murray. Con del Potro in arrivo per inserirsi fra i prossimi Slam winner. Però 3 Slam non sono uno solo. Tre Slam diversi, battendo in finale sempre il n.1 del mondo. Segno di sicuro valore. Un uomo da Gran Premio, l’ho già definito. Per me, se regg per un altro biennio e arriva magari a quota 5 Slam – impresa non facile – e soprattutto se vincesse anche a Wimbledon, meriterebbe di essere un Fab Five.

ANGELO BINAGHI… LUI È FAB FIVE INDISCUSSO – So che molti lettori questo paragrafo lo salteranno a piè pari. Voglio far loro fare un salto piccolissimo, tanto tutti sanno già come la penso. Nemmeno un dirigente battezzato dallo Spirito Santo secondo me dovrebbe potersi sedere sulla stessa poltrona per cinque mandati quadriennali, vale a dire per 20 anni. Sono pienamente d’accordo con il vecchio detto di Giulio Andreotti: “Il potere logora chi non ce l’ha”. Il potere favorisce gli amici e i ruffiani, soffoca i nemici e – se ci riesce – gli indipendenti. Di esempi ne conosciamo tutti a migliaia. In tutta la penisola italiana e non solo nelle isole.

LA VERGOGNOSA LEGGE IDEM – A parole tutti i dirigenti (sportivi e non) riconoscono l’esigenza di un periodico ricambio perchè le cose scivolino via più corrette, con meno cambiali da firmare a questo e quello per ricambiare voti e prebende. Lo riconosceva – sempre a parole – anche Angelo Binaghi nel 2000 quando si candidò sostenendo che al massimo si sarebbe potuto accettare un doppio mandato quadriennale. Come per il presidente degli Stati Uniti, insomma. E già da un anno e mezzo, da quando l’ex grandissima campionessa della canoa Josefa Idem, ha presentato un progetto di legge che limita a un doppio mandato quadriennale la presidenza di tutte le federazioni sportive, tutti si dicono d’accordo.

A parole naturalmente. Di fatto, dopo aver suggerito l’inserimento di una clausoletta normativa secondo la quale la legge non dovrebbe poter prendere in considerazione situazioni retroattive perchè (secondo alcuni ma non tutti) incostituzionali, i due mandati eventualmente consentiti scatterebbero soltanto dopo l’emanazione della legge.

Così tutti i furbacchioni alleati (di tutti i partiti e tutte le federazioni, CONI e Malagò uber alles) che hanno pensato di fare per prolungare le loro sedute sull’ambita e remunerata poltrona? Remunerata ben oltre lo stipendio sia chiaro. Semplice, anzi semplicissimo: ritardare il varo della legge pronta da 18 mesi su cui – a parole eh! – tutti concordano, di modo che si potesse intanto procedere a fare le elezioni del 2016. Così chi è stato eletto oggi all’ultima tornata, come Binaghi Fab Five, può stare tranquillo: i due mandati di massima permanenza sulla poltrona scatteranno al più presto nel 2020 (se la legge verrà varata nei prossimi 4 anni: e non è detto). Il che significa che il mio caro e coerente amico Binaghi resterà presidente fino al 2028, cioè per un totale di 28 anni. Un record da far arrossire Galgani. E quasi certamente senza che nessuno, anche in futuro come in passato, riesca a candidarsi come suo avversario, grazie ai paletti che lui e i suoi solerti consiglieri hanno saputo astutamente far inserire nello statuto modificato nel 2009. Mi stupisce davvero che una persona seria come ho sempre creduto fosse Josefa Idem si sia fatta abbindolare in questo modo da – avrebbe detto l’onorevole Aldo Moro – …troppe convergenze parallele.

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TAGGED:Angelo BinaghiCoppa DavisOlimpiadi 2024Roma 2024Virginia Raggi
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