Tennis e mononucleosi, un nuovo incrocio: l'annuncio di Urszula Radwanska

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Tennis e mononucleosi, un nuovo incrocio: l’annuncio di Urszula Radwanska

La sorella minore di Aga ha diffuso su Instagram la motivazione del suo scarso rendimento in questo 2016. Si tratta della mononucleosi, che non di rado incontra il mondo del tennis: in passato toccò anche a Soderling e Federer

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Mentre Aga lotta per qualificarsi alle semifinali delle Finals WTA per l’altra tennista di casa Radwanska non sembra essere il periodo migliore della carriera. Urszula ha infatti annunciato tramite un breve comunicato su Instagram che nel corso della stagione è stata colpita dal virus della mononucleosi, che ne ha evidentemente limitato le prestazioni e l’ha costretta a chiudere in anticipo il suo 2016: ultima apparizione la sconfitta al primo turno delle qualificazioni di Seoul.

La Radwanska “minore” occupa attualmente la posizione 260 del ranking ma aveva iniziato la stagione appena dentro la top 100, al n.94. Poi è iniziata una rapida discesa che appare più giustificabile alla luce di questa notizia: “Recentemente ho ricevuto molti commenti negativi dagli “haters” del web. Sono stata costretta a chiudere in anticipo la stagione e prendermi un lungo periodo di riposo perché mi è stata diagnosticata un’infezione virale chiamata mononucleosi. Adesso il peggio è passato ma la cosa più importante per me è dedicarmi al riposo perché il mio corpo possa completamente riprendersi. Grazie a famiglia, amici e tifosi per il supporto; entro un paio di giorni tornerò in campo e non vedo l’ora di iniziare con la nuova stagione”. Non nuovo il tema dei “leoni da tastiera”, rassicurante la battuta sull’imminente rientro in campo.

Urszula Radwanska appone il suo sfortunato nome sotto una lunga lista di tennisti che hanno contratto quest’infezione, volgarmente nota come “malattia del bacio”. Tra le donne Heather Watson, Petra Kvitova e Christina McHale, tra gli uomini i croati Ancic e Pavic fanno compagnia ai più illustri Federer e Soderling. E se il campione svizzero ne è risultato debilitato soltanto nella prima parte del 2008, l’ex tennista svedese è stato costretto al ritiro proprio da questa subdola condizione clinica in grado di compromettere le prestazioni sportive più di altre affezioni, pur maggiormente pericolose per la salute ma meno complicate da eradicare.

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