ATP Challenger Brescia: Caruso e Vanni superano il primo turno

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ATP Challenger Brescia: Caruso e Vanni superano il primo turno

Programma pieno nel secondo giorno degli Internazionali Città di Brescia. Sul veloce indoor sono arrivati i successi di Leonardo Mayer, Chiudinelli e di due dei cinque azzurri in campo

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dai nostri inviati a Brescia

La cronaca (a cura di Alessandro Zijno)

La prima sorpresa del Challenger lombardo è arrivata da Ramkumar Ramanathan, numero 239 al mondo, che ha eliminato la testa di serie numero 8 Marko Tepavac mostrando grande solidità e tenuta mentale. Il serbo in questo finale di stagione non sta riuscendo a mantenere il livello di gioco che in primavera gli aveva fatto vincere 5 tornei di fila. L’indiano, che si allena in Spagna, affronterà al secondo turno Salvatore Caruso: il siciliano, alla ricerca di un posto nelle qualificazioni dell’Australian Open (gli servono almeno le semifinali), ha sconfitto oggi in treset il serbo Zekic. Buon match il suo, in particolare nel primo set in cui è apparso tonico e convinto. Nel secondo set invece ha abbassato il livello d’attenzione e ha subito il ritorno dell’avversario, comunque abbastanza falloso. Terzo set equilibrato fino al break decisivo all’ottavo gioco. Il suo coach Paolo Cannova si è dichiarato contento, e preparerà la sfida con Ramanathan chiedendo al suo assistito di non regalare nulla e rispondere nella maniera migliore al servizio dell’indiano, che spesso scende anche a rete a cercare il punto. Fargli giocare un numero elevato di volée complicate potrebbe essere il punto di svolta.

Altra testa di serie saltata è la numero 4, il russo Evgeny Donskoy, per mano di Blaz Kavcic. Lo sloveno è rientrato soltanto da giugno alle competizioni internazionali, dopo un infortunio che lo ha fatto precipitare in classifica alla posizione numero 224 ATP, ben inferiore al suo valore tecnico. Che ha dimostrato oggi, vincendo una partita difficile contro un avversario che predilige questa superficie velocissima in play-it del Challenger bresciano. Kavcic nel secondo turno sarà opposto a Luca Vanni, che ha superato il derby con il compagno d’allenamento Stefano Travaglia in due set. Nell’altro derby, quello ceco, ha vinto lo sfavorito Kolar, sulla carta meno adatto al veloce rispetto al connazionale Michnev, al quale oggi però sono saltati un po’ i nervi e un po’ il servizio. Il vincente avrà un secondo turno assai difficile contro Marco Chiudinelli: lo svizzero campione di Davis nel 2014, 35enne e attualmente numero 117 del mondo, ha superato 6-3 7-5 Lorenzo Giustino, qui seguito anche da coach Diego Nargiso. L’azzurro però è stato in partita per l’intero match, che è girato su pochi punti. Troppe occasioni fallite sulle palle break avute, anche se in molte è stato bravissimo Chiudinelli ad annullarle con prime di servizio potenti e precise.

Il tedesco Krawietz ha eliminato lo spagnolo Lopez Perez con un duplice 6-4, lasciando una sola palla break in tutto il match (peraltro annullata con un ace). Domani affronterà il canadese Frank Dancevic, che ha battuto la wild card Andrea Vavassori. Il piemontese ha disputato comunque un buon match, in attesa di quella crescita che arriverà inevitabilmente visto il fisico atletico, la buona tecnica e la grande determinazione. Vittorie in serata anche per Leonardo Mayer, testa di serie numero 5, contro il croato Skugor e per la testa di serie numero 1 Lukas Lacko, che ha superato il sorprendente qualificato tedesco Ruepke.

Il racconto (a cura di Luca Goffi)

Luca Vanni torna a scuola, con il minimo sforzo risolve il problema di giornata, il suo risultato 7-5 6-3 supera anche la prova del nove. Stefano, Travaglia per circa un’ora in totale dipendenza del servizio che cala di rendimento in modo vistoso nei momenti cruciali del match. Il trentunenne aretino, memore dei suoi trascorsi nel mobilificio di famiglia, serve armadi e comodini per tutto l’incontro e non elargisce alcuna palla break, in avvio pure l’avversario palesa la medesima efficacia a servizio e dunque si procede senza break e senza particolari emozioni fino al 6-5. Proprio in questa fase il giovane azzurro allenta la tensione, parimenti, Vanni innalza l’aggressività e così alla prima palla del set decide di terminare il parziale. Anche nel secondo set, a vincere è nocivamente una noia leopardiana e dunque si viene sovrastati da un clima di pessimismo cosmico. Regolarità matematica senz’anima sino all’ottavo gioco quando piovono tre palle break, l’esperienza di Vanni è determinante nel momento chiave per portare a casa il vantaggio. Colpito nello spirito come in precedenza, il marchigiano barcolla, non trova la forza di opporsi, e alcun appiglio a cui aggrapparsi pertanto cede il testimone tricolore a Vanni.

Si ritorna ad ammirare il buon tennis con la partita di Mayer che si fa bastare due break per archiviare l’ignaro Skugor, autore di una prestazione onesta nella sua mediocrità e soccombente senza una reale colpa, la punizione è stata sicuramente superiore all’errore, dunque il 6-3 6-4 è una pena senza appello. Nella prima frazione l’argentino comincia concentrato, avido di regali quando serve, e molto pimpante quando entra nel vivo dello scambio. Il croato regge fino al sesto gioco fino al momento in cui le risposte di Mayer si fanno profonde e mandano in cortocircuito il sistema pressoché collaudato di serve and volley. Ma l’argentino nel turno seguente vacilla inaspettatamente salvo aggrapparsi alla prima di servizio e respingere l’occasione del riequilibrio. Insomma, il contrario di quanto fa nel nono gioco in cui concede all’avversario una sola chance di giocare lo scambio, ma la risposta finisce distante tanto quanto il divario 6-3 che separa i due alla fine del set. Sulla scia emotiva del precedente parziale, alla prima palla break Mayer con un rovescio lungolinea si trasforma in Keith Haring e marchia sprezzante del pericolo, con un graffito il muro croato. La frazione è sui binari a lui più congeniali per l’ex 21 del mondo, “educazione Karlovic” i suoi turni sono più rapidi dello scatto sui cento metri di Usain Bolt, la pressione è tutta sulle grandi spalle di Skugor che regge, nonostante questo si trova senza un perché né un reale motivo sconfitto per 6-4.

Nel gran finale di giornata la chioma fluente di Lacko imbriglia il tedesco, dalla notevole stazza, Ruepke con doppio 6-2. Il numero uno del seeding si riscopre collezionista di game, mette in fila una serie di 3 e poi di 5. La sua esuberanza fisica lo porta a recuperare qualsiasi palla e costringe il teutonico a colpi eroici per strappare la gioia di un 15. Anche in risposta la differenza é sostanziale tra i due, lo slovacco respinge tutti gli attacchi, il tedesco è più legnoso e paga le risposte difettose. Pronti via, Lacko scappa lontano avanti subito 3-0, l’avversario tra molte difficoltà prova a rimanere in scia, ma la nuova striscia positiva permette di chiudere 6-2 il primo parziale. Come cantavano gli 883 “Non c’è storia in questa città” per Ruepke e come nel titolo della canzone non gli riesce il “Tieni il tempo” ed andando spesse volte fuori giri si ritrova nuovamente sotto 3-0 in una frazione che ricalca in maniera fedele quello lugubre del primo set. Il 6-2 “perché nessuno si diverte e mai si divertirà” a perder in questo modo.

Risultati:

R. Ramanathan b. [8] M. Tepavac 7-5 6-3
B. Kavcic b. [4] E. Donskoy 6-4 4-6 6-3
Z. Kolar b. [Q] P. Michnev 6-4 6-1
[3] M. Chiudinelli b. L. Giustino 6-3 7-5
K. Krawietz b. [6] E. Lopez-Perez 6-4 6-4
S. Caruso b. M.  Zekic 6-2 4-6 6-3
F. Dancevic b. [WC] A. Vavassori  6-3 6-4
L. Vanni b. [WC] S. Travaglia 7-5 6-3
[5] L. Mayer b. F. Skugor 6-3 6-4
[1] L. Lacko b. L. Ruepke 6-2 6-2

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