Musica, luci e rumori: così il Master diventa la fabbrica del tennis (Clerici, Repubblica)

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Musica, luci e rumori: così il Master diventa la fabbrica del tennis (Clerici, Repubblica)

L’austriaco Thiem rimane in corsa per le semifinali dopo aver battuto Monfils

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Gianni Clerici per Repubblica

«Siamo venuti apposta da Ferrara», mi dicono i due giovani che sospettavo di aver incontrato alla recente chiaccherata del Tennis Club Marfisa. Chiaccherata in cui abbiamo ricordato un grande scrittore tennista, mio zio (elettivo) Giorgio Bassani. «Ci siamo alzati presto, avevamo acquistato i biglietti online«, aggiunge lei, quasi a giustificarsi. Ci troviamo, infatti, nella Fabbrica del tennis, avviati verso un match pomeridiano che non conta niente, una partita tra due perdenti dei primi giorni, il francese Monfils (battuto da Raonic 6-3, 6-4 domenica) e l’austriaco Thiem (battuto da Djokovic 6-7, 6-0, 6-2), due tipi che solo i bookmakers immaginano in semifinale, con allettanti scommesse sopra i cinquanta a uno.

Nell’ammirare la fede tennistica dei due – come si chiamano oggi i fidanzati? – mi ripeto allora che la formula del Masters è indegna del tennis, e prometto a entrambi che farò tutto il possibile per trovare due biglietti per il match che conta, quello tra Djokovic e Raonic. Ma, al di là dei numeri, con il serbo che ha vinto l’ottavo match su otto (3-0 quest’anno, mi informa il sito ATP) che cosa hanno visto i due ferraresi? Qualcosa di simile a Wimbedon, il Vaticano del Tennis, secondo il mio caro Bassani? No, non hanno visto un prato verde, non hanno sentito educati battimani, non sono stati disturbati dalla pubblicità vietata, non si sono indignati per braghette coloratissime e vietatissime, non sono stati testimoni dell’ultima difesa di un gioco che sta scomparendo.

Qui, nella Fabbrica chiamata non col nome di un luogo, ma con la sigla 02, sono stati sommersi dal rumore e da immagini irreali, cioè immagini prodotte dalle macchine. Hanno sentito una voce disumana annunciare l’ingresso in campo dei giocatori, ma soprattutto hanno visto le loro immagini enormemente ingrandite, quasi tennisti ciclopi …….

Addirittura hanno assistito a Murray e Djokovic che si fanno un selfie, con il bastone, quasi ammiratori di se stessi, mentre continua il fragore delle canzoni per riempire il minuto e mezzo un tempo riservato al riposo, e oggi invece inondato da canzonette quali “Spacer” di Sheila & BlackDevotion oppure “We are a family” delle Sister Sledge. Insomma, mi chiedo sinceramente se sia stato saggio aver cercato due biglietti per i fidanzati di Ferrara: forse era meglio rinviare la ricerca per il prossimo Wimbledon.

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