Dopo anni di dibattito anche l'ATP potrebbe aprire al coaching

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Dopo anni di dibattito anche l’ATP potrebbe aprire al coaching

Secondo una indiscrezione anche il circuito maschile starebbe pensando di regolarizzare l’intervento degli allenatori durante i match, facendo così propria una prassi da anni consolidata in quello femminile

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A quanto pare, il coaching nel circuito ATP non sarebbe più una semplice utopia. Secondo quanto riportato dal portale argentino Fue Buena, i vertici dell’associazione dei tennisti professionisti starebbero pensando di far propria una solida consuetudine da anni “istituto” del circuito WTA. L’annosa questione dei rapporti tra allenatore e giocatore nel corso degli incontri, da sempre foriera di aspre polemiche, starebbe per trovare una soluzione decisamente inaspettata: in un futuro non troppo lontano, gli atleti potrebbero avvalersi delle preziose rassicurazioni dei propri team nei momenti più difficili delle loro sfide. A differenza di quanto avviene in campo femminile, va detto, il coach non potrebbe fisicamente entrare in campo, ma si dovrebbe limitare a scambiare opinioni con il proprio assistito dalla tribuna.

L’argomento è da tempo immemorabile oggetto di un dibattito, a dire il vero molto poco proficuo, che ha visto esporsi le più alte espressioni del tennis maschile contemporaneo. Novak Djokovic, più realista del re, ha diverse volte sottolineato come gli scambi d’opinione tra giocatore e allenatore siano sempre esistiti e che non si dovrebbe continuare a fare finta di niente. “Io e Boris Becker abbiamo il nostro modo d’intenderci, – ha dichiarato il campione serbo – ma non ho mai pensato di mettere in atto un comportamento illegale. Boris non mi dice certo dove devo tirare la pallina. Vedete, è una questione di supporto, di incoraggiamento, e penso che non ci sia nulla di male“. Anche Patrick Muratoglu, celebre mentore di Serena Williams, è favorevole all’introduzione del coaching nel circuito maschile: “è uno sport pieno di assurde contraddizioni. Se in Coppa Davis il capitano è in campo e nessuno ha nulla da dire a riguardo, non vedo perché l’allenatore non possa fare il proprio lavoro anche durante il resto della stagione“. Contrario, invece, Roger Federer: “qualora dovesse succedere, spero di essere in pensione. Trovo che il tennis dovrebbe rimanere l’unico sport in cui a nessun allenatore sia permesso di entrare in campo. Anche perché non tutti i giocatori possono permettersene uno“.

La questione è destinata a mesi di ulteriore discussione, ma finalmente una decisione definitiva, qualunque essa sia, potrebbe non farsi attendere all’infinito.

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