WTA, bilanci e prospettive delle top ten - Pagina 2 di 3

Al femminile

WTA, bilanci e prospettive delle top ten

Come è andata la stagione 2016 e cosa aspettarsi per il 2017 dalle prime dieci giocatrici del mondo?

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3. Agnieszka Radwanska
Tornei vinti: Shenzhen, New Haven, Pechino
Finali perse: nessuna
AO: SF (sconfitta da S. Williams)
RG: 4T (sconfitta da T. Pironkova)
Wim: 4T (sconfitta da D. Cibulkova)
USO: 4T (sconfitta da A. Konjuh)
vinte/perse 2016: 53/18 (74,6%)
contro Top 10: 4/6 (40%)
ranking fine 2015: 5 (+2)

Annata con numeri contraddittori per Radwanska: da una parte il miglior ranking di fine anno della carriera (al massimo era stata quarta nel 2012), dall’altra però anche un rendimento deficitario contro le più forti: tra le prime dieci nessuna si è fermata al 40% nei confronti con le altre top ten. La sua stagione ha preso una piega positiva in extremis, con la vittoria a Pechino.
Unica giocatrice presente nella top ten di fine anno consecutivamente dal 2011, Aga compirà 28 anni il 6 marzo 2017, e tutto sommato non ha modificato pregi e difetti: il suo tennis, che alterna momenti di creatività a fasi di gioco più passive, continua a dare la sensazione di essere molto (troppo?) leggero per potersi affermare ai massimi livelli. Conclude il 2016 lasciando aperta la solita, inevitabile domanda: riuscirà mai a vincere uno Slam?

4. Simona Halep
Tornei vinti: Madrid, Bucarest, Montreal
Finali perse: nessuna
AO: 1T (sconfitta da S. Zhang)
RG: 4T (sconfitta da S. Stosur)
Wim: QF (sconfitta da A. Kerber)
USO: QF (sconfitta da S. Williams)
vinte/perse 2016: 45/18 (71,4%)
contro Top 10: 6/7 (46,1%)
ranking fine 2015: 4 (–)

Ho letto l’intervista rilasciata l’altro giorno da Simona Halep, nella quale definisce il 2016 un “ottimo anno per me sotto tutti i punti di vista, in primo luogo sotto il profilo del gioco, che penso sia migliorato”.
La mia sensazione invece è differente; a mio avviso la stagione 2016 è stata parzialmente sprecata. Intendiamoci, non che non si sia tolta alcune soddisfazioni anche importanti (le vittorie a Bucarest e soprattutto a Madrid e Montreal), ma di fronte al calo di rendimento di Serena, ai problemi e agli impedimenti di varia natura di Sharapova, Azarenka, Kvitova, avrebbe potuto sfruttare la situazione per portare a casa uno Slam, o quanto meno per arrivare regolarmente in fondo ai Major. Invece dopo il salto di qualità compiuto nel 2013-2014 ho avuto l’impressione che non sia riuscita a mettere in campo la stessa voglia di vincere.
Sono stati soprattutto alcuni passaggi a vuoto durante le partite importanti che l’hanno penalizzata. A mio avviso la giocatrice che aveva costretto Maria Sharapova a lottare su ogni palla per avere la meglio nella finale del Roland Garros 2014, riusciva ad essere più continua sul piano mentale, ed è soprattutto su quell’aspetto che penso dovrebbe migliorare per ambire ai massimi traguardi.

5. Dominika Cibulkova
Tornei vinti: Katowice, Eastbourne, Linz, WTA Finals
Finali perse: Acapulco, Madrid, Wuhan
AO: 1T (sconfitta da K. Mladenovic)
RG: 3T (sconfitta da C. Suarez Navarro)
Wim: QF (sconfitta da E. Vesnina)
USO: 3T (sconfitta da L. Tsurenko)
vinte/perse 2016: 55/21 (72,3%)
contro Top 10: 8/5 (61,5%)
ranking fine 2015: 38 (+33)

A conti fatti Cibulkova è stata la più costante ad alti livelli nei tornei gestiti dalla WTA, con quattro vittorie e tre finali, mentre non ha avuto lo stesso rendimento negli Slam. Sotto questo aspetto è coerente che abbia finito per vincere il Masters di Singapore, il torneo più prestigioso al di fuori dei Major.
Quando nel 2014 era riuscita ad arrivare in finale agli Australian Open (sconfitta da Li Na) era una giocatrice fuori dalla top ten, sicuramente considerata combattiva e pericolosa, ma per cui non c’era l’obbligo di risultati così importanti. Quando poi era salita nel ranking un’operazione al piede l’aveva fermata e fatta scendere nelle posizioni di seconda fascia.
Ora però Dominika dovrà dimostrarsi all’altezza del quinto posto in classifica: un nuovo genere di sfida, di fronte alla quale è difficile sapere come reagirà. Una prima verifica importante si avrà già a Melbourne, dove dovrà provare ad avvicinare la grande prestazione di due stagioni fa.

6. Karolina Pliskova
Tornei vinti: Nottingham, Cincinnati
Finali perse: Eastbourne, US Open
AO: 3T (sconfitta da E. Makarova)
RG: 1T (sconfitta da S. Rogers)
Wim: 2T (sconfitta da M. Doi)
USO: Fin (sconfitta da A. Kerber)
vinte/perse 2016: 44/23 (65,6%)
contro Top 10: 7/6 (53,8%)
ranking fine 2015: 11 (+5)

Stagione di progressi, di ostacoli superati e di barriere psicologiche finalmente abbattute per Karolina Pliskova. Da ricordare innanzitutto la finale agli US Open, ma aggiungerei anche il successo in un torneo importante come Cincinnati e la vittoria in Fed Cup da protagonista assoluta della squadra ceca. Karolina ha mostrato che nessun traguardo le è precluso, visto che a Flushing Meadows ha sconfitto Serena Williams in semifinale e si è trovata avanti di un break nel set decisivo della finale.
Sorprendentemente ha divorziato dal coach con cui aveva collaborato nelle ultime stagioni, Jiri Vanek, e si è accordata con l’ex allenatore di Petra Kvitova, David Kotyza; a sua volta Vanek ha iniziato a collaborare con Petra. In sostanza in terra boema si è verificato un vero e proprio valzer di tecnici, visto che hanno cambiato coach praticamente tutte le giocatrici di punta: oltre che per Karolina e Petra, c’è stata la fine delle collaborazioni con i loro allenatori anche per Strycova e Safarova. Inevitabile la curiosità di scoprire come funzioneranno tutte queste nuove collaborazioni, e sicuramente al primo scontro diretto tra Pliskova e Kvitova la regia televisiva regalerà molte inquadrature delle panchine.

A pagina 3: le posizioni dalla 7 alla 10 (Muguruza, Keys, Kuznetsova, Konta)

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