WTA, bilanci e prospettive delle top ten - Pagina 3 di 3

Al femminile

WTA, bilanci e prospettive delle top ten

Come è andata la stagione 2016 e cosa aspettarsi per il 2017 dalle prime dieci giocatrici del mondo?

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7. Garbiñe Muguruza
Tornei vinti: Roland Garros
Finali perse: nessuna
AO: 3T (sconfitta da B. Strycova)
RG: Vittoria
Wim: 2T (sconfitta da J. Cepelova)
USO: 2T (sconfitta da A. Sevastova)
vinte/perse 2016: 35/20 (63,6%)
contro Top 10: 4/4 (50,0%)
ranking fine 2015: 3 (-4)

Sul piano dei numeri complessivi l’anno di Muguruza ha registrato un passo indietro rispetto al 2015: quattro posti in meno in classifica, poche occasioni in cui è arrivata in fondo ai tornei e tante sconfitte premature.
Ma c’è un torneo che, da solo, ha dato un senso alla sua stagione: il Roland Garros, conquistato al termine di una cavalcata di quattordici set vinti consecutivamente, dopo aver perso quello di apertura al primo turno. E con un titolo del genere nel palmarès qualsiasi altro discorso non può che passare in secondo piano; di fatto Garbiñe è diventata la seconda giocatrice nata negli anni ’90 a vincere un Major (la prima era stata Petra Kvitova) e con questo successo ha assunto uno status differente rispetto alle coetanee. Ora però dovrà riuscire a lasciarsi alle spalle gli ultimi mesi di rendimento deludente, tornando a mostrare la qualità di gioco esibita a Parigi, ma anche a Roma e a Miami.

L’aspetto interessante del suo tennis è che sia riuscita a raggiungere risultati di livello assoluto malgrado abbia ancora aree di gioco ampiamente migliorabili, soprattutto nei pressi della rete. Se riuscirà a recuperare la convinzione in campo (e negli allenamenti) per me ha la possibilità di aumentare il numero di Major vinti.

8. Madison Keys
Tornei vinti: Birmingham
Finali perse: Roma, Montreal
AO: 4T (sconfitta da S. Zhang)
RG: 4T (sconfitta da K. Bertens)
Wim: 4T (sconfitta da S. Halep)
USO: 4T (sconfitta da C. Wozniacki)
vinte/perse 2016: 47/17 (73,4%)
contro Top 10: 6/8 (42,8%)
ranking fine 2015: 18 (+10)

Prosegue la maturazione di Madison Keys, che dopo le punte di alto livello mostrate nel 2015 (tra cui la semifinale agli Australian Open), nell’anno appena concluso ha aggiunto una costanza di rendimento molto promettente, tanto che a 21 anni ha coronato i miglioramenti con l’ingresso in top ten.
A mio avviso nel 2016 il suo maggior problema è stata la difficoltà ad esprimersi al meglio sotto pressione, nei grandi match: lo si è visto in occasione delle finali raggiunte (ha perso le due più importanti), ma anche durante gli Slam e al Masters di Singapore, dove ha mancato per un set l’ammissione alle semifinali.
Anche lei ha deciso di cambiare coach, adducendo difficoltà a trovare la sintonia caratteriale con Thomas Högstedt. Li Na, che aveva lavorato con Högstedt per alcune stagioni, lo aveva descritto come un tecnico piuttosto severo, e può darsi che un approccio rigido non si confacesse al carattere di Madison. Purtroppo malgrado in molte occasioni abbia assistito a degli on court coaching tra di loro, non sono mai riuscito ad afferrare in pieno attraverso il sonoro televisivo la natura del loro rapporto, per cui senza questi elementi faccio ancora più fatica a valutare la situazione.
In ogni caso secondo me l’obiettivo per il 2017 di Keys sarà soprattutto uno: dovrà cercare di trovare il giusto equilibrio (tecnico e psicologico) nei momenti più impegnativi e importanti delle grandi partite.

9. Svetlana Kuznetsova
Tornei vinti: Sydney, Mosca
Finali perse: Miami
AO: 2T (sconfitta da K. Bondarenko)
RG: 4T (sconfitta da G. Muguruza)
Wim: 4T (sconfitta da S. Williams)
USO: 2T (sconfitta da C. Wozniacki)
vinte/perse 2016: 45/22 (67,1%)
contro Top 10: 6/8 (42,8%)
ranking fine 2015: 25 (+16)

Dopo alcune stagioni di appannamento Kuznetsova è tornata top ten, a conferma delle superiori doti tecniche. E se è vero che è da una dozzina d’anni alla ribalta del grande tennis, ricordo che ha appena 31 anni, e quindi tutte le possibilità per confermarsi ad alti livelli nel 2017.

Apparirò presuntuoso, però un consiglio mi sentirei di darglielo: per tornare a raggiungere i più importanti traguardi, e soprattutto se vuole poterlo fare per l’intero arco della stagione, penso dovrebbe cercare di spendere meno durante i match. Lo dico perché a volte nel corso delle partite in Svetlana prevale un atteggiamento conservativo, che probabilmente le costa meno stress sul piano psicologico, ma che la consuma sul piano fisico. Kuznetsova è senza dubbio molto forte anche nel tennis di contenimento, ma altrettanto senza dubbio non possiede il tipo di fisico di Kerber o Wozniacki; nel suo caso “remando” a fondo campo può forse vincere le battaglie (il singolo match), ma a lungo andare rischia di perdere le guerre (i tornei).
Credo cioè che dovrebbe ricorrere alle doti difensive solo se assolutamente obbligata dall’avversaria; come fa, ad esempio, Serena Williams. Ma negli altri casi secondo me dovrebbe cercare di esprimere al massimo la sua creatività con un tennis sempre propositivo e meno logorante.

10. Johanna Konta
Tornei vinti: Stanford
Finali perse: Pechino
AO: SF (sconfitta da A. Kerber)
RG: 1T (sconfitta da J. Goerges)
Wim: 2T (sconfitta da E. Bouchard)
USO: 4T (sconfitta da A. Sevastova)
vinte/perse 2016: 46/22 (67,6%)
contro Top 10: 7/5 (58,3%)
ranking fine 2015: 47 (+37)

Il 2016 è stato l’anno dell’affermazione ad alti livelli di Johanna Konta, che ha raggiunto una semifinale Slam, vinto a Stanford il primo torneo WTA, ed esordito in top ten, a 32 anni di distanza dall’ultima inglese (Jo Durie). Sembrava anche che dopo il forfait di Serena potesse partecipare al Masters, ma in extremis è arrivato il sorpasso di Kuznetsova, vincitrice a Mosca. Piccola delusione che però non le ha impedito di vincere, giustamente, il premio come giocatrice più progredita della WTA.

Eppure, malgrado questi traguardi, anche per Konta si è avuta la notizia della separazione dai tecnici spagnoli (Esteban Carril e Jose-Manuel Garcia) con i quali aveva lavorato nelle ultime stagioni, a Gijon.
Ma a questo per Johanna va aggiunta una perdita che, secondo i giornali inglesi, potrebbe averle creato difficoltà ancora più serie: la morte del suo mental coach, Juan Coto (spagnolo ma con base a Londra), con il quale si teneva sistematicamente in contatto anche durante i tornei, parlandogli per telefono, via skype e perfino con semplici messaggi di Whatsapp, e che lei stessa aveva raccontato come decisivo per i progressi di rendimento delle ultime due stagioni.

Alla luce di tutto questo appare difficile interpretare le ultime decisioni di Konta, e capire come avrà intenzione di proseguire, visto che in pratica il suo team dovrà essere quasi integralmente ricostruito. Per il momento sta allenandosi nel centro federale inglese di Roehampton con l’obiettivo di presentarsi subito in forma, visto che sin dagli Australian Open (dove nel 2016 aveva raggiunto la semifinale), avrà pesanti cambiali in termini di punti da difendere.

Per qualsiasi top ten la nuova stagione è innanzitutto una sfida a confermarsi ad alti livelli, ma per Konta tutti questi cambiamenti fanno sembrare il 2017 ancora più difficile e impegnativo da affrontare. Si capirà l’anno prossimo se il 2016 di Johanna è stato un exploit irripetibile o l’inizio di un consolidamento ai vertici a lungo termine.

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