AO, spunti tecnici da bordocampo: Tommy Haas, grazie di tutto e buona fortuna

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AO, spunti tecnici da bordocampo: Tommy Haas, grazie di tutto e buona fortuna

MELBOURNE – Siamo arrivati davvero alla fine di una delle carriere più lunghe e sfortunate del tennis. Tommy Haas si congeda dagli Australian Open, e tra pochi mesi dal resto del tennis giocato

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dal nostro inviato a Melbourne

Non ci voleva un genio dei pronostici sul tennis, per capire come sarebbe andata: era davvero difficile immaginare che il veterano tedesco Tommy Haas (39 anni fra tre mesi) potesse passare un turno qui, nel caldo, su cemento lento, tre set su cinque. Di conseguenza, il primo allenamento a cui sono andato ad assistere in assoluto, sabato, con foto poi archiviate per far spazio all’attualità di Vanni e Fabbiano che si qualificavano, e il giorno dopo alla sessione di Federer, è stato il suo. Stiamo parlando di un ragazzo che ha fatto semifinale agli Australian Open nel 1999, non so se ce ne rendiamo conto: Tommy perdeva qui da Evgenij Kafelnikov, uscivano freschi freschi al cinema The Matrix e Episode I: The Phantom Menace, così come l’ultimo film di Stanley Kubrick, Eyes Wide Shut, e arrivava in cima alle classifiche discografiche una ragazzetta sconosciuta di nome Britney Spears con Baby One More Time. Una vita fa, insomma, sembrano molti di più dei 18 anni effettivi che sono passati.

Oltre al doveroso omaggio da rendere a un ex numero due del mondo, tra l’altro un tipo gradevolissimo di persona, non potevo perdermi l’ultima – probabilmente – occasione di vederlo giocare da vicino impegnato al limite, in un allenamento duro, vero, non da circuito senior o esibizioni varie. Perchè Tommy, a mio avviso, pur con tutte le tremende sfighe fisiche e personali che non stiamo a ricordare, e che gli hanno a dire poco menomato la carriera, dal punto di vista del gioco ha costituito il tramite perfetto, l’anello di congiunzione tecnico, il passaggio di testimone personificato, tra Pete Sampras e Roger Federer, ed è una specie di misto tra i due. Che lo si voglia considerare una versione moderna di Sampras, o un prototipo in versione classica di Federer, direi che non si casca male. Un fenomeno, puro e semplice, che avrebbe meritato davvero tanto di più. Vi anticipo subito che ci sarà poco da leggere, e molto da guardare, anzi ammirare.

haas dritto closed

Qui sopra, due dritti versione “classica”, postura bella chiusa rispetto alla rete, pochissimo ingresso dell’anca destra, peso piantato giù sul piede sinistro, impatto avanzato. Pistol Pete approverebbe.

haas dritto

Qui sopra, due dritti in open stance quasi piena, peso tutto caricato sulla gamba destra, azione potente dell’anca a guidare la rotazione busto spalle, braccio semidisteso, allineamento preciso tra racchetta, palla e mano sinistra. Roger sta facendo di sì con la testa.

haas dritto closed open

Qui sopra, altri due dritti messi stavolta a confronto, è chiarissima la differenza di approccio alla palla con i piedi e la gestione del peso. Questa duttilità, tra l’altro, rende relativamente più semplici le variazioni in lungolinea. Che bellezza.

haas dritto open closed

Qui sopra, altre due esecuzioni di dritto dall’altro lato, vediamo davvero bene quanto la posizione e gli appoggi siano diversi. Un inciso tecnico: anche i toppatori più “feroci”, tutti open stance, grip western, e finaloni a tergicristallo, quando devono avanzare per colpire di dritto una palla più corta, ci vanno affiancandosi con l’ultimo passo, ma si tratta proprio di colpi diversi. Ho scelto le immagini qui sopra perchè si vede chiaramente che Tommy sta caricando in entrambi i casi il colpo da posizione comoda, da fermo, è in anticipo sulla palla, può decidere lui come aggredirla, non è costretto a variare la postura perchè la deve andare a “tirare su” laterale o in avanti. Come detto, fenomeno di duttilità coordinativa.

haas rovescio3

Qui sopra, un paio di esempi dello straordinario rovescio a una mano di Tommy, caricamento e impatto su palla bassa, come sempre invito a osservare l’affondo del peso sulla gamba destra, il trascinamento del piede posteriore, il polso bloccato. Non lo abbiamo nominato prima, ma Stan-The-Man sta sorridendo.

haas rovescio 2

Qui sopra, due impatti su palla medio-alta, belli per far vedere la forza e compostezza con cui Tommy tiene in linea e sotto controllo l’assetto braccio-racchetta. Proiezione del peso verso la palla di un’eleganza rara, è quasi in punta di piedi, l’equilibrio è perfetto. In testa al pezzo ho inserito una gran sbracciata con il finale sempre di un rovescio simile a questi, preso dall’altro lato, dove si può vedere l’ottima simmetria delle braccia. Splendido.

haas volée

Qui sopra, due volée basse in avanzamento, dritto e rovescio. La proiezione verso l’impatto è fantastica, gli affondi con le ginocchia ottimi, il controllo della testa della racchetta e ineccepibile. In questo caso, tocca al buon vecchio Radek Stepanek annuire soddisfatto.

haas servizio

Qui sopra, per concludere e per completezza, il servizio, bello potente con la prima palla, preciso e carico con la seconda. Direi che il “pacchetto” è completo. Una specie di lezione di tennis in diretta e dal vivo, da stropicciarsi gli occhi.

Ho utilizzato ironicamente Pete, Roger, Stan e Radek come “testimonial” delle grandi esecuzioni di dritto, di rovescio e al volo. Per aiutarmi a descrivere che grande, grandissimo giocatore sia e sia stato Haas. Nessuno può sapere se avrebbe potuto ambire a traguardi migliori in carriera, soprattutto a livello di vittorie pesanti (1000 e Slam), non che quindici titoli e il best ranking di numero 2 ATP siano una sciocchezza, figurarsi. Però quando un talento simile viene così tanto limitato nella possibilità di competere con continuità da circostanze fuori dal campo e fuori dal suo controllo, il dispiacere da appassionato di tecnica è grande.
Tommy sarà da quest’anno il “capo” del torneo più importante del mondo dopo gli Slam e le Finals, e l’augurio è che dopo averci deliziato per tanti anni, anche se per periodi centellinati, con la sua qualità tecnica, possa trovare tutte le soddisfazioni che merita in questo prestigioso incarico. E credo che sarà molto divertente, a Indian Wells, vedere  – come qui in Australia – tanti super-campioni che fanno la fila per allenarsi con uno di quelli che la palla fondamentalmente la colpiscono meglio di tutti: ma in quel caso, il gran colpitore in questione sarà il direttore del torneo. Mica male.

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