AO: chapeau Paire, rivincita su Fognini. Lacrime Errani [AUDIO]

Australian Open

AO: chapeau Paire, rivincita su Fognini. Lacrime Errani [AUDIO]

MELBOURNE – Fognini lotta cinque set contro Paire, poi cede. Un movimento falso a metà del secondo set costringe l’azzurra ad abbandonare. Terzo ritiro italiano dopo Knapp e Vanni

Pubblicato

il

 

B. Paire b. F. Fognini 7-6(3) 4-6 6-3 3-6 6-3 (da Melbourne, Ubaldo Scanagatta)

Paire-Fognini

Nel giorno in cui Novak Djokovic, cinque volte vincitore all’Australian Open nelle ultime sei edizioni, perde al secondo turno da un tennista uzbeko che al massimo è stato n.33 come best ranking nel 2012 e che oggi è n.117, beh la sconfitta – anch’essa in 5 set e quasi in 3 ore e mezzo – di Fabio Fognini (n.48) contro Benoit Paire (n.47) non può essere certo considerata una vera sorpresa. Anche se Fabio aveva vinto, alle Olimpiadi di Rio, l’ultimo match per 7-6 al terzo. Si sono affrontati senza esclusione di colpi di talento, di scambi spettacolari, di azioni fantastiche ma anche di errori clamorosi, cavolate sesquipedali, due dei giocatori più pazzi dell’intero circuito. Sul campo tre c’era un pubblico non meno vivace dei due giocatori, ma soprattutto la claque francese ha fatto un tifo e un frastuono da partita di calcio… in Sud America. Alla fine soltanto hanno intonato la Marsigliese, ma era un gruppo di una quarantina di francesi che hanno girato tutti i campi dove si esibivano i francesi, da Gasquet a Monfils a Simon tutti vittoriosi in una giornata per loro fantastica. Ma francesi o no, non credo che qualcuno tra gli spettatori abbia rimpianto di non trovarsi sul centrale dove Djokovic lottava come un disperato per 4 ore e 48 minuti prima di soccombere con Istomin, sebbene è chiaro che quella sia la notizia del giorno. In termini di qualità di gioco e spettacolo, magari a sprazzi, il match di Fognini e Paire è stato molto più vario, direi più divertente, non meno appassionante. Con continui colpi di scena, fra due giocatori che sanno fare tutto, salvo essere continui. Una volta detto che dopo il ritiro di Sara Errani e la sconfitta di Fabio Fognini a differenza del tennis francese il nostro è rimasto con un solo superstite, Andreas Seppi, ci si deve addentrare in una partita che per come si è svolta e finita non può non lasciare che diversi rimpianti. Anche per il tabellone che laggiù in basso – dopo il k.o. di Djokovic – si è aperto a giocatori tutto sommato battibili dal miglior Fognini delle grandi giornate: Carreno Busta, Gasquet, Dimitrov, Goffin, Karlovic, Thiem.

Ripercorrere tutta la cronaca è dura. Ma vi basti intanto sapere che già nel primo game, come ben sa chi ha seguito i nostri incessanti tweets . è il modo più immediato per darvi conto di quel che succede stando in un campo o anche in sala conferenze stampa, basta diventare follower di Ubitennis per seguirci – Fognini ne ha combinate diverse delle sue. Ha litigato con l’arbitro (Jake Garner, statunitense), che in effetti non era un fulmine di guerra, si è fatto subito ammonire, nel primissimo game, “non per quel che hai detto ma per quel che hai fatto!” – così gli ha detto – si è portato l’indice alle tempie per dire “questo è uno scemo”…insomma ha trovato subito il modo per conquistarsi le sue simpatie. Non contento al cambio campo lo ha avvertito: “Chiamami il supervisor a fine set che ci voglio parlare, sei stato pessimo per tutto il game” (questa è una traduzione edulcorata…). Il supervisor, lo svizzero Andreas Egli, poi è arrivato. E’ lo stesso che venne anche a Wimbledon quando Fognini e Lopez fecero scintille, e Lopez se la prese pure con Perlas dicendogliene un po’ di tutte. Poiché nella conferenza stampa nella quale Fognini si è distinto per evitare platealmente di rispondere a una domanda di Vanni Gibertini (che è colpevole soltanto di collaborare a Ubitennis.com e quindi con me…) Fognini riferendosi all’episodio del primo game ha sibilato: “È uno stupido!”. Beh, lo aveva fatto capire fin dall’inizio che lui la pensava così. Naturalmente lì per lì non è più successo nulla. Se non che Mr. Garner in cuor suo non poteva che sperare in una bella vittoria del barbuto Paire. Che è arrivata alla fine: “Al quinto è andata bene a Seppi e male a me. Ho dato il 110 per cento, non ho rimpianti. Purtroppo alcuni errori arbitrali piuttosto gravi non sono andati a mio favore. Ho giocato una bella partita, ho avuto le mie chances, purtroppo lui non me l’ha regalata”.

Forse Franco Davin, fra i tanti suoi compiti, dovrà riuscire nell’improbo compito di farlo ragionare su questi aspetti che sono – volere o volare – fondamentali ai fini di un risultato. Sapersi ingraziare gli arbitri, o almeno non irritarli, può valere come un break. E questo lo dico anche se non penso che l’arbitro si fosse improvvisamente schierato in malafede contro Fognini. Poi si sa che Fognini spesso se le canta e se le suona. Paire si è espresso così: “Voglio molto bene a Fabio tutti si aspettavano che spaccassimo le racchette e invece siamo stati bravi. Faremo un grande anno sia io sia Fabio”. Sul campo in effetti fra i due c’è stata anche ormai, simpatia. Ovviamente il più estroverso è stato Fognini che ad un certo punto si è esibito in un commento molto particolare e di gusto fogniniano, dopo un vincente imprendibile scagliato da Paire: “Questo tira su più sulle righe di Lapo Elkann!“. Per quanto mi riguarda…no comment. In ogni caso, sarebbe potuto bastare l’andamento del primo set per immaginare un match folle come i due protagonisti. Dopo l’episodio del primo game infatti Fognini va via di testa per 4 games e finisce sotto 4-0. Poi si distrae Paire, 5-3, 5-5. Fognini tiene il servizio e nel game successivo Paire si ritrova sotto 0-40 al servizio con tre setpoint da annullare. Li annulla e chiude il game con due aces. Tiebreak dunque. Paire sale sul 4-1, 4-2, 6-2, 6-3, 7-3. Nel secondo set Fognini rischia il tracollo quando salva il break al secondo gioco, ma è Paire che sul 4 pari ha un passaggio a vuoto pazzesco e di fatto consegna il set a Fabio. Confesso che poi riesco a seguire il match solo a sprazzi: c’è Djokovic che sta perdendo, non lo si può abbandonare stando qui, ci sono anche le interviste da seguire. Faccio a tempo a vedere che Fognini non sfrutta 3 pallebreak per il 3-1 e come spesso succede in questi casi nel game successivo è lui a perdere la battuta. Ha buone opportunità per recuperare il break, ma alla fine perde anche il terzo set per 6-3.

Quarto e quinto set, 42 minuti più 46 minuti, sono una sarabanda di emozioni, di capovolgimenti. Mi ci vorrebbe un libro per raccontarli tutti. Tuffi ora dell’uno ora dell’altro, palle corte su palle corte giocate da Paire, non si sa quando per liberarsi dello scambio e  quando per chiamare in avanti Fognini, smash non chiusi e scambi che riprendono. Divertente, molto divertente, ma match costellato di errori. Provocati anche dalla rapidità di certe esecuzioni. Paire ha il vantaggio dell’altezza, e alla fine 21 aces contro due fanno una bella differenza. I punti Fabio se li deve sudare tutti, Paire no. Vero che fa anche 6 doppi falli, ed alcuni in fasi decisive, come quello che gli costa in pratica il quarto set sulla pallabreak. Ma non chiedetemi di ripercorrere tutte le palle break: sono state 30! E i break 12, sei ciascuno. Che siano stati troppi gli errori lo dice anche il tabellino finale: addirittura 80 quelli di Paire, 53 quelli di Fabio che non se li può permettere visto che dal servizio non ottiene punti facili e gratuiti. Un match con 133 errori, ma che alla fine segnala solo due punti in più fatti da Paire, 169 contro 167, testimonia l’equilibrio da una parte… e la mancanza dell’equilibrio dall’altra. Ma sto scrivendo di due diversi tipi di equilibrio. Nel punteggio e nella testa. Chiaro che poteva vincere Fabio come Paire. Ma ha vinto Paire. E alla fine chi vince ha sempre ragione. È la legge dello sport. Seppi è rimasto solo. Speriamo non si faccia sfuggire l’occasione: molto meglio di Darcis al terzo turno di uno Slam, non poteva capitargli. Sempre che la tensione dei cinque set con il matchpoint annullato e l’ultimo long-set chiuso sul 10-8 con Kyrgios non abbiano lasciato tracce sul corpo del nostro marathon-man altoatesino che il 28 febbraio compierà però 33 anni.

[30] E. Makarova b. S. Errani 6-2 3-2 rit. (da Melbourne, Luca Baldissera)

Stats Errani-Makarova

Inaugura il day 4 sulla Hisense Arena, alle 11 locali, la nostra Sara Errani (29 anni, 53 WTA) opposta alla russa Ekaterina Makarova (28 anni, 34 WTA), per il secondo turno del tabellone di singolare femminile, parte bassa. I precedenti tra le due sono sette, 4 a 3 per Makarova, che ha vinto l’ultimo confronto, sul cemento all’aperto (New Haven 2016, primo turno, 7-5 6-2). Ma la “Saretta nazionale” che si è presentata qui agli Australian Open 2017 appare una giocatrice rigenerata, con la rinnovata collaborazione di coach Michele Montalbini, e una evidente voglia di giocare e divertirsi in campo che non le vedevamo da tempo. Le premesse per un match equilibrato ci sono tutte, è una splendida giornata di sole caratterizzata dalla tipica escursione termica australiana (il sole brucia, all’ombra senza felpa rischi di raffreddarti). L’ultima nata in ordine di costruzione tra le arene di Melbourne Park è un gioiello tecnologico e di design, assistere ai match qui è un vero piacere. Pubblico piuttosto numeroso per essere il primo match, gli spalti vanno riempiendosi di minuto in minuto.

Parte Makarova al servizio, subito game lottato ai vantaggi, e break Errani, 1-0 per l’azzurra. Immediata la reazione di Ekaterina, che controbrekka a zero aggredendo con efficacia la risposta, e poi tiene la battuta, 2-1 per lei. Nel quarto game, Sara va 30-0, ma nuovamente permette all’avversaria di salirle sopra con le ficcanti risposte da mancina, arriva il 30-40, altra palla break e di nuovo pressata dalla russa Errani cede il secondo servizio consecutivo, 3-1. Non ci sta la Errani, che lotta da fondocampo e trascina l’avversaria ai vantaggi nel game successivo, ma Ekaterina spinge e fa male con il dritto lungolinea, 4-1, brutto avvio per Sara. Cerca di scuotersi l’italiana, piazza un bel dritto inside-in, ma anche un doppio fallo a metà rete, e un gratuito da fondo, 30-40, e con la pressione da fondo Makarova brekka per la terza volta, 5-1 e servizio per lei, primo parziale quasi in tasca. A rete Errani trova la volée vincente, poi incassa l’errore di dritto della russa, 0-30, ma ancora brava Ekaterina con le accelerazioni da dietro e il servizio, 40-30 e set point, che Errani annulla brillantemente con un vincente lungolinea di rovescio, autoincitandosi. Fa bene a caricarsi e a entrare aggressiva con i colpi Sara, anche in vista del prosieguo del match, arriva il vantaggio e la palla break per lei, trasformata grazie all’errore di Makarova su un gran slice dell’azzurra, 2-5, seconda battuta strappata alla russa, il problema è cominciare a portare a casa i game di servizio. Manco a dirlo, altro game in affanno per Errani, 15-40, e Makarova chiude al primo set point.

Su 21 punti giocati al servizio, Sara ne ha conquistati 5: è una statistica terribile, al netto dell’ottima partita giocata finora da Ekaterina (18 vincenti e 17 errori, numeri buoni considerando che tira a tutta ogni palla). Speriamo cambi il vento. In avvio di secondo set, Makarova al servizio va sotto 30-40, palla break Errani, che però fallisce un rovescio, la russa va in vantaggio e tiene, 1-0. Oltre alle difficoltà quando è alla battuta, purtroppo Sara sta sprecando molto anche quando ha occasioni sul servizio di Ekaterina, e la ha comunque brekkata due volte: deve crederci e rimanere in partita, poi può succedere di tutto. Secondo game, batte Errani, immancabile la palla break sul 30-40, ma stavolta l’azzurra annulla, va in vantaggio due volte (prime palle-game per tenere il servizio del match finora), e finalmente porta a casa un turno di servizio, 1-1. La russa spinge tanto, ma sta cominciando a sbagliare qualcosa, le scappano alcuni rovesci esterni, e combina un’autentica sciocchezza a rete, non è certo la mano sensibile il suo punto di forza. Sara incassa, si prende il 30-40 e la palla break, tiene un bello scambio di ritmo e l’errore in lunghezza di Makarova la manda avanti 2-1.

Quarto game, Sara al servizio, c’è un inedito 40-0, Ekaterina sbaglia parecchi rovesci, ma poi entra cattiva su tre risposte, pareggia, va in vantaggio (non si contano le palle break che affronta Sara ormai) e chiude pareggiando 2-2, poi al servizio continua ad aggredire, tiene a 30 e sale 3-2. Soffre e lotta Errani, a volte il radar non rileva nemmeno la velocità delle sue seconde palle (quindi sono sotto i 100 kmh), però da fondo non ne molla una, si va ai vantaggi, e quando arriva il vantaggio esterno è per Makarova, arriva purtroppo anche l’infortunio muscolare per l’azzurra, che si blocca all’improvviso toccandosi il polpaccio, va a sedersi in panchina in attesa del medico, ma pochi secondi dopo scuotendo la testa è costretta al forfait. Che peccato, pur difficile era un match ancora recuperabile, a questo punto la speranza è che il guaio non sia troppo serio, proprio a inizio stagione. Tutti i nostri in bocca al lupo a Sara. Per Makarova al prossimo turno un probabile scontro con Dominika Cibulkova, favoritissima contro la Hsieh.

AO: finisce l’era Djokovic a Melbourne

AO: fuori Aga! Ok Serena, meglio Pliskova e Konta

AO: Zverev attende Nadal, Raonic a vele spiegate. Thiem cede un set

AO 2017: ordine di gioco, tabelloni, programmazione tv

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement