Australian Open
AO: fuori Radwanska! Bene Serena, meglio Pliskova e Konta
Aga conferma lo scarso momento di forma. Alla ceca basta un’ora contro la qualificata Blinkova, Konta continua il suo buon momento, Caroline domina Vekic. Cibulkova in controllo

[2] S. Williams b. L. Safarova 6-3 6-4 (Vittorio Tredici)
Nella giornata delle grandi sorprese non tradisce le attese Serena Williams nonostante il suo impegno nascondesse alla vigilia più di un’insidia. Di fronte infatti la ex numero 7 del mondo Lucie Safarova con cui non incrociava la racchetta dalla combattuta finale del Roland Garros del 2015. Precedenti prima di questa sfida 9 a 0 per l’americana. L’inizio è all’insegna del grande equilibrio con entrambe le giocatrici capaci di tenere i propri turni di battuta senza troppi patemi. Prime vere emozioni nel 5° game nel quale la Safarova si conquista 3 palle break, due annullate da altrettanti vincenti della Williams e l’altra da un errore di rovescio in risposta. L’occasione di portare il match dalla propria parte l’americana ce l’ha nell’ottavo gioco, dove si conquista due palle break, la prima sprecata con un dritto a metà rete, la seconda trasformata grazie ad un doppio fallo della Safarova. Nel game successivo la Williams tiene facilmente il servizio chiudendo 6-3 con un ace il primo parziale. Il secondo set si apre in modo scoppiettante. Nel primo game, sul servizio della ceca, la Williams si conquista due possibilità di indirizzare definitivamente il match, ma con due servizi vincenti la Safarova annulla il pericolo e, anche se a fatica, riesce a tenere la battuta. Nel gioco successivo è la tennista nata a Brno ad avere due opportunità di allungare, ma prima un ace della Williams e poi una risposta di rovescio in rete le impediscono di prendersi il break. E così si rimane in parità. La partita è bella, entrambe le giocatrici la giocano a tutto braccio. Qualche errore non forzato, ma quando si gioca a queste velocità è inevitabile. I vincenti però sono numerosi e vari e il pubblico presente dimostra di gradire con continui applausi ed incitamenti ora per l’una ora per l’altra. Nuova opportunità per la Safarova nel sesto game, ma la Williams annulla la palla break con un ace di seconda mantenendo poi il servizio. Nel game successivo si decide la partita, la Safarova sembra in controllo, ma permette alla Williams di rientrare e di conquistarsi l’ennesima opportunità di scappare. Questa volta l’americana non deve fare nulla visto che il game lo ottiene con un doppio fallo sanguinolento della sua avversaria. Gli ultimi giochi servono solo per decidere il punteggio finale che si chiude con qualche straordinario in più per la numero 2 del mondo cui servono 3 match points per aggiudicarsi la partita. Buon test per la Williams che si lascia alle spalle un’avversaria ostica e sfiderà la Gibbs al terzo turno in un derby tutto americano.
M. Lucic-Baroni b. [3] A. Radwanska 6-3 6-2 (Pierluigi Maienza)
Le sorprese dell’odierno turno non si esauriscono con la vittoria di Istomin du Djokovic: sulla Margaret Court Arena la tds (e del seeding) n.3 Radwanska è opposta alla Lucic-Baroni n.79 della classifica. La polacca è chiamata a fugare le perplessità suscitate dal suo debutto nello Slam australiano, mentre la sua avversaria, raggiunge il secondo turno in Australia per la prima volta dal 1998 (!). I precedenti tra le due sono favorevoli alla Radwanska che in due occasioni – curiosamente entrambe per ritiro – ha avuto la meglio sulla Lucic-Baroni. I precedenti tra le due sono favorevoli alla Radwanska che in due occasioni – curiosamente entrambe per ritiro – ha avuto la meglio sulla Lucic-Baroni. L’inizio del match è tuttavia destinato a confermare le attuali difficoltà della Radwanska: subito al servizio la polacca subisce la partenza aggressiva della sua avversaria che la costringe ad un paio di errori aggiudicandosi il gioco. Al servizio la Lucic-Baroni spreca il vantaggio acquisito concedendo il controbreak con 2 errori non forzati e un doppio fallo. Nel successivo turno di servizio, la croata recupera l’aggressività del primo gioco mettendo a segno due vincenti ed approfittando di un doppio fallo della sua avversaria. Da questo momento la croata riesce a gestire agevolmente il vantaggio non consentendo alla Radwanska di riavvicinarsi; sul 5-3 con la Radwanska al servizio, la Lucic-Baroni chiude il set con un rovescio vincente alla quinta opportunità. Il secondo set si apre con la reazione della Radwaska: break al primo gioco ed allungo sul 2-0. La croata tuttavia ha l’indubbio merito di mantenere il livello di gioco esibito nel primo set: recupera il break dallo 0-30 costringendo la Radwanska a due errori forzati e, dopo aver annullato una palla break con un diritto vincente, strappa nuovamente il servizio a zero portandosi sul 4-2. L’impressione in questo momento è che la Radwanska abbia smarrito le risorse, tecniche e mentali, per orientare il match dalla propria parte. La Lucic-Baroni tiene il servizio a zero e sul 5-2 al secondo match point, si aggiudica set e incontro con un rovescio vincente realizzando una delle sorprese di giornata. Al prossimo turno la Lucic-Baroni attende la vincente dell’incontro tra Cornet e Sakkari.
[5] Ka. Pliskova b. [Q] A. Blinkova 6-0 6-2 (Domenico Giugliano)
Sulla Margaret Court Arena, scende in campo una delle tenniste più calde del momento, la vincitrice di Brisbane e finalista degli ultimi US Open, Karolina Pliskova. Avversaria della ceca la qualificata russa Anna Blinkova, numero 189 della classifica WTA. Si tratta del primo precedente tra le due. Il primo set è una carneficina per la giovane russa. Gli scambi sono rapidissimi, come spesso avviene nei match della ceca, e la Blinkova nei suoi turni di servizio mette in campo solo il 20% di prime palle. In 22 minuti è 6-0 per la testa di serie numero 5, nonostante gli ace siano “solo” 3. Il copione non cambia nel secondo parziale. Pliskova bombarda da fondo campo e la Blinkova è incapace di reagire, cedendo spesso al terzo o quarto scambio. L’agonia per la giovane russa termina in poco più di un’ora, evitando il doppio 6-0 visto che Karolina si impone per 6-2. Un allenamento per la Pliskova attesa a test più impegnativi, a partire già dal prossimo turno contro la vincente di Ostapenko-Putintseva. Per la Blinkova la soddisfazione del secondo turno al suo primo Slam e uno scalpo importante come quello di Niculescu al primo turno.
[9] J. Konta b. N. Osaka 6-4 6-2 (Roberto Ferri)
Incontro di secondo turno intrigante sulla Rod Laver Arena tra l’inglese Johanna Konta (n. 9 WTA e nona testa di serie) e la diciannovenne giapponese Naomi Osaka (n. 48 WTA), premiate alla fine del 2016 dalla WTA rispettivamente quali “giocatrice più migliorata” e “giovane promessa del circuito”. L’unico precedente risale alle qualificazione dello US Open del 2015 e fu vinto dalla giocatrice inglese. Primo set dominato dalla potenza e dalla precisione delle prime palle di servizio nonché da scambi molto brevi e violenti. La Konta approfitta di un leggero calo della Osaka nella percentuale di prime in campo al quinto game e si procura due palle break consecutive che spreca con altrettanti errori non forzati. Tocca quindi alla giapponese procurarsi una palla break all’ottavo game e gettarla via con una risposta di diritto fuori misura su una seconda di servizio della Konta. Al nono game la svolta decisiva: tre break point consecutivi per Johanna e gran rovescio ad uscire sul 30/40 che le regala il 5-4. Quattro prime in campo ed è 6-4 in 38’. Solo 8 errori non forzati per lei contro i 13 della Osaka. Parte forte l’inglese nel secondo parziale, mentre la Osaka mostra i segni di un leggero calo fisico che si traduce in un break subito a 0 al terzo game. Nel sesto gioco la Konta si prende persino il lusso di venire a rete e mostrare, oltre ad una pregevole volèe di diritto, la capacità di variare i propri schemi di gioco. Capacità ignota alla Osaka che, ormai palesemente affaticata, cede ancora il proprio servizio al settimo game. Il 6-2 finale arriva al terzo match point dopo 75 minuti complessivi di gioco. Partita di grande sostanza ed autorevolezza per la semifinalista dell’edizione 2016 degli Australian Open che affronterà ora al terzo turno la vincente dell’incontro tra Caroline Wozniacki e Donna Vekic. La giapponese, nonostante la confitta, ha confermato di avere grandi potenzialità ed al contempo la necessità di trovare alternative ad un gioco per ora limitato ad una grande prima di servizio e ad un diritto di straordinaria potenza.
[17] C. Wozniacki b. D. Vekic 6-1 6-3 (Michele Trabace)
Il secondo match di giornata della Rod Laver Arena vede la sfida tra la danese Caroline Wozniacki, numero 20 del mondo e testa di serie 17, contro la croata Donna Vekic, numero 99 WTA. Primo set incanalato fin dall’inizio per la ex numero 1 al mondo che si porta avanti 4-0 grazie anche grazie agli errori della sua avversaria; da segnalare il settimo game nel quale Wozniacki chiude il parziale 6-1 al quarto set point, i primi tre annullati grazie a una bella smorzata, un doppio fallo e uno schiaffo al volo col dritto ma poi arriva un colpo affossato in rete da parte della Vekic. Nella seconda partita la tennista danese rompe l’equilibrio strappando il servizio all’avversaria nel quinto gioco, va a servire sul 5-2 ma si rilassa troppo dando la possibilità alla tennista croata di rientrare in partita; le velleità vengono spente nel game successivo e Caroline chiude 6-3, replicando il precedente tra le due del 2013 sempre qui a Melbourne (allora finì 6-1 6-4). Donna Vekic quasi mai in partita sotto lo sguardo del suo compagno Wawrinka. Per Wozniacki altro match agevole dopo l’esordio positivo di due giorni fa, al prossimo turno andrà contro una tennista in fiducia come Johanna Konta e vedremo se sarà in grado di poter battere le migliori giocatrici come recentemente dichiarato.
[6] D. Cibulkova b. S.W. Hsieh 6-4 7-6(8) (Diego Serra e Giacome Capra)
Su-Wei Hsieh dà spettacolo sulla Margaret Court Arena ma è Dominika Cibulkova a prendersi la vittoria. Un solo precedente tra le due risalente al torneo di Kuala Lumpur 2014 vinto agevolmente dalla slovacca, attuale numero 6 del mondo, per 6-1 6-2. Hsieh fa subito capire che questa volta non sarà così semplice, dando il benvenuto all’avversaria con una risposta fulminante nel primo punto del match. La 31 enne taipeiana, attuale numero 91 WTA, brekka a 0 Cibulkova alla seconda occasione utile giocando un game perfetto. Dominika però reagisce controbrekkando immediatamente nel gioco successivo e nel sesto game è lei a passare avanti strappando di nuovo il servizio all’avversaria. Su-Wei però gioca benissimo in risposta e recupera lo svantaggio. Il nuovo break subito sul 5-4 però le è fatale e il parziale si conclude 6-4 in favore di Cibulkova. Nel secondo set, al netto delle tante belle giocate della taipeiana, Cibulkova prende in mano la situazione portandosi a servire per il match sul 5-3. Qui però Hsieh è bravissima ad annullare due match point, di cui uno con un vincente sulla riga a conclusione di uno scambio di 22 colpi, e a recuperare in extremis il break. Il parziale ha la sua conclusione al tie-break, che si dimostra equilibratissimo. Hsieh annulla con grande coraggio due palle match e si guadagna anche un set point, sul quale però è la slovacca brava ad annullare con un dritto al volo. Dominika si riporta avanti con un servizio vincente e sul 9-8 la taipeiana, dopo aver comandato il punto, sbaglia una facile chiusura a rete mettendo la parola fine all’incontro. Cibulkova dimostra di essere in ottima forma fisica e mentale vincendo in due set una partita contro un’avversaria che, a dispetto del ranking basso, ha giocato un tennis di alto livello divertendo il pubblico con una vasta gamma di colpi spettacolari. La slovacca raggiunge così il terzo turno dove affronterà la russa Ekaterina Makarova.
Gli altri incontri (Chiara Nardi)
Nei restanti match di giornata si è assistito all’eliminazione di due teste di serie. La prima ad uscire è stata la kazaka Yulia Putintseva, trentunesima favorita del seeding, che è stata estromessa dalla giovane lettone Jelena Ostapenko in due comodi set. la Putintseva conduceva per 3 giochi a 1 prima di subire un parziale di 11 game a 1 da Jelena, che adesso avrà di fronte un ostacolo forse troppo alto per lei, ovvero Karolina Pliskova. Esce anche Alizé Cornet, testa di serie n. 28, per mano della greca Maria Sakkari in tre set. l’ultimo game del match è stato il più lungo, con quattro palle break e tre match point annullati prima del vantaggio decisivo. Al prossimo turno affronterà Miriana Lucic Baroni. Caroline Garcia, testa di serie n. 21, ha avuto bisogno di tre set per superare la connazionale Oceane Dodin. Al terzo turno affronterà la ceca Barbora Strycova, numero 16 del tabellone, che ha sconfitto in due set Andrea Petkovic. Il primo set scorre via veloce grazie soprattutto ai tanti errori della tedesca; il secondo è invece più combattuto e spettacolare. Le sole due palle break sfruttate su 13 a disposizione e i 41 errori hanno fatto la differenza in negativo per Andrea, nonostante un secondo set alla pari contro una giocatrice ispirata e che ha fatto valere la classifica migliore. Accede al terzo turno anche la svizzera Timea Bacsinzsky, dodicesima testa di serie e giustiziera di Camila Giorgi nel turno precedente , che elimina la montenegrina Danka Kovinic. Il primo set è dominato dalla Bacsinzsky, mentre nel secondo deve ringraziare la poca freddezza della Kovinic, che riesce a metterla in difficoltà con i suoi colpi potenti da fondo campo ma si blocca nei momenti decisivi. Al prossimo turno se la vedrà con Daria Gavrilova, testa di serie n. 22, che elimina la promessa croata Ana Konjuh in tre set, con molta tensione e nervosismo nella seconda metà del parziale decisivo. Avanza anche Elena Vesnina, testa di serie n. 14, che incontra qualche difficoltà solo nel momento di chiudere il match contro la lussemburghese Mandy Minella. Adesso affronterà la sorpresa Jennifer Brady, tennista statunitense n. 116 del mondo e alla prima partecipazione nel main draw di uno slam in singolare, che si aggiudica il match contro la britannica Heather Watson per 10-8 al terzo set. Prosegue il cammino nel torneo anche l’altra statunitense Nicole Gibbs, che supera in due set la connazionale Irina Falconi ed ora sfiderà Serena Williams in un match con l’esito forse già scritto.
Risultati:
[9] J. Konta b. N. Osaka 6-4 6-2
[17] C. Wozniacki b. D. Vekic 6-1 6-3
[2] S. Williams vs L. Safarova 6-3 6-4
[5] Ka. Pliskova b. [Q] A. Blinkova 6-0 6-2
[6] D. Cibulkova b. S.W. Hsieh 6-4 7-6(8)
M. Lucic-Baroni b. [3] A. Radwanska 6-3 6-2
[30] E. Makarova b. S. Errani 6-2 3-2 rit.
[22] D. Gavrilova b. A. Konjuh 6-2 1-6 6-4
[14] E. Vesnina b. M. Minella 6-3 6-3
[21] C. Garcia b. O. Dodin 6-7(3) 6-4 6-4
[16] B. Strycova b. A. Petkovic 6-0 7-5
M. Sakkari b. [28] A. Cornet 7-5 4-6 6-1
J. Ostapenko b. [31] Y. Putintseva 6-3 6-1
[12] T. Bacsinszky b. D. Kovinic 6-1 7-6(5)
[Q] J. Brady b. H. Watson 2-6 7-6(3) 10-8
N. Gibbs b. I. Falconi 6-4 6-1
AO: finisce l’era Djokovic a Melbourne
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ATP
Numeri: il dominio di Djokovic nel tennis maschile dal 2011 ad oggi
Dalle settimane trascorse al numero uno al confronto contro gli altri grandi: Ferruccio Roberti raccoglie alcuni dati che testimoniano chi sia stato il più grande di quest’era tennistica

62 – Il numero percentuale delle settimane trascorse come 1 ATP da Novak Djokovic dal 4 luglio 2011 -giorno successivo alla prima vittoria di Wimbledon che lo proiettò sulla cima del ranking – a oggi. Una cifra di per sé impressionante che probabilmente sarebbe potuta essere ancora più significativa se il serbo non avesse saltato la seconda parte del 2017 e se l’anno scorso non avesse scelto di mettersi nelle condizioni di non poter partecipare a due Slam e quattro Masters 1000 (e a Wimbledon i punti fossero stati assegnati).
Altri numeri aiutano a comprendere meglio quanto fatto dal serbo dalla seconda metà del 2011 ad oggi: dal luglio di dodici anni fa ha vinto 19 dei 42 Slam (il 45,2%) e 29 dei 75 (38,6%) Masters 1000 a cui ha preso parte. In questo stesso periodo ha vinto 190 dei 245 (77.6%) match disputati contro colleghi nella top ten e, più in generale, si è imposto in 670 dei 768 incontri disputati (l’87,2%, una percentuale che sale al 89.3 considerando solo le partite non giocate sulla terra rossa). Della prima top 20 che lo vide al numero 1 sono rimasti sul circuito Nadal, Murray, Monfils, Gasquet e Wawrinka, mentre in quella attuale solo l’immenso campione maiorchino e Carreno Busta erano già tennisti professionisti nel momento in cui Djokovic salì per la prima volta al numero 1 del mondo.
Non per fare inutili paragoni tra campioni che hanno avuto ciascuno la loro fantastica parabola, ma per comprendere meglio questo approfondimento sul periodo che parte da quando Nole è diventato numero 1, si può osservare come solo Nadal, di un anno più grande di Djokovic, ha avuto numeri in qualche modo paragonabili al serbo. In questo lasso temporale Rafa ha comunque vinto dodici Slam e diciassette Masters 1000, occupando la prima posizione del ranking ATP per 107 settimane, ma perdendo 18 dei 31 scontri diretti giocati con Novak e sconfiggendolo solo 2 delle 14 volte in cui lo ha affrontato lontano dalla terra battuta. Ancora più pesante lo score con l’altro leggendario “big three”, Roger Federer: nato quasi sei anni prima di Djokovic, compiva di lì a un mese 30 anni la prima volta che Nole diventava numero 1 e ha inevitabilmente pagato la differenza d’età. Ad ogni modo, l’immenso campione svizzero nel periodo che stiamo analizzando ha vinto 4 Slam e 11 Masters 1000, è stato numero 1 ATP per 25 settimane complessive e contro Nole ha vinto 9 delle 27 volte in cui si sono confrontati.
Quando domenica scorsa ha sconfitto in finale degli Australian Open Stefanos Tsitsipas il serbo aveva 35 anni 8 mesi e 6 giorni, ma non è un record: sei volte è accaduto che tennisti più anziani del serbo vincessero uno Slam (il primato assoluto è di Ken Rosewall, che vinse gli Australian Open del 1972 avendo compiuto da poco più di un mese i 37 anni). Così come non è un record di longevità il ritorno al numero 1 del ranking ATP da parte di Djokovic: Roger Federer nel giugno 2018 lo è stato a meno di due mesi dal compiere 37 anni. Quel che impressiona di Nole è piuttosto come a quasi 36 anni riesca ad avere non solo elevatissimi picchi di rendimento -non impossibili ai campioni come lui- ma anche di continuità, una caratteristica molto più rara per gli over 35 negli sport professionistici. A tal riguardo basti pensare che sconfiggendo Tsitsipas pochi giorni fa il serbo ha vinto 38 degli ultimi 40 incontri giocati (e tutti gli 11 match nei quali ha sfidato colleghi nella top 10).
Par | Tit. | Fin. | Part. Gioc. | Part. Vin. | Part. Per. | % Vitt. | % set vinti | % game vinti | % t.b. vinti | |
Australian Open | 18 | 10 | 0 | 97 | 89 | 8 | 91.8 | 82.9 | 62.3 | 63.8 |
Roland Garros | 18 | 2 | 4 | 101 | 85 | 16 | 84.2 | 77.1 | 60.2 | 55.9 |
Wimbledon | 17 | 7 | 1 | 96 | 86 | 10 | 89.6 | 78.7 | 58.6 | 67.2 |
US Open | 16 | 3 | 6 | 94 | 81 | 13 | 86.2 | 76.0 | 60.0 | 61.4 |
Indian Wells | 14 | 5 | 1 | 59 | 50 | 9 | 84.7 | 76.3 | 59.7 | 69.6 |
Miami | 13 | 6 | 1 | 51 | 44 | 7 | 86.3 | 82.1 | 61.6 | 83.3 |
Monte Carlo | 15 | 2 | 2 | 48 | 35 | 13 | 72.9 | 67.0 | 58.0 | 80.0 |
Madrid | 12 | 3 | 0 | 39 | 30 | 9 | 76.9 | 69.6 | 56.0 | 50.0 |
Roma | 16 | 6 | 6 | 74 | 64 | 10 | 86.5 | 76.0 | 59.6 | 63.2 |
Montreal/ Toronto | 11 | 4 | 1 | 44 | 37 | 7 | 84.1 | 79.4 | 58.0 | 73.3 |
Cincinnati | 14 | 2 | 5 | 52 | 40 | 12 | 76.9 | 71.1 | 56.3 | 61.1 |
Shanghai | 9 | 4 | 0 | 39 | 34 | 5 | 87.2 | 81.4 | 61.4 | 71.4 |
Parigi Bercy | 16 | 6 | 3 | 54 | 45 | 9 | 83.3 | 74.2 | 58.3 | 70 |
O2 Arena (ATP Finals) | 11 | 4 | 2 | 46 | 34 | 12 | 73.9 | 68.3 | 56.5 | 70.6 |
Dubai | 12 | 5 | 1 | 50 | 43 | 7 | 86.0 | 78.4 | 59.8 | 69.2 |
Non c’è un centrale che ha fatto la storia recente del tennis a non aver conosciuto le vittorie di Novak Djokovic, unico tennista ad aver conquistato almeno due volte tutti gli Slam, tutti i Masters 1000 (e le ATP Finals). Il decimo successo agli Australian Open, torneo che in assoluto ha vinto più di tutti, fa supporre che con ogni probabilità la Rod Laver Arena sia il campo dove si giocherebbe la sua partita della vita. Più per ricapitolare qualche numero della sua carriera a beneficio dei lettori che per ricavare un dato oggettivo (nel susseguirsi delle edizioni di uno stesso torneo cambiano in parte le condizioni di gioco, basti pensare ad esempio alle modifiche apportate alla superficie e/o alle palline), sono andato a recuperare alcune sue statistiche nei tornei più importanti del circuito e in quelli nei quali ha giocato un elevato numero di match, come Dubai. Dalla tabella in cui sono raccolti i dati arriva la conferma che in effetti gli Australian Open sono il torneo in cui Djokovic ha il più alto rendimento e non solo perché è quello a cui ha preso parte più volte (18, così come al Roland Garros). A Melbourne il serbo vanta la miglior percentuale di vittorie rispetto ai match giocati (91.8%) e di set vinti rispetto a quelli disputati (82.9%). Ovviamente, non sorprende che un sette volte vincitore di Wimbledon abbia numeri eccellenti anche sui campi di Church Road, mentre un pochino stupisce che gli Internazionali d’Italia – dove vanta un ottimo score con sei successi e altrettante finali – siano il torneo sul rosso dove si esprime meglio e in assoluto uno dei migliori per il suo rendimento. In ogni caso numeri incredibili: solo a Monte Carlo, Madrid e Cincinnati (la O2 Arena dove si giocavano le Finals è un discorso a parte, vista l’altissima caratura degli avversari) non ha vinto almeno l’80% delle partite. Not too bad…
Australian Open
Gli outfit dell’Australian Open: trionfa il mix insolito di colori, ma anche il tocco di fresca eleganza
Dal mélange dei colori sgargianti alla tinta unita, fino al tocco classico e un po’ vintage, ecco le mise indossate all’Australian Open

Un Australian Open esplosivo in campo, in tutti i sensi. Il tennis quasi ingiocabile di Novak Djokovic e la potenza devastante di Aryna Sabalenka hanno sbaragliato gli avversari. Non solo. I due campioni di Melbourne Park vincono anche con i loro outfit. Per freschezza ed eleganza quello di Novak, per vistosità, energia psichedelica e originalità quello di Aryna. Tuttavia, la bielorussa stravince anche per come ha scelto di presentarsi nel consueto shooting fotografico con il trofeo, splendida in un abito rosa, romantico e un po’ vintage. C’è però anche chi non ha brillato, né in campo né con la mise, come nel caso della n. 1 del mondo Iga Swiatek. Ma, del resto, come ha detto la stessa Iga in una conferenza stampa, non si può vincere sempre. O come per Stefanos Tsitsipas che, nonostante abbia disputato un torneo pressoché perfetto fino alla finale, nella partita della vita il suo tennis diventa un po’ scialbo e banale, perdendo energia e brillantezza, all’immagine del completo indossato in questi Australian Open.
Nike – Frances Tiafoe, Aryna Sabalenka


Il completo con il quale Frances Tiafoe è sceso in campo a Melbourne ha fatto il giro del web: canotta e pantaloncini con un’unica fantasia maculata e variopinta che lo faceva sembrare uscito da un festival di Rio piuttosto che dallo spogliatoio di un torneo dello Slam. Un look da Tiafoe: nel senso che per non sembrare ridicolo devi avere i suoi bicipiti e la sua “abbronzatura”. Questo completo non era altro che una sintesi di una collezione di Nike che definire vistosa e colorata è dir poco. Ma d’altronde è l’happy slam, giusto? Quindi perché non osare? E in effetti il brand del baffo ha osato tanto. La stessa fantasia l’abbiamo potuta ammirare nel vestito di Sabalenka, alla quale, bisogna dirlo, i colori sgargianti stanno bene e danno quasi risalto al suo carattere tenace. I longilinei e pallidi Sinner e Korda hanno indossato con meno disinvoltura le magliette dal taglio largo e dalle tonalità vivaci (blu cobalto con pantaloncini lilla per l’azzurro e giallo canarino per il figlio di Petr) di Nike. Una collezione accattivante ma non per tutti insomma. (Valerio Vignoli)
Adidas – Stefanos Tsitsipas, Elena Rybakina


Il caso ha voluto che Adidas a Melbourne vestisse i due giocatori, Elena Rybakina e Stefanos Tsitsipas, arrivati a un passo dalla vittoria. La scelta di Adidas per la collazione dedicata agli Australian Open è ricaduta su un mélange di colori accesi mischiati tra loro in sorta di pennellate di tonalità diverse. Così i pantaloncini di Stefanos e il gonnellino di Elena erano un mix variopinto abbinato per Tsitsipas a una semplice maglia bianca e per Rybakina a una canotta nera. Vista la particolare scelta cromatica del pantalone e della gonna sicuramente meglio il contrasto con un colore scuro che l’accostamento al bianco. Outfit femminile ben riuscito, meno quindi quello maschile dove Adidas avrebbe potuto osare maggiormente anche nella scelta della t-shirt. (Chiara Gheza)
Asics – Iga Swiatek

Minimal e un po’ scontato l’outfit di Iga Swiatek. Per l’edizione 2023 dello slam down under, Asics ha puntato su un abbinamento di canotta e shorts dal color lilla appena accennato; in particolare, la canotta reca leggerissime “pennellate” di un giallo sbiadito. Ne risulta un completo, sì, fresco, che ben si addice al clima torrido australiano ma, forse, un po’ troppo anonimo. Anche se la n. 1 del mondo a Melbourne quest’anno non ha brillato (ha perso agli ottavi dalla futura finalista Rybakina), forse avrebbe meritato una mise di maggiore personalità. (Laura Guidobaldi)
New Balance – Coco Gauff e Tommy Paul


Semplice ma comunque efficace la collezione presentata da New Balance per questi Australian Open, indossata dai due principali testimonial del brand, Tommy Paul e Coco Gauff (anche Ben Shelton ha usato vestiti di questo brand ma non è ufficialmente sponsorizzato). Tutta incentrata sull’accostamento di bianco e nero, accompagnato da colori estivi come pesca e arancione. Per certi versi ricordava l’iconica collezione Nike del 2017, anno di una epica finale tra Federer e Nadal. Ma torniamo al presente. T-shirt girocollo per la sorpresa del tabellone maschile Paul, con bordino con motivo a contrasto e bande orizzontali multicolore. Non male i pantaloncini pesca come idea peccato che la tonalità era troppo tenue e sul bianco si notasse troppo poco la differenza. Canotta bianca aderente con buchi laterali e gonna senza troppi fronzoli per Gauff. A dare un po’ di vivacità la fascia arancioni e le sue scarpe personalizzate. Tutto ben fatto ma New Balance ci aveva abituato a completi più sorprendenti e d’impatto per la giovane tennista afroamericana. (Valerio Vignoli)
Yonex – Caroline Garcia, Casper Ruud


Molto grintoso il vestito della Yonex indossato da Caroline Garcia. La francese, che ha chiuso il 2022 con il grande trionfo alle WTA Finals, è scesa in campo a Melbourne con tutta la sua grinta e grandi aspettative anche se, alla fine, la sua corsa è stata fermata agli ottavi di finale da una delle sorprese del torneo, Magda Linette. Ma la grinta e lo slancio in Caroline non mancano mai e l’outfit dell’Australian Open li esprime al massimo: un vestito semplice, dritto, total black ma con un leggero effetto marmorizzato; la parte superiore, una canotta, reca un solo tocco di bianco sul colletto a polo, sul logo del brand e i nomi degli sponsor. Solo i polsini sono diversi, di colore lilla. Un abito non molto fantasioso, certo, ma di grande personalità e adatto al fisico slanciato e atletico di Caroline. Il nero tita unita invece viene spezzato per l’outfit di Casper Ruud. Il bel campione norvegese, che in questi giorni sta brillando sulla copertina di Vogue Scandinavia, in abbinamento alla polo nera ha sfoggiato degli shorts dello stesso color lilla dei polsini di Caroline. Un accostamento un po’ insolito per Ruud che solitamente veste in modo molto classico. Il colore pastello illumina anche le sue scarpe nere, sulla punta e sul tallone. Scelta originale e inaspettata. (Laura Guidobaldi)
Castore – Andy Murray

Uno dei protagonisti di questa edizione degli Australian Open è sicuramente Sir Andy Murray. Lo scozzese, seppur uscito al terzo turno, ha dimostrato di avere un cuore immenso nei match maratona vinti contro Berrettini prima e Kokkinakis poi. Andy è vestito dal marchio britannico Castore Sportswear che per lui ha disegnato un completo classico e molto elegante. Pantaloncino verde scuro e t-shirt bianca con una riga verde che l’attraversa in obliquo. Il logo del brand, un paio di ali spiegate, ben in vista sia sulla maglia che sui polsini bianchi che sul cappellino anch’esso candido. Murray a Melbourne spicca quindi non solo per la tenacia sportiva, ma anche per l’eleganza senza tempo del suo outfit. (Chiara Gheza)
Lacoste – Novak Djokovic


Novak Djokovic non ha sbagliato un colpo in Australia. Nemmeno in fatto di vestiti. Il completo a lui riservato da Lacoste per questa edizione del primo Slam stagionale era moderno e riconoscibile ma al contempo classico e non eccessivo. Abbandonato il verde smeraldo per l’azzurro con dettagli in arancione. Niente più motivi minimalisti in favore di una sorta di bandiera a scacchi sventolante che va a ricoprire l’intera polo: in un tono su tono nella versione serale e in azzurro che sfuma verso l’arancione nella versione diurna, forse la più riuscita delle due, anche perché stacca meglio con il pantaloncino azzurro. Solite scarpe colorate, pure quelle con l’abbinamento di colori reso celebre dai New York Knicks nel Basket di oltreoceano. Il tocco del campione è arrivato però al termine della finale, con la giacca con il numero 22 composto da una serie di piccoli coccodrilli. E, visto il dominio mostrato da Djokovic in campo. in quel di Parigi farebbero meglio a prepararne altre con il numero 23, 24, 25… (Valerio Vignoli)
Lacoste – Daniil Medvedev

Il personal branding è ormai ampiamente utilizzato dai giocatori di tennis per promuovere se stessi e la loro immagine. Basti pensare all’iconico “RF” di Federer, per il quale lo svizzero ha litigato con Nike, o alla stilizzazione delle corna di un toro di Nadal. Di recente pure Sinner ha lanciato il suo marchio, raffigurante una volpe. Con l’inizio del 2023 è venuto il turno di Medvedev. Il suo logo, pensato insieme a Lacoste, rappresenta la sua passione per i videogiochi e ricorda i quattro tasti di una playstation, con le sue iniziali nelle icone di sinistra e destra. Ci si poteva mettere più fantasia insomma. Il suo outfit dimostra però che per quanto riguarda i vestiti il brand del coccodrillo dà ancora dei punti a tanti. Una maglietta rosso fuoco (colore ideale sul blu del cemento australiano) con un colletto a v molto particolare, che fa un effetto finta polo, con una riga bianca a contrasto. Maniche in tessuto traforato, pantaloncini bianchi (e neri) e scarpe bianche. Essenziale e rifinito nei dettagli. In puro stile Lacoste insomma. (Valerio Vignoli)
Hugo Boss – Matteo Berrettini

Non è certo uno Slam fortunato per Matteo Berrettini che esce al primo turno per mano di Andy Murray. Peccato per il marchio Hugo Boss che ha trovato nel giocatore italiano un modello perfetto. Anche a Melbourne Matteo si è distinto infatti per classe ed eleganza con un accostamento di colori adatto a ogni occasione: maglietta bianca e pantaloncino nero. Il tocco modaiolo è stato regalato dalla borsa con la quale Berrettini entrava in campo, sulle stesse tonalità del completo ma dal taglio geometrico ed essenziale. La parola “BOSS” ben in vista sul lato della stessa. Come sempre Matteo promosso per quanto riguarda il lato fashion del tennis. (Chiara Gheza)
Giomila – Camila Giorgi

I completini Giomila, il brand ideato dalla stessa Camila e da sua madre, sono sempre un successo. Peccato che tale formula vincente spesso non accompagni anche i risultati in campo e, in Australia, dopo un buon inizio, la tennista di Macerata è stata travolta al terzo turno da Belinda Bencic. Comunque, in fatto di outfit, Camila ha davvero poche rivali. A Melbourne ha sfoggiato un abbagliante completo rosa fucsia che le stava benissimo. Semplice, in tinta unita (c’era anche la variante nel colore beige, più delicata), il completo mette in luce la silhouette perfetta dell’azzurra, simboleggiando tutta l’energia e l’esplosività del tennis della Giorgi. La canotta, lineare e senza frondoli, accompagna il gonnellino altrettanto semplice ma leggermente mosso e leggero. Un completo semplice e frizzante al tempo stesso, che si addice perfettamente al celeste dei campi di Melbourne Park. (Laura Guidobaldi)
DK One – Jelena Ostapenko

Nei commenti dei precedenti articoli in molti ci hanno fatto notare l’assenza di Jelena Ostapenko, i cui completi, griffati DK One, marchio lettone di solo abbigliamento femminile, non sono passati inosservati di recente. E stavolta abbiamo deciso di rimediare a questa nostra negligenza, anche per celebrare il primo quarto di finale in Australia della tennista baltica. A Melbourne la Ostapenko si è presentata con un outfit un po’ slegato: il taglio retrò sottolineato dall’ mplissimo colletto a polo e dalla gonna a pieghe sormontata da una fascia cozzava con l’abbinamento di colori molto sgargianti come corallo e blu elettrico. Un look sicuramente meno azzardato di quello visto al Roland Garros, un patchwork improbabile di maniche in simil pizzo, fantasia piede de poule e dettagli viola. Ma anche meno identificativo. E a questo punto da Ostapenko ci aspettiamo sempre tanto. Vediamo se riuscirà nuovamente ad alzare l’asticella a Parigi, il suo slam preferito. (Valerio Vignoli)
Lo shooting fotografico della campionessa Aryna Sabalenka

Aryna Sabalenka non trionfa solo in campo conquistando il tanto agognato primo titolo slam ma è vincente anche nella scelta della mise in occasione del tradizionale shooting fotografico con il trofeo. Aryna è uno splendore in un modello romantico, color rosa antico in tinta unita, lungo a tre quarti, semplice ma arricchito quanto basta da decorazioni floreali dello stesso tessuto dell’abito, applicati ai bordi delle mezze maniche e sul collo alto, quasi a formare un collier di fiori. Questi recano un tocco di vivacità anche sulla parte laterale destra del vestito. Lo arricchiscono quanto basta, senza scadere nel kitch, anzi. E poi l’acconciatura, una meraviglia. I capelli sono raccolti in uno chignon dietro la nuca e leggermente appiattito, in stile Ottocento, molto molto raffinato. Insomma, se in campo Sabalenka sa essere una veria furia di potenza e aggressività, nel festeggiamento del giorno più bello della sua carriera, ha scelto di privilegiare grazia, eleganza e romanticismo. (Laura Guidobaldi)
Australian Open
AO Donne, Steve Flink: “Sabalenka ha fatto grandi progressi, sono un po’ preoccupato per Iga Swiatek” [VIDEO ESCLUSIVO]
Il giornalista e Hall of Famer risponde al direttore sul tennis femminile: “Nei prossimi due-tre anni vedremo la migliore Coco Gauff”

0:04 Ubaldo: parlando del torneo femminile, credo si possa dire che, anche se non molti si aspettavano una nuova sconfitta negli ottavi di finale di Iga Swiatek, abbiamo avuto una delle più belle finali degli ultimi anni a livello Slam. Tra Sabalenka e Rybakina abbiamo avuto del buon tennis con pochi break, cosa che accade spesso nel singolare femminile. Abbiamo avuto una finale tra la numero 2 del mondo e una numero 10 che con i duemila punti del successo a Wimbledon sarebbe una top five.
1:09 Flink: Ubaldo sono arrabbiato con te!
1:13 Ubaldo: come mai? (sorride)
1:16 Flink: mi hai tolto le parole di bocca! Sono d’accordo, è stata una splendida finale, e come hai detto tu, è stata una sfida tra due ottime battitrici. Nel primo set Sabalenka ha ceduto il servizio sul quattro pari, e quindi ha perso il il set; ma poi non ha più perso la battuta, e ha vinto con un break per set. Aryna ha messo in campo diciassette ace e solo sette doppi falli, dati molto buoni per lei. Inoltre, il livello di gioco è stato alto, condotto da entrambe in maniera aggressiva. Entrambe hanno giocato molto bene da fondo, soprattutto Sabalenka; non potrei essere più d’accordo sul fatto che questa finale spicca tra quelle giocate nei Major durante l’ultimo biennio. Per come è stata giocata, perché è stata combattuta. Rybakina ha dimostrato che la sua vittoria a Wimbledon non è arrivata per caso, e Sabalenka finalmente c’è l’ha fatta.
L’ho vista più calma, più composta; persino quando ha servito un doppio fallo sul match point nell’ultimo game, non si è disunita. È rimasta concentrata su quello che doveva fare, ha preso un bel respiro e ha chiuso il match; sta crescendo come giocatrice e agonisticamente. Rybakina ha un bel temperamento; possiede un delle migliori prime palle del circuito, e deve migliorare forse la seconda nel kick, altrimenti le migliori ne trarranno vantaggio e lei potrebbe vacillare un attimo, ma aver giocato due finali Slam nell’ultimo anno con una vittoria e per lei incoraggiante. Sabalenka è sempre stata frenetica, sovraeccitata durante i match importanti; questo è un momento fondamentale per lei, non credi Ubaldo? Non dico che vincerà tutti gli Slam, ma ora crede di più in sé stessa.
3:36 Ubaldo: sì, ho visto Sabalenka perdere al Roland Garros da Camila Giorgi; ha commesso tantissimi doppi errori, proprio senza testa, senza voler offendere. E ora, come tu dicevi, aver vinto uno Slam dopo aver perso tre semifinali, le darà una grande fiducia. senz’altro potrà anche migliorare la seconda palla, se consideriamo che ha giocato nella finale un colpo molto piatto; un effetto in kick le permetterebbe di risparmiare qualche doppio fallo.
4:50 Flink: non è stato così male, certo può migliorare. Ha iniziato con un doppio fallo, e ne ha fatto uno sul match point, ma servire solo 7 doppi errori in tre set relativamente lunghi non è male, soprattutto se consideriamo che ha servito 17 ace.
Deve migliorare il kick sulla seconda, ma gioca già bene lo slice; sta migliorando, lo scorso anno ne faceva anche venti a match.
5:35 Ubaldo: se non ricordo male lo scorso anno ha servito 428 doppi errori: una media di 8 a match. Ma alcuni match sono finiti 62 61, quindi era come iniziare da 0-15 ogni turno di servizio!
6:03 Flink: sì Ubaldo, ma non credo che lo vedremo più così. Lei migliorerà ancora, anche negli altri aspetti del gioco. Un particolare a suo favore nella finale è che ha difeso meglio, ha colpito meglio da fondocampo. Puoi fare più cose di Rybakina da entrambe le parti del campo. È davvero completa, sa colpire sopra il capo, sa volleare.
6:48 Ubaldo: dal momento che ama prendere dei rischi, forse la terra battuta è la superficie più pericolosa. Se non riesci a chiudere nei primi quattro scambi, allora più provi più rischi di sbagliare. Comunque come dicevi tu è completa e gioca bene sia dritto che rovescio, mentre il dritto di Rybakina non è tra i migliori.
dal punto di vista di un americano, e stata più brutta la sconfitta di Pegula o di Gauff?
7:40 Flink: Pegula ha avuto un ottimo inizio d’anno; ha battuto Iga Swiatek e in tanti si aspettavano facesse grandi cose; per Coco dobbiamo sempre ricordarci che è giovanissima, quindi una sconfitta è comprensibile. la gente si dimentica la sua età e crede che abbia 25 anni solo perché è nel grande tennis da almeno cinque. Quindi è stata più deludente Pegula.
8:18 Ubaldo: in termini di potenziale chi vedi meglio tra le due?
8:29 Flink: Gauff. Nel lungo periodo; lavorerà molto e migliorerà la seconda palla e il dritto, mentre il rovescio è già ottimo adesso. Ha uno splendido atteggiamento sul campo, sa stare calma. Il suo dritto è traballante, e la sua seconda palla. Le ci vorranno due o tre anni. Pegula può andare meglio quest’anno, ma nei prossimi cinque anni scelgo Coco.
9:21 Ubaldo: parlando di delusioni, Iga Swiatek ha perso 64 64 da Rybakina, mentre Ons Jabeur ha ceduto a Vondrousova 61 57 61, risultato deludente per una numero 2 del seeding.
9:52 Flint: delusione perché abbiamo visto Jabeur perdere la finale di Wimbledon da Rybakina e la finale degli US Open da Swiatek, e quindi ci aspettavamo di più da lei. Nel suo puzzle ci sono così tanti pezzi; colpi bellissimi, il servizio la palla corta. Se non è ispirata accadono cose come quelle in Australia. Ma non sono preoccupato per lei, saprà rifarsi più avanti nella stagione.
Riguardo Swiatek, l’anno scorso ha vinto 37 match di fila fino a Wimbledon. durante la sua striscia vincente ha trionfato a Parigi. Poi ha vinto gli US Open. Non credo la vedremo dominare in questo modo; certo vincerà ancora altri Slam e rimarrà a lungo tra le prime tre o quattro del ranking. Per la consistenza del suo gioco. Ma punto di più su Rybakina. Iga si affida molto al suo gioco in difesa; prova ad essere più aggressiva, cosa che le serve per restare al top, ma non è a suo agio. È stata così convincente a Miami e Indian Wells, e poi a Parigi.
Quest’anno per lei sarà in altalena; potrebbe rimanere numero 1 del mondo, ma non rimarrei scioccato se alla fine della stagione fosse terza o quarta. Sono curioso di vedere cosa combinerà quest’anno; non ha vinto agli US open e adesso ha cominciato l’anno con questa caduta. Sono un po’ preoccupato per lei.
11:56 Ubaldo: penso che non sia facile continuare a vincere per chi non ha nel dritto il proprio colpo migliore. Tu puoi avere il miglior rovescio del mondo; guarda Djokovic. Lui ha probabilmente il miglior rovescio del mondo, specialmente il lungolinea e la risposta, ma i vincenti più importanti li ottiene con il dritto. È anche il limite di Rybakina, che ha un gran rovescio ma un dritto da migliorare.
Steffi Graf invece aveva un rovescio non tra i migliori, ma giocava un dritto straordinario; è difficile dominare a lungo senza un gran dritto.
13:23 Flink: sono d’accordo. L’anno scorso Swiatek ah ha migliorato il colpo e ha giocato diversi vincenti…
13:36 Ubaldo: sulla terra forse, dove hai più tempo per colpire.
13:47 Flint: no, anche agli US Open, ma sono d’accordo su quanto dici sulla terra battuta. Il dritto è importante un po’ per tutte; Rybakina ha un ottimo servizio e quindi può compensare in un game con tre punti diretti. Swiatek ha un servizio buono, non un grande servizio, e quindi non può ricavarci gli stessi punti.
Hai parlato di Steffi: il suo rovescio non era una grande arma, ma sapeva tenere lo slice molto basso per poi riuscire a colpire con il dritto, e lo sapeva fare in maniera meravigliosa.
Il dritto di Swiatek è la chiave; avrà bisogno di migliorarlo del 10-20%.
14:48 Ubaldo: grazie mille Flint, abbiamo spaziato su diversi argomenti di questi Australian Open. Un’ultima cosa: chi vincerà i singolari al Roland Garros?
15:10 Flint: tra le donne dico Swiatek, che gioca sulla sua superficie preferita, dove ha vinto due volte negli ultimi tre anni. Tra gli uomini forse ti aspetti che io dica Nadal per il suo quindicesimo trofeo. Ma non è al meglio, e in Australia si è infortunato ancora, contro McDonald. Penso che Djokovic potrà fare il colpo. Se Nadal sta bene può farcela. Cosa ne dici Ubaldo?
16:02 Ubaldo: che non è più il miglior Rafa; non lo vediamo al meglio da almeno sei mesi. Il favorito sarà Djokovic, anche se è difficile dirlo quattro mesi prima.
16:34 Flint: se Rafa non torna in condizione, Djokovic sarà il favorito. Inoltre, se nemmeno quest’anno potrà giocare negli Stati Uniti, ne trarrà giovamento dal punto di vista fisico, perché si presenterà fresco per la stagione sulla terra battuta.
17:12 Ubaldo: si ritroveranno a Montecarlo.
17:17 Flint: sì, non farà troppa differenza se Djokovic salta due tornei sul duro. Lui è determinato, ha vinto il suo secondo Roland Garros due anni fa e l’anno scorso ha perso nei quarti da Nadal. E’ dura batterlo, anche sulla terra rossa. È il secondo giocatore del mondo sulla terra battuta.
17:41 Ubaldo: grazie Flint, ottimo amico grande collega e… altri complimenti te li farò in privato!
Danilo Gori