Sono i ragazzini vestiti di verde, con tanto di cappellino obbligatorio (è la legge qui a Melbourne) che scorrazzano per il campo a raccogliere e lanciare palline ai campioni. Sono i raccattapalle degli Australian Open, quelli sopravvissuti ad un lungo e rigoroso processo di selezione che inizia addirittura a marzo dell’anno precedente.
Dominika Bucko (14 anni) ed Elias Bucko (12) erano tra i circa 4000 ragazzini ad aver fatto domanda per diventare raccattapalle agli Australian Open. Hanno dovuto superare tre turni di selezione, uno in marzo, uno in aprile ed uno in maggio. “Le selezioni consistevano in circa due ore di esercizi – ci racconta Andrej, il padre dei due fratelli – lanciare la palla, prenderla e farla rotolare per terra. Dopo queste selezioni, avvenute sotto gli occhi dei supervisori, i genitori di circa 450 bambini hanno ricevuto la lettera da Tennis Australia che invitava i loro ragazzi al campo di allenamento”.
La domenica di mezzo dei tre mesi seguenti tutti i selezionati erano tenuti a riunirsi per fare ore di esercizi, e dopo ogni campo i genitori ricevevano un’email con la valutazione dei loro pargoli, ciò che facevano bene, ciò che dovevano migliorare.
“A fine settembre – continua Andrej – è stata annunciato l’elenco di nomi definitivo. Altri tre mesi di sessioni domenicali con presenza obbligatoria, allenamento in dicembre all’Australian Open Wild Card ed in gennaio il giorno di orientamento con Venus e Serena Williams”.
“Tra le oltre 4000 domande ricevute, solo 380 ragazzini riescono ad essere raccattapalle, e quest’anno 300 di loro sono dallo stato del Victoria. Dominika ed Elias sono due tra i 23 fratelli che sono riusciti ad entrare nella squadra finale”.