Statistiche
Finale AO: ace e rovescio le chiavi del successo di Federer
Federer serve bene nei set dispari e risponde bene in quasi tutto il match. Nadal è andato in crescendo, soprattutto con il rovescio male per lui solo il terzo set. Il rovescio di Federer nel quinto ha fatto la differenza, ma entrambi hanno giocato un set finale fantastico

Come sempre accade quando si tratta di Federer e Nadal, moltissimi bei pezzi sono già stati scritti. Per ultimi arrivano i numeri di una finale che è stata certamente memorabile dal punto di vista dell’epica rivalità tra i due, ma che è stata anche molto ben giocata. L’ATP ha stilato una classifica speciale che pone al terzo posto la finale appena disputatasi. Avremo tempo per tornare sui paragoni con le grandi finali del passato tra Federer e Nadal e magari anche sul confronto tra la cavalcata di Federer e quella di Sampras nel 2002 agli US Open come suggeriva un lettore. Oggi però analizziamo i numeri di questo match, cercando di andare oltre al primo sguardo e cercando di isolare ciò che riteniamo possa esser stato cruciale nel decidere il vincintore.
Il quadro generale
Senza guardare i numeri, la partita ha mostrato due cose: la straordinaria capacità di giocare i punti importanti da parte di entrambi e la tenuta del rovescio in top di Federer sulla celeberrima diagonale che lo ha sempre visto soccombere. Ma ci sono altri due fattori determinanti, guardando le statistiche:
– quando Fededer ha servito più del 75% di punti con la prima, ha vinto il set;
– quando Federer ha vinto più del 51% degli scambi medi (4-9 colpi), ha vinto il set.
L’importanza della prima di Federer contro Nadal è da sempre cruciale. Nel 2009 servì il 52% di prime, quest’anno il 62%, un numero di poco sufficiente. Anche la capacità di chiudere lo scambio in fretta è sempre stata fondamentale, ma questa volta Federer ha vinto scambi lunghissimi, come il più lungo del match (26 colpi), lo scambio simbolo dell’impresa, terminato con un eccezionale colpo di controbalzo lungolinea che ha dato a Federer la quarta delle cinque palle break nel decisivo ottavo gioco del quinto set. Se i numeri non ci dicono quanto Federer sia stato bravo a giocare in controbalzo, ci dicono quanto siano stati bravi Nadal e Federer a spingere nei momenti determinanti. Su questo ritorneremo dopo. Ora andiamo più a fondo con i singoli parametri e set.
I numeri complessivi
Se guardiamo alla classica tabella che presentano l’ATP o in questo caso il sito ufficiale degli Australian Open, alcuni dati pesano più di altri.
– Federer ha un bilancio di +17 punti con il servizio (20 ace);
– Federer ha servito meno prime (62% vs. 73%), ma ha ottenuto più di Nadal con la prima (76% vs. 63%) e meno con la seconda (49% vs 56%);
– Federer ha risposto meglio, vincendo il 39% dei punti, Nadal il 34%;
– Federer è stato più cinico di Nadal sulle palle break (30% vs 24%);
– Federer ha un differenziale vincenti-non forzati di +16, Nadal di +7.
Presi così, però, questi numeri non dicono molto. Forse un numero che dice qualcosa è quello relativo al computo totale dei punti vinti: ben 11 in più per Federer. Ad inizio quinto set, i due avevano fatto lo stesso numero di punti. Di questi 11 punti, 10 si concentrano nella striscia decisiva: dal 32 A-40, servizio Nadal, Federer ha inanellato una striscia che lo ha portato sul 43 Federer, 0-40 su servizio di Nadal. Per capire meglio le chiavi del match, dobbiamo sezionare i singoli set. Ognuno ha i propri segreti da svelare.
Set 1
Il primo set è quello in cui i due hanno corso meno, poco più di 500 metri ciascuno. In tutti i set i due hanno corso praticamente lo stesso, solo nel quinto Federer riuscirà a far correre Nadal. Ecco le chiavi di questo set:
– Federer vince il 93% di punti con la prima e serve 4 ace;
– Federer fa due punti su tre (67%) con la seconda e non concede palle break;
– Nadal non riesce a rispondere (17% di punti vinti in risposta);
– Federer fa 13 vincenti, di cui 5 con il dritto da fondo e 4 a rete;
– entrambi sbagliano con il rovescio (4 errori per Federer e 5 per Nadal)
Riassumendo, la chiave del primo set è stata l’incapacità di Nadal a rispondere al servizio di Federer, che ha spinto con il dritto ed attaccando 7 volte la rete. Rovesci ancora da registrare. Il game del break è stato il più bello dal punto di vista del differenziale W-UF (+3), con Federer che ha preso il break spingendo e chiudendo con un vincente.
Set 2
La situazione si ribalta nel secondo set:
– Federer smarrisce il servizio (0 ace, 56% di punti vinti con la prima);
– Nadal risponde alla grande (48% di punti vinti in risposta, 2 risposte vincenti);
– Federer continua a scendere a rete (8 volte), ma sbaglia troppo con il dritto (8 errori da fondo);
Federer perde il set a causa del servizio deficitario, ma anche a causa del dritto. Il dritto calerà poi nel quarto, con analoghi risultati. È l’unico set in cui Federer non ottiene neppure un punto diretto con ace, servizio vincente o risposta vincente. Nadal trova il miglior set alla risposta.
Set 3
Nel primo game Federer si aggrappa agli ace: addirittura tre su tre palle break non consecutive, tutti da sinistra, tutti con Nadal troppo lontano dalla riga di fondo.
– Federer alza il livello al servizio (82% di punti vinti con la prima);
– Federer risponde benissimo (54% di punti in risposta);
– Nadal ha una seconda debolissima (29% di punti vinti);
– Federer va meno a rete (5) e sceglie gli scambi da fondo;
Federer ha disinnescato il servizio da sinistra di Nadal, che da inizio quarto inizierà a servire al corpo. Questo set è il peggiore al servizio per Nadal, che serve male ed ha anche le velocità più basse al servizio dell’intero match. Il rovescio di Federer, ottimo in risposta, non è ancora salito completamente in questo terzo set, da fondo commette 5 errori (come nel secondo, 4 nel primo), ma ora fornisce anche 3 vincenti pesanti. Solo due vincenti di dritto da fondo per Nadal nel terzo set.
Set 4
Forse il set meno emozionante, è anche il peggiore nel differenziale vincenti-non forzati se togliamo il servizio. Sale Nadal, non cala soltanto Federer:
– Federer serve 5 ace, ma diventa vulnerabile sulla seconda (33% di punti);
– Federer torna ad andare a rete (8), ma sbaglia tantissimo di dritto da fondo (3-8);
– Nadal cresce con il dritto da fondo (4-2) e concede pochissimo al servizio (75%, 78% punti con prima e seconda.
Più di ogni altra cosa, la differenza è fatta dagli errori di dritto da fondo di Federer e dalla resa della seconda di servizio: eccezionale per Rafa (78%) grazie a molti servizi al corpo, pessima per Federer (33%). Da metà secondo set, Federer ritrova gli ace, addirittura 4 in un game (sull’1-4). Su 20 ace, Federer ne ha concentrati 10 in tre game, di cui due cruciali: il primo del terzo set, il quarto del quarto set e l’ultimo game del match.
Set 5
Il quinto set è un set memorabile per qualità. Salgono entrambi, come fanno i veri campioni. Nessun game ha un bilancio in negativo W-UF. Ed anche togliendo i vincenti diretti al servizio, nessun game è in negativo e ben 7 game su 9 sono in attivo. Il miglior game è il secondo, con ben 7 vincenti (4 errori non forzati). Considerando anche il servizio, l’ultimo game è il migliore dell’intero match (7-2, con ben 3 ace di Federer), al pari del quarto game del terzo.
– Federer fa 11 punti più di Nadal in questo set, di cui 10 consecutivi;
– Federer va molto a rete (12 volte!) e gioca addirittura 23 vincenti;
– Federer perde la prima (52%), ma quando entra fa l’80% di punti, con 5 ace di cui 3 nel game finale;
– Federer risponde benissimo (50% di punti vinti), nonostante Nadal serva l’85% di prime;
– eccezionale il rovescio di Federer (8 vincenti da fondo su 14 totali nel match);
– Nadal trova finalmente il dritto vincente da fondo (7), ma spingendo va fuoti giri e commette 6 errori di cui almeno due gravissimi;
– Nadal cresce con il rovescio da fondo (4 vincenti) e trova finalmente il passante (3);
In un match in cui Nadal passa pochissimo (5), trova 3 passanti vincenti nel quinto, ma Federer ottiene comunque 9 punti pesanti a rete. Il rovescio di Federer, soprattutto la setacciata incrociata a tutto braccio, porta ben 8 punti da fondo, un vincente più del dritto di Nadal, dato incredibile. Ma Federer ha anche un ottimo 8-4 con il dritto da fondo e fa correre Nadal per quasi 1 Km in questo quinto set, sfiancandolo.
La qualità del gioco: l’eccezionale quinto set di entrambi
Complessivamente, Federer ha +16 W-UF, ma negli scambi è -1, quindi il servizio è stato fondamentale. Tuttavia, analizziamo meglio la distribuzione di questi numeri.
Federer ha un bilancio complessivo di -9 da fondo, interamente dovuto al rovescio (-9). Ma nel quinto, il rovescio è in positivo (+3), come il dritto (+4). Il quinto set da fondo segna un +7 per Federer. In tutto il match Federer è 28-28 con il dritto e 14-23 con il rovescio dalla baseline, ma dei 42 vincenti da fondo, Federer ne ha giocati 16 nel quinto set. Addirittura, nel quinto set, Federer ha ottenuto il 78% di vincenti dallo scambio (18/23), nel set peggiore, il quarto, solo il 45% (5/11).
A rete, Federer vanta un buon +8, con il miglior risultato (+4) nel primo. Nadal è andato raramente ed ha 2 vincenti a rete. Non si è andati molto a rete: 62 volte su 289 punti, poco più di una volta ogni cinque punti (21.4%), circa una volta a game. Questo in un match dove ci sarebbero stati forse più spazi, dato che la velocità del servizio (171 Km/h media complessiva per Federer, 170 Km/h per Nadal) lo avrebbe consentito. Federer ha servito mediamente la prima ad 8 Km/h più di Nadal, che però ha servito più velocemente la seconda (+3Km/h).
Anche Nadal è cresciuto nel quinto. Se prendiamo i singoli set e togliamo i punti diretti vinti o persi con il servizio e la risposta, Nadal è in negativo sullo scambio solo nel terzo set (-3), quasi in pari nel primo (+1), nel secondo (=) e nel quarto (+2), bene nel quinto (+5). Degli 8 vincenti da fondo di rovescio, 4 Nadal li ha giocati nel quinto, sommando dritto da fondo (20-14, +6) e rovescio da fondo (8-11, -3), Nadal ha un complessivo +3, ma nel quinto ha giocato ben 11 vincenti da fondo.
Sezionando le singole quantità, abbiamo questo bilancio W-UF:
– Federer +16: servizio +17, risposta 0, baseline -9, volo+smash +8;
– Nadal +7: servizio +2, risposta -2, baseline +5, volo+smash +2.
Sommando tutti i punti giocati oltre i due colpi (servizio e risposta), abbiamo: Federer -1, Nadal +7.
Soprattutto nell’ultima parte del match il livello è salito tantissimo. Se togliamo i punti diretti al servizio (anche i doppi falli, non solo ace, servizi vincenti e risposte vincenti), il differenziale W-UF è positivo in 18 game. Questo metodo consente di trovare tre momenti di gioco di alta qualità:
– a metà secondo set, dal 3-0 Nadal al 5-3, tre game su quattro hanno un bilancio positivo;
– ad inizio terzo set, dall’1-0 Federer al 3-1, tre game consecutivi in positivo;
– i primi 5 game del quinto hanno bilancio positivo, complessivamente +11.
In particolare, i game più belli del match secondo questi criteri sono proprio il quarto game del terzo set (7-2, con un ace, quindi +4 sugli scambi) ed il secondo game del quinto set (7-3, +4).
Decidere il proprio destino
Le palle break sono state tante, 20 per Federer, 17 per Nadal. Otto anni fa Federer ne ottenne una in meno e ne convertì sempre sei. La differenza fu tutta nelle palle break trasformate da Nadal, ben tre in più, pur avendone ottenuta una in meno. Come hanno giocato sulle palle break?
Nel primo set Federer ha ottenuto il break nell’unica occasione con un vincente. Nel secondo set su otto occasioni, tre volte ha spinto Federer, tre Nadal, due sono terminate con errori non forzati non in spinta. Il secondo break di Nadal è stato ottenuto grazie ad un non forzato di Federer, il break di Federer grazie ad un vincente. Dieci palle break nel terzo set, un solo errore non forzato, sei volte è Federer a spingere (si prende il secondo break con un vincente), tre Nadal, che però regala il primo break con un errore. Nel quarto solo 3 palle break, in cui spinge due volte Federer ed una Nadal. Nel quinto Federer rompe le catene e spinge sette volte, Nadal quattro, ma ci sono ben quattro errori non forzati sulle quindici palle break totali concesse in questo set finale, gravissimo quello di Nadal sul 2-3.
Riassumendo, su 37 palle break, 19 volte ha spinto Federer (51%), 11 volte Nadal (30%), in 7 occasioni è arrivato un errore non forzato (19%). È dunque stato Federer ad essere più artefice del proprio destino. In particolare, dei sei break ottenuti, Federer ne ha strappati tre con dei vincenti, uno costringendo all’errore forzato Nadal, due grazie a non forzati di Nadal. Dei quattro break ottenuti, Nadal ha costretto due volte Federer al forzato, negli altri due casi è stato Federer a regalare il break con un non forzato.
ATP
Un occhio ai numeri: è stato il dritto di Sinner a fare la differenza contro Fritz
19 vincenti, oltre 120 km/h di velocità media e una “shot quality” di 8.9: (anche) così Jannik si è preso la semifinale a Indian Wells

Una prestazione da 9 in pagella ha permesso a Jannik Sinner di superare il campione in carica di Indian Wells Taylor Fritz e di ottenere la seconda semifinale in un Masters 1000. Il 9 Jannik se l’è guadagnato per quanto fatto vedere nell’arco dei tre set, ma è soprattutto il suo dritto ad aver meritato un voto così alto. Non a caso, è la stessa ATP ad averglielo assegnato in collaborazione con Tennis Insights che dalla fine dello scorso anno fornisce nuove misure statistiche in grado di offrire nuove prospettive sull’andamento dei match. Tra questi innovativi dati c’è anche la shot quality che viene tradotta in un punteggio su una scala da 0 a 10. Ebbene, il dritto di Sinner nel match contro Fritz ha raggiunto una quotazione di 8.9. Ma rendiamo meglio l’idea di cosa ciò significhi: il punteggio medio nel circuito è di 7.2.
La domanda che sorge spontanea è però come venga calcolata questa misura. Alla base di tutto c’è l’intelligenza artificiale che riconosce che ogni tipo di colpo (dritto, rovescio servizio, smorzata, etc.) richiede una diversa combinazione di vari fattori e che elabora i dati di tracciamento della palla e del giocatore. Il calcolo della shot quality avviene in tempo reale analizzando velocità, spin, profondità, angolazione e impatto sull’avversario di ogni colpo. Inoltre, vengono prese in considerazione anche le caratteristiche del colpo immediatamente precedente dell’avversario: maggiore è la qualità della palla proveniente dall’altra parte del campo, infatti, più difficile sarà controbattere con un colpo in modo altrettanto qualitativo.
Le statistiche messe insieme da Sinner sul dritto contro Fritz sono a dir poco impressionanti e rendono giustizia a quell’8.9. L’azzurro ha tirato 184 volte questo colpo, sbagliandone solo il 10%. La velocità media è stata di 122 km/h, quella massima, invece, ha toccato i 168 km/h. Questa punta è stata raggiunta da Jannik nel corso del suo primo turno di battuta, proprio quando ha dovuto annullare l’unica palla break del set. Con quel dritto fulminante, a cui ne sono seguiti altri tre tutti sopra i 150 km/h, il 21enne di San Candido ha difeso il vantaggio conquistato nel game precedente in cui aveva strappato il servizio all’americano.
In totale Sinner ha messo a segno 19 vincenti con il dritto, ben 11 in più rispetto a Fritz che pure non è uno che si limita a rimettere la palla in campo quando può colpire dal suo lato destro. I gratuiti di Jannik sono stati 18 e anche in questa statistica la differenza con Taylor è di 11 unità, ma questa volta è davanti, a suo discapito, il californiano. Insomma, il gap è evidente qualsiasi dato si metta a fuoco. Un ultimo numero importante è quello che si trova alla voce net clearance, ovvero l’altezza media – in questo caso del dritto – sopra la rete. 71 cm, un dato di poco superiore alla media del circuito maschile e quindi piuttosto incoraggiante: Sinner non dispone, né vuole disporre per caratteristiche di gioco, del top di Nadal che ha permesso allo spagnolo di raggiungere nel corso della carriera picchi di net clearance superiore al metro e venti, ma ha comunque bisogno di aumentare la sua solidità da fondocampo prendendosi margini più ampi, pur senza eccedere.
Non è un caso, a tal proposito, che Jannik abbia fatto suoi 24 dei 31 scambi che si sono protratti oltre il nono colpo: un dato che porta a galla anche i progressi fatti dall’altoatesino dal punto di vista fisico e che si colloca all’interno di una tendenza che si era palesata già nella recente finale di Rotterdam con Medvedev, quando Sinner era riuscito a fare partita pari proprio nei punti più lunghi e faticosi (29 pari negli scambi sopra i nove colpi).
A conclusione di questo focus statistico, possiamo affermare che forse si è parlato fin troppo della necessità di Sinner di aumentare l’efficacia del suo servizio e di migliorare nel gioco a rete, mentre si è persa di vista un’altra chiave fondamentale, rappresentata proprio dal dritto. Sinner non è certamente basso, ma rimane difficile pretendere da lui un numero di ace pari a quello che possono mettere insieme giocatori come Medvedev, Berrettini, Aliassime, Tsitsipas e Zverev (e comunque la differenza si sta assottigliando – qui un’analisi specifica su questo colpo, confrontato a quello di Medvedev nella finale di Rotterdam, ad opera di Federico Bertelli). Per quanto riguarda il gioco al volo (aspetto nel quale Jannik si sente sempre più sicuro, come lui stesso ha detto nella conferenza stampa dopo la vittoria su Fritz), invece, è chiaro che una maggiore efficacia a rete è legata ai colpi con cui ci si arriva e un buon dritto in avanzamento non può che facilitare il compito.
Flash
Numeri: sul cemento nessuno ne ha vinte più di Medvedev. Ma in percentuale spicca Djokovic
112 partite vinte su cemento outdoor dal 2019 a oggi: nessuno meglio di Daniil Medvedev. Lo inseguono Rublev e Fritz

112- le partite vinte sul cemento all’aperto da Daniil Medvedev a partire dall’estate 2019. L’ex numero 1 del mondo è tornato prepotentemente alla ribalta nelle ultime settimane, durante le quali ha vinto tre tornei consecutivi (Rotterdam, Doha e Dubai). Un ruolino di marcia davvero impressionante, anche perché Medvedev per accumulare i 1250 punti raccolti (e gli oltre 1 milione e 130 mila euro di montepremi guadagnati) in queste quattordici partite vinte (nelle quali ha perso appena tre set), ha sconfitto top 20 come Sinner e Coric, top ten del valore di Auger-Aliassime (due volte) e Rublev. Soprattutto, nella bella semifinale di Dubai Daniil si è imposto nettamente contro un grande campione reduce da una impressionante serie di successi, Djokovic, legittimando le speranze di ritorno ad altissimi livelli da parte dei suoi tifosi sparsi per il mondo, accumulati durante le 16 settimane passate come numero 1 del mondo e le altre 129 già trascorse in top 5 ATP.
I recentissimi risultati di Medvedev non sorprendono però più di tanto e non solo perchè Daniil tra fine 2020 e inizio 2021 ha inanellato una serie di partite vinte ben più lunga (20, terminata con la finale degli Australian Open persa contro Djokovic). Non va infatti dimenticato che Doha e Dubai si giocano su campi in cemento outdoor e nessun suo collega ha vinto -in queste condizioni di gioco- tante partite come riuscito al 27enne tennista moscovita. Daniil, quasi quattro anni fa, entrato da poco meno di un mese nella top ten, ha dato una svolta alla sua carriera con un piuttosto repentino miglioramento del suo rendimento. La sua ascesa definitiva nei grandi tennisti del decennio è iniziata con la finale persa contro Kyrgios a inizio agosto 2019 all’ATP 500 di Washington: da quella settimana nella capitale statunitense Medvedev ha inanellato una serie di risultati che lo ha imposto all’attenzione generale come uno dei tennisti più forti al mondo, in particolar modo quando si gioca sul cemento, indoor o outdoor che sia. Nel suddetto periodo nei palasport europei ha vinto il Masters 1000 di Parigi-Bercy, le ATP Finals e ben altri quattro tornei (l’ultimo a Rotterdam meno di un mese fa): una quantità di titoli non raggiunta da nessun altro collega e che testimonia il suo valore assoluto sui campi indoor.
Ma è soprattutto sul cemento all’aperto, superficie sulla quale ha giocato inevitabilmente anche molto di più, che la sua credibilità di grande campione è confermata anche statisticamente, nonostante un 2022 non brillante, chiuso “solo” da 7 ATP e con appena due titoli aggiunti nella sua bacheca, l’ATP 250 di Los cabos e l’ATP 500 di Vienna. Per verificarlo, basta dare un’occhiata alla tabella 1, nella quale sono raggruppate una serie di statistiche dei giocatori più forti (secondo l’attuale classifica ATP) e di alcuni specialisti eccellenti come Sasha Zverev e Nick Kyrgios. Ci si rende facilmente conto della pregevole portata dei risultati di Medvedev quando ha partecipato a tornei che si giocavano sul cemento all’aperto. Non solo Daniil ha vinto con ampio margine più partite di tutti (come detto, ben 112, con il secondo, Rublev, fermo a 86), ma è dietro al solo Djokovic nella percentuale di match vinti (83.6%, una statistica davvero impressionante, anche rapportandola al grandissimo numero di partite giocate, ben 134). Medvedev è inferiore al solo campione serbo pure nella percentuale (78.9) di set vinti, così come è secondo -tra i colleghi che li hanno affrontati almeno cinque volte- nel bilancio contro i top 5, mentre è primo in assoluto (con un notevolissimo 12-1) contro tennisti tra la sesta e la decima posizione ATP. Quello che impressiona è la qualità dei numerosi successi di Daniil: delle 112 partite vinte, ben 17 sono arrivate contro top 10, e altre 15 sono contro tennisti comunque nella top 20. Che teoricamente Daniil non sia secondo a nessuno quando si gioca sul cemento all’aperto lo testimoniano anche gli scontri diretti: contro Djokovic, che pure in molte categorie ha numeri qualitativamente superiori ai suoi, Daniil dall’estate del 2019 ha giocato sul cemento all’aperto sei volte, vincendone tre. Nel periodo considerato, dando un’occhiata agli h2h contro alcuni degli avversari più forti, è 2-0 con Zverev e 3-1 con Tsitsipas, mentre è sotto 1-3 con Kyrgios e 0-3 con Nadal.
La continuità ad altissimo livello di Medvedev è testimoniata anche dalla seconda tabella che ho preparato, nella quale sono indicati i principali piazzamenti ottenuti da ciascuno dei giocatori presi in considerazione. Il russo dall’estate di quattro anni fa ha raggiunto ben dodici finali in tornei che si giocavano sul cemento all’aperto -numero ineguagliato dai colleghi- dalle quali ha raccolto ben sette titoli. Il solo Djokovic ne ha vinti altrettanti, ma va in verità evidenziato come il serbo abbia conquistato un numero maggiore, tre, della categoria più importante del circuito, i Major. Medvedev, che pure ha vinto lo US Open nel 2021, paga in tal senso lo scotto di aver raggiunto “inutilmente” ben altre tre finali Slam (due delle quali perse piuttosto rocambolescamente con Nadal). Al russo non basta di certo la grande soddisfazione di essere il tennista ad aver vinto più Masters 1000, ben tre, sul cemento all’aperto negli ultimi quattro anni: dal ritrovare fame tennistica e serenità in campo e, soprattutto, dal miglioramento del suo bottino negli Slam e del proprio tennis quando gioca su terra rossa ed erba passano le fortune della sua ancora giovane carriera.
Tabella 1- Risultati sul cemento all’aperto a partire da luglio 2019
Giocatore | Tornei giocati | Partite W-L TOT | Set W-L TOT | Partite W-L Vs top 5 ATP | Partite W-L Vs 6-10 ATP | Partite W-L Vs 11-20 ATP |
Djokovic | 15 | 75-9 (89.3%) | 187-42 (81.7%) | 7-2 (77.8%) | 8-3 (72.7%) | 10-1 (90.9) |
Medvedev | 27 | 112-22 (83.6%) | 276-74 (78.9%) | 5-9 (35.7%) | 12-1 (92.3%) | 15-5 (75%) |
Alcaraz | 14 | 31-12 (72.1%) | 81-40 (66.9%) | 2-1 (66.7%) | 2-2 (50%) | 7-2 (77.8%) |
Tsitsipas | 27 | 73-30 (70.9%) | 182-102 (64.1%) | 3-7 (30%) | 3-1 (75%) | 11-4 (73.3%) |
Ruud | 26 | 43-27 (61.4%) | 107-79 (57.5%) | 1-4 (20%) | 1-3 (25%) | 7-5 (58.3%) |
Fritz | 41 | 78-42 (65%) | 194-128 (60.2%) | 2-6 (25%) | 5-2 (71.4%) | 12-5 (70.5%) |
Rublev | 36 | 86-32 (72.9%) | 207-99 (67.6%) | 2-4 (33.3%) | 4-4 (50%) | 8-4 (66.7%) |
Nadal | 13 | 52-11 (82.5%) | 137-45 (75.3%) | 3-2 (60%) | 2-1 (66.6%) | 7-3 (70%) |
Auger-Aliassime | 31 | 52-38 (57.8%) | 133-108 (55,1%) | 1-6 (14.3%) | 1-5 (16%) | 6-3 (66.7%) |
Sinner | 23 | 49-20 (71%) | 125-195 (64.1%) | 0-4 (0%) | 0-1 (0%) | 5-3 (62.5%) |
Zverev | 23 | 65-27 (70.7%) | 175-261 (67%) | 4-7 (36.4%) | 1-6 (14.3%) | 10-4 (71.4%) |
Kyrgios | 21 | 43-19 (69.4%) | 108-56 (65.9%) | 2-4 (33.3%) | 5-3 (62.5%) | 2-2 (50%) |
Tabella 2- Principali piazzamenti sul cemento all’aperto a partire da luglio 2019
Bilancio Complessivo Titoli/finali | Titoli/Finali Slam | Titoli/Finali Masters 1000-Olimp. | Titoli/Finali ATP 500 | Titoli /Finali ATP 250 | |
Djokovic | 7-1 | 3-1 | 1-0 | 2-0 | 1-0 |
Medvedev | 7-5 | 1-3 | 3-1 | 1-1 | 2-0 |
Alcaraz | 2-0 | 1-0 | 1-0 | 0-0 | 0-0 |
Tsitsipas | 0-5 | 0-1 | 0-1 | 0-3 | 0-0 |
Ruud | 1-2 | 0-1 | 0-1 | 0-0 | 1-0 |
Fritz | 3-3 | 0-0 | 1-0 | 1-1 | 1-2 |
Rublev | 4-2 | 0-0 | 0-1 | 1-1 | 3-0 |
Nadal | 6-1 | 2-0 | 1-1 | 2-0 | 1-0 |
Auger-Aliassime | 0-1 | 0-0 | 0-0 | 0-0 | 0-1 |
Sinner | 2-1 | 0-0 | 0-1 | 1-0 | 1-0 |
Zverev | 3-2 | 0-1 | 2-1 | 1-0 | 0-0 |
Kyrgios | 2-0 | 0-0 | 0-0 | 2-0 | 0-0 |
evidenza
Sinner – Medvedev ai raggi X: manca ancora qualcosa al servizio, ma la crescita di Jannik negli scambi prolungati è reale
Un Sinner in crescita sbatte contro il fuoco di sbarramento di Medvedev, che tira fuori il suo miglior tennis

Visto il successo della scorsa settimana vi proponiamo un altro articolo di approfondimento sul nostro Jannik, uscito purtroppo sconfitto contro un Medvedev che ha alzato i giri del proprio motore e ha mandato al tappeto il nostro. Per la cronaca puntuale del match vi rimandiamo all’articolo a firma di Michelangelo Sottili.
La partita di oggi rappresentava una sorta di test di maturità per l’azzurro che è uscito battuto, ma ha dimostrato di essere sulla strada giusta. Il problema semmai è che per scalzare un top 5 che gioca da tale serva ancora qualcosina.
Riepilogo generale: anche stavolta approfittiamo per presentare una elaborazione nostra delle principali dimensioni di analisi rispetto a servizio e risposta:
i dati sono i seguenti (tutti i valori sono espressi in termini percentuali, lungo gli assi del grafico a “radar”):
- 1st_in à prime di servizio in campo
- 1st_won à punti vinti sulla prima di servizio
- 2nd_won à punti vinti sulla seconda di servizio
- Bp_saved à break point salvati
- Bp_converted à break point convertiti
- 1st_ret_won à punti vinti in risposta sulla prima di servizio dell’avversario
- 2nd_ret_won à punti vinti in risposta sulla seconda di servizio dell’avversario
- Pt_won à punti vinti
- Ret_Won à punti vinti in risposta
- Srv_won à punti vinti al servizi

Il vantaggio di questa visualizzazione è quello di vedere immediatamente la dominanza di un giocatore rispetto all’altro per le varie dimensioni di analisi. Quello che si vede è innanzitutto come il grosso della differenza l’abbia fatta la capacità di Medvedev di elevare la % di prime di servizio in campo dopo il primo set. Di solito a questi livelli un gap di primi di servizio in campo di oltre il 12% è un handicap considerevole e quindi tanto di cappello a Daniil per aver scalato un paio di marce del suo gioco. Interessante invece vedere che a livello di rendimento sulle seconde di servizio Jannik sia riuscito a fare match pari; in realtà si tratta di un dato estremamente confortante considerando la qualità del russo in palleggio e che la partita si sia giocata spesso e volentieri su scambi prolungati. Certo una bella differenza per Sinner rispetto al match di domenica scorsa contro Cressy.
Direzioni al servizio: sulla base del charting (mappatura) che potete trovare in fondo all’articolo – abbiamo rappresentato graficamente nel dettaglio le scelte al servizio dei due giocatori:
I grafici si leggono in questo modo: le frecce azzurre rappresentano le direzioni dei servizi dal lato della parità (con i giocatori che servono da destra verso sinistra). Le frecce gialle invece rappresentano le direzioni dei servizi dal lato del vantaggio (con i giocatori che servono da sinistra verso destra). Lo spessore della freccia da visivamente conto di quanto sia stata pronunciata la scelta di una determinata direzione rispetto all’altra. I valori sono espressi in percentuale, con l’area di servizio che è divisa in 6 aree:
- Servizi dal lato della parità
- Servizi ad uscire (wide)
- Servizi centrali (body)
- Servizi sulla “T” del servizio
- Servizi dal lato del vantaggio
- Servizi ad uscire (wide)
- Servizi centrali (body)
- Servizi sulla “T” del servizio
Con riferimento alle scelte sulla prima di servizio abbiamo delle previsioni abbastanza simili, eccetto la distribuzione della prima ad uscire dal lato della parità. In questo caso Medvedev ha avuto una maggiore decisione nel cercare l’angolo aperto.

Dal lato della seconda di servizio la scelta di Sinner è stata prevalentemente quella di cercare un servizio con rimbalzo centrale, carico di kick, con la volontà di dare pochi angoli a Medvedev in risposta. Dal canto suo il russo sulla seconda ha privilegiato anche in questo caso una maggiore ricerca degli angoli esterni. In termini di efficienza delle scelte invece possiamo vedere che Sinner avrebbe potuto privilegiare maggiormente la prima di servizio ad uscire dal lato della parità, mentre in generale ha avuto difficoltà a mandare fuori posizione Medvedev dal lato del vantaggio: in questa situazione di gioco il russo è stato molto bravo a gestire i servizi esterni di Jannik e a far partire lo scambio spesso e volentieri. Da parte sua invece Medvedev è quasi sempre riuscito a costruirsi situazioni di vantaggio sulla prima riuscendo anche a smazzare i servizi al centro e ad uscire con buona variabilità.

Performance in risposta: entrambi i giocatori sono stati estremante conservativi, in quanto in pochissime occasioni hanno cercato di entrare in maniera incisiva sulla seconda di servizio dell’avversario. In particolare Sinner quando Medvedev ha servito una seconda, nel 12% delle occasioni è riuscito ad essere aggressivo e in tutte quelle occasioni è riuscito a portare a casa il punto. Il problema per l’azzurro è stato che le seconde scodellate da Medvedev sono state veramente pochine, per cui lo spazio probabilmente era poco. Ciò non toglie che col passare del match e con l’aumentare della pressione imposta dal nativo di Mosca una soluzione sarebbe potuta essere un fuori tutto con risposte a tutta. Ecco, questo ad esempio potrebbe essere una chiave per lo sviluppo futuro di Jannik, la capacità di aggredire di Jannik sulle seconde dell’avversario. Medvedev invece, si è sempre placidamente posizionato dai teloni di fondocampo, macinando gioco e riducendo al minimo i servizi vincenti per Sinner.

Eloquente in questo senso la grafica della posizione in risposta del russo, sia sulla prima che sulla seconda di servizio:


Sinner invece ha avuto un approccio pià propositivo, sia sulla prima che sulla seconda, ma che purtroppo come visto non si è trasformato come avrebbe voluto in una maggiore capacità di prendere il comando delle operazioni fin dalla risposta.


Lunghezza degli scambi: merita vedere come questa sia stata una partita particolarmente intensa per gli standard indoor; rispetto ad un match come quello di settimana scorsa fra Cressy e Sinner, nel quale la prevalenza degli scambi brevi era netta, oggi abbiamo avuto un contesto completamente diverso:



La distribuzione è abbastanza chiara: Sinner è riuscito a fare partita pari sugli scambi prolungati, cosa assolutamente non scontata contro un fine tattico e maratoneta come Medvedev. Ma purtroppo il russo ha fatto valere una maggiore efficienza sulla prima di servizio che gli ha consentito di sbattere la porta in faccia all’italiano. Emblematico in particolare il sesto gioco del secondo set, dove Sinner si era trovato nella situazione pià unica che rara di poter disporre di 3 palle break consecutive, ma Medvedev è riuscito a tirare fuori una serie di 6 prime di servizio consecutive, che gli hanno permesso di uscire dalla buca.
Conclusioni: la differenza grossa oggi l’ha fatta la capacità di Daniil di elevare la propria qualità al servizio, un’arma di cui oggi Jannik ancora non dispone. O meglio: il servizio di Jannik funziona, ma ancora non ai livelli della creme de la creme del tennis mondiale; e avere la possibilità di incidere maggiormente e chiudere punti più in fretta alla lunga può dimostrarsi un fattore determinante, specie sulla distanza Slam.