"Da Forlì comincia una nuova storia: ci vorrà pazienza" (Crivelli). Schiavone ed Errani, la forza dell'esperienza (Bosi). Che amarcord con Errani e Schiavone! (Strocchi). Fed Cup, ritorno al passato: in campo Errani e Schiavone (Frasca)

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“Da Forlì comincia una nuova storia: ci vorrà pazienza” (Crivelli). Schiavone ed Errani, la forza dell’esperienza (Bosi). Che amarcord con Errani e Schiavone! (Strocchi). Fed Cup, ritorno al passato: in campo Errani e Schiavone (Frasca)

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“Da Forlì comincia una nuova storia: ci vorrà pazienza” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Diffidate della strada facile. Tathiana Garbin si affida a Italo Calvino per metterete a fuoco il debutto da capitana di Fed Cup dopo l’epoca d’oro di Barazzutti e dei quattro trionfi in 16 anni di panchina. La strada non sarà affatto facile, perché il passato pesa e il futuro è un enigma, sospesi tra una generazione irripetibile e nuove promesse in attesa di sbocciare. Tornare in serie A, cominciando con il battere la Slovacchia, sarebbe un passo decisivo per rinsaldare la fiducia. Tathiana, com’è la nuova vita da capitana? «Sul campo, ve lo saprò dire domenica sera… Per il resto, molto eccitante e molto faticosa, le convocazioni e la partita sono solo una parte minima dell’impegno. Ho girato tutta l’Italia per rendermi conto del livello della base e sono spesso a Tirrenia, dove la federazione sta investendo molto sul settore femminile. E Corrado comunque è sempre al mio fianco e mi dà consigli preziosi». Le grandi vittorie del passato sono uno stimolo o un paragone troppo ingombrante? «Siamo di fronte a un ricambio generazionale difficile, inutile negarlo. In questa squadra ci sono state due vincitrici Slam e due finaliste, stiamo parlando di un’epoca e di risultati irripetibili. Però la Schiavone e la Errani che sono qui adesso, ma anche la Vinci e la Knapp, due altri pilastri del gruppo storico, portano in nazionale lo spirito di quei successi, rappresentano la continuità e danno la forza dell’esempio. Però la ricostruzione di un team di altissimo livello come quello che abbiamo avuto per 15 anni passa dalla consapevolezza: non potremo vincere subito. Più che i singoli successi, sarà importante un percorso graduale di crescita». Non ha citato la Giorgi. Porte definitivamente chiuse? «Sappiamo quello che è successo, adesso c’è anche una squalifica in corso. Ma Camila è una giocatrice di talento. Vedremo cosa ci dirà il tempo». Qualcuno ha sostenuto che ci vorranno almeno dieci anni perché sui giovani talenti si vedano i frutti del nuovo corso di Tirrenia. «Mi auguro che i tempi siano più brevi, ma l’importante è che ci sia un’altra filosofia: sono stati coinvolti ex giocatori che hanno smesso da poco e perciò più vicini alla sensibilità dei ragazzi, stiamo applicando nuove metodologie nella preparazione fisica e nella prevenzione degli infortuni. Ci credo molto, è stato un investimento importante, darà buoni risultati». Che prospettive hanno la Paolini e la Trevisan, convocate per questa sfida? «La Paolini tira fortissimo ed è completa in ogni colpo, forse le manca soltanto un po’ di fisico. La Trevisan ha più talento puro, ma con i muscoli di cristallo. Già adesso, se acquisiscono continuità, valgono le prime cento, ma secondo me possono arrivare anche al 30. Lì, poi, la differenza con il top la fanno solo i dettagli». Per la generazione dorata, la Fed Cup è stata alveo per la maturazione tecnica e professionale anche nei tornei. Può succedere ancora? «Le racconterò un aneddoto. Quando la Errani debuttò in Fed, nel 2008, c’ero anch’io. Sara continuava a fare domande, su tutto, tanto che la Schiavone sbottò: “Sei veramente una rompiscatole!”. Ma con quell’umiltà, con la voglia di imparare, di confrontarsi con chi in quel momento era più professionista di lei, in quattro anni è entrata nelle prime dieci del mondo. Ecco, questa settimana deve servire a Jasmine e Martina per imparare quella lezione. E poi, solo allenandosi con Sara e Francesca, il livello del loro gioco si è già alzato». Quanto l’ha aiutata nel nuovo ruolo essere stata parte integrante del gruppo come giocatrice fino al 2011? «Mi è servito per capire quando è il momento di condividere e quando bisogna lasciare spazio alle esigenze individuali. L’equilibrio è fondamentale». Ed essere un capitano donna tra le donne? «Forse si crea una complicità che rende più facile gestire le difficoltà. C’è una sensibilità più profonda, e poi di Sara e Francesca sono anche amica». Venendo alla Slovacchia, come possiamo inquadrarla? «Un match complicato, perché abbiamo di fronte avversarie di valore con una classifica che non rispecchia le loro potenzialità. Non sarà facile, anche perché la pressione è soltanto sudi noi, ma negli occhi di tutte le ragazze ho visto la scintilla della volontà e dell’ambizione, del desiderio di fare qualcosa di importante. E. per un capitano che debutta, non ci può essere regalo migliore».

 

Schiavone ed Errani, la forza dell’esperienza (Gianluca Bosi, Il Corriere dello Sport)

Una milanese, Francesca Schiavone, e una romagnola, Sara Errani da Massa Lombarda, all’assalto della Slovacchia. A disposizione due toscane doc, Martina Trevisan e Jasmine Paolini, capitana Tàthiana Garbini da Venezia. È un’Italia tutta in rosa, quindi, quella che cerca gloria e fortuna sulla terra rossa indoor al PalaGalassi di Forlì contro un’avversaria orfana di Dominika Cibulkova, numero 5 del ranking mondiale, e Kristina Kucova, 76. L’obiettivo è ritornare nel Gruppo Mondiale dal quale l’Italia è uscita nel 2016 dopo 18 anni e quattro trofei conquistati (2006, 2009, 2010 e 2013), un’altra finale (2007) oltre a tre semifinali (2011, 2012 e 2014). Serve tomare nell’elite della Fed Cup e questo è il primo passo. VOCI AZZURRE. La capitana Garbin ha scelto un mix tra esperienza e gioventù per il primo suo impegno in panchina al posto di Corrado Bararzutti. «Stiamo cominciando una nuova avventura, inserendo pian piano le nostre nuove leve nell’ambito internazionale. Ma per questa sfida ho deciso di puntare sull’esperienza di Sara e Francesca che, sono sicura, ci daranno la vittoria che cerchiamo». Qualche piccolo problema fisico della Errani non la preoccupa. «Ha superato un infortunio al polpaccio ma sta bene e si è visto in allenamento», sentenzia la capitana che non si aspettava la Cepelova all’esordio con la Schiavone. «Pensavo che Liptak (il capitano della Slovacchia, ndr) schierasse la Schiemdlova e non la Cepelova con la Sramkova. Poco male, dobbiamo pensare a noi ed a vincere e basta». SCHIAVONE. Comincerà la Schiavone a sguainare le spade contro Cepelova. «Sinceramente, per me era meglio giocare per seconda, magari dopo un successo di Sara. L’unico vantaggio è che conosco l’ora in cui si inizia (le 15, ndr), poi per il resto occorre pensare solo a vincere e basta. Sarà un match duro, inutile negarlo. Servirà prendere le misure e passare questo scoglio che è probante. Questa è un’ Italia in costruzione, serve tempo per conoscerci e amalgamarci. Gli obiettivi li abbiamo ben chiari in mente, serviranno concentrazione e determinazione massime». A distanza di 15 anni dal suo esordio in Fed Cup, sarà ancora lì, sul campo, a dare battaglia. Nel 2002 c’era anche lei, a Maspalomas, alle Canarie, con Farina e Vinci, quando la Slovacchia di Hantuchova e Husarova superò l’Italia nella semifinale, avviandosi alla vittoria della Fed Cup (unica affermazione delle nostre avversarie). Una vita fa. • ERRANI Giocherà in casa la Errani, che sarà seguita da amici e tifosi nella non lontana Forlì «Ah, su questo nessun dubbio. E sarà importante avere vicino gente che ti incoraggia: i tifosi sono importantissimi in questo tipo di confronto. I miei malanni? Ho avuto tutto (ride, ndr) tra un polpaccio in disordine e la febbre. In ogni caso con la maglia azzurra si dà sempre qualcosa in più e io darò il massimo, il 101%, per vincere contro questa Slovacchia». LE DEBUTTANTI. Trevisan, 23 anni, di Firenze, e Paolini, 21 anni, di Castelnuovo Garfagnana: la prima volta non si scorda mai. «Se giocheremo o meno non sappiamo – affermano in coro Martina e Jasmine- Di certo c’è che, comunque vada, ci porteremo dentro questa fantastica esperienza»

 

Che amarcord con Errani e Schiavone! (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Insieme hanno scritto pagine storiche per l’Italtennis in rosa, alzando due dei quattro trofei di Fed Cup vinti nell’ultimo decennio (2009 e 2010). Insieme ora, Sara Errani e Francesca Schiavone, provano a riportare in alto la nazionale: a loro, infatti, si affida come singolariste il neo capitano Tathiana Garbin nella sfida con la Slovacchia, in programma oggi e domani al PalaGalassi di Forli (terra rossa indoor), primo ostacolo sulla strada per ritornare nel tabellone principale dal quale l’Italia è uscita nel 2016, dopo 18 anni. La squadra che uscirà vincitrice da questo testa a testa infatti disputerà lo spareggio (22-23 aprile) che vale un posto nell’elite del torneo per nazioni. Il sorteggio (effettuato collocando i nomi delle protagoniste in un’ampolla piena dei tipici crescioncini di piadina romagnola) ha stabilito che ad aprire le ostilità sia la 36enne milanese, che debuttò in maglia azzurra proprio contro le slovacche nella final four edizione 2002, sul veloce indoor di Maspalomas, alle Canarie. Precedente che vide l’affermazione di Daniela Hantuchova (pure lei oggi è ancora in nazionale) e compagne, poi capaci di conquistare la loro finora unica Fed Cup battendo in finale le spagnole. «Speravo sinceramente di scendere in campo per seconda, sull’ 1-0 per noi», scherza la Leonessa, avanti 2-0 nei testa a testa con Jana Cepelova (n.101 Wta, un solo gradino dietro alla Schiavone). «Sarà un confronto molto ostico, ci attendono due giornate difficili. Le mie sensazioni sono particolari: è emozionante essere ancora in azzurro dopo quindici anni, in certi momenti sono io a tirare le giovani e in altri mi lascio tirare, in particolare posso appoggiarmi a una giocatrice come Sara, con la quale abbiamo condiviso tante esperienze». Un concetto, quello delle battaglie vissute in carriera, evidenziato da Tathiana Garbin per spiegare le sue scelte in vista dell’esordio in panchina. «Stiamo iniziando ad assemblare una nuova squadra, le giovani stanno crescendo e sono pronte per competere, ma per questo primo importante appuntamento mi sentivo di puntare sull’esperienza» le parole di Tax, un po’ sorpresa dalle mosse del collega Matej Liptak («partiamo sfavoriti ma anche consapevoli che possiamo sovvertire il pronostico», costretto a rinunciare a Dominika Cibulkova, n. 5 del mondo, e Kristina Kucova, n.76 Wta. «Sinceramente pensavo che con Sramkova schierasse in singolare la Schiemdlova, non mi stupirei se domenica cambiasse qualcosa… In ogni caso ci aspettano partite dure, sarà indispensabile attingere a spirito di sacrificio e voglia di vincere. Doti che, sono sicura, posseggono le mie giocatrici». Magari rafforzate dall’incitamento del pubblico, come auspica la “padrona di casa” Sara Errani, opposta alla 20enne Rebecca Sramkova «Il polpaccio è a posto e la febbre è passata. Non ho avuto a disposizione tanti giorni ma sono pronta a dare tutto quel che ho – assicura la 29enne di Massa Lombarda -. Giochiamo in casa e il pubblico in queste competizioni può essere l’uomo in più. Speriamo che ci sia tanta gente a sostenerci».

 

Fed Cup, ritorno al passato: in campo Errani e Schiavone (Guido Frasca, Il Messaggero)

E l’Italia dei volti nuovi, ma per battere la Slovacchia il nuovo capitano Tathiana Garbin si affida a due colonne del gruppo storico capace di conquistare quattro Fed Cup, ovvero Francesca Schiavone e Sara Errani. Sarà la 36enne milanese, che ha esordito in maglia azzurra nel 2002, ad aprire oggi (diretta su SuperTennis dalle ore 15) la sfida con la Slovacchia al Palagalassi di Forli su terra rossa indoor: di fronte Jana Cepelova. A seguire toccherà alla 30enne romagnola, che gioca in casa (è di Massa Lombarda, a pochi km da Forli), opposta all’esordiente Rebecca Sramkova (20 anni). IL SORRISO La Garbin, che ha preso il posto di Barazzutti dopo 15 anni (Corrado è rimasto alla guida della squadra maschile di Coppa Davis), si è assunta un impegno difficile: salvaguardare un patrimonio unico nel segno del rinnovamento. Tocca a lei, ex n. 22 del mondo, oggi 39enne, gettare le basi per il futuro: a Forli ci sono Jasmine Paolini e Martina Trevisan, 21 e 23 anni, alla prima convocazione in Fed Cup. E un’Italia con il sorriso, consapevole che l’età dell’oro è alle spalle. E la Garbin, che meglio di tutti conosce le giovani azzurre per averle seguite da vicino negli ultimi anni, è la persona giusta cui affidarsi per gestire la transizione. La sensazione è che stia pensando al rinnovamento, ma anche all’immediato. C’è da battere la Slovacchia priva della sua miglior giocatrice, la Cibulkova (ma non c’è neppure Roberta Vinci) per avere la possibilità di tornare subito nel World Group dal quale l’Italia è uscita nel 2016 dopo 18 anni. «Per questo ho scelto le giocatrici di maggior esperienza – ha sottolineato – le giovani sono qui per imparare. L’obiettivo è trasferire loro l’esperienza e il know how del gruppo storico»

 

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