Negli ultimi quattordici anni abbiamo visto Roger riscrivere la storia di questo sport. Lo ha fatto con vittorie, record, giocate spettacolari, apoteosi e cadute, pianti e rinascite. Stavolta però è successo qualcosa di diverso. Qualcosa che non fa più pensare “solo” alla storia. La storia. Leonardo dipinge la Gioconda, Napoleone conquista l’Europa, l’uomo raggiunge la luna: imprese memorabili, che rimarranno per sempre nei libri, di fronte alle quali la nostra meraviglia non toglie nulla alla realtà dei fatti. Ma Prometeo che ruba il fuoco agli dei, San Giorgio che uccide il drago, Icaro che vola con ali di cera… Come reagiamo di fronte a racconti come questi? Qual è la differenza tra storia e leggenda? Vincere 17 Slam, più di ogni altro, è storia. Ti consacra il migliore di tutti i tempi, ma è sempre storia. Uno dice “che impresa notevole, sei il migliore, ti ammiro”, ma è sempre e “solo” storia.
Ora: a 35 anni, quando tutti (o quasi) ti danno per finito, non vinci uno Slam dal 2012, ti sei operato un anno fa, hai male alla schiena, sei rientrato e non hai vinto nulla, sei stato fermo altri sei mesi… e con il nuovo anno ti ripresenti in campo in uno Slam. Un uomo “normale” perde al primo turno, ma tu che non sei “normale” arrivi agli ottavi, magari ai quarti. Insomma un’impresa straordinaria, degna del più grande tennista di sempre. E invece no, arrivi in finale. Incredibile. Vincendo non una, ma due partite al quinto. Non è possibile. Stai giocando meglio ora di rovescio di quanto hai fatto in tutta la tua carriera. Non ci si crede. In finale trovi la tua nemesi, quel satanasso di un Nadal, maledetto lui, sempre a rovinarti la festa. Non può essere. Vai al quinto, ma non solo: sei indietro di un break, è finita. No, lo batti. Non ci si può credere, non esiste, è semplicemente impossibile. Vincere il 18esimo Slam era “fattibile”, secondo le quotazioni avevi il 3,27 per cento di possibilità. Quindi era tecnicamente realizzabile. Ma così… No, non era possibile. Punto. Vincere 17 Slam è storia, il 18esimo è leggenda.
La storia può suscitare meraviglia, ma la leggenda suscita incredulità. Ecco perché Roger non esiste, è una figura mitologica creata per suscitare incredulità nei cuori degli appassionati di tennis.
Luca Battocchio