La settimana degli italiani: lo stato comatoso del tennis femminile, certezza Lorenzi - Pagina 2 di 2

Italiani

La settimana degli italiani: lo stato comatoso del tennis femminile, certezza Lorenzi

La terribile sconfitta di Forlì certifica il grave disagio del nostro tennis femminile, come già le classifiche WTA indicavano. Il grande cuore di Paolo Lorenzi, l’unica confortante notizia

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Venendo al racconto dei risultati dei nostri giocatori, partiamo ovviamente dall’ATP 250 di Quito, dotato di 482,060 dollari di montepremi :è un torneo particolare, giocato in particolari condizioni altimetriche a quasi 3000 metri di altitudine- giunto alla terza edizione e primo in calendario della stagione sudamericana sulla terra battuta: ben 4 italiani, attirati dall’opportunità di giocare sulla prediletta terra rossa, hanno affrontato la trasferta transoceanica per partecipare: tra di loro, come detto, anche Paolo Lorenzi, che nelle sue precedenti partecipazioni aveva ottenuto i quarti nel 2015 e le semifinali nel 2016.

Paolo, esentato come terza testa di serie dal primo turno, ha esordito nel torneo agli ottavi, affrontando il ventinovenne australiano Matthew Ebden, n° 564 ATP, entrato nel tabellone grazie al ranking protetto (nel 2012 ha avuto come best ranking il 57), del quale ha usufruito per l’infortunio alla gamba sinistra che nel 2016 gli ha fatto saltare 5 mesi. Lorenzi, che aveva vinto l’unico precedente nel 2015 in un challenger turco sul duro, pur servendo il 49% di prime, non solo ha tenuto sempre il servizio, ma non ha neanche mai concesso palle break e, strappando il servizio una volta per set (sul 4 pari del primo e sel 2 pari del secondo) ha guadagnato con un duplice 6-4 l’accesso ai quarti di finale. Qui ha trovato un altro tennista, dopo Ebden, il cui gioco non si esprime al meglio sulla terra battuta, il 32enne statunitense di origini indiane Rajev Ram, 137 ATP (ma 56 nello scorso aprile), atleta che si esprime meglio in doppio, dove è al ridosso della top ten e dove, in coppia con Venus Williams, alle Olimpiadi di Rio ha vinto la medaglia d’argento nel doppio misto. Poteva essere un avversario insidioso, perché tende a togliere il tempo all’avversario con le sue discese a rete. Tuttavia, come nell’incontro degli ottavi, Paolo, che aveva sconfitto lo statunitense nell’unico precedente del 2015 nell’ATP di Vienna, è stato molto bravo a non perdere mai la battuta, aspettando l’occasione propizia per strappare servizio all’avversario, come è avvenuto nell’ottavo gioco del primo set e nel terzo del secondo. Questa volta, il toscano ha dovuto patire qualcosa in più, annullando 3 palle break nel corso del secondo parziale, ma la seconda semifinale consecutiva a Quito è puntualmente arrivata, dopo un’ora e sei minuti di gioco, con lo score di 6-3 6-4. 

Il terzo avversario sulla strada dell’azzurro era di ben altro spessore e coefficiente di difficoltà rispetto ai due precedenti: il ventinovenne catalano Albert Ramos- Vinolas, n°30 ATP e seconda testa di serie di tabellone, contro il quale il nostro giocatore era in parità nei confronti diretti (2-2 considerando anche i challenger, 1-1 nel circuito maggiore). Il toscano ha confermato di stare vivendo un periodo di buona forma e di trovarsi bene nelle particolari condizioni di gioco del torneo della capitale ecuadoregna (nel 2016, sconfisse per la prima volta in carriera un top 20, Bernard Tomic, non ritiratosi nel corso dell’incontro, come accaduto a Paolo quando sconfisse Haas nel 2014, allora 13 ATP). Dopo aver vinto 6-1 il primo set in 27 minuti, non si è scomposto quando l’avversario nel secondo set è risalito del 1-3 al 4-3, infilando un parziale di 12 punti ad 1 che gli ha aperto la strada per la prima finale stagionale, conquistata in 1 ora e 14 minuti col punteggio di 6-1 6-4 al termine di una bella prova, testimoniante l’ottimo rendimento del suo servizio (79% di punti vinti con la prima, 60 % con la seconda) nel corso del torneo. Purtroppo, in finale non è andata bene ed il toscano ha soltanto sfiorato il secondo titolo in carriera: opposto a Victor Estrella Burgos, n°156 ATP, imbattuto nel torneo ecuadoregno, dove aveva vinto le due precedenti edizioni disputate, Paolo ha dato tutto, ma non è bastato. L’allievo del maestro Claudio Galoppini aveva sempre sconfitto l’esperto dominicano nei tre precedenti confronti, ma tale iniezione di fiducia non è bastata: un vero peccato, anche perché il toscano, dopo aver vinto il tie-break del primo set in 46 minuti, ha avuto anche una palla per il 3-0 “pesante”, prima di subire la rimonta del dominicano, salito di rendimento, sino a conquistare il secondo set. Lorenzi è stato poi bravo a rimontare dal 2-4 e trascinare l’assegnazione del torneo al tie-break, dove, sul 6-5, ha avuto un match-point, prima di capitolare e concedere dopo 2 ore e 33 minuti il tris ad Estrella Burgos, vincitore col punteggio di 6-7(2) 7-5 7-6(6).

A Quito era folta la pattuglia di tennisti azzurri accorsi al primo torneo su terra battuta del circuito maggiore nel 2017, ma l’unico altro italiano ammesso nel tabellone era Alessandro Giannessi: il n°122 ATP, al suo best career ranking, è stato sorteggiato contro il veterano colombiano Alejandro Falla, proveniente dalle qualificazioni. Il quasi 34enne sudamericano, scivolato al 310° posto del ranking (è stato 48 nel 2012), è stato bravo e lucido nei momenti clou del match, nei quali lo spezzino, nonostante un misero 36% di punti vinti con la seconda di servizio, ha provato a fare partita alla pari: sul 5-4 e servizio nel primo set, il colombiano ha annullato una palla break prima di chiudere 6-4 dopo 50 minuti; mentre nel secondo ha rimontato da 0-3 sotto per poi infilare 6 giochi consecutivi e chiudere il match dopo 1 ora e 26 minuti con il punteggio di 1 ora e 26 minuti.

Vi erano poi altri due italiani nel tabellone delle qualificazioni a tentar di avere gloria, Marco Cecchinato e Federico Gaio, i quali hanno vinto entrambi il primo turno al tie-break del terzo set: il siciliano contro il carioca Gulherme Clezar, 188 ATP, in 1 ora e 56 minuti col punteggio di 4-6 7-6(4) 7-6 (5), il faentino avendo la meglio in 1 ora e 50 minuti sul colombiano, n°383 ATP, Daniel E. Galan, con lo score di 6-2 3-6 7-6(2). Nel turno decisivo, i due italiani si sono trovati uno contro l’altro e, dopo una battaglia di 2 ore e 32 minuti, durante la quale nel secondo set Cecchinato ha avuto sul 5-4 e servizio un match point, è stato Gaio ad accedere al main draw, grazie ad un successo archiviato col punteggio di 6-7(3) 7-6(5) 6-4. Il miglior tennista italiano in classifica a giocare il rovescio ad una mano nei sedicesimi ha affrontato il brasiliano Joao Souza, 129 ATP (ma 69 nel 2015), contro il quale gia aveva avuto la meglio nella semifinale di Biella 2016, challenger poi vinto dal nostro giocatore: al termine di un match molto combattuto, durante il quale Federico si è trovato sotto di un set, perso 7-5 nell’unica occasione nella quale ha smarrito il servizio nel corso dell’incontro (l’allievo di Palumbo, che ha servito solo il 48% di prime palle, ha ottenuto un eccellente 85% di punti vinti con la prima di servizio), è arrivata una vittoria sofferta, la prima nel circuito maggiore in carriera. Infatti, nei successivi due set, Federico ha tenuto quasi sempre facilmente il proprio turno di battuta, concedendo una sola palla break in un momento delicato, il 4-4 del terzo: una volta annullata, il successo è arrivato dopo poco, col punteggio di 5-7 6-4 7-5 in 2 ore e 19 minuti di partita. La classica prova del nove sulla possibile competitività del faentino nel circuito maggiore era rappresentata dal match in ottavi contro Gerald Melzer, 26 enne viennese al 106° posto del ranking ATP, vincitore dell’unico precedente tra i due (nel 2011 un challenger sul duro in Uzbekistan).

Federico, confermando i numeri al servizio della partita precedente (52% di prime in campo, 79% di punti vinti quando entrava la prima) ha affrontato un altro match molto duro. Dopo aver perso il primo set al tie-break, senza aver mai perso il servizio, strappandolo due volte nel corso del secondo parziale all’austriaco, ha portato la partita al terzo, dove, smarrendo la battuta all’ottavo gioco, si è trovato sul 5-3 e servizio Melzer a fronteggiare tre match point consecutivi. In questo frangente, trovatosi spalle al muro, li ha annullati tutti, non fermandosi neanche davanti ad una quarta palla dell’incontro per l’avversario: Gaio con sangue freddo e coraggio è riuscito a trascinare la partita al tie-break, dove ha avuto la meglio, conquistando così, tra quarti e qualificazioni superate, 57 punti ATP preziosissimi, dopo due ore e mezza di lotta, andate all’archivio col punteggio di 6-7(4) 6-3 7-6(2). Purtroppo per Federico, l’incontro nei quarti contro il campione delle due edizioni sin qui disputate del torneo di Quito, il 36enne dominicano Victor Estrella Burgos, n°156 ATP, non è stato positivo: pur mantenendo l’ottimo rendimento con la prima di servizio (82% punti vinti), non è riuscito ad evitare che l’avversario lo brekkasse una volta a set (nel quinto gioco del primo e nel decimo del secondo, quando è andato a servire inutilmente per rimanere nel match), regalandogli la terza semifinale consecutiva con un duplice 6-4 dopo 1 ora e 19 minuti di gioco.

Cambiando continente, Andreas Seppi, nonostante sino a lunedì sera fosse a Buenos Aires per partecipare alla vincente trasferta di Davis in Argentina, non si è ritirato dal Garanti Koza Sofia Open, torneo nella capitale bulgara alla seconda edizione, dove l’altoatesino difendeva i quarti di finale raggiunti lo scorso anno. Andreas, a poco meno di 48 ore dalla vittoria di Fognini su Pella, era in campo in Bulgaria, in uno scontro inedito, contro il 24enne bosniaco Dzumhur, 81 ATP. Seppi, dopo essere stato in vantaggio di un break, si è fatto strappare il servizio al decimo game per poi comunque portare a casa il tie-break dopo 51 minuti. Il nostro giocatore, a causa di un suo calo, è stato trascinato al terzo set, nel quale, strappando 3 volte su 5 il servizio al bosniaco, si è guadagnato l’accesso agli ottavi col punteggio di 7-6(3) 3-6 6-3 dopo 1 ora e 54 minuti di gioco. L’indomani, l’azzurro si è trovato nuovamente in campo, in una sfida, contro il belga Steve Darcis, che sembra un po’ il leit-motiv di questo suo inizio di stagione: dopo averlo affrontato e battuto nel terzo turno degli Australian Open dello scorso mese, Andreas ben sapeva che ad aprile si ritroveranno nuovamente di fronte per l’importante quarto di finale di Coppa Davis tra Belgio ed Italia. A Sofia, probabilmente la stanchezza accumulata dal nostro giocatore si è fatta sentire, in un incontro caratterizzato dalla diversa efficacia dei servizi – il belga ha servito più prime in campo ed ha avuto un rendimento ben maggiore con la seconda (60% di punti vinti contro il 43 di Seppi). Eppure il nostro giocatore ha lottato, rimontando in entrambi i set il break di svantaggio prima di cedere nuovamente il servizio e, anche quando il belga è andato a servire per il match, è arrivato ad avere palla break, prima di capitolare col punteggio di 6-3 7-5 dopo 1 ora e 27 minuti di partita.

Infine, nel terzo torneo in calendario, l’Open Sud de France di Montellier, non vi erano italiani nel main draw ed il solo Stefano Napolitano ha provato ad accedervi tramite le quali, ma il suo tentativo non ha avuto buon esito. Infatti, dopo aver vinto al primo turno contro l’indiano Divij Sharan 6-4 6-0 in 44 minuti, è stato fermato dal veterano francese Julien Bennetau: il 35enne francese, sceso al 128° posto del ranking ATP, ha fermato il piemontese dopo una partita di 2 ore e 8 minuti terminata col punteggio di 3-6 6-4 6-4.

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