Challenger
ATP Challenger Bergamo: primo turno per Giustino e Donati, ultimo sforzo per Bega
Alessandro Bega particolarmente a suo agio sui campi veloci. A Bergamo, a 50 km da casa, ha trovato un buon feeling. Scatta il main draw: esordio per Lorenzo Giustino e Matteo Donati

La classifica ATP dice che Lorenzo Sonego è numero 310, mentre Alessandro Bega occupa la posizione numero 313. Sono pressoché appaiati. Tuttavia, il torinese gode di un credito maggiore presso gli addetti ai lavori in virtù della giovane età (classe 1995, mentre Bega ha compiuto 26 anni lo scorso 11 gennaio). Ma sui campi veloci il milanese è un osso duro, e lo ha dimostrato nel 3-6 6-4 6-2 che lo ha portato – unico italiano – a un passo dal main draw del Trofeo FAIP-Perrel (64.000€, Play-It). “Sono sceso in campo pensando di potercela fare, sapevo che Sonego è un ottimo giocatore – racconta Bega, originario di Cernusco sul Naviglio – ho giocato bene anche nel primo set, ma mi è girato male un turno di servizio in cui non ho messo la prima. Però stavo bene, avevo buone sensazioni. Nel secondo set, poi, ho avvertito una crescita del mio livello. Mi sentivo quasi superiore, anche perché spesso avevo lo scambio in mano, rispondevo quasi sempre e mettevo in campo un buon numero di prime palle”. Per acciuffare un posto in tabellone dovrà battere il tedesco Yannick Hanfmann, pure lui classe 1991, che ha rifilato un doppio 6-2 all’altro azzurro Gianluca Mager. “Lo conosco, l’ho visto giocare in qualche torneo. Su questa superficie è molto ostico, ma a certi livelli un avversario vale l’altro. Ormai non esiste più l’avversario che speri di incontrare perché lo ritieni più debole…ogni partita è una lotta”. Il termine “lotta” si addice bene ad Alessandro Bega, il ragazzo milanese preso da Laura Golarsa (ex top-40 WTA) quando aveva appena 8 anni: una partnership che dura ancora oggi. La Golarsa ha creato un giocatore brillante, più a suo agio sui campi veloci che sulla terra battuta. “In effetti il 90% della ma programmazione è sul cemento: per questo, dove è possibile, vado. Purtroppo in Italia non ci sono molti tornei sul duro, quindi sono costretto a viaggiare parecchio”.
LA DUREZZA DEI VIAGGI – Nel solo 2016, Bega ha giocato un po’ dappertutto: Stati Uniti, Egitto, Turchia, Sudafrica, Cina, Messico, Kazakhstan….un vero giramondo, un po’ come capitava a Gianluca Pozzi, pure lui italiano atipico. “Se in Italia ci fosse qualche torneo di più sul veloce sarebbe meglio – racconta Alessandro – in effetti è abbastanza faticoso viaggiare così tanto. Inoltre le scelte di programmazione influiscono sul lato economico, senza considerare che verso fine anno inizio ad essere un po’ stanco. Non è semplice trascorrere così tanto tempo lontano da casa”. Numero 54 ITF tra gli Under 18, l’anno scorso ha toccato il suo best ranking al n.259 ATP: dando un’occhiata alla sua storia, la sua crescita sembra lenta ma costante. A parte il 2014, migliora costantemente il suo ranking sin dal 2009. “E’ vero, ma anche io ho avuto i miei alti e bassi. In particolare, mi è capitato di franare dal n.350 al n.800. In quel momento la vita da tennista mi pesava parecchio, perché tornare a giocare i Futures, senza essere testa di serie, mi aveva tolto parecchia fiducia. C’è stata anche l’idea di smettere, ma per fortuna ho continuato a lavorare e ci ho dato dentro, soprattutto di testa, che in quel momento era il mio punto debole”. Da un paio d’anni, Bega veleggia intorno al numero 300 ATP, ma ovviamente non si accontenta. “E non penso all’età, al fatto di avere 26 anni. Se lo facessi, non mi aiuterebbe”. Con i ritiri di Pierre Hugues Herbert e Peter Gojowczyk, Bega potrebbe entrare in tabellone anche come lucky loser, ma a queste cose è meglio non pensarci. Come qualche anno fa, punta a conquistarsi sul campo il suo posto in tabellone. Sarebbe l’ottavo italiano.
LUNEDI’: DONATI SFIDA LUCKY IGNATIK – Lunedì scatta il tabellone principale e si apriranno i cancelli del PalaNorda. Dopo gli ultimi match delle qualificazioni, spalmati in mattinata tra Bergamo e Alzano Lombardo, si partirà alle 15 con il grande spettacolo del main draw. Il match-clou sarà in serata, con l’esordio diMatteo Donati. Il talento piemontese se la vedrà con l’ostico bielorusso Uladzimir Ignatik, abituale frequentatore del torneo di Bergamo. Per Donati sarà il primo impegno stagionale dopo il forfait all’Australian Open. Ignatik viene da un paio di eliminazioni al primo turno, ma anche dal successo al torneo Challenger di Rennes, dove aveva perso nelle qualificazioni e poi ha finito col vincere dopo essere entrato in tabellone come lucky loser. In precedenza, Lorenzo Giustino proverà a sorprendere Filip Krajinovic, tornato a giocare qualche settimana fa dopo lo stop per infortunio che lo aveva bloccato lo scorso settembre.
Risultati
Secondo turno qualificazioni
Petr Michnev (CZE) b. Yannick Jankovits (FRA) 6-4 4-2 rit.
Matthias Bachinger (GER) b. Viktor Galovic (CRO) 7-6(3) 7-6(5)
Egor Gerasimov (BLR) b. Laurynas Grigelis (LTU) 6-4 6-2
Michal Przysiezny (POL) b. Yann Marti (SUI) 6-3 7-6(2)
Yannick Hanfmann (GER) b. Gianluca Mager (ITA) 6-2 6-2
Nils Langer (GER) b Hugo Grenier (CAN) 6-2 6-4
Alessandro Bega (ITA) b. Lorenzo Sonego (ITA) 3-6 6-4 6-2
Ufficio Stampa del FAIP-PERREL
Challenger
Al Challenger di Skopje è il momento di Valkusz
In un torneo di livello abbastanza modesto, vince l’ungherese Mate Valkusz che rompe così il ghiaccio

Mentre il mondo del tennis si sta apprestando a celebrare il rito del Roland Garros, il circuito Challenger ha lasciato ai suoi migliori protagonisti una settimana off per poter competere nelle qualificazioni dello Slam parigino (a proposito complimenti a Cobolli, Zeppieri e Vavassori che hanno guadagnato un posto nel main draw). Così è rimasto in calendario il solo Challenger 75 di Skopje (Macedonia del Nord, terra battuta) dove le seconde linee hanno sgomitato per conquistarsi un posto al sole. C’è riuscito l’ungherese Mate Valkusz che in finale ha avuto la meglio sull’argentino Francisco Comesana col punteggio di 6-3 6-4, in un match a senso unico che non ha toccato le due ore di gioco. Buon torneo per il quasi 25enne nativo di Budapest che ha un po’ faticato nei primi turni, costretto al terzo sia da Paulson che da Nagal, per poi ingranare le marce alte e volare verso il suo primo successo a livello Challenger. In precedenza era già arrivato due volte in finale, nel 2018 a Cordenons (battuto da Paolo Lorenzi) e un mese fa a Ostrava dove aveva dovuto arrendersi a Zdenek Kolar. Con questo successo Valkusz migliora il proprio best alla posizione n.225 ATP, quarto miglior ungherese in classifica. Comesana ha invece mancato l’appuntamento con la terza vittoria Challenger, dopo le due ottenute nel 2022 (Corrientes e Buenos Aires).
Challenger
Boris Becker in visita al Trofeo Bonfiglio
Sotto lo sguardo attento del campione tedesco esce di scena l’ultimo italiano in gara, il pugliese Gabriele Vulpitta

Venerdì è stata soprattutto la giornata di un grande ex, Boris Becker, tornato al Tennis Club Milano Alberto Bonacossa 41 anni dopo la sua apparizione al Trofeo Bonfiglio, per incontrare il suo vecchio amico Stefano Bonfiglio, lontano parente di quell’Antonio Bonfiglio a cui è intitolato il trofeo. “Ricordo bene questo bellissimo circolo – ha commentato il sei volte campione Slam – ma avevo appena 14 anni e sinceramente non ho memoria dei match che ho disputato”. Ce lo ricordiamo noi: correva l’anno 1982 e il tedesco venne sconfitto al secondo turno da un avversario più esperto, l’italiano Corrado Aprili (6-7 7-6 9-7 lo score) in una partita durata oltre quattro ore. Il successo che gli era sempre sfuggito a livello Under 18 sarebbe giunto incredibilmente solo tre anni dopo a Wimbledon, quello vero, quando a soli 17 anni, 7 mesi e 15 giorni Becker divenne il primo minorenne a trionfare ai Championships, stabilendo un record di precocità ancora oggi imbattuto. Il 55enne tedesco, sorridente e in buona forma fisica, si è intrattenuto per un’ora nel pomeriggio guardando i match in programma, concedendosi volentieri alle moltissime richieste di selfie degli appassionati e parlando persino di padel: “Ogni tanto mi diverto a giocarlo”.
Intanto, anche l’ultimo italiano in gara in singolare, Gabriele Vulpitta, ha salutato il torneo nel match dei quarti di finale andato in scena sul campo Tribuna e perso per 6-2 6-2 contro la testa di serie n.1 del torneo Rodrigo Pacheco Mendez. Partito con un evidente timore reverenziale nei confronti di un avversario che occupa la 3ª posizione del ranking mondiale, il 17enne azzurro non è riuscito a esprimere il bel gioco offensivo che lo aveva portato sino a qui. Troppo lontano dalla riga di fondo, i colpi del pugliese non lasciavano il segno, merito certo anche delle qualità di un avversario che frequenta abitualmente il circuito Challenger ed è già n.880 ATP. Dopo un primo set condizionato dai troppi errori, il livello del tarantino si è alzato nel secondo parziale, ma a quel punto l’esperienza del mancino messicano ha fatto la differenza. “Temevo il match di oggi – ha detto il 18enne che vive a Mérida, nello Yucatan – perché giocavo contro un italiano che aveva battuto tre ottimi avversari. Sapevo che sarebbe stata dura e ho cercato di iniziare subito concentrato e solido. Poi, nel secondo set, ho cominciato anche a essere un po’ stanco, ma sono riuscito a controllare il suo ritorno. Tutti sono qui per vincere il torneo e ogni punto, ogni game è importante. Ovviamente ho le mie chance di vincere il Bonfiglio, ma dovrò meritarlo”. Sabato, ad attendere il messicano in semifinale, ci sarà uno dei giocatori più interessanti di questa 63ª edizione dei Campionati Internazionali d’Italia juniores, l’austriaco Joel Schwaerzler. Nell’altra semifinale si affronteranno lo statunitense Williams e il cinese Zhou.
Da un messicano a un’americana di origine spagnola: Kaitlin Quevedo. I due ragazzi sono molto amici, tanto che il primo a bordo campo a festeggiare il successo della 17enne yankee è stato proprio Pacheco Mendez. Opposta alla 16enne bulgara Iva Ivanova (già artefice dell’eliminazione della testa di serie n.1), la giocatrice della Florida, una delle più accreditate pretendenti al titolo, ha rischiato seriamente l’eliminazione. Dopo un primo set chiuso in poco più di un quarto d’ora, il match per la 17enne, già n.526 WTA, si è complicato. “All’inizio ho giocato molto bene – ha detto – ma nel secondo set ho perso l’iniziativa e lei ha lasciato andare il braccio, così il match è diventato molto combattuto. Nel terzo set sono stata brava a resettare la mente e a tornare a essere aggressiva come nel primo parziale”. È finita 6-0 6-7 6-4 in un’ora e 52 minuti. In semifinale, la Quevedo troverà la testa di serie n.6, la giapponese Sayaka Ishii. Gli azzurrini, un po’ deludenti in singolare, si stanno invece facendo onore nel tabellone di doppio con Noemi Basiletti e Gaia Maduzzi che, battendo il duo Jandova/Oved per 6-4 6-0, hanno conquistato la finale dove troveranno la coppia Grant/Oluwadare. Finale anche per Federico Cinà che, in coppia con il giapponese Sakamoto, sfiderà Demin/Pacheco Mendez. Sabato, a partire dalle ore 11, sono in programma gli incontri di semifinale dei singolari. Nel pomeriggio anche le finali dei doppi.
Challenger
Alexander Weis brilla al Challenger di Skopje
Il tennista altoatesino raggiunge i quarti di finale prima di essere eliminato da Dragos Nicolae Madaras

Nel mondo Challenger questa settimana presentava un programma di tutto relax, con tutti i riflettori puntati sulle qualificazioni del Roland Garros dove, per inciso, sono impegnati tutti i maggiori protagonisti del circuito. Era infatti in programma il solo Challenger 75 di Skopje (Macedonia del Nord, terra battuta), tanto che, ad essere sinceri, stavamo per prenderci un momento di pausa per preparare la trasferta di Vicenza della prossima settimana. Ma i risultati che ci giungevano dalla capitale macedone ci hanno indotto a una correzione di rotta. Sarebbe stato infatti un peccato passare sotto silenzio l’ennesima ottima settimana di Alexander Weis che, partito dalle qualificazioni, ha superato due turni non banali a spese del serbo Nikola Milojevic (n.303 ATP) e dell’argentino Roman Andres Burruchaga (n.251). La sconfitta patita nei quarti di finale (6-3 6-3) dallo svedese Dragos Nicolae Madaras (n.241 e quarta testa di serie) non sminuisce la prestazione del 26enne nativo di Bolzano che conferma il suo ottimo stato di forma e che conquista il nuovo best ranking che da lunedì dovrebbe vederlo alla posizione n.320 ATP. Del resto è già dalla fine dello scorso anno che Alexander mostra una consapevolezza del tutto nuova che si era manifestata tra ottobre e novembre con un incredibile filotto di tre tornei da 15.000$ ad Antalya (Turchia, terra battuta). Adesso, grazie anche alla recente collaborazione con l’Enjoy Sporting Club, sta cercando di alzare il livello, pur consapevole di quanto sia duro il mondo dei Challenger.
Il suo bilancio stagionale recita così 21 vittorie e 18 sconfitte, certo un po’ peggio dello stratosferico 58/30 del 2022, ma con avversari di ben altro livello e con alcune gemme come la vittoria al Challenger di Roma sull’ungherese Fabian Maroszan che pochi giorni dopo avrebbe sgambettato al Foro Italico nientedimeno che Carlos Alcaraz.
L’unico altro italiano in tabellone era Giovanni Fonio, pure lui autore di un’ottima stagione (29/15), che all’esordio si sbarazzava facilmente (6-4 6-2) del 18enne Mili Poljiacak (n.685) che tutti, Djokovic compreso, definiscono un predestinato. A noi il giovane croato non ha fatto sinceramente questa gran impressione e non abbiamo potuto esimerci dal notare quanto siano eccessivi i suoi 93 kg abbondantemente spalmati su un’altezza non eccezionale (185 cm). La corsa del tennista novarese si fermava però al secondo turno, fermato dall’argentino Francisco Comesana (n.273 ATP) col punteggio di 7-6(6) 6-2.