ATP San Paolo: Cuevas batte (da sotto) Ramos e pioggia

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ATP San Paolo: Cuevas batte (da sotto) Ramos e pioggia

Il tennista uruguaiano supera dopo due giorni lo spagnolo Ramos Viñolas: terzo sigillo al Brasil Open. Una finale infinita chiusa da un irriverente omaggio a Chang

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[4] P. Cuevas b. [2] A. Ramos-Vinolas 6-7(3) 6-4 6-4

ANTEPOST E PRECEDENTI – Tripletta di Pablo Cuevas a San Paolo. L’uruguaiano, dopo aver vinto le ultime due edizioni del Brasil Open, si ripete anche quest’anno vincendo un match interminabile durato 3 ore e 7 minuti.  Il torneo, vera e propria roccaforte dei tennisti iberici – o di discendenza iberica, è stato vinto solo due volte nella sua storia da giocatori che non fossero spagnoli o sudamericani: nella prima edizione del 2001 quando trionfò il ceco Vacek, e due anni dopo con l’olandese Schelken. Sarà pur vero che si gioca sulla terra (di Saõ Paolo) ma vista l’abnegazione e la grinta che sono abituati a mettere i due tennisti in campo, si direbbe quasi che sono due marziani. Tra semifinale e quarti lo spagnolo è stato in campo più di 5 ore e mezza negli ultimi due giorni, mentre l’uruguaiano ha mostrato una solidità fisica e mentale che non gli è nuova qui in Brasile, considerando che ha perso solo 7 set in carriera su 13 incontri disputati. Dei quattro precedenti nel circuito maggiore Cuevas ne ha vinti tre, ma va sottolineato come Ramos stia attraversando il momento migliore della sua carriera: è alla sua posizione più alta in carriera, n° 24, e negli ultimi tre tornei ha collezionato due semi e un quarto di finale.

QUESTA PARTITA NON S’HA DA FARE – Il match è iniziato con 50 minuti di ritardo, causa il dilungarsi della finale (e soprattutto dei festeggiamenti) di doppio che ha visto in campo ben 3 brasiliani su 4, e a trionfare è stata proprio la coppia di casa Da Silva/Sa. Nel primo set gli scambi, un po’ a sorpresa, non sono particolarmente lottati e di errori se ne contano in abbondanza. I due tennisti spesso è come se si trovassero a giocare da soli: fanno e disfano a loro piacimento e poi finiscono sempre per salvarsi grazie al servizio (notevoli le seconde in kick di Cuevas, dal rimbalzo ingiocabile). Ramos, con il suo dritto mancino, riesce a variegare bene le direzioni degli attacchi, rendendo difficile a Cuevas il compito di impostare una difesa duratura. Le uniche due palle break del parziale arrivano sul finale e sono entrambe per l’uruguaiano, il quale potrebbe così chiudere anticipatamente il set. Tuttavia quest’oggi ha una carenza di cattiveria agonistica e si finisce giustamente al tie-break. Qui Pablo si traveste da Babbo Natale, e con visibile rammarico, sbaglia 4 colpi da fondo consecutivi regalando così un set che pareva alla sua portata. La pioggia, una costante in quest’edizione del torneo, è stata più clemente del solito e prima di cominciare a cadere, ha aspettato almeno che i due tennisti tornassero a sedersi. L’arbitro Bernardes fa riprendere il gioco dopo pochi minuti ma a mancare all’appello questa volta è il dritto di Ramos, e allora nel terzo game denso di gratuiti Cuevas passa avanti di un break. Per vincere però il vantaggio bisogna saperlo conservare cosa che a lui non riesce e con il calare della sera cala anche la poca lucidità rimastagli. La testa di serie numero 2 riesce a recuperare lo svantaggio con estrema facilità e proprio quando è il suo turno di servire per portarsi avanti nel set, la pioggia torna a scagliarsi su Sao Paulo e questa volta davvero tutti sono costretti ad abbandonare il campo. Partita rimandata al giorno successivo

CUEVAS-RAMOS ATTO II, LA VENDETTA – All’orario di lunedì,  previsto per la ripresa del gioco, è ancora la pioggia a farla da padrona. Il cielo non si schiarisce fino alle 13 ora locale (17 in Italia), e dopo le operazioni preliminari Cuevas e Ramos-Vinolas scendono in campo. Non appena terminato il riscaldamento però, l’acqua torna a prendersi beffa degli organizzatori, e di conseguenza, giocatori e arbitro sono costretti a rientrare negli spogliatoi. Ormai gli spalti sono quasi deserti e dire che la superficie del campo è umida è un eufemismo. Le due teste di serie tornano a giocare dei punti validi per la finale dopo circa 24 ore dall’ultima volta, ed entrambi sono titubanti e incerti nei loro colpi. Si riparte da 3-3 40-40, servizio spagnolo. Cuevas non fa in tempo a brekkare l’avversario, grazie a due gratuiti dello stesso, che i tennisti sono costretti ad interrompersi di nuovo questa volta per problemi sul terreno: la presenza di zone particolarmente umide che rendono rischiosa la prosecuzione. Si riprende dopo qualche lavoro di giardinaggio e l’uruguaiano rimette il match in parità chiudendo il secondo set 6-4, con relativa scioltezza. La già decantata esperienza di Pablo gli permette di gestire al meglio questa situazione anomala, e con la palla così pesante la strategia migliore è quella di abbassare i ritmi, cercare la profondità e limitare gli errori. Cuevas riesce a mettere in pratica le prime due, un po’ meno la terza, ma comunque commette meno gratuiti di Ramos e quindi anche nel set decisivo va avanti di un break. Le occasioni per pareggiare vengono giocate tutte malamente da Albert il quale fa troppo affidamento sul tennis dell’avversario, giocando lui in maniera passiva. Cuevas chiude di nuovo con il punteggio di 6-4, al quarto match point, servendo la seconda di servizio da sotto e tenendo sempre il controllo dello scambio; conclusione migliore per questa partita non poteva esservi. Per il nativo di Concordia è il sesto titolo in carriera, il quarto sulla terra brasiliana.

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