Miami, Nadal: "Il Masters sul veloce? Non capisco perché, non è giusto"

Interviste

Miami, Nadal: “Il Masters sul veloce? Non capisco perché, non è giusto”

ATP Miami, ottavi di finale: [5] R. Nadal b. N. Mahut 6-4 7-6(4). L’intervista del dopo partita a Rafael Nadal

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Ci sono parecchie differenze tra te e Roger Federer, a partire dall’età. Lui ha cinque anni in più. Eppure siete in tale condizione attualmente. Sei sorpreso?
No. È un buon inizio di stagione per entrambi. Per lui migliore, ovvio. Io sono contento del modo in cui ho iniziato l’anno soprattutto dopo che la seconda parte dello scorso era stata così dura per gli infortuni. Perciò ritengo sia positivo per entrambi poter essere competitivi ogni settimana.

Se nel 2005 qualcuno ti avesse predetto che ora saresti stato qui con lui in questa posizione, con un record così importante etc. etc., cosa avresti pensato?
Non lo so. È difficile immaginare una cosa del genere quando hai 17 o 18 anni. Per me era impossibile anche solo sognare ciò che poi sarebbe accaduto. Ho vissuto alla giornata e mi sono goduto le belle cose capitatemi. Eccoci qui 12 anni dopo, una gran bella cosa.

Ora che hai superato i 30 anni e considerati gli infortuni, hai modificato il tuo modo di allenarti per esempio sotto il profilo dell’intensità? Fai meno sedute di allenamento rispetto a prima?
Mi alleno molto nel mese di dicembre e, ovviamente, quando non sono a posto fisicamente faccio di meno. Ma ora sto bene e gioco bene. Ho potuto allenarmi al massimo per oltre un mese come piace a me e per questo ho iniziato bene il 2017. Il mio obiettivo è sempre quello: avere la possibilità di decidere cosa sia meglio fare. Per tanti anni ciò non è stato possibile. Mi allenavo tanto quanto il mio corpo mi permetteva e non quanto sentivo di avere bisogno.

Adesso affronterai Jack Sock che non incontri da Pechino. Come ti aspetti che sarà?
Giocatore molto aggressivo e potente, con diritto e servizio notevoli e anche un buon rovescio. Gioca un rovescio molto rapido. Quindi non potrò che giocare in maniera aggressiva. Se gli lascio fare il suo gioco tranquillamente, diventerebbe impossibile per me farcela. Perciò dovrò concentrarmi sul mio servizio ed essere aggressivo.

Si è parlato molto di cambiare la superficie dei tornei di Rio e Buenos Aires passando dalla terra battuta al cemento per avere un maggior numero di giocatori forti. Pensi che verrà fatto e qual è la tua opinione a proposito.
È chiaro che se ci sono sempre meno tornei su terra battuta, ci sono anche meno giocatori forti su tale superficie. È normale. Se l’80% dei tornei si disputano sul cemento è normale che i migliori tennisti del mondo siano specialisti di tale terreno di gioco. Succederebbe la stessa cosa se si invertisse la tendenza e si trasformassero tornei tipo Pechino e Shanghai in competizioni su terra rossa. Se continuiamo a fare sempre più tornei su superfici così, non ci saranno più giocatori di vertice specialisti della terra battuta e i tornei citati dovranno fare a meno dei migliori, perché questi vorranno sempre giocare sul veloce. In passato quando c’erano più tornei su terra battuta avevamo delle star di tale superficie tipo Ferrero, Gaudio, Coria, Moya, grandi giocatori. La situazione è cambiata perché l’ATP punta sempre di più sui tornei disputati sul veloce. Se è ciò che si vuol fare per il nostro sport, ok. Non parlo così perché gioco meglio sulla terra battuta, dal momento che quando tali trasformazioni avverranno mi sarò già ritirato. Parlo per il bene del tennis in generale. È come nel Masters, in cui ogni anno mi tocca giocare sul veloce. Non ne capisco la ragione dal momento che per 11 o 12 anni per potervi accedere ho giocato su ogni superficie, erba, cemento, terra rossa, indoor. Non mi pare giusto. Non mi pare giusto che ci siano sempre più tornei sul veloce a discapito di quelli su terra battuta. Inoltre, è dannoso per il corpo.

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