Miami, Nadal: "Vincere o perdere la finale non mi cambierà la carriera"

Interviste

Miami, Nadal: “Vincere o perdere la finale non mi cambierà la carriera”

ATP Miami, semifinale: [5] R. Nadal b. F. Fognini 6-1 7-5. L’intervista del dopo partita a Rafael Nadal

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Credi che il ritmo blando di Fabio nel primo set ti abbia causato un calo di concentrazione e abbia abbassato il tuo livello?
No, penso di aver giocato un buon primo set, e lui ha fatto qualche errore. Nel secondo set non si tratta di aver perso la concentrazione, bensì non sono stato fortunato nella parte iniziale. Ho avuto tante chance per passare avanti di un break, ma le cose vanno così. Quando non trasformi le opportunità che ti crei ti ritrovi con dei problemi, soprattutto con questo tipo di condizioni, molto ventose. E poi con Fabio, un giocatore capace di combinare ottimi punti con diversi errori, il match diventa strano, non c’è molto ritmo, e la fine del secondo set è stata dura.

Parlaci di Nick Kyrgios. Pensi che la nuova generazione di tennisti sia differente da come eravate tu e Roger?
Sì, sono diversi. Ma la vita e il mondo cambiano, e Nick è un giocatore con molto talento dotato di un gran servizio. Questo lo aiuta a giocare con molta fiducia e in risposta è più rilassato. Al momento sta mettendo in mostra un gioco solido. Se non sbaglio ha giocato la finale a Marsiglia, semifinale ad Acapulco, e i quarti di finale la scorsa settimana a Indian Wells. Lui non appartiene alla prossima generazione, lui è della generazione del presente, no? È vicino alla top 10 e quest’anno ha delle buone chance per andare al Masters.

Fabio sembra aver sofferto di un problema al gomito. In questo torneo sono mancati Novak, Andy, Gasquet, Monfils, molti top player. Pensi sia una coincidenza o c’è una spiegazione a tutti questi infortuni?
Non so se Novak sia infortunato, giocherà la Davis Cup questa settimana. Non sono sicuro che sia infortunato. Anche su Fabio, non so se ha avuto dei problemi. Potresti chiederglielo dopo. Gasquet non è infortunato, ha avuto l’appendicite. Capita a molte persone e non è un infortunio. È successo anche a me. Ad Andy non so cosa sia successo. Questo è un torneo che gli piace, quindi il fatto che non sia qui significa che sicuramente è successo qualcosa. Ma non è un caso. Quando giochi la maggior parte del tempo su delle superfici dure si fa più difficile per il corpo.

Il fatto che hai già giocato qui 4 finali ti sarà d’aiuto?
Non penso che influenzeranno il fatto che potrei vincere o perdere. Sono arrivate tanto tempo fa. L’ultima se non sbaglio è del 2011, e non sono in quella situazione dove non ho mai vinto un Masters 1000 e quindi aver giocato delle finali in passato potrebbe essere d’aiuto, no? Ne ho vinti una ventina. Non c’è più la pressione quando gioco una finale, che sia qui o Montecarlo o Indian Wells. È lo stesso. La cosa che fa la differenza per me è che vincere qui significherebbe vincere un titolo importante che non ho ancora mai ottenuto. Ma onestamente, che vinca o perda, non cambierà la mia carriera, semplicemente aggiungerà qualcosa di importante ad essa. Sono molto contento della parte di stagione giocata sul duro. Ho vinto tanti match e guadagnato tanti punti. Ciò è una bella novità per me e mi da un po’ di calma per prepararmi ai prossimi tornei. Allo stesso tempo era importante per me fare bene in questi primi mesi, perché nella seconda parte di stagione non ho punti quindi ho una bella occasione per salire molto nel ranking. Anche se dovrò difendere molti punti nei primi tre tornei sulla terra rossa.

Pensi di aver alzato il tuo livello rispetto a Indian Wells?
No, stavo già giocando bene a Indian Wells. È vero che non ho giocato il mio miglior match contro Roger, ma le sensazioni erano buone. Non dico bugie a nessuno quando affermo di aver giocato bene a Indian Wells. Onestamente, il mio tabellone non è stato davvero ideale mentre qui ogni giorno sono riuscito a fare meglio.

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