Petkovic e i paragoni letterari: "Federer come Goethe"

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Petkovic e i paragoni letterari: “Federer come Goethe”

L’eclettica tennista tedesca si è divertita in un’intervista ad accostare campioni del presente e del passato a maestri della letteratura

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Spesso sentiamo i tennisti lamentarsi del fatto che la loro vita ruoti eccessivamente intorno al tennis e si sentono come rinchiusi in questa enorme bolla dove non si fa altro che concentrarsi sullo sport. A volte questa condizione risulta alienante e trovare una valvola di sfogo è una conseguenza quasi necessaria; il cervello è alla continua ricerca di stimoli e tenerlo eccessivamente occupato su un argomento può far dimenticare quali siano le giuste dimensioni delle cose. Una delle giocatrici più eclettiche e dagli interessi più vari del circuito WTA è sicuramente Andrea Petkovic. In passato ha studiato Scienze Politiche, e al momento sta seguendo dei corsi di Letteratura e Filosofia per via telematica.

Questa settimana la tennista dal passaporto tedesco si trovava al torneo Volvo Car Open di Charleston e ha avuto modo di parlare di una delle sue più grandi passioni, nonché sua materia di studio: gli scrittori del passato. La cosa particolare che ne è venuta fuori è stata paragonare alcuni di essi a dei grandi tennisti che hanno fatto, e stanno facendo, la storia di questo sport. Il risultato di questa fusione è una sorta di doppio-profilo, un incrocio tra due discipline che non disdegnano affatto l’appellativo di arte.

Il primo ad esser stato nominato non poteva non essere Roger Federer il quale è stato accostato da Petkovic a Johann Wolfgang von Goethe. Le ragioni di questa scelta sono scaturite dalla sua “bellezza, stile e sostanza. E Federer, come Goethe, ce le ha tutte.” Lo scrittore tedesco ha vissuto per quasi un secolo e la sua carriera è stata lunga e costellata di opere dall’enorme componente emotiva; questa citazione sembra fare proprio al caso nostro: “una persona nata con un talento troverà grande gioia nell’usarlo.”

La conversazione si sposta subito sul tennis femminile e l’attuale numero 1 Kerber è stata accostata al russo Fedor Dostoevsky. La cosa che accomuna i due è il fatto di essere arrivati in alto dopo un lungo periodo di sofferenza e sudore. Questa fatica è possibile trovarla nei libri “Delitto e castigo” e anche “Memorie dal sottosuolo” e stando alle parole di Petkovic: “dalle sue opere emerge questo aspetto della sofferenza, la quale va a colpire i suoi personaggi e la storia ruota intorno ad essa. Ma alla fine loro ne escono fuori più forti. È questo che è capitato ad Angie lo scorso anno: è venuta fuori alla grande.” Citazione adatta: “pena e tormento sono sempre inevitabili per una persona dal grande cuore e dalla grande intelligenza.”

Per Serena Williams il discordo invece si amplia. Non c’è un singolo autore per descriverla, bensì un intero genere: la tragedia greca. “È questo che amo di lei. Quando la vedi ti accorgi sempre della presenza di sostanza, significato e valore. Per lei tutto ha estrema importanza. È come una tragedia, ma una di quelle che finisce bene.” L’immagine della dea vittoriosa Nike salta subito in mente.

La sorella Venus invece si differenzia per la sua eleganza, in campo e fuori, e per il suo animo battagliero, anche in questo caso in campo e fuori. La più grande tra le Williams si è battuta molto in passato per assicurarsi pari dignità tra tennisti maschi e femmine e la scelta di Petkovic in questo caso è ricaduta su Simone de Beauvoir. La saggista francese, che nel 1949 pubblicò “Il Secondo Sesso”, ha avuto un ruolo predominante in quel movimento che sarebbe poi diventato il femminismo “e come lei, Venus si preoccupa dei diritti delle donne, e lo fa sempre in modo nobile e con classe, ma mai alzando la voce. Una frase che ben richiama questo contrasto tra l’evoluzione e la stasi: “la vita è occupata tra il continuo ripetersi e il superare se stessa.”

Infine quando le viene chiesto a chi potrebbe assomigliare il grande filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, Andrea Petkovic non ci pensa due volte e fa subito il nome di Ivan Lendl“lui è qualcuno a cui piace tirare fuori il meglio di se e ad entrambi piace soffrire.” Una frase significativa di Nietzsche, che potrebbe benissimo averla detta il giocatore ceco, è: “il problema di questa nuove generazioni è che non sono abituati alla solitudine.” E pensando a come si muove veloce il mondo del tennis, a come si susseguono tornei settimana dopo settimana, questa citazione appare a dir poco attuale.

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