Solo Ramos tra Rafa e la decima

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Solo Ramos tra Rafa e la decima

Il catalano prova a sbarrare la strada a Rafa per un posto nell’immortalità

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Al momento del sorteggio del tabellone del Masters 1000 di Montecarlo, nessuno si sarebbe aspettato di vedere in finale Albert Ramos-Vinolas, 29 anni da Barcellona, numero 24 del ranking mondiale e reduce dal periodo migliore della propria carriera. Tutto è iniziato dai quarti di finale raggiunti a Parigi 11 mesi fa, proprio quando Rafa Nadal fu costretto alla conferenza stampa più difficile della sua carriera. Oggi, dopo tante gioie – per Ramos – e delusioni – per il nove volte vincitore del torneo del Principato – questi due ragazzi alle 14,30 si contenderanno uno dei titoli più prestigiosi su terra battuta.

Indubbiamente il match di oggi ha un chiaro favorito, con Nadal che ha anche vinto entrambi gli scontri diretti – sempre a Barcellona, la prina volta cedendo tre game, la seconda perdendone dieci. Da parte sua, Albert potrà giocare con la serenità di chi non ha nulla da perdere, ma allo stesso tempo con la consapevolezza che, forse, non giocherà mai più l’atto finale di un torneo di questo livello. Intanto è certo del fatto che da domani coronerà tutto questo con il proprio best ranking (n.19, n.15 in caso di vittoria), mentre se dovesse trionfare Nadal, quest’ultimo salirebbe fino alla quinta posizione (al momento è settimo). Inoltre Rafa, in caso di vittoria, conquisterebbe il 70esimo torneo in carriera, il 50esimo sulla terra rossa – uno in più di Vilas – oltre al 29esimo Masters 1000. Sarà estremamente interessante vedere se Ramos riuscirà ad annullare il vantaggio psicologico che Nadal ha quasi sempre avuto sui suoi connazionali, ma anche se sarà in grado di trovare qualche soluzione per fare partita pari. Sicuramente il fatto di essere mancino lo potrebbe aiutare nel non perdere troppo campo negli scambi sulla diagonale sinistra – non a caso in carriera è ha vinto 23 partite su 38 contro i left-handed – cercando di comandare il gioco con il proprio dritto.

Per lui sarà importante cercare di evitare lo scambio prolungato dalla parte del rovescio, dove va in difficoltà soprattutto quando deve fronteggiare palle centrali e sotto l’altezza del fianco, avendo peraltro difficoltà a trovare un buon cambio in lungolinea. In questo senso potrebbe essere utile cercare di rimanere vicino alla riga di fondocampo, cercando quasi subito un’accelerazione con il dritto dal centro verso destra, magari approfittando di un dritto da sinistra dell’avversario non troppo profondo (prima del match di ieri, in questo torneo la profondità media di questo colpo per Nadal è stata di 5,16 m).

Allo stesso tempo, però, se il dritto di Nadal dovesse funzionare abbastanza bene, per Ramos ci sarebbero ben poche possibilità di sovvertire l’inerzia dello scambio.

Ramos dovrebbe cercare di chiudere i punti in fretta, specialmente nei suoi turni di battuta, un po’ come fece Querrey nella finale di Acapulco. Tuttavia, Albert non ha lo stesso servizio e la stessa pesantezza di palla in grado di scardinare la difesa di Rafa, senza considerare il fatto che, in questo senso, la superficie non lo aiuta. Inoltre, anche se Ramos dovesse riuscire a prendere campo, potrebbe ugualmente subire il passante di Nadal, come emerso bene in questo frangente:

Infine, il maiorchino potrebbe anche variare il gioco con qualche palle più bassa e corta – non necessariamente una smorzata – che rischierebbe di mandare in tilt l’avversario.

Sarà la quarta finale tutta spagnola della storia di questo torneo: la prima risale al 2002 e la vinse Ferrero contro Moya in tre set – ma si giocava al meglio dei cinque – la seconda al 2010, quando Nadal perse solamente un game contro Verdasco. L’ultima, invece, è datata 2011, con lo stesso Rafa che vinse sempre in straight sets contro Ferrer. Quella di oggi promette un esito simile, ma chissà. D’altronde, come disse Adriano Panatta, il tennis è lo sport del diavolo.

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