Océane Dodin e la squadra francese di Federation Cup - Pagina 2 di 4

Al femminile

Océane Dodin e la squadra francese di Federation Cup

Quarto e ultimo articolo della serie dedicata al tennis d’oltralpe: le prospettive della più giovane top 100 di Francia e quelle del team di Fed Cup

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Sia chiaro: con questo non sto profetizzando che ripercorrerà i successi di Maria, però mi pare che nel modo di stare in campo e nel tipo di tennis che pratica ci siano punti di contatto. Come Sharapova, infatti, anche Dodin imposta il suo tennis sulla grande pressione da fondo campo, utilizzando quasi unicamente i tre colpi base. E’ molto difficile che rinunci al dritto e al rovescio (bimane) in top spin; e il suo gioco è mirato a prendere il controllo dello scambio il prima possibile, anche nei turni di risposta, attraverso la massima aggressività sin dal primo colpo.

Sicuramente la sua miglior dote è la capacità di imprimere grande velocità alla palla: a partire dal servizio (con punte che superano i 190 km/h) così come nei due colpi da fondo. La sua palla viaggia davvero a ritmi superiori, che possono diventare quasi insostenibili per le avversarie, visto che Dodin si mantiene sistematicamente a ridosso della linea di fondo, facendo ricorso ai colpi di controbalzo sulle parabole più profonde.
Come si può immaginare, il rovescio della medaglia di questo tipo di tennis è il numero di errori che si rischiano di compiere nei momenti di difficoltà e nei passaggi a vuoto.

Per quanto riguarda il resto dei colpi confesso di essere in difficoltà nel descriverli, perché Dodin li utilizza molto poco. Scende a rete raramente (con volèe di dritto che mi sembrano più efficaci rispetto a quelle di rovescio, bimani), e anche le smorzate non si può dire siano frequenti nel suo repertorio. Insomma: i colpi lavorati e di tocco non sono il suo forte. Eccola ad esempio in difficoltà su una palla bassa e insidiosa da gestire in avanzamento:

Va detto che Océane non sembra preoccuparsi particolarmente di queste soluzioni di gioco meno frequenti, e in un certo senso in linea con questo atteggiamento è la scelta di non dedicarsi al doppio (a livello WTA non ha mai disputato alcun match).

Quando è obbligata al contenimento, invece che ai back il più delle volte si affida comunque a colpi in top spin o piatti, modificandoli: alza le parabole per rallentarle, oppure trasforma lo swing in un colpo di opposizione, attraverso un movimento parziale, che limita l’ampiezza del gesto per evitare di perdere il controllo. Come con questo rovescio:

Dunque Océane pratica un power tennis piuttosto scarno: ma non è detto che non possa rivelarsi efficace, e con fasi di notevole spettacolarità. Nei momenti in cui è on fire lascia ammirati la sua capacità di spingere la palla anche in corsa. Qui gioca prima un dritto e poi un rovescio di grande qualità:

Il suo ingresso nelle prime cento è avvenuto soprattutto grazie ai risultati che ha raccolto nella seconda parte del 2016, prima negli ITF medio-piccoli, poi con due vittorie in tornei più importanti: il suo primo WTA, a Quebec City, e il 100 mila dollari di Poitiers, in tutti e due i casi in finale contro Lauren Davis.

Dalla finale di Poitiers ho selezionato i primi tre esempi video. L’ultimo colpo che presento è invece tratto degli Australian Open 2017, e conferma certi suoi atteggiamenti sharapoviani. Qui (min 0’46”) si ritrova la palla un po’ troppo vicino al corpo e “aggiusta” il dritto con un movimento che ricorda molto da vicino la soluzione che adotta Maria, spingendo all’indietro la schiena:

Sino a che livelli saprà arrivare Dodin? Personalmente faccio fatica a valutarlo. A vent’anni appena compiuti ha davanti a sé tutta una carriera ancora da compiere. Mi colpisce però la differenza in due dichiarazioni rilasciate a distanza di poco più di un anno durante gli Slam. Aveva detto in occasione della prima vittoria contro Riske, agli Australian Open 2015: “Io non sono una ragazza che si mette pressione, non mi faccio prendere dallo stress. Ciò che conta è dare il massimo. Ho giocato il mio gioco, e ha pagato. Non ho paura di nessuno”.

Questa invece è la dichiarazione dopo la sconfitta al Roland Garros 2016 contro Ana Ivanovic (6-0, 5-7, 6-2): “All’inizio ero tesa, nervosa. Così si spiega il 6-0. E poi il campo è molto grande e non mi sono ritrovata con i colpi. Quando sei in tensione non riesci a spingere sulla palla, e così ho commesso gli errori”.

In sostanza, man mano che si entra nel meccanismo del tennis professionistico si scopre che una delle maggiori difficoltà per una tennista è saper rispondere alle aspettative, riuscire a gestire le pressioni, e giocare bene nei momenti importanti. Visto che Dodin è stata avvicinata a Sharapova, forse è proprio in questi aspetti che dovrebbe augurarsi di assomigliarle. Riuscisse a farlo, allora renderebbe molto più rosee le sue prospettive.

a pagina 3: la squadra di Fed Cup francese

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