Océane Dodin e la squadra francese di Federation Cup

Al femminile

Océane Dodin e la squadra francese di Federation Cup

Quarto e ultimo articolo della serie dedicata al tennis d’oltralpe: le prospettive della più giovane top 100 di Francia e quelle del team di Fed Cup

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Si conclude la serie dedicata al tennis francese. In questo articolo la prima parte tratterà di Océane Dodin, mentre la seconda parte proverà a fare il quadro della complicata situazione della squadra di Fed Cup.

Océane Dodin
Qualche settimana fa, quando ho deciso di occuparmi delle giocatrici francesi, ragionando su Océane Dodin mi sono trovato di fronte a un curioso problema. Ripensando ai suoi match, mi sono reso conto che quasi tutte le partite in cui l’avevo vista in azione si erano concluse con delle sconfitte. In parte era dovuto al fatto che in carriera ha vinto poco contro le top 50 (2 vinte, 10 perse), in parte era frutto del caso. Ma con dei precedenti così negativi come avrei potuto esprimere una valutazione corretta?

Allora prima di scrivere su di lei ho fatto ricorso a Youtube, seguendo appositamente alcune partite vinte, per cercare di modificare la situazione ed esprimere un giudizio più equilibrato. Non so se ci riuscirò, anche perché Dodin è una giocatrice che pratica un tennis estremo, e non è facile descriverla in modo obiettivo.

Al momento è la più giovane francese in top 100: numero 62 del mondo (con un best ranking 58 nel febbraio 2017). Se le attuali prime cento della classifica venissero ordinate per età, Océane risulterebbe settima, con davanti a lei soltanto cinque giocatrici nate nel 1997 e una nel 1999 (CiCi Bellis). Dodin infatti è la più giovane 1996 presente in top 100, dato che è nata il 24 ottobre vicino a Lilla, ai confini con il Belgio. La sua infanzia non è però legata al nord Europa, ma ai Caraibi, visto che l’ha trascorsa in Martinica.

Quando Océane è piccolissma, la famiglia da Lilla si trasferisce oltreoceano, dove il padre ha trovato lavoro come insegnante di educazione fisica e di tennis. Figlia unica, con un papà maestro di tennis, era inevitabile che cominciasse a prendere in mano la racchetta prima ancora dei tre anni. Da allora il padre Frédéric ha iniziato a seguirla, e ancora oggi è il suo coach. Sono tanti i genitori che diventano allenatori delle figlie, ma è molto meno frequente che lo facciano avendo alle spalle una formazione tecnica specifica, come nel caso dei Dodin.

Dopo cinque anni in Martinica, la famiglia torna in Francia, e Océane comincia la trafila agonistica tipica di ogni ragazzina molto dotata. Arriva tra le prime sedici al Petit As 2010 (in quel tabellone erano presenti, fra le altre: Bencic, Konjuh, Ostapenko, Siniakova, Lottner, Abanda, Townsend, Haddad Maia). Poi vince il titolo francese under 16. A livello internazionale, però, da junior non raggiunge risultati straordinari: il suo miglior ranking è il 180 mo del mondo.
Va detto che Dodin non ha praticato un’attività molto intensa tra le ragazze, anche perché ha iniziato a prendere parte molto presto ai tornei ITF delle adulte (sino a oggi ha raggiunto 13 finali, vincendone 8).

Sorprendentemente, quando ancora ha giocato pochissimo a livello WTA, si fa conoscere per due vittorie negli Slam. La prima agli Australian Open 2015. La federazione francese le procura una wild card (le quattro federazioni che organizzano gli Slam attuano una politica di reciprocità nella gestione degli inviti) e Océane, allora numero 183 del ranking, la utilizza al meglio battendo Alison Riske (7-6, 3-6, 6-3).
Ancora più importante, considerato il prestigio dell’avversaria, è il successo agli US Open 2015, quando sconfigge la testa di serie numero 21 Jelena Jankovic (2-6, 7-5, 6-3). Qui è intervistata subito dopo quel match:

Si tratta di due piccole imprese, compiute a diciotto anni, che in patria accrescono la sua popolarità. I giornalisti, prendendo spunto dalla sua struttura fisica (è longilinea, e alta 1,83) e dal modo di giocare, la descrivono come la Sharapova di Francia. E lei stessa l’ha definita la sua giocatrice preferita (QUI dal min 1’10” in poi). Di solito sono contrario a questi paragoni, perché difficilmente mi sembrano calzanti, ma per una volta devo riconoscere che vedo delle affinità.

a pagina 2: le caratteristiche tecniche di Océane Dodin

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