Intervista a Flavia Pennetta: "Il bimbo nasce tra quindici giorni" (Cocchi)

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Intervista a Flavia Pennetta: “Il bimbo nasce tra quindici giorni” (Cocchi)

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Intervista a Flavia Pennetta: “Il bimbo nasce tra quindici giorni” (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)

 

Quando gli ha annunciato che sarebbe diventato papà, si è ammutolito. Senza fiato. Ora, a due settimane dal termine della gravidanza, Flavia Pennetta il fiato di Fabio Fognini lo sente eccome, sul collo. «Manda mille messaggi, si preoccupa, ha paura di non arrivare in tempo per la nascita», ride Flavia dalla casa di Barcellona dove ora sta in pianta stabile, in attesa che suo figlio decida di venire al mondo.

Flavia, ci siamo. Tutto pronto per l’evento che cambierà per sempre la vostra vita?

«Oddio, detta così… Lo so, lo so. La cambierà eccome. Mi dicono tutti di dormire e di riposare perché tra pochi giorni tutto cambierà. Ma sono troppo curiosa di conoscere mio figlio, di vedere la sua faccia».

La borsa per l’ospedale è fatta?

«Sì, quella è l’unica cosa già pronta. Ho messo la camicina della fortuna, di seta, che mi ha dato mia nonna e ho scelto tutte le tutine».

Come lo vestirà il primo giorno?

«Un pagliaccetto in stile marinaro che ha comprato la mamma di Fabio».

Avete deciso il nome?

«In realtà ne abbiamo una rosa, ovviamente tutti con la F come prevede il “regolamento” della famiglia Fognini. Vogliamo aspettare di vederlo in faccia e capire quale nome meglio gli si adatti».

Come si immagina il piccolo «F»?

«Non riesco ancora a immaginarlo, anche perché non ho fatto l’ecografia in 3D come si usa adesso. Fabio non c’era e io non volevo vederlo senza di lui, non mi sembrava giusto. Magari sarà pieno di capelli o pelatissimo. Chissà».

Ha deciso per il parto naturale?

«Se tutto andrà bene, sì. Farò ovviamente l’epidurale perché voglio godermi il momento senza essere stordita dalla sofferenza. Mi auguro continui ad andare tutto per il meglio, sono stata fortunata, ho avuto una gravidanza stupenda. A parte qualche malessere tra il secondo e terzo mese».

La cameretta?

«E’ appena arrivata a Barcellona. E’ bianca, con qualche leggerissimo tocco di azzurro. Non si sa mai che più avanti arrivi qualcuno che invece preferisca il rosa…»

Quindi abbiamo già in programma un bis?

«A noi piacerebbe molto che non restasse figlio unico, però adesso concentriamoci sul primogenito e vediamo come va. Magari ci fa passare la voglia di farne un altro. Visto che tra viaggi, camminate e palestra non l’ho mai lasciato in pace, magari si vendicherà dal primo minuto».

Come ha vissuto la trasformazione del suo corpo?

«Abbastanza bene, ma ho cercato comunque di stare a dieta e fare molto movimento. Eppure ho preso 10 chili».

Non deve essere stato facile stare tanto lontana da suo marito in questo momento speciale della vostra vita.

«I primi cinque mesi e mezzo sono stata con lui, poi abbiamo passato ben 65 giorni lontani. Fabio ha il terrore che possa nascere prima che lui riesca ad arrivare all’ospedale. Gli dico di stare tranquillo e tenere il telefono sempre acceso con la suoneria bella alta».

Da bravo figlio di due tennisti non poteva che nascere nella settimana degli Internazionali.

«Eh già, Fabio giocherà me se dovessi chiamarlo perché “è il momento” credo che fuggirebbe pure dal campo».

Ha sentito di Serena Williams? Le chiederà qualche consiglio sulla gravidanza.

«Appena l’ho saputo le ho mandato la foto del mio pancione con un messaggio “Preparati!”. Lei è molto contenta, ne abbiamo parlato spesso in passato, lei ha sempre voluto diventare madre. E sono sicura che tornerà subito in campo. La sa una cosa curiosa?».

Forse no…

«Quando ho giocato l’esibizione con Serena a Milano, io e Fabio sapevamo da pochissimi giorni che ero incinta. Ho chiesto il parere del medico e mi ha dato l’ok. Solo che Fabio aveva un’ansia tremenda, tanto che appena ho detto che avevo fame si è precipitato in campo a portarmi il riso in bianco. Il riso in bianco, capite? Stavo sprofondando dalla vergogna. E poi prima del match, siccome voleva tenere segreta la lieta notizia, si raccomandava con Serena che non picchiasse troppo. “Sai, – le diceva -, lei è ferma da tanto, stai calma” (…)

 

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