L’ennesimo KO di Kerber dice che Parigi sbaglia

Editoriali del Direttore

L’ennesimo KO di Kerber dice che Parigi sbaglia

Ci vogliono classifiche e teste di serie per specialità, sulla terra rossa come sull’erba. Altrimenti tabelloni clamorosamente falsati. Kerber n.1 e Pliskova n.2, Nadal n.4, Raonic più su di Thiem, non ha senso

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Se lasciamo da parte per un attimo le questioni etiche, come sempre discutibili se raffrontate a questioni di interesse (pecunia non olet etcetera etcetera), si capisce bene perché il tennis femminile abbia una quasi disperata necessità di recuperare Maria Sharapova. Che con la rediviva Petra Kvitova potrebbe restituire un minimo di presentabilità (dire dignità sarebbe superficialmente offensivo) al vertice del tennis femminile messo in crisi da una n.1, Angelique Kerber, che quest’anno ha perso 7 volte al suo primo turno (bye compresi) e che nemmeno sembra capace di reagire a un match che si mette male, come quello con la Makarova che le ha dato un 6-2 6-2 inequivocabile. Ha perso dappertutto, non solo sulla terra rossa, la mancina tedesca che lo scorso anno ha vinto due Slam e ha centrato una finale olimpica, però lei stessa dice di non aver fiducia quando gioca sulla terra battuta. E si vede. Non lotta più nemmeno quando perde. Chissà, magari la Pliskova n.2 del seeding, terrà fede alla propria qualifica, ma sulla terra rossa non ha mai brillato neppur lei (e dice le stesso cose della Kerber) e mi viene da chiedere allora se non sarebbe adesso anche al Roland Garros di suggerire quel che fanno a Wimbledon al momento di designare le teste di serie. Lewis Carroll, l’autore di Alice nel Paese delle Meraviglie, propugnò per primo l’idea delle teste di serie per evitare che i tennisti più forti si incontrassero ed eliminassero nei primi turni. Il concetto dovrebbe essere ristabilito.

Il motivo per cui a Wimbledon WTA e ATP hanno  consentito di “smentire” parzialmente le classifiche ufficiali ATP e WTA, è dovuto al fatto che sull’erba si gioca poco e ci sono specialisti in positivo… ma anche in negativo. Quindi a Wimbledon, da qualche anno, si è deciso con qualche ragione di tener conto – al momento di buttare giù il seeding – delle ultime annate sull’erba dei tennisti. Rispetto ad un tempo ormai si gioca pochissimo anche sulla terra battuta – difatti Rafa Nadal non fa che lamentarsi da anni della brevità della stagione sul rosso (e un po’ tutti i tennisti sudamericani) –  e quasi tutte le ragazze giocano con lo “stampino”, tutte botte bimani di rovescio e pallate di dritto, perché paiono cresciute sui campi in cemento. Di varietà, alla Schiavone e alla Vinci per intendersi, s ene vede ben poca. Kerber, Pliskova, Konta, Cibulkova, Radwanska, Venus Williams, Wozniacki, sulla terra rossa non valgono davvero quanto sui campi duri. È vero che forse non ci sono neppure grandissime specialiste del “rosso”, la Halep e la Svitolina forse sono con la Muguruza fra le migliori senza essere fenomeni, però secondo me rispettare pedissequamente le classifiche WTA oggi non ha più molto senso (e anche ATP anche se lì i valori sono un tantino più omogenei… ma ha senso che Nadal sia testa di serie n.4 quando tutti lo considerano il favorito n.1 bookmakers inclusi? E  Raonic n.5 davanti a Thiem n.6 ha senso?).

Chiudo il mio scarno editoriale ricordando che le due ragazze italiane in campo nella prima giornata, Vinci e Giorgi, hanno perso abbastanza nettamente e se la Vinci ha perso 10 volte al primo turno su 13 partecipazioni non può essere considerato un caso. Le altre tre ha perso una volta al secondo turno, un’altra al terzo, un solo anno negli ottavi. Quanto alla Giorgi il 6-2 6-3 in 65 minuti dice forse molte più cose di quelle che lei è stata capace di dire in conferenza stampa (ma anche questa non è una novità). Il dono della loquacità e della capacità espressiva non si compra al supermercato. Lei dice che finalmente sta bene fisicamente. Meno male. Certo non sapremo mai spiegarci come è che lei riesca a battere avversarie anche forti e a perdere anche da avversarie, come la Dodin, tutt’altro che irresistibili. Anche Camila sogna l’erba, sulla terra proprio non si trova. Ma per lei il problema della testa di serie non si pone.

Segnalo poi che Dimitrov ha finalmente passato un turno al Roland Garros, dopo aver perso 4 volte di fila al primo turno. Ma la modestia di Stephane Robert n.113 gli ha dato una mano (per tre set). I francesi si sono appassionati a seguire il derby alla fine vinto in rimonta da Pouille al quinto su Bennetau che era stato avanti due set a uno. I francesi in tabellone sono 19, un record eguagliato. Erano 19 anche nel 2014. Un altro derby era fra mancini…due dei 15 in tabellone. Lo ha vinto Zeballos su Mannarino ed è curioso perchè Zeballos aveva perso tutti i suoi ultimi 8 match con i mancini incontrati. L’ultimo battuto era stato nel marzo 2016.

Oggi…in conclusione è stata una bella giornata per chi aveva vinto le medaglie d’oro a Rio, la Puig e la Makarova. Forse il torneo olimpico ne aveva bisogno.

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