Roland Garros, guida galattica per tifosi

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Roland Garros, guida galattica per tifosi

Inizia il secondo Slam della stagione. Tutto quello che c’è da sapere, per viverlo al meglio

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I marziani del tennis scendono sulla terra. Comincia infatti domani la 116esima edizione del Roland Garros, secondo slam della stagione e unico che si disputa sulla terra battuta. Alla vigilia dell’inizio delle competizioni, molte domande attanagliano la mente degli appassionati di tennis italiani e mondiali. Dopo un paio di anni di astinenza, ce la farà Rafa Nadal a vincere il suo decimo titolo a Parigi? Il n.1 del mondo Andy Murray e il campione in carica Novak Djokovic riusciranno a riscattare una prima parte di 2017 deludente? Il giovanissimo re di Roma Alexander Zverev fin dove può arrivare?  Con Serena a casa ad aspettare il suo primogenito e Sharapova ancora fuori gioco, chi sarà la regina del torneo femminile? Angelique Kerber, Garbine Muguruza o Simona Halep? Oppure qualcun’altra ancora? E gli italiani? Fognini avrà messo la testa a posto? Seppi, Bolelli e Lorenzi quanti turni passeranno? Ci dobbiamo aspettare ancora qualche momento indimenticabile dalle ormai attempate Vinci e Schiavone? Assisteremo alla rinascita di Errani o finalmente ad un exploit di Giorgi? La sfera di cristallo non ce l’abbiamo e siamo certi che conserverete quest’articolo nella vostra cronologia per rinfacciarci previsioni non realizzatesi, ma dall’alto della nostra impavidità proviamo comunque ad analizzare la situazione.

Les absent ont toujours tort, dicono al di là delle Alpi. E la doverosa premessa di entrambi i tornei di singolari di questo Roland Garros sono le assenze. In campo maschile, il 18 volte campione Slam e vincitore dell’Australian Open Roger Federer, dopo aver saltato tutta la stagione europea su terra rossa, ha annunciato che non sarebbe stato presente nemmeno al Roland Garros. Certo con i campi di Bois de Boulogne, il maestro elvetico non ha mai avuto un grandissimo feeling ma visto lo stato di grazia mostrato nei primi mesi della stagione sarebbe stato molto interessante vederlo in campo. Lo perdoneremo se ci delizierà di nuovo con le sue magie sulla prediletta erba di Wimbledon.

Chi invece all’interno delle mura del Philippe Chatrier si è sempre sentito a casa è Rafa Nadal. L’obiettivo dichiarato è lo stesso del suo Real Madrid fino al 2014: la decima. Dopo una stagione condizionata dagli infortuni, il mancino di Manacor è ripartito a gennaio con il piede giusto sul cemento, scatenandosi poi sull’amata terra battuta con i titoli a Montecarlo, Barcellona e Madrid. All’esordio Rafa affronterà il cavallo pazzo Paire e tecnicamente sulla sua strada dovrebbe incrociare Simon, Sock e nei quarti Raonic. Non vederlo in semifinale con uno tra Djokovic e Thiem però sembra fantascienza. Potremmo spingerci perfino oltre dicendo che per quello che si è visto nelle ultime settimane, il fenomeno iberico, se in condizione, sembra un passo avanti a tutti gli altri.

Un po’ più indietro ci sono quei due ragazzi del ’87, dal gioco un po’ noiosetto a volte, che se la cavano meglio con il rovescio bimane rispetto al dritto e che si difendono piuttosto bene. Murray e Djokovic, nonostante i numeri 1 e 2 di fianco ai loro nomi, iniziano questo Roland Garros con la voglia di rivalsa per una stagione al momento largamente al di sotto delle aspettative. Il campione scozzese ha forse deluso persino di più, collezionando solo 16 vittorie in questo 2017. Inoltre, nonostante gli enormi progressi compiuti lo scorso anno, la terra rossa non è la sua superficie naturale. Infine non si è allenato per alcuni giorni a causa di qualche linea di febbre. Il possibile faccia a faccia con del Potro al terzo turno ci dirà tantissimo delle sue chance di vincere il suo primo titolo nella capitale transalpina. Poco meglio, ma poco, in questo scorcio di stagione ha fatto il suo coetaneo serbo che tuttavia al Foro Italico ha mostrato segnali incoraggianti dal punto di vista tecnico ed emotivo. Inoltre c’è grande curiosità attorno a lui per l’inizio della collaborazione con Agassi. La sua forma potrebbe essere testata da una serie di terraioli di lingua spagnola prima della semifinale appunto con Thiem.

Poi ci sono gli outsider. I nomi sono fondamentalmente tre. Il primo è l’outsider per eccellenza di queste ultime stagioni, Stan “The Man” Wawrinka. Anche lui è reduce da prestazioni non entusiasmanti, anche se sulla terra battuta ha appena vinto il titolo di casa a Ginevra. Ma tutti sappiamo della sua capacità di innalzare il livello nella seconda settimana degli Slam e superato il possibile ostacolo Fognini al terzo turno potrebbe trovare una strada spianata verso la semifinale. Il secondo nome è Dominic Thiem. Risultati alla mano, il 23enne austriaco in questo momento è il n.2 al mondo sulla terra rossa. I quarti con Djokovic sembrano alla portata e quasi naturali vista la sua attitudine alla superficie ma Goffin in ottavi potrebbe giocargli un brutto scherzo. Il terzo nome è Alexander Zverev. Dopo il trionfo a Roma, l’astro nascente del tennis mondiale è atteso ad una conferma a Parigi, dove già l’anno scorso aveva portato l’amico Thiem fino al quarto set. Se la gioventù non gli gioca scherzi potrebbe issarsi fino ai quarti, battendo in ottavi Nishikori. Ma su di lui è meglio al momento tanto non farsi illusioni quanto non porgli limiti.

Veniamo al tabellone femminile. Anche in questo caso, soffermiamoci innanzitutto sulle due assenze di rilievo. La prima è quella della 23 volte campionessa Slam e vincitrice a Melbourne Serena Williams, attualmente incinta. La seconda, più controversa, è quella della due volte vincitrice del Roland Garros Maria Sharapova, alla quale non è stata concessa una wild card dagli organizzatori dopo la fine della squalifica per doping. A causa della mancanza di due protagoniste di questo calibro il torneo femminile perde sicuramente molto appeal mediatico, ancora prima che tecnico.

Ma lo show del circuito femminile deve andare avanti. Secondo il ranking la principale favorita è la n.1 del mondo Angelique Kerber. Peccato che, come il suo omologo maschile, venga da un inizio di stagione a dir poco disastroso, senza nessun titolo e con due sole vittorie ottenute sulla terra battuta. Peraltro è attesa da un tabellone piuttosto ostico con Makarova, Ostapenko e Kuznetsova nella sua zona. Lo stato di forma e la capacità di adattarsi alla superficie danno invece ragione a Simona Halep. La rumena, ancora senza un Major nella sua bacheca, è reduce dalla vittoria a Madrid e dalla finale a Roma e vanta una finale al Roland Garros nel 2014. Ma sul suo torneo potrebbe conficcarsi la spada di Damocle rappresentata da un problema alla caviglia destra. Se fosse al cento per cento fisicamente sarebbe difficile immaginarla eliminata prima dei quarti con Svitolina e si potrebbe con qualche ragione considerarla come la favorita per il titolo. La passata edizione infine ci indica che Garbine Muguruza è la donna da battere. Anche per lei, questo 2017 è stato piuttosto avaro di soddisfazioni. Il suo tabellone non è impossibile fino ad uno scontro verità contro la francese Kiki Mladenovic.

Ma la rosa di credibili pretendenti al titolo è ampia nel torneo femminile. Escludendo la ceca Karolina Pliskova che a Parigi non ha mai superato due turni, la rosa delle candidate che possono sognare il trofeo si estende sicuramente a due ragazze in grande crescita come Elina Svitolina e Kiki Mladenovic e alla veterana Svetlana Kuznetsova. Svitolina e Mladenovic occupano rispettivamente il primo e il settimo posto della race e hanno disputato 4 finali a testa quest’anno, con la differenza che l’ucraina le ha vinte tutte, l’ultima al Foro Italico, mentre la francese solo una. D’altro canto, a quasi 32 anni e 8 di distanza dal suo ultimo Roland Garros, Kuznetsova da tempo forse non aveva chance così credibili di arrivare in fondo ad un Major grazie ad un solido avvio di stagione e ad un tabellone più che fattibile almeno fino ai quarti di finale.

Infine passiamo al capitolo italiani. Il Roland Garros è tradizionalmente lo Slam che ci riserva più soddisfazioni ma la crisi del tennis azzurro frena decisamente gli entusiasmi. Nel torneo maschile le nostre speranze si riversano, come da un po’ di anni a questa parte, sul genio e la sregolatezza di Fabio Fognini. Il ligure giunge alla Ville Lumiere avendo stranamente conquistato il suo miglior risultato nel 2017 sul cemento con la semifinale nel Masters 1000 di Miami e a pochi giorni di distanza dalla nascita del suo primogenito Federico. Farà il suo esordio nel torneo contro il promettentissimo teenager afroamericano Frances Tiafoe e potrebbe misurarsi al secondo turno in un derby contro Seppi, nel caso in cui quest’ultimo batta un qualificato. Su di lui incombe però l’ombra di Wawrinka ai sedicesimi. Un match proibitivo ma non impossibile, considerate le capacità di Fabio sulla terra e la discontinuità nei primi round del martellatore svizzero. C’è poi anche Paolino Lorenzi. Anche il senese purtroppo non ha raccolto molto nella stagione su terra battuta. Pur sapendo che in campo darà tutto sé stesso, le sue speranze  di raggiungere la seconda settimana sembrano minime. È possibile infatti che l’avventura di Lorenzi si concluda già al secondo turno contro John Isner o al massimo a quello successivo contro Berdych. Fa piacere infine rivedere Simone Bolelli ad un anno di distanza e dopo l’infortunio al ginocchio di nuovo in tabellone e l’esordio assoluto del 22enne Stefano Napolitano.

In campo femminile, le prospettive non sono molto più rosee. La nostra attuale capofila, Roberta Vinci arriva a questo secondo Slam stagionale con un pessimo record di 7 vittorie e 12 sconfitte. Per lei primo turno ostico contro la campionessa olimpica Monica Puig e secondo turno ancora più ostico contro la giovane ed esuberante lettone Jelena Ostapenko. Ci vorrebbe una Vinci in versione US Open 2015 per sperare nella seconda settimana. Il primo turno di Francesca Schiavone contro Muguruza sulla carta sembra una meritata celebrazione francese della nostra leonessa prossima al ritiro, che sul Philippe Chatrier trionfò nel 2010. La milanese è un animale da palcoscenico ma è arduo pensare di vederla uscire trionfatrice dalla sfida contro la spagnola. Complicato è anche interpretare la situazione di Camila Giorgi, autrice di un inizio di stagione alquanto enigmatico. Al primo turno potrebbe sfruttare l’inesperienza della giovane francese Oceane Dodin ma la musica dovrebbe cambiare in seguito contro Kuznetsova. Meriterebbe infine un premio all’umiltà Sara Errani, finalista a Parigi nel 2012, che si è rimessa in gioco, passando con successo dall’anticamera delle qualificazioni.

Conservate dunque questo articolo per quando Tennys Sandgren con il suo look da cowboy e la sua passione per l’heavy metal vincerà il titolo in finale su Rafa Nadal e la tunisina Ons Jabeur alzerà il trofeo, superando al terzo in una splendida battaglia la nostra Camila Giorgi. La cenere per cospargerci il capo è già pronta. Buon Roland Garros a tutti.

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