#AskUbitennis: Wawrinka, la risposta al servizio

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#AskUbitennis: Wawrinka, la risposta al servizio

Con #AskUbitennis i lettori interrogano i nostri esperti. La risposta è davvero il punto debole di Stan? L’analisi di Luca Baldissera

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Volevo ringraziarvi per questa interazione che offrite e poi chiedere un’analisi sulla risposta di Wawrinka. A me sembra che la risposta sia il suo colpo più debole e quello che è cresciuto meno, se non per niente, negli anni e vorrei sapere se è questione di allenamento o altro. Certo se è arrivato a vincerci 3 slam basta e avanza ma vorrei un parere e se possibile un’analisi (Emanuela Biondi)

Ciao Emanuela,
allora, riguardo alla risposta di Stan Wawrinka bisogna tenere conto delle caratteristiche del giocatore, sia tecniche che a livello di istinto per il timing e predisposizione coordinativa. Sui colpi del campione svizzero rimando alle analisi tecniche da bordocampo fatte negli ultimi anni:

1) Stan Wawrinka, elogio dello sconfitto e del suo rovescio
2) Il lavoro e la forza fisica di Stan Wawrinka

Andando a trattare specificamente della risposta al servizio, è certamente vero che Stan non l’ha modificata granché negli anni, e ha sempre avuto una tendenza a stare molto distante dal campo. Non solo, un po’ troppo spesso indulge nelle risposte bloccate in slice, soprattutto di dritto, il che non è molto comune ad altissimo livello. Però, e i risultati a tratti clamorosi degli ultimi tempi lo confermano, Wawrinka è probabilmente uno dei pochissimi – se non l’unico – che se lo può permettere, grazie alla forza fisica e alla velocità di braccio fuori del comune, che si traducono in spinta e top-spin elevatissimi sulla palla. Aver bisogno di tempo e spazio per sviluppare le preparazioni ampie e gli swing potenti dei suoi colpi da fondo è un problema che impedisce l’anticipo e il rubare il tempo all’avversario che serve, ma se ne escono a ripetizione pallate carichissime e soprattutto profonde, il risultato di mettere in seria difficoltà il battitore viene comunque raggiunto.

Nello scambio da fondo Stan alla fine ha imparato alla grande a entrare in avanzamento sulle palle da aggredire, ci ha messo anni, ma come sappiamo ne è valsa la pena. In risposta, invece, continua a trovarsi più a suo agio in posizione arretrata, il che come detto lo limita nell’anticipo (cosa che si vede di più sul veloce, se gli manca ancora il gran risultato a Wimbledon c’è un motivo), ma nel momento in cui, pur da tre metri fuori dal campo, riesce a produrre risposte tanto incisive lo stesso, che gli puoi dire? In questo a volte lo imita Rafa Nadal, altro che su terra tende a ribattere dai teloni, ma con il braccio da fenomeno che ha non ha problemi a trovare colpi incisivi anche da lontanissimo. Come detto, però, sull’erba sarà un altro discorso: Rafa col tempo ha saputo adattarsi, accorciando la preparazione in particolare del rovescio, Stan per ora no. Passata la finale di Parigi, vedremo come si presenterà sul rapido lo svizzero a livello tattico e tecnico, sarà sicuramente interessante vedere se ci sarà un’evoluzione nell’approccio alla risposta.

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