Sloane Stephens, Tursunov e gli altri "reaparecidos" di Wimbledon

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Sloane Stephens, Tursunov e gli altri “reaparecidos” di Wimbledon

Al primo turno dei Championships spuntano fuori tennisti che non si sentiva nominare da un bel po’. Che fine avevano fatto?

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128 uomini, 128 donne, totale 256 tennisti in campo a Wimbledon soltanto nel singolare. Con tutta questa folla di giocatori e giocatrici, a chi passeggia per i court secondari – o fa zapping tra i canali TV – può capitare di imbattersi in un match poco pubblicizzato, guardare uno dei due atleti e pensare: “Ma ancora gioca?” Se un tennista non proprio di primo piano crolla nel ranking, vuoi per un infortunio, vuoi per un periodo di scarsi risultati, è infatti facile dimenticarsene. Ma con l’ampio tabellone degli Slam e le svariate vie per accedervi, tutti quelli che si reggono in piedi provano quantomeno la comparsata. D’altronde, nel peggiore dei casi si perde al round one e si ritira un assegno da 35.000 sterline, non male.

Quella del “prendi i soldi e scappa” sembra proprio essere stata la tattica di Dmitry Tursunov, e il nostro Fabio Fognini ne ha beneficiato ottenendo una vittoria al sapor di allenamento. Il russo, trentaquattro anni e un best ranking di n.20 risalente a un decennio fa, è oggi alla posizione 713 del ranking. E se i colpi non si dimenticano mai, la condizione atletica mostrata nella sconfitta in tre set era quella di uno sparring partner o di un maestro di circolo. Due soli tornei in stagione per lui, Australian Open e Wimbledon (dal Roland Garros si è ritirato a tabellone compilato), e zero set vinti. Ultimo successo? Al Challenger di Irving, nel marzo 2016. Un ex tennista ormai, purtroppo per chi un tempo si era appassionato al suo personaggio: le “Tursunov Tales”, un blog di aneddoti umoristici sul tour ATP oggi purtroppo scomparso da internet, gli era valso una notorietà forse superiore a quella ottenuta con il suo gioco.

Quello di Tursunov è comunque un episodio isolato tra i tanti nomi “di ritorno” a questo Wimbledon, primo su tutti il caso speciale di Victoria Azarenka. La bielorussa è rientrata soltanto ora dopo aver dato alla luce il primo figlio, come è noto, eppure appare già competitiva (vittoria in rimonta contro CiCi Bellis), specialmente vista l’incertezza che permea tutto il circuito femminile. Tanti altri senza il palmares di Vika, invece, si sono dovuti impegnare a lungo e duramente per uscire dal dimenticatoio e fare ritorno ad un grande palcoscenico. Buoni esempi sono quelli di Lukas Rosol, che si è dovuto battere nelle qualificazioni per riuscire a giocare un torneo di livello superiore ai Challenger per la seconda volta in stagione (si era ritirato al primo turno di Dubai), e di Zarina Diyas, che ha disputato quasi esclusivamente tornei ITF per l’intero 2017 dopo essersi fermata nella seconda metà del 2016 per un infortunio al polso.

Un infortunio ha fermato anche Sloane Stephens, prima amica e poi rivale di Serena Williams, che non disputava un incontro dalle ultime Olimpiadi e non ne terminava uno da vincitrice proprio dalla scorsa edizione di Wimbledon. Il problema al piede sinistro, per il quale la ex n.11 WTA si è decisa ad andare sotto i ferri soltanto dopo ben sei mesi di inattività, sembra essere stato superato e la riabilitazione le ha concesso di tornare a giocare nei tempi prestabiliti. Per lei l’utilizzo del ranking protetto è stato obbligato, così come per l’australiano John Millman e l’austriaco Andreas Haider-Maurer (già eliminati entrambi, con punteggio “anagrammato” ma identicamente severo). Quest’ultimo ha saltato l’intera scorsa stagione per un problem al tallone, ed è dovuto ripartire fuori dalla classifica dai Challenger di inizio estate.

Nei tornei minori si è meritata la sua wild card Laura Robson, stravincente in Asia, sebbene l’All England Lawn Tennis Club non ne abbia negata una neppure ad altri britannici non altrettanto in forma. La più nota di esse è probabilmente Heather Watson, un tempo assai più promettente dei risultati ottenuti in stagione (anche se nelle scorse settimane è apparsa in ripresa, facendo semifinale a Eastbourne). Tanti di loro ricompariranno sugli schermi soltanto alla prossima edizione dei Championships, omaggiati di un nuovo invito dall’organizzazione. Gli altri invece puntano da subito a rimanere saldi al livello più alto, a cui qualificazioni, protected ranking e punticini racimolati in giro hanno permesso loro di ritornare.

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