Wimbledon: primo turno straordinariamente regolare

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Wimbledon: primo turno straordinariamente regolare

Al termine dei primi due giorni di match sono ancora in gara praticamente tutte le giocatrici di vertice

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dal nostro inviato a Londra

A Wimbledon al termine di due giorni di partite disputate in un clima ideale (per la prima settimana i meteorologi della BBC indicano possibile pioggia solo per giovedì) si è concluso il primo turno del singolare femminile. E dopo 64 match giocati mi ritrovo a scrivere una cosa che alla vigilia mi pareva quasi impossibile: le prime quindici teste di serie sono ancora tutte in corsa e la n.3, Karolina Pliskova, ha concrete chance di chiudere il torneo da n.1 del ranking.

In totale sono cadute 7 teste di serie su 32: lunedì hanno perso Lucic (tds n° 26, contro Witthoeft) e Vinci (31, contro Kristyna Pliskova); martedì sono state sconfitte Pavlyuchenkova (16, da Rodionova), Gavrilova, (20, da Martic), Bertens (23, da Cirstea), Davis (28, da Lepchenko) e Zhang (30, da Golubic).
In realtà per me la vera sorpresa è la sconfitta di Pavlyuchenkova per mano di Arina Rodionova (3-6, 7-6, 9-7) in un match che purtroppo non ho seguito, e che le cronache ci dicono con 7 match point non sfruttati da Pavlyuchenkova nel secondo set. Gli altri risultati sono molto meno anomali. Anzi, a dire la verità che la “terraiola” Bertens uscisse contro Sorana Cirstea secondo me era anche abbastanza prevedibile.
Mentre gli altri match erano aperti, e le sconfitte della giocatrici di ranking più alto del tutto compatibili con la qualità delle avversarie. Era anche prevedibile la sconfitta di Sara Errani contro Tsvetana Pironkova, una specialista della superficie. E  se nel primo set non c’è stata partita, nel secondo, Errani è andata vicino ad allungare il match (5-4, 15-40 sul servizio Pironkova).

Ma forse l’impresa da segnalare è ancora una volta, come al recente Roland Garros, quella di Petra Martic. Dopo uno stop di quasi un anno per problemi alla schiena, Martic è rientrata all’inizio di aprile. Scesa nel frattempo al numero 669 del mondo, ha affrontato e superato le qualificazioni di Parigi grazie al ranking protetto. Salita tra le prime 200, Petra non aveva ancora la classifica per essere ammessa direttamente al main draw di Wimbledon e quindi ha dovuto di nuovo affrontare le qualificazioni allo Slam, che per Wimbledon si disputano sui campi di Roehampton (in modo da non rovinare l’erba nella settimana che precede il torneo).

A Roehampton Martic aveva superato l’ultimo scoglio dopo aver salvato sei match point contro la numero uno delle qualificazioni Aleksandra Krunic, vincendo per 3-6, 7-6, 7-5. Nel main draw di Wimbledon ha sconfitto Gavrilova per 6-4, 2-6, 10-8, al termine di un’altra maratona piena di emozioni.
La partita si è giocata sul campo 14 che, per come sono configurati gli spazi del torneo, è il campo più “pubblico” e di passaggio. Solo che i posti a sedere attorno al Court 14 sono pochi. Per questo, man mano che si sviluppava il terzo set, la gente ha cominciato ad accalcarsi attorno ai diversi ingressi seguendo in piedi l’incontro, attraverso tutti gli scorci possibili, anche da lontano. Due ragazzine si sono perfino sedute sulle spalle dei loro accompagnatori, per trovarsi più in alto rispetto alla barriera che delimita il campo dal lato opposto al giudice di sedia.

Il pubblico parteggiava in maggioranza per Gavrilova, la giocatrice più conosciuta tra le due, ma non mancava il sostegno anche per Martic. E quando la partita è finita ci sono voluti addetti alla sicurezza extra per fendere la folla e consentire alle protagoniste di andare verso gli spogliatoi. Lungo il breve corridoio umano che si era formato, Martic al suo passaggio rispondeva ai “cinque” di chi le stava più vicino. Una situazione che ha messo in crisi il tradizionale protocollo per il quale a Wimbledon vanno così fieri.

Archiviato il primo turno, nel day3 del torneo si annunciano parecchi match interessanti. Ne segnalo alcuni. Le due italiane superstiti, Giorgi e Schiavone dovranno affrontare Keys e Svitolina, avversarie di ranking molto superiore, ma che per ragioni diverse non si possono considerare al meglio. Svitolina ha difficoltà di ambientamento sull’erba, mentre Madison non è sembrata avere del tutto recuperato dopo l’operazione al polso.
Nell’intervista dopo il primo turno Keys ha svelato di essere stata di nuovo operata dopo il Roland Garros per un leggero intervento di pulizia alla solita articolazione, e di trovarsi finalmente meglio rispetto ai mesi successivi alla prima operazione: soprattutto non sente più dolore. E poi ha anche aggiunto di aver deciso di giocare a Wimbledon malgrado in molti nel suo team le avessero consigliato un periodo di riposo post-operatorio più lungo. Contro Camila Giorgi si annuncia un match ad altissime velocità di palla, ai limiti massimi di quanto può offrire attualmente la WTA.

Tra le big trovo molto interessante Vesnina contro Azarenka (di cui avevo parlato già ieri), ma personalmente non ritengo scontato nemmeno Kvitova contro Brangle. Ricordo che Brengle ha vinto due dei tre precedenti scontri diretti e in più Petra non mi ha molto convinto all’esordio. Secondo me se gioca come contro Johanna Larsson rischia seriamente.

Un’altra delle favorite per i bookmaker, Johanna Konta, sarà messa alla prova da Donna Vekic, nella riedizione a distanza di tre settimane della finale di Nottingham: allora vinse a sorpresa Vekic.
Venus Williams si misurerà contro la  giocatrice cinese più progredita in classifica quest’anno, Wang Qiang. Mentre al campo 17 andranno in scena, uno dopo l’altro, due scontri generazionali: prima Ana Konjuh contro Irina Camelia Begu, poi Naomi Osaka contro Barbora Strycova. Insieme a Ostapenko e Abanda (che giocheranno l’una contro l’altra) sarà di nuovo l’occasione per verificare la crescita delle nuove leve della WTA.

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