Wimbledon, focus tecnico day 3: da non perdere oggi

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Wimbledon, focus tecnico day 3: da non perdere oggi

I match potenzialmente più interessanti del day 3, letti dal punto di vista tecnico. Campioni uscenti contro rasta, maniaci del rovescio anomalo e il capofila dei volleatori

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(dal nostro inviato a Londra)

Ritorna in campo la parte alta del tabellone maschile, con diversi spunti di interesse da cogliere. Sempre in rigoroso ordine di posizionamento in tabellone, dall’alto verso il basso, i suggerimenti di oggi per godersi qualche momento tecnicamente notevole sono:

Andy Murray vs Dustin Brown (secondo match, campo centrale, precedenti 1-0 Murray)

Il campione uscente ha dimostrato con i fatti (e i sette game concessi in tre set al malcapitato Bubilk al primo turno) di stare decisamente bene, o quantomeno di avere i fastidi all’anca sotto controllo. Andy sull’erba di casa sua riesce a esprimere il suo tennis probabilmente migliore, i risultati tra Wimbledon e Olimpiadi parlano chiaro. Speriamo di vedere i suoi celebri passantini stretti di rovescio, tirati su da sotto i calzini, che solo lui sa fare in quel modo. Dall’altra parte della rete c’è un tipo con i dreadlocks fin oltre metà schiena, l’atteggiamento scanzonato e ironico derivato dalle origini giamaicane, e un sorriso contagioso: uno per cui faremmo il tifo pure se fosse un pallettaro quadrumane, insomma. Se poi il rasta in questione è il mitico Dustin Brown, detto “Dreddy”, con il suo gioco fatto di accelerazioni piattissime e fulminanti, alternate a continue discese a rete e a tocchi di pura manualità da qualsiasi zona di campo, la partita diventa imperdibile.
Consigliato a chi è ancora capace di farsi affascinare dalla follia nel tennis.

Pierre-Hugues Herbert vs Benoit Paire (terzo match, campo 14, precedenti 1-0 Herbert)

Da un lato, un ragazzo francese che gioca il serve&volley quasi sistematico, ma non in preda all’esaltazione o alla follia seppur talentuosa di un Brown, bensì implementando semplicemente la tattica migliore per le sue caratteristiche. Per quanto possa sembrare una contraddizione in termini, il buon Pierugo potremmo classificarlo come un ragioniere dell’attacco, un impiegato della volée, ricorda vagamente in questo il neo-consigliere di Djokovic, l’avvocato Mario Ancic. Giocatori che se azzardano la stop-volley con il taglio a uscire non lo fanno per istinto e talento, ma per calcolo: se è la miglior opzione possibile per chiudere il punto, si fa, se no, no. Dello spettacolo fine a se stesso non gli interessa, e hanno probabilmente ragione. L’altro protagonista sarà un connazionale barbuto e umorale, che gioca il dritto in un modo che farebbe esitare il peggior Gulbis, con preparazione oltre il concetto di “macchinoso”, una inguardabile torsione interna del polso, e un finale che più scomposto non si potrebbe. Eppure il buon Benoit ci fa pure punto spesso e volentieri, i problemi veri li ha se attaccato da quel lato. Ma lo spettacolo ce lo potrà offrire da sinistra, perché un rovescio bimane del genere è da lustrarsi gli occhi. Vincenti da ovunque, comprese le traiettorie anomale dal centro (è praticamente l’unico a farlo, cercare il rovescio invece che un comodo dritto a sventaglio in zona centrale di campo è un controsenso tecnico), botte in salto, palle corte millimetriche. Ovviamente, a tutto questo si accompagna un carattere a dir poco fumantino, che rende ogni sua prestazione ancor più imprevedibile.
Consigliato a chi si diverte a farsi sorprendere da colpi inaspettati, ma non ogni tanto, tipo due a scambio.

Jo-Wilfried Tsonga vs Simone Bolelli (secondo match, campo 2, precedenti 2-0 Tsonga)

Meno finezza in termini di carezze e tagli sotto la palla tra Jo-Wilfried da Le Mans e Simone da Budrio: ma dal lato francese, una fisicità tanto esplosiva e a tratti debordante da sembrare quasi eccessiva per il tennis, con i gesti del servizio e soprattutto del dritto così strappati a livello muscolare da sembrare cazzotti tirati a un sacco di allenamento, impressione rafforzata da una vaga somiglianza dei tratti con il GOAT del pugilato, non serve specificare il nome. Dietro a simili bordate, già spettacolari di per sé, Jo è in grado di piazzare ottime chiusure al volo, ovviamente – dato l’atletismo – comprese delle migliori volée in tuffo viste dai tempi di Bum Bum Becker. Dal lato italiano, tanta, ma tanta, tantissima qualità degli impatti e capacità di accelerazione della palla, prodotte da gesti classici e tecnicamente perfetti. Oltre al buonissimo servizio, il dritto e il rovescio a una mano di Simone sono così precisi e fluidi da renderlo uno dei più richiesti per gli allenamenti (da Federer su tutti), e se ne comprende bene la ragione, ti mette in palla solo a guardarlo. Botte notevoli in campo quindi, ma botte di alto livello tecnico.
Consigliato a chi adora veder viaggiare la palla pulita e pesante allo stesso tempo.

Lukas Rosol vs Gilles Muller (12.30 ora italiana, campo 12, precedenti 2-0 Rosol)

Il più classico dei picchiatori, Lukas, ben noto a Nadal dopo lo scherzetto che gli fece nel 2012 proprio da queste parti, sull’erba può esprimere un livello assolutamente notevole. Lasciando da parte il fatto che non sia un mostro di simpatia in campo (che poi, paragonato agli autentici insopportabili teppisti degli anni ’70 e ’80, Jimmy Connors su tutti, Rosol è un seminarista, ma in questa epoca del “volemose bene” appena uno è un minimo sanguigno lo crocifiggono), è stato in ogni caso capace di battere un bicampione di Wimbledon sul Centre Court, e come biglietto da visita credo basti. Servizio, drittone, onesto rovescio, non va tanto a rete perché tira talmente forte da non avere il tempo di raggiungerla. Il suo avversario, invece, è forse il più puro dei dinosauri del servizio e volée, un mancino votato all’attacco appena possibile, dotato di una mano a rete che non avrebbe sfigurato nell’epoca d’oro dei grandi volleatori di 25-30 anni fa. Personalmente, mi fa un piacere enorme che la partecipazione ai Championships 2017 di Gilles sia stata nobilitata dalla testa di serie n°16, l’ultima di quelle “di prima fascia”. La curiosità di vedergli affrontare e gestire al volo le bombe di Lukas è tanta, così come la speranza in un match godibilissimo.
Consigliato a chi gradisce ammirare una battaglia tra missili e tocchi di fino.

Florian Mayer vs Marin Cilic (terzo match, campo 2, precedenti 2-2)

Il modo in cui il numero uno croato, ultimo di una discendenza fenomenale sui prati di Londra, che arriva a lui partendo da Goran Ivanisevic e passando per Mario Ancic, ha risolto al primo turno una pratica tutt’altro che semplice come Philipp Kohlschreiber, rafforza di molto il pronostico della vigilia che vede Marin come il più accreditato outsider al di fuori dei “soliti noti”. Gran servizio, impatti potentissimi e anticipati di dritto e di rovescio, quando spinge a tutto braccio è fantastico. Di fronte si troverà uno dei grandi talenti contemporanei frustrati dal power tennis, l’allampanato tedesco Mayer, giocatore longilineo ma al contempo agile, che esegue servizio e dritto in modo personalissimo, con preparazioni e swing scattosi e piuttosto strappati (siamo onesti: all’apparenza è decisamente goffo), ma in ogni caso molto efficaci. In modo simile a Benoit Paire, però, l’arma spettacolare e micidiale Florian ce l’ha dal lato sinistro, un rovescio bimane con cui fa letteralmente quello che vuole, e che colpisce in salto come regola e non come eccezione. Se poi, alle legnate piatte in sospensione, alterna senza cambiare impugnature e preparazione numerose palle corte a sorpresa (unico a fare il drop-shot in salto insieme a Kyrgios), si capisce come l’erba, che esalta questo tipo di esecuzioni, sia la sua superficie preferita. Uno capace di tutto su questo tipo di campi, come per esempio scippare un titolo a Halle (l’anno scorso), faccenda non semplice quando in giro c’è Roger Federer.
Consigliato a chi apprezza la fantasia più che l’estetica.

Buon day 3 a tutti!

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