Dopo Fred Perry un tennista britannico torna a vincere Wimbledon, un titolo atteso 77 anni. Impresa che Andy Murray mette in scena su un Center Court vestito a festa con migliaia di Union Jack distribuite tra il pubblico prima della finale con Novak Djokovic. È un risultato forse scontato, atteso, ma che non sorprendere più di tanto, anche perché Andy arriva alla vittoria del 2013 dopo aver vinto già gli US Open del 2012 (sempre in finale con Nole).
Il titolo del 2013 è il secondo slam di Murray, che bisserà poi il trionfo ai Championships nel 2016. La finale con Nole è lunga, 3 ore e 9 minuti, nonostante duri solo tre set (6-4 7-5 6-4). Il trionfo di Murray è anche un piccola consolazione per Ivan Lendl che mai in carriera è riuscito a mettere le mani sul trofeo più prestigioso della storia del tennis. Queste le parole di Andy a fine match: “Gli ultimi punti sono stati i più difficili che ho dovuto giocare nella mia vita. L’ultimo game mi ha davvero provato. Dalla sconfitta dello scorso anno ho imparato molto, ho lavorato duramente, ho delle persone straordinarie intorno a me che mi hanno aiutato a non abbattermi dopo le sconfitte. Il mio team mi ha visto molto arrabbiato dopo alcune di quelle sconfitte, hanno lavorato molto con me. Questa vittoria significa molto anche per tutti loro. La scorsa notte ho sognato che stavo giocando con Radek Stepanek o Denis Kudla nella finale. Chiaramente la mia testa era molto confusa, ho dovuto sopportare molto stress in questi giorni. È stata una sensazione davvero strana svegliarmi questa mattina”.
Questi gli highlights del match:
https://www.youtube.com/watch?v=qs5rd67yP1k