ATP Newport: terzo sigillo per John Isner

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ATP Newport: terzo sigillo per John Isner

Undicesima affermazione in carriera per il gigante americano, nove delle quali negli Stati Uniti. Finale che vuol dire punti preziosi per il ranking per Ebden

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dal nostro inviato a Newport

[1] J. Isner b. [Q] M. Ebden 6-3 7-6(4)

L’erba spelacchiata del Dell Championships all’Hall Of Fame Tennis Club di Newport e la tanto curativa aria degli “U S of A” hanno regalato a John Isner la sua prima affermazione in un torneo da quasi due anni a questa parte, ed una bella iniezione di fiducia dopo un inizio di stagione avaro di risultati importanti, se si fa eccezione per la semifinale ottenuta al Foro Italico.

È vero, “Long John” ha vinto un torneo nel quale era testa di serie numero uno (anche se qui a Newport il capolista del seeding non era mai riuscito ad imporsi in 35 anni di storia) e nel quale non ha incontrato nessun giocatore nei Top 100, ma “a win is a win” dicono da queste parti, una vittoria rimane sempre una vittoria, soprattutto per morale, classifica e conto in banca. Il suo servizio ha fatto la differenza, comprensibilmente, contro avversari non abituati a fronteggiare le sue battute micidiali ed incapaci di strappargli la battuta anche solo una volta. La settimana è stata certamente positiva anche per il finalista Matthew Ebden, che dopo due anni da incubo nei quali era precipitato negli inferi della classifica ATP dopo essersi affacciato nei Top 60 nel 2012, con questa finale conquistata partendo dalle qualificazioni si è assicurato un salto di quasi 100 posizioni nel ranking che lo porterà a ridosso dei primi 150.

Dopo un weekend ad alto tasso emotivo per la cerimonia di ammissione di Andy Roddick nella Hall Of Fame, la finale ha regalato ben poco pathos: un primo set deciso subito da un break regalato da Ebden nel secondo game (due doppi falli sul 30-30) e conservato da Isner con grande autorità (solo 3 punti persi alla battuta). Difficile impensierire chiunque, tantomeno Isner, se non si riesce nemmeno a cominciare gli scambi: l’idea di Ebden di palleggiare sul rovescio di John per poi spostarlo dalla parte destra non era male, l’esecuzione è però arrivata troppo sporadicamente. L’unico momento che ha dato qualche speranza all’australiano di allungare la partita è stato il 15-30 ottenuto sul 6-5 del secondo parziale dopo che sul 4-4 era uscito brillantemente da uno 0-30. Nel tie-break, però, dopo aver recuperato un minibreak con un bel passante di rovescio, Ebden si lasciava distrarre sul 3-4 da due gabbiani in volo a bassa quota sul centrale di Newport e perdeva due punti consecutivi al servizio e con loro il match.

Prosegue quindi il grande feeling tra Isner e questa esclusiva cittadina di villeggiatura del New England dall’aria un po’ snob, nonostante lo sbadato John si sia lasciato sfuggire il trofeo durante la premiazione. L’atmosfera di storia che si respira tra le mura del vecchio casinò (che ospita il primo campo costruito negli USA nel lontano 1883) e che non smette di affascinare i benestanti spettatori del torneo (noncuranti dei 75 dollari necessari per parcheggiare di fronte all’ingresso principale) funge dunque da medicina quanto mai opportuna per Isner, che comincia nel migliore dei modi la sua parte preferita di stagione e che si trasferisce ora ad Atlanta, dove il gigante americano vanta ben tre vittorie ed altrettante finali.

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