Lo Scriba ha compiuto 87 anni ma ha… “il Morbo di Clerici”

Editoriali del Direttore

Lo Scriba ha compiuto 87 anni ma ha… “il Morbo di Clerici”

La telefonata di auguri a Gianni Clerici, lo “scrittore rubato al tennis” che al gioco della racchetta si è dedicato sul campo fino a tre mesi fa. Ma continua al computer. “I tornei di tennis? Le mie vacanze. Il lavoro? Due libri”.

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Oggi Gianni Clerici ha compiuto 87 anni. Qui sotto, più in basso, riporto parte della nostra conversazione telefonica, con Gianni divertente e imprevedibile come sempre nelle sue curiose risposte. Ma prima vorrei scrivere le sensazioni che mi provoca un personaggio – per questo non ho scritto un uomo – certamente molto particolare che conosco da una vita e credo più di tanti altri. Chi sia Gianni lo Scriba, “lo scrittore rubato dal tennis” come lo definì Italo Calvino, e che cosa abbia scritto nella sua prolifica attività di scrittore e giornalista, dovrebbero saperlo un po’ tutti, dal su capolavoro tradotto in almeno otto lingue (di più?) “ 500 Anni di tennis” in poi chi si è perso i suoi libri? Dovrebbero saperlo, oltre ai lettori de Il Giorno negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, poi quelli di Repubblica da allora a oggi, infine tutti coloro che leggono Ubitennis.com, visto che nella nostra quotidiana Rassegna Stampa (che ogni tanto colpevolmente sfugge a chi non sa che Ubitennis va “scrollato” fino in basso) non dimentichiamo mai di segnalare i suoi articoli.

I telespettatori aficionados di tennis lo hanno certo ammirato con Rino Tommasi, con il quale Gianni ha formato la coppia cult della tv sportiva italiana, prima su TeleCapodistria, poi su alcune reti Mediaset, quindi su Tele+ e su Sky, fino ad un prepensionamento a mio avviso precoce. Rivoluzionò il commento grazie all’intuizione di Rino Tommasi che peraltro dovette combattere anche qualche piccola battaglia per difendere la magica coppia all’inizio, perché Silvio Berlusconi mostrava qualche perplessità riguardo alla voce di Gianni, a suo dire poco televisiva, Il commento a due voci, come quello di due amici oltremodo colti e competenti che parlavano e talvolta discutevano amabilmente del tennis che vedevano come se si trovassero nel salotto di casa loro, fece epoca e ingresso in tutte le telecronache degli altri sport. Anche se coppie come la loro forse nessuno altro sport ha potuto permettersele (il basket ai tempi di Tranquillo e Peterson forse è quella che si è avvicinata di più). Clerici e Tommasi oltre alle indubbie qualità giornalistiche e di affabulatori, avevano anche un passato di tennisti di prima categoria o quasi, il che li rendeva competenti e completi a 360 gradi, anche se non avevano vinto Slam o conquistato posti di rilievo nelle classifiche internazionali. Che Gianni sia uno dei due soli italiani “inducted” alla Hall of Fame (senza aver vinto gli Slam di Nicola Pietrangeli) già lo sapete e non deve apparirvi casuale.

Poi, circa tre-quattro decadi dopo la capacità giornalistica del racconto competente – vissuto in loco più che via tubo, dalla cabina – è passato in secondo piano. Gli interventi dei cosiddetti “talent”, campioni ed ex campioni, hanno relegato i giornalisti ad un ruolo secondario di declamatori del punteggio e poco più. Secondo alcuni produttori che vanno per la maggiore nello sport raccontato in tv il telespettatore medio è più sensibile al nome, alla notorietà di chi parla, che alla qualità di quel che viene detto. Qualità che in taluni casi resta eccellente, peraltro. Nel tennis Paolo Bertolucci, nel calcio Daniele Adani, nel ciclismo Davide Cassani e Silvio Martinello, sono i primi nomi che mi vengono in mente fra gli ex atleti, negli sport che più spesso mi è capitato di seguire. Anche Francesco Elia di Supertennis, se parlasse un po’ meno e non a commento di ogni singolo punto, non mi dispiace affatto. I nostalgici di quelle telecronache uniche hanno potuto riascoltarli nella giornata di lunedì scorso, dedicata da SKY alle prime imprese di Roger Federer a Wimbledon.

Credo che pochi possano dire di conoscere Gianni come chi scrive. Dei miei 145 Slam almeno 130 li ho vissuti al suo fianco. Moltiplicate 130 x 2 settimane, fanno 260 settimane, che è come dire 1820 giorni, quasi 5 anni in simbiosi. I sentimenti che mi ispira Gianni e la profonda conoscenza del personaggio sono molteplici. Vorrei elencare i primi che mi vengono in mente (ahi la solita fretta che ti toglie il tempo di far le cose per bene) senza un ordine preciso, senza priorità: amicizia, affetto, simpatia, ammirazione, stima, riconoscenza, sana invidia (magari avessi saputo scrivere ed esprimermi come lui).

LA TELEFONATA DEGLI AUGURI

– Ciao Gianni volevo farti gli auguri di Buon Compleanno.

“Che gentile Ubaldo, grazie ma sarei lieto di non averne più”.

– Beh, non mi sembra il caso Gianni…

“Beh sai, non so se sia mai meglio dissolversi, se non sia meglio allontanarsi quando si sia ancora parzialmente lucidi…  altrimenti rischia di diventare drammatico… beh, Oddio, drammatico è forse eccessivo… però magari non si accorgono di te quando potresti far bene a…sai… smemoro!”

– Beh Gianni ci siamo visti a Wimbledon mi parevi in forma, ben più che lucido

“Non ho ancora ufficializzato il Morbo Clerici…”

– Che cosa sarebbe il morbo Clerici?

“Una sorta di ubriachezza continua senza alcool… perché sono reduce da test medici al cuore, alla testa, al sangue, e sembra che vada tutto benissimo… a tutti risulta che sono in perfetta salute, a tutti salvo che  a me, il morbo Clerici appunto”

– Deve essere un morbo poco preoccupante Gianni…

“Mah, così dicono, intanto stasera vado a una cena di compleanno, il mio, con figli (Carlotta e Luigino) e nipotini. Quello più piccolo, sette anni, mi ha promesso come regalo che mi insegna lui a usare il telefono… io non sono proprio capace”

– E scommetto che hai un paio di libri in ponte…

“Sì ne ho proprio due ma non ne parlo finché non sono finiti. Sono argomenti segreti…”

– Beh, dai segreti addirittura, avanti dimmi di che si tratta…

“Uno è un libro… geniale, che insieme al Morbo di Clerici mi è apparso in visione… e l’idea sembra aver raccolto pareri positivi dai vari editori cui ne ho parlato… l’altro è invece un libro abbastanza banale e che… non è mai stato fatto, esattamente come accadde per “500 anni di tennis” che non si sa perché nessuno aveva mai pensato a fare, con tanti editori che ci sono. Del resto Alessandro Bertellotti della tv svizzera… te lo ricordi quando lo incontrammo che faceva il corrispondente dall’Australia? oggi è venuto a farmi un’intervista, l’abbiamo fatta nel più vecchio albergo di Como… mi ha detto che ha trovata una copia originale di “500 Anni di tennis” prima edizione in uno scantinato venduto per 10 dollari, glielo avrebbero ceduto anche a meno se solo avesse contrattato… insomma sono opere così… mai sopravvalutarsi!”

– Vabbè Gianni dove vai in vacanza quest’anno?

“Mai fatto vacanze io – dice l’adorabile bugiardo, grandissimo attore se ce n’è uno, che era solito andare in barca con l’amico Ottavio Missoni finchè il grande stilista ed ex campione di atletica era in vita – le mie vacanze sono i tornei di tennis… quando vado a quelli sono in vacanza. Sennò lavoro. Andrò a scrivere nel mio villaggio svizzero del mio mistero nero… ora che non gioco più a tennis…”

– Come, non giochi più a tennis! E da quando? (fino a un anno fa il Clerici, come si chiama talvolta lui con l’articolo davanti al cognome, alla lombarda, quando sui campi in terra battuta a Como, non si accontentava di fare una volee ordinaria, ma la faceva seguire da un tuffo alla Becker… lanciandosi peraltro con molta circospezione, un tuffo al rallenty).

“Eh sì, è bruttissimo non giocare più. Ha deciso il destino, ma non mi muovo più bene… (deve essere quello il vero Morbo di Clerici).

Chiudiamo la telefonata come spesso accade, parlando di Rino che purtroppo non sta tanto bene…ma al quale avevamo telefonato insieme da Wimbledon trovandolo piuttosto attivo.

“Vorrei telefonargli un giorno sì e un giorno no, ma ho sempre timore di non trovarlo in forma… un po’ come quando vorrei chiamare Alberto Arbasino… ma non sta bene… meglio morire che in certe condizioni!”

– Beh dai Gianni, su con la vita, coraggio per favore cerca di non morire troppo presto… – guai a prendere troppo sul serio Gianni (che io ribattezzai a suo tempo “Falso Allarme” perché ogni giorno della sua vita denunciava di aver o smarrito qualcosa di importantissimo, telefoni, chiavi di casa, computer, soldi, oppure di essere incappato in qualche gravissima disavventura… ma si rivelavano poi sempre, appunto, falsi allarmi, come falsissimi erano tanti di quegli incontri che raccontava in telecronaca di aver fatto in ascensore, un giorno la Graf, un altro la Seles, un giorno Sampras, un giorno Laver…finchè una volta, con Rino che rideva, gli dissi nel bel mezzo di una telecronaca “Gianni, se un giorno ti assegnano una camera al pianterreno sei rovinato, come farai a incontrare tutta ‘sta gente)…così visto che non vieni più all’US Open almeno ci vedremo a Londra per le finali ATP.

“Va bene, Ubaldo, va bene se muoio… allora te lo faccio sapere prima.”

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