US Open: del Potro crolla dopo un set, Nadal verso lo Slam n.16

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US Open: del Potro crolla dopo un set, Nadal verso lo Slam n.16

NEW YORK – Rafa perde il primo, poi domina. Del Potro esausto. Quarta finale a Flushing Meadows per lo spagnolo: vinse nel 2010 e 2013

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[1] R. Nadal b. J. M. del Potro 4-6 6-0 6-3 6-2 (da New York, il nostro inviato)

Il sogno argentino di un “revival” del 2009 è durato solo un set, il primo, vinto da un ottimo del Potro contro un Nadal molto titubante. Ma da quando lo spagnolo ha cambiato marcia all’inizio del secondo set, il match è stato largamente a senso unico e la stanchezza accumulata dall’argentino nei turni precedenti, soprattutto nella maratona contro Thiem vinta in condizioni precarie ed il quarto di finale contro Federer, gli ha zavorrato le gambe rendendolo progressivamente sempre più vittima della stretta da anaconda di Rafa.

L’inizio del match è incoraggiante: del Potro tiene bene gli scambi di Nadal che dal canto suo è impreciso soprattutto con dalla parte sinistra. È l’argentino ad avere la prima palla break, al terzo game, ma se ne va con un diritto forzato malamente in rete. Due giochi più tardi, tuttavia, il maiorchino non è così fortunato, perché Juan Martin si procura un’altra palla break con un diritto-laser e poi converte la chance grazie ad un nastro beffardo in risposta. L’argentino sembra ben disposto ad accettare gli scambi con il rovescio per evitare di aprire troppo il campo alla ricerca del diritto anomalo, e riesce a tenere il campo meglio del previsto. Nadal si esalta con qualche recupero da standing ovation, ma dopo la funesta uccisione di una falena in diretta TV da parte di un raccattapalle sguinzagliato dallo spagnolo, un diritto lungolinea di del Potro mette il sigillo al primo set dopo 50 minuti.

Pam Shriver della ESPN scambia due parole con Toni Nadal in tribuna, il quale dice che il problema del nipo, a suo avviso, risiede nello scambio da fondo non abbastanza potente da piegare il rovescio di del Potro, lasciandolo quindi esposto agli affondi del diritto del tandilese. In men che non si dica il palleggio di Nadal aumenta di ritmo e, complice anche un leggero calo di Juan Martin, lo spagnolo si invola sul 5-0 in soli 22 minuti e chiude 6-0 in 27.

Quando Nadal mette a segno anche il settimo game consecutivo all’inizio del terzo set, i tifosi argentini in tribuna si fanno sentire sostenendo a gran voce il loro beniamino, ma il ritmo dello spagnolo ora è asfissiante, la sua posizione è più vicina alla riga di fondo ed anche in risposta è molto più aggressivo. Del Potro ferma la striscia di giochi consecutivi a nove, non senza però aver dovuto fronteggiare due palle per lo 0-4. Le gambe di Juan Martin, tuttavia, sembrano molto più pesanti di quanto non fossero all’inizio, e Nadal comanda da fondo senza mollare mai la presa. Il set finisce 6-3 in 43 minuti, dopo che c’erano state anche due palle set sul 5-2.

Tutto quello che gli è rimasto, delPo deve tirarlo fuori ora” dice John McEnroe mentre commenta per la ESPN, ed il gigante argentino risponde tenendo agevolmente il game di apertura del quarto set, rispolverando alcuni dei suoi proiettili di diritto che non si vedevano dal primo parziale ed alla cui ricomparsa i tifosi argentini, per oltre un’ora quasi ammutoliti, ricominciano a ruggire. Ma la festa dura poco, perché la maggiore velocità impressa ai suoi colpi da Nadal rende più complicato per del Potro aggiustarsi il dirittone, portandolo a perdere troppi rischi e di conseguenza a sbagliare di più. Dall’1-0 ci sono 5 giochi consecutivi per Rafa che lo lanciano verso la finale.

Alla fine del match le statistiche IBM parlano di 25 diritti vincenti di Nadal contro 11 di del Potro: questo avrebbe dovuto essere il colpo in più dell’argentino, ed ovviamente non lo è stato. Lo spagnolo quindi domenica prossima disputerà la sua 23esima finale di un torneo dello Slam, e lo farà da super-favorito contro un esordiente che ha battuto quattro volte su quattro incontri.

 

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