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L’indefinibile Sloane Stephens

La vincitrice degli US Open 2017 è una delle figure più complesse sul piano tecnico e caratteriale del tennis di oggi

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Una prima risposta è arrivata nel 2016, con il secondo picco di risultati della carriera. Nuovo allenatore (Kamau Murray), ma anche nuovo atteggiamento nell’affrontare il circuito. Anche se, secondo la mentalità attuale che si divora in un lampo i protagonisti del recente passato, Stephens ormai era scesa al rango di “ex grande promessa”.

Ma lei invece si era messa a vincere tornei WTA in serie, passando in pochi mesi da uno a quatto titoli: Auckland, Acapulco, Charleston. In Messico aveva vinto grazie a una finale memorabile: contro Dominika Cibilkova, nota per essere una avversaria grintosissima, aveva dato vita a una delle più belle e combattute partite della stagione (oltre tre ore di lotta). E con quel successo Sloane avevano smentito la nomea di giocatrice poco disposta a soffrire.

Stephens sembrava ormai definitivamente maturata, ma proprio quando cominciava di nuovo a essere considerata come una potenziale protagonista del circuito, era stata fermata dalla frattura da stress al piede sinistro, che le è costata quasi un anno di lontananza dalle partite (dall’agosto 2016 al luglio 2017). Prima alcuni mesi di riposo nel tentativo di recuperare senza intervento, poi la decisione di operarsi, con i mesi di gesso e riabilitazione.

 

Dopo il ritorno a Wimbledon 2017, è nella stagione delle US Open Series che arriva il terzo grande picco di carriera, culminato con il successo nello Slam. A proposito della sua vittoria agli US Open e sul come è arrivata, ancora una volta non penso si possa trovare un unico aggettivo che sintetizzi il suo atteggiamento in campo. Ho seguito (in parte o per intero), tutti i suoi sette match. E non credo che nei diversi turni abbia avuto una gestione univoca sul piano tattico e psicologico dei match. Anzi.

Contro Roberta Vinci ha giocato un primo set piena di timori: molto tesa, eseguiva lo swing di rovescio in modo parziale, senza spingere la palla. Poi, invece, dopo aver vinto il primo set si è sciolta e ha dominato (7-5, 6-1). Al contrario contro Cibulkova nel turno successivo ha iniziato convinta e sicura, tenendo a bada l’avversaria con le sue stesse armi: ritmo e incisività del dritto. Ma poi sul 6-2, 4-1 il “braccino” l’ha bloccata: improvvisamente titubante e trattenuta, ha subito il ritorno di Dominika e ha perso il set, prima di rincuorarsi e condurre con relativa tranquillità in porto il terzo set (6-2, 5-7, 6-3).

Più costante e solida, con un giusto mix di attacco e difesa contro Barty e Goerges, a mio avviso ha invece vissuto una giornata piena di paure contro Sevastova. Il loro quarto di finale è stata quasi una non-partita. Sloane su alcuni punti importanti è arrivata a servire delle seconde a 65 miglia all’ora (104 km/h). Ho seguito con rammarico due delle giocatrici con il repertorio tecnico più vasto del circuito incapaci di spingere la palla: colpi sempre trattenuti, e chi andava avanti nel punteggio pativa lo stress e finiva per farsi riprendere dall’avversaria che inseguiva. Chissà quanto sarebbe andato avanti questo precario equilibrio della paura se non ci fosse stato il tiebreak nel set decisivo (6-3, 3-6, 7-6).

Anche contro Williams secondo me si è vista per quasi tutto il match una Stephens lontana dalle giornate migliori. Partita con un atteggiamento estremamente prudente, per due set e mezzo non ha spinto né il dritto né il rovescio: giocava gli swing senza chiudere il colpo con la testa della racchetta, e la palla era spesso troppo corta, con rimbalzi nei pressi della linea del servizio. Malgrado questo atteggiamento rinunciatario si è vista quasi “regalare” il primo set da una Williams fallosissima; ma poi quando nel secondo set Venus è salita di livello, Sloane non è stata capace di adeguarsi alla nuova situazione. Risultato: 0-6.

Nel terzo set secondo me Stephens è rimasta in partita per tre ragioni: la stanchezza di Venus, il desiderio profondo di non perdere, e le sue enormi doti difensive, che le hanno permesso di allungare molti palleggi condotti comunque con palle troppo poco profonde e incisive. Ma probabilmente non sarebbe comunque bastato se non avesse avuto un guizzo di classe sul 4-5 30-30. A due punti dalla sconfitta ha vinto un punto fenomenale, da 25 colpi, e grazie a quella prodezza è cambiato il suo stato d’animo: è entrata in trance agonistica, dando l’impressione da quel momento in poi di sentirsi quasi invincibile, come se ormai per lei tutto fosse possibile. Ed effettivamente ha messo a segno un parziale di 10 punti a 1, guadagnandosi così la finale (6-1, 0-6, 7-5).

Contro Madison Keys invece è scesa in campo la Stephens nella versione migliore: lucida, solida, precisa. E anche aggressiva. Aveva un piano tattico chiaro: giocare potente e profondo al centro. Potente e profondo per non dare troppo tempo a Keys di caricare i colpi; al centro per non dare angoli all’avversaria, e quindi renderle più difficile trovare le aperture per vincenti rapidi. E c’è riuscita alla perfezione, con gli swing eseguiti davvero come si deve, sempre senza paura. Addirittura appena 6 gli errori gratuiti complessivi, a fronte di 10 vincenti. E così Sloane Stephens, la giovane promessa che nel 2013 era considerata incapace di vincere tornei, ha aggiornato il suo albo d’oro: primo Slam e quinta finale vinta su cinque disputate in carriera (6-3, 6-0).

Anche nel torneo della sua consacrazione, quindi, si è vista una giocatrice dalle molte facce. Che ha tutti i mezzi (fisici e tecnici) per praticare un tennis offensivo, ma che invece in alcuni giornate assume un atteggiamento passivo, e per rimanere in partita si affida alle proprie superiori qualità nei recuperi. Altre volte libera il braccio e “mette sotto” tenniste molto aggressive come Dominika Cibulkova e Lucie Safarova (a Toronto, in un gran match giocato all’inizio di agosto), grazie a vincenti di dritto che possono tranquillamente superare i 130km/h e a precisi rovesci lungolinea.

Capisco che quando si possiede un repertorio tecnico tanto vasto qualche volta sul piano tattico si possa andare incontro al classico “imbarazzo della scelta”. Sotto questo aspetto, e non è un paradosso, chi dispone di un repertorio di colpi più limitato difficilmente potrà avere incertezze su quale soluzione utilizzare, semplicemente perché tecnicamente è in grado di eseguirne una sola. Ma per una eclettica come Stephens a me rimane il dubbio che in alcune occasioni certe scelte di gioco siano determinate più dal suo umore, direi quasi dal suo sentimento nei confronti del tennis in quella specifica giornata, piuttosto che da valutazioni basate su tattiche ponderate e applicate di conseguenza.

Ma la cosa ancora più sorprendente è che la multiforme Sloane può avere la meglio comunque, malgrado queste contraddizioni: si può permettere di vincere sia giocando in modo aggressivo, sia facendo leva sulle sue qualità nel tennis difensivo. In sostanza per fare risultato non sempre ha bisogno che tecnica e tattica si rafforzino reciprocamente.
Magari i miei sono ragionamenti sbagliati, ma è proprio per questi dubbi e per queste contraddizioni che percepisco Stephens come una tennista ancora in fase di maturazione: un grande talento che deve ancora trovare il completo equilibrio tattico e psicologico.

Non è facile provare a raccontare una tennista così complessa; tanto che riterrei già positivo se quello che ho scritto fosse utile anche solo per limitare certi giudizi sommari che mi capita di leggere su di lei. In ogni caso continuerò a seguirla con attenzione, non solo perché mi attirano la ricchezza e la molteplicità del suo tennis, ma anche perché, più semplicemente, nelle giornate positive rimane una giocatrice capace di colpi davvero spettacolari:

P.S. Sono stati degli US Open ricchi di spunti, ma lo spazio di questo martedì è stato tutto per Sloane Stephens. Per questo rimando alla prossima settimana per gli altri temi del torneo.

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WTA Pechino: Sabalenka devastante, Vondrousova out al primo turno. A Kvitova la maratona con Wang

Vondrousova eliminata da Kalinina, avanti Brady, Fruhvirtova e Ostapenko

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Aryna Sabalenka - US Open 2023 (Foto Twitter @wta)

[12] P. Kvitova b. [WC] b. X Wang 6-7(6) 7-5 6-3 (Danilo Gori)

La giornata di domenica si chiude con l’interminabile match tra Petra Kvitova e Xiyu Wang. Tre ore e sette minuti durissimi, termine poco dopo la mezzanotte di Pechino e Kvitova sconvolta dalla fatica ma felice per il passaggio del turno, che la apre le porte alla sfida con Ljudmila Samsonova. Nel set d’apertura Kvitova trova il conforto del servizio che la aiuta a contenere le bellicose intenzioni di Wang, molto attiva nel pressing nei game alla risposta. La tennista asiatica tiene bene sui propri turni di battuta e si avvicina al break in diverse occasioni: tre volte nel secondo gioco e ben quattro nel quarto. Il break arriva nel sesto gioco, a coronamento di una condotta di gioco a viso aperto e coraggiosa della wild card di Taixing.

In ritardo nel punteggio, sul 2-5 la ex-numero due del mondo si scuote, comincia a difendere meglio i suoi turni di servizio e riporta lo score in equilibrio sul 5-5. Le due contendenti raggiungono il tie-break e la ceca avrebbe una palla-set, ma la spreca e si fa sorprendere dalla rivale che chiude il tredicesimo gioco a suo favore per 8-6. Nella fase iniziale del secondo set per due volte Petra ottiene il break per venire poi subito ripagata con la stessa moneta da Wang.

 

La testa di serie numero 12 prende però sempre maggiore confidenza con il colpo in risposta e toglie progressivamente sicurezza alla rivale. Il set sembra in ogni caso destinato a un secondo shootout quando l’atleta di casa ha un passaggio a vuoto proprio nel dodicesimo gioco: cede la battuta a zero e il set prende la strada di Bilovec. Il set decisivo si apre con un break a favore della cinese, ma l’impresa si rivela fenomeno passeggero. Wang incomincia a dare segni di stanchezza e incappa in diversi errori, soprattutto con il dritto, che ridanno fiato alla campionessa ceca. Il controbreak è immediato e Petra toglie una seconda volta la battuta all’avversaria nel sesto gioco. Sul punteggio di 5-2 Wang annulla con coraggio un match point e rinvia la fine che però giunge nel game successivo. Anche Kvitova è esausta, ma si aggrappa al servizio e chiude la contesa.

[Q] M. Andreeva b. [10] B. Krejcikova 6-2 6-2

Tutto facile per la sedicenne russa Mirra Andreeva che conquista il secondo turno del China Open dopo aver battuto la ceca numero 27 del mondo, Barbora Krejcikova con un doppio 6-2 e personalità da vendere. Solidità impressionante al servizio da parte della qualificata numero 62 del mondo che non smette di scalare la classifica mondiale. Quasi il 100% di prime di servizio in campo, seguite dal 75% di punti vinti con la seconda di servizio, contro uno scarso 50% della testa di serie numero 10 del torneo. Molto aggressiva anche in risposta, Andreeva ha avuto le idee chiare fin dall’inizio del match e non ha mai ceduto di concentrazione. Al secondo turno l’aspetta Pavlyuchenkova.

L. Noskova b. F. Tian 6-4 6-2

Fangran Tian dà una mano a Noskova che conquista il primo turno dell’ultimo WTA 1000 della stagione in due set: 6-4 6-2.

Non c’è stato molto da fare per la cinese numero 490 del mondo contro una Noskova in piena forma. Tian, visibilmente più debole alla battuta, in particolare sulla seconda di servizio che le ha permesso di portare a casa appena il 37% dei punti, si è arresa velocemente nel secondo set. Poco equilibrio e tanto distacco tra le due giocatrici anche in risposta dove Noskova si è sempre fatta trovare pronta a differenza della cinese. Anche se la ceca dovrebbe rimproverarsi di aver chiuso solo 4 palle break su 13, è stato sufficiente per accedere al secondo turno dove l’attende la testa di serie numero 13, Jelena Ostapenko.

[13] J. Ostapenko b. Eva Lys 2-6 6-3 6-2

Dopo aver sofferto nel primo set, Jelena Ostapenko è riuscita a vincere il primo turno del China Open contro Eva Lys: 2-6 6-3 6-2.

Un match diviso a metà dalla partenza diesel di Ostapenko che ha dovuto aspettare l’inizio del secondo set per entrare in partita. Eva Lys però ha retto solamente un parziale dei tre giocati oggi. E di fronte alla ripresa della lettone ha indietreggiato sempre di più. Il calo di Lys si è visto soprattutto al servizio, mentre in risposta è riuscita a chiudere 7 punti vinti in più rispetto a Ostapenko che però, ha dimostrato un livello nettamente superiore rispetto alla numero 122 del ranking.

L. Fruhvirtova b. A. Rus 6-0 6-3

Tutto sorprendentemente facile per Fruhvirtova che con il punteggio finale di 6-0 6-3 contro Rus, passa al secondo turno di Pechino.

Nonostante la posizione numero 117 in classifica, oggi la 18enne ceca ha lasciato che fosse il suo tennis a parlare. Arantxa Rus è riuscita a portare a casa soltanto tre game di consolazione in un match dove non ha mai dato l’idea di essere entrata veramente. Poco solida al servizio e altrettanto poco solida in risposta oggi la tennista olandese si è dovuta arrendere di fronte a un’avversaria molto più preparata e convinta di arrivare al secondo turno, dove l’aspetta la testa di serie numero 6, Maria Sakkari.

[1] A. Sabalenka b. S. Kenin 6-1 6-2

E a proposito di partite facili, oggi la numero 1 del mondo Aryna Sabalenka ha vinto il primo turno del China Open con il punteggio schiacciante di 6-1 6-2 contro Sofia Kenin.

Abbiamo capito che ormai, quando Sabalenka è in una delle sue giornate buone, alle avversarie non resta molto da fare. E se al gioco d’attacco della bielorussa aggiungi il 96% di punti vinti con la prima di servizio, non c’è molto altro da aggiungere. La statunitense numero 31 del mondo oggi non è riuscita a conquistare neanche una chance di palla break per tutta la durata del match, ed è riuscita a portare a casa solamente 6 punti vinti in risposta, contro i 28 di un’ingiocabile Sabalenka. Martedì, la bielorussa affronterà il secondo turno contro Katie Boulter.

[Q] K. Boulter b. [Q] M. Frech 6-4 3-6 6-2

Non è stato altrettanto facile per la tennista britannica Boulter raggiungere Sabalenka al secondo turno, ma il terzo set le ha dato la vittoria contro Magdalena Frech: 6-4 3-6 6-2.

Dopo i primi due set in equilibrio, la britannica numero 54 del mondo ha trovato la via d’uscita nel terzo parziale, anche grazie al calo della polacca, in particolare alla battuta. Frech era riuscita a tenere una buona percentuale con i punti vinti sulla prima di servizio fino a inizio terzo set dove Boulter è stata brava a prendere in mano le redini del match, di fronte agli errori della sua avversaria.

J. Brady b. [Q] P. Stearns 6-4 6-2

Continua il gran ritorno di Jennifer Brady che si aggiudica il derby contro la qualificata Peyton Stearns in due set: 6-4 6-2 e vola al secondo turno.

Brady oggi è andata nettamente più in spinta sulla risposta al servizio di Stearns, che nonostante abbia tenuto una buona percentuale di servizi in campo, è andata sempre più in difficoltà con l’avanzare del match. Brady ha messo a segno 27 risposte vincenti contro solo 14 della statunitense più giovane in campo. Questa strategia molto offensiva in risposta le ha concesso di potersi portare in vantaggio ben 9 volte contro un’unica chance conquistata da Stearns. E grazie al doppio break di vantaggio nel secondo parziale, Brady non ha avuto problemi da porsi per un eventuale terzo set, staccando così il biglietto per il secondo turno contro Magda Linette.

[Q] J. Putinceva b. M. Bouzková 6-2 7-6

Julija Putinceva domina il primo set ma è costretta a vincere un tie-break inaspettato nel secondo parziale per aggiudicarsi il match contro Bouzkova 6-2 7-6(5).

Due partite in una da parte della 25enne ceca che si risveglia nel secondo parziale e porta Putinceva fino al tiebreak. La 28enne russa non si fa spaventare e con il punteggio di 7 punti a 5 vince un match che poteva complicarsi. Dopo un primo set incerto al da parte della ceca, Bouzkova ha alzato decisamente il livello nel secondo set chiudendo con il 72% di prime di servizio in campo a fronte del 76% di Putinceva. Nonostante il divario stesse svanendo e un eventuale terzo set avrebbe potuto ribaltare la partita, la russa è stata brava a non tremare nel tie-break. Come se fosse un semplice compito a casa, è arrivata al 7 in fretta per chiudere e meritarsi il secondo turno.

L. Samsonova b. A Parks 6-4 7-6

Un’altra russa conquista il tie-break del secondo set e vola al secondo turno del China Open. Ljudmila Samsonova vince il braccio di ferro contro Alycia Parks in due set: 6-4 7-6(4).

Una partita equilibrata nella quale è stato difficile capire su chi puntare con certezza. Due giocatrici solide sia al servizio che in risposta. Anzi, visto il punteggio è doveroso menzionare che Parks ha messo a segno più punti sia con la prima di servizio che con la risposta, rispetto alla russa. Ma nelle partite equilibrate è questione di poco, e quel poco è stato un semplice break di vantaggio in più conquistato dalla russa nel primo set. Il secondo parziale non poteva che decidersi al tie-break dove i primi vantaggi sono arrivati a favore di Samsonova che, a quel punto, è stata brava a chiudere in fretta.

A. Kalinina b. [8] Marketa Vondrousova 1-6 6-4 6-1

Kalinina elimina la vincitrice di Wimbledon 2023 e testa di serie numero 8, Marketa Vondrousova al primo turno del China Open dominando uno schiacciante terzo set: 1-6 6-4 6-1.

Il tennis è anche questo, non c’è pronostico che tenga. Anhelina Kalinina ha perso il primo set 6-1 ma è riuscita a trovare la motivazione nella sconfitta del primo parziale e forse, anche nei demoni che avranno fatto credere a Vondrousova che fosse tutto ormai troppo facile. E mentre da un alto del campo il livello saliva, dall’altro lato scendeva. La top 10 ceca ha commesso ben 9 doppi falli nel corso di un match che le è scivolato via molto in fretta dopo aver perso il secondo set 6 giochi a 4. Nel terzo set la tennista ucraina avrebbe potuto avere un calo mentre invece ha sovrastato la testa di serie numero 8 lasciandole appena un game.

D. Saville b. K. Siniakova 6-2 6-2

Daria Saville stupisce tutti e con un doppio 6-2 elimina Katerina Siniakova al primo turno.

L’australiana numero 248 del mondo, nata in Russia, ha messo in gioco una partita solida abbastanza da permetterle di eliminare facilmente la numero 90 de ranking, Siniakova. Daria Saville non è riuscita a vincere neanche un punto sulla seconda di servizio per tutto il match, ma ha tenuto la prima battuta bene abbastanza da chiudere con il 75% senza mai trovarsi in svantaggio. La neo-australiana ha annullato 6 palle break di Siniakova, portandone invece a casa 5 su 8 per lasciare così lo spazio di soli 4 game alla sua avversaria.

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US Open: Trevisan vince una sfida di nervi interminabile contro Putintseva e si trascina al secondo turno, Giorgi dominata da Pegula

I crampi non fermano Martina Trevisan che in 3 ore e 20 minuti di gioco conquista il primo turno degli US Open. Camila raccoglie 4 giochi contro la N.3 del seeding

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M. Trevisan b. Y. Putintseva 0-6 7-6(0) 7-6(8)

Martina Trevisan vince il primo turno degli US Open contro Yulia Putintseva in 3 ore e 20 minuti al tiebreak del terzo set: 0-6 7-6(0) 7-6(8).

Quante volte può cambiare una partita di tennis non smetteremo mai di chiedercelo. Quella di oggi, tra Martina Trevisan e Yulia Putintseva è stata l’ennesima dimostrazione che niente può essere prevedibile, tanto meno sui campi di Flashing Meadows. C’era stato un solo precedente tra le due giocatrici, al torneo di Abu Dhabi 2021, dove la kazaka aveva vinto con un doppio 6-3. Difficile quindi dire, a inizio partita, chi fosse la favorita tra due giocatrici separate solo da 20 posizioni in classifica e 1 anno di età. L’azzurra di 29 anni, numero 58 del mondo, è partita malissimo. Demoralizzata, nervosa e notevolmente fallosa. Il primo parziale si è concluso con 24 punti a favore della kazaka numero 78 del ranking, contro i soli 5 punti di Trevisan e nient’altro da aggiungere. Ma nel secondo parziale è entrata in campo la lottatrice che conosciamo ed è iniziata un’altra partita. La giocatrice toscana ha iniziato a mettere in gioco dei cambi di ritmo, alternando colpi in cui respirare a sfiammate di dritto imprendibili. Non a caso per due volte nel set è stata avanti di due game. E nonostante la kazaka sia riuscita a recuperarla entrambe le volte, Trevisan, con le idee decisamente più chiare è arrivata a prendersi un tie-break vinto a 0. Ma nonostante i precedenti 7 punti consecutivi dell’azzurra e il recupero di un set, Putintseva è rimasta lucida nel terzo parziale, dove gli errori sono aumentati da entrambe le parti. A metà del terzo set la partita sembrava di nuovo finita: Trevisan ha iniziato a non reggersi più in piedi per via dei crampi, e il match, dopo il turno di servizio perso a 0 dell’azzurra, sembrava scritto. Ma proprio in quel momento la partita è cambiata ancora. Trevisan ha iniziato a correre di nuovo, trovando l’energia chissà dove, e da sotto 4-2 è riuscita a rimontare 4 giochi pari. Da lì è stata una lotta punto dopo punto, scambi perfetti seguiti da errori non forzati sul finale di scambi strazianti. La partita non ha preso una direzione precisa fino alla fine del tiebreak decisivo dove con soli due punti di distanza, la giocatrice Toscana ha chiuso 10 punti a 8 mettendo a segni i due punti più belli dell’intero match. Al secondo turno l’aspetta la testa di serie numero 9, Marketa Vondrousova.

 

IL MATCH

Primo set: Dominio totale di Putintseva e prestazione inesistente di Trevisan

Trevisan inizia al servizio e si ritrova subito costretta a salvare tre palle break. Annulla la prima con uno schema servizio e dritto vincente. Ma Putintseva risponde aggressiva sul secondo servizio e segue con una palla corta insidiosa che costringe Trevisan a rispondere male, buttando largamente fuori la palla. Il primo vantaggio è della Kazaka: 1-0.  Inizia la serie infinita di errori gravi da parte di Trevisan che nei primi due game porta a casa un punto soltanto: 2 a 0 Putintseva. Anche nel terzo gioco l’azzurra si ritrova in svantaggio e la kazaka continua ad avere le idee molto più chiare. Grazie ad un dropshot sotto rete e un passante preciso Putintseva si aggiudica anche il terzo game: 3-0. Completamente fuori dalla partita, Trevisan lascia poco spazio alle parole e concede anche il 4 gioco alla kazaka. Prende anche il triplo break a sfavore e si ritrova sotto 5 game a 0 con 21 punti a 4 a favore di Putintseva. Proprio sul finale, Trevisan sembra risvegliarsi, annulla molto bene i primi due set point risalendo da sotto 40-0 a 40-30. Ma Putintseva sfrutta la terza chance per chiudere il primo parziale totalmente dominato.   

Secondo set: La rivincita di Trevisan premiata da un tie-break perfetto, agevolato dagli errori di Putintseva

 Per la prima volta dall’inizio del match Trevisan prende tre punti di vantaggio consecutivi nel primo game e tiene a 0 il turno di servizio:1 a 0. Entra finalmente in campo un’altra giocatrice italiana che va a prendersi le prime due palle break del match per chiudere avanti 2-0. Nel terzo gioco ritornano gli errori non forzati dell’azzurra e Putintseva si riprende il game di svantaggio. La kazaka regala qualcosa a Trevisan nel quarto gioco trascinandosi fino ai vantaggi. Putintseva inizia ad avere le idee più confuse ma l’italiana è ancora troppo fallosa e non sfrutta le occasioni fino in fondo: 2 giochi pari. Arriva un altro calo di Trevisan al servizio che regala alla kazaka tre palle break consecutive. Ma l’italiana riesce ad arrampicarsi con le unghie fino a vantaggi per poi chiudere un game complicatissimo: 3-2. Con quel carico di fiducia, Trevisan strappa il servizio all’avversaria per ritornare sopra 4-2. Ottima reazione della kazaka che dimostra di essere ancora nettamente in partita e va a prendersi subito due occasioni per chiudere il game sul servizio di Trevisan: 4-3. Nell’ottavo gioco arriva lo scambio più lungo del match dove Trevisan non vuole mollare, ma è lei la prima a sbagliare: 4 pari. L’azzurra non si fa demoralizzare dalla seconda rimonta del set di Putintseva e tiene dignitosamente il turno di servizio per restare avanti 5-4. Per sei volte, Trevisan si ritrova a due punti dal set ma la kazaka non molla la presa e con un lob imprendibile conquista il decimo e più lungo game del match: 5 pari. Dopo tanta fatica, Trevisan gioca due brutti punti e Putintseva vede uno spiraglio dove attaccare di prepotenza. Con coraggio, Trevisan annulla tre palle break, di cui due consecutive, per guadagnarsi la prima chance di 6-5. E grazie al servizio si tira fuori da un fosso profondo. La kazaka tiene bene il turno di servizio successivo che la porta al tiebreak decisivo.

 Tiebreak: Inizia con un vincente di dritto Trevisan e tiene il turno di servizio: 1-0. L’italiana fa correre in avanti la kazaka due volte di fila con due drop-shot efficaci e conquista due mini-break consecutivi: 3-0. Continua il tiebreak perfetto di Trevisan che tiene il servizio e avanza: 5 a 0. Putintseva ormai sembra senza idee, sbaglia di rovescio e concede un altro punto importante: 6-0. E dopo un ‘ora e 45 minuti, Trevisan vince il tiebreak senza concedere neanche un punto.

Terzo set: Una sfida di nervi interminabile dove non c’è spazio per nessun vantaggio netto, ma il tiebreak decisivo lo vince Trevisan

Ora la partita sembra davvero essere girata: Trevisan attacca fin dal primo punto e come nel secondo parziale parte in vantaggio: 2-0. Nel quarto game, l’italiana avanti 2-1 commette un doppio fallo e perde il turno di servizio a 0. Putintsova rientra nel terzo set: 2 pari. Insiste con la palla corta la kazaka, Trevisan corre ma inizia a far fatica a stare in piedi per i crampi dopo quasi 2 ore e mezza di gioco. Si arrende a Putintseva che chiude il terzo game di fila e va in vantaggio: 3-2. L’azzurra può finalmente chiamare il fisioterapista anche se sa bene che per i crampi non può farsi trattare. Torna a servire Trevisan, ma senza forze, e regala di nuovo a 0 il suo turno di servizio alla kazaka che ora conduce 4-2. Difficile immaginare che la numero 58 del mondo possa rientrare in partita. Ma questo match è totalmente imprevedibile: l’azzurra ricomincia a correre e recupera con grande personalità il break di svantaggio: 4-3 Putintseva. Continua a muoversi meglio Trevisan che riesce a guadagnarsi due chance del 4 pari. Il primo dritto finisce in corridoio, ma il secondo prende un angolo maledetto e la 29enne toscana resta aggrappata: 4 pari. Putintseva sale nuovamente in cattedra con un rovescio incrociato perfetto: 5-4 per la kazaka. Il decimo game è il momento più importante fino a qui per l’italiana che è costretta a tenere un turno di servizio determinante ai vantaggi. Trevisan tiene la battuta: 5 giochi pari e quasi 3 ore di gioco. Da quel momento in avanti inizia una lotta infinita, straziante: parità e vantaggi; break e contro-break. L’ultima parola va al tie-break decisivo.

Tiebreak: Trevisan parte di nuovo bene anche nel secondo tiebreak del match e si prende il vantaggio avanti 2-0. Chiude con un schiaffo al volo la kazaka che si prende il primo punto dei due tiebreak giocati: 3-1 per la toscana. Con un dritto scarico a metà rete e un doppio fallo Trevisan deve ricominciare da capo: 3 pari. Senza mini-break di vantaggio Trevisan va a servire sotto 5-4. Chiude di rovescio lungolinea il primo punto ma la volée successiva la tradisce: 6-5 per la kazaka che le restituisce in fretta il favore con una pallonetto fuori dalla riga di fondo: 6 pari. Doppio fallo di Putintseva: 7-6. Ma finalmente, da sotto 7-8, la giocatrice toscana si aggiudica due punti consecutivi uno più bello dell’altro che le regalano il primo match-point di questa sfida. Senza forze, quasi in lacrime, Martina Trevisan si aggiudica il secondo turno degli US Open in 3 ore e venti minuti.


[3] J. Pegula b. C. Giorgi 6-2 6-2 (Federico Martegani)

Si sapeva che sarebbe stata dura per Camila Giorgi, che non aveva certo goduto di un sorteggio fortunato pescando al primo turno la testa di serie n° 3, nonché n° 3 del mondo, Jessica Pegula, e il pronostico è stato in tutto e per tutto rispettato, con un punteggio, 6-2 6-2 in un’ora e 24 minuti, forse anche troppo severo per quanto visto sul campo. Fatto sta che era l’undicesima volta che le due si affrontavano e solo in due circostanze l’italiana aveva avuto la meglio. Chiaro segnale che la solidità dell’americana, per di più sospinta dal pubblico ovviamente di parte, è per la marchigiana quasi sempre inscalfibile.

Giorgi ha mostrato un buon tennis soprattutto verso la metà di entrambi i parziali, ma è andata sotto troppo presto di un break sia nel primo che nel secondo, non riuscendo poi a rimontare. Il game chiave è forse stato proprio quello che ha offerto l’allungo decisivo a Pegula, avvenuto sul 2-2 del secondo set. Un gioco in cui Camila ha avuto cinque palle per rimanere con il naso avanti, ma che alla fine le è costato il break, decisivo per spezzare anche quei pochi appigli rimasti. Pegula avanza dunque al secondo turno e dovrà ora affrontare, in ogni caso da netta favorita, o Patricia Maria Tig o Rebecca Marino.

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US Open, Pegula: “Accordo tra WTA e Arabia Saudita? Se ci pagano abbastanza…”

Jessica Pegula parla anche del rapporto straordinario con Gauff: “Coco favorita, io vivrò alla giornata”

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Jessica Pegula - Montreal 2023 (foto Twitter @OBNmontreal)

C’è grande fermento e attesa negli Stati Uniti per l’edizione 2023 dell’US Open. In campo femminile le speranze sono riposte in Coco Gauff e Jessica Pegula. Le due sono pronte a riportare la propria nazione sul gradino più alto, spolverando i grandi fasti delle sorelle Williams. Gauff e Pegula sono state protagoniste nella stagione sul cemento che ha condotto le atleti all’ultimo Slam dell’anno: “Sono molto felice di essere qui – spiega Jessica – da americana poi si sente una responsabilità differente”.

La n. 3 del mondo debutterà contro Camila Giorgi lunedì 28 agosto e ha motivato la presenza di Ace, il cane che fa parte del suo team: “Esce sempre con me! Sto raccogliendo fondi anche per la fondazione di Elina (Svitolina) ed è molto divertente farlo. Mercoledì sera abbiamo contribuito a questa causa facendo un bel match di esibizione. Mi è servito per respirare l’aria pre torneo alla presenza di tanti tifosi. Mi sono adoperata anche per l’evento promosso dalla WTA. È stato davvero carino”.

Che effetto le fa arrivare all’US Open da atleta n. 3 del ranking: “Anche l’anno scorso ero in una posizione simile e so cosa si prova. Quest’anno sarà molto più impegnativo. In generale mi sento come se rappresentassi il tennis americano”. Pegula ha anche parlato del suo splendido rapporto con Coco Gauff: “La sconfitta subita a Wimbledon l’ha spinta a migliorare. E’ venuta fuori molto affamata da una situazione negativa ed è bello vedere che una tennista così giovane abbia già vinto tanto. Ho giocato a Montreal contro di lei, io poi ho vinto con Iga e lei ha fatto la stesa cosa a Cincinnati. Ha detto che la mia vittoria l’ha spronata a far bene. Succede spesso che le vittorie delle tue amiche o colleghe ti siano da stimolo, ti aiutano ad avere più fiducia. Sono felice che anche lei abbia acquisito sicurezza da quella settimana e sia riuscita a portarla a Cincinnati. Penso che sia davvero in fiducia. Quando un giocatore è in questo stato è più difficile da battere. So che adora giocare con il pubblico. Penso che ci siano molti favoriti, ma il pubblico potrebbe aiutarla molto. Sono felice che stia migliorando e imparando. Lei è il futuro di questo sport, quindi… è bello da vedere”.

 

Come membro del consiglio dei giocatori, come Pegula giudica l’impatto dell’Arabia Saudita sul tennis e sulla WTA che sta per stilare un accordo con i sauditi? “Parliamo di voci e non so se accadrà. Bisogna valutare i pro e i contro: di positivo c’è che entreranno più soldi nel nostro sport al femminile e lavoreremo per i diritti delle donne in Arabia Saudita per sperare in un cambiamento e sostenere le giuste cause. Se riusciamo a cambiare quei popoli sarebbe un grande successo. Sfortunatamente, molti posti non pagano abbastanza le donne e purtroppo non possiamo permetterci il lusso di dire no ad alcune cose. Credo che se i soldi fossero giusti e l’accordo fosse qualcosa per cui possiamo creare un cambiamento, andrebbe bene giocare là. Vediamo come andrà a finire”. Ma i soldi arabi hanno un attivo profumo, a sentire il direttore Scanagatta.

Ma come sta Pegula? “Non mi sento più in fiducia delle altre volte, a dire il vero. Ancora una volta, il tennis è così e cambiam di settimana in settimana. Ho vinto a Montreal, poi sono stata sconfitta e ho perso a Cincinnati. In un certo senso sono tornata al punto di partenza nell’analizzare le cose su cui lavorare. Prendo questo Slam come un’ulteriore sfida con me stessa”.

Per l’americana c’è il taboo semifinale e finale in uno Slam da abbattere. Sei quarti di finale negli ultimi suoi otto Major: “Mi manca solo vincere i quarti di finale (sorride). Questo mi aiuterebbe a superare i quarti di finale e arrivare in semifinale. Ci sono andata molto vicina a Wimbledon. Non so cos’altro dire. Cercherò sempre di vincere ogni singola partita, non importa in quale round sia. Il mio “must” è pensare una gara alla volta: penso che questo sia il modo migliore per giocare senza troppa pressione, affrontando una partita alla volta. Saranno due settimane lunghe. Ogni giorno mi sentirò diversa. Probabilmente ci saranno delle sfide mentali e fisiche da combattere o non mi sentirò al top. Dovrò vivere giorno dopo giorno”.

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