WTA Pechino: Garcia d'Oriente, altro passo verso Singapore

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WTA Pechino: Garcia d’Oriente, altro passo verso Singapore

Caroline lascia la miseria di tre giochi a Cornet e tiene vivo il sogno Finals. Fuori una pessima Karolina Pliskova. Peng si ritira e fa strada a Ostapenko. Svitolina prosegue la corsa alla vetta del ranking. Kvitova tramortisce Wozniacki

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GARCIA SULL’OTTOVOLANTE –  Sono adesso otto le vittorie consecutive per la recente campionessa di Wuhan, sempre più convinta di piazzare il proprio nome tra le otto “maestre” dell’anno, per realizzare un colpo che fino a pochi giorni fa non sembrava nemmeno ipotizzabile. “Caro” invece ci crede sempre di più, e con il massacro perpetrato oggi ai danni di Cornet, tornata apparentemente sodale, visto il bacio elargito all’ex compagna di nazionale a fine match dopo i dissapori relativi all’affaire Fed Cup, si è sistemata in discreta posizione per centrare l’obiettivo: con una vittoria nel quarto di domani contro la vincente del match tra Svitolina e Vesnina, Garcia sarà certa di lasciare Pechino ancora in corsa per le Finals.

NIENTE NUMERO 1 PER KAROLINA – Non abbandonerà invece la capitale cinese da prima della classe Karolina Pliskova. La trampoliera di Louny è incappata in una di quelle giornate meste che spesso le capita di attraversare, concedendo a Sorana Cirstea il risultato più importante della carriera da Toronto 2013, quando raggiunse una clamorosa finale poi persa contro Serena Williams. Ceduto il primo interminabile gioco in otto minuti, la rumena ha iniziato a palleggiare con animo sereno, forte della certezza del ritorno tra le prime quaranta giocatrici del globo, banchettando sugli scialacqui della più quotata rivale e portando a casa il primo parziale con un netto 6-1. Karolina nel secondo set ha registrato il dritto, interpretato con maggior criterio tattico l’andazzo del match e pareva avviata a una sicura rimonta, salvo tornare a sparacchiare sul più bello: trovatasi 5-2 e 40-0 in risposta, Karolina ha sprecato tre set point consecutivi nell’ottavo gioco e un quarto in quello successivo, finendo per perdere i cinque game conclusivi e con essi l’incontro. Bene per Sorana, che domani affronterà l’amica e compagna di doppio Ostapenko. Jelena è stata giusto impegnata in un riscaldamento, nemmeno troppo agonistico, nei tre giochi passati in campo contro Shuai Peng, prima che la cinese, abbondantemente bendata, annunciasse il prevedibile ritiro.

SVITOLINA SCATTA – Qualche problema nel secondo parziale, gestito comunque almeno apparentemente in controllo, non ha impedito alla lanciatissima Elina Svitolina di superare l’ostacolo Vesnina: la russa è dunque fuori dalla corsa per il Masters, e lascia le sole Garcia e Konta a contendersi l’ultimo posto utile per Singapore.  Dalle parti di Odessa la condizione atletica continua ad essere debordante, e l’acume strategico trae beneficio da una convinzione che si rafforza giorno dopo giorno. In un’ipotetica lavagna tattica pre-match si sarebbe forse potuto presagire ciò che poi è avvenuto sul campo: Vesnina ha spinto, spinto e ancora spinto, venendo spesso frustrata dall’illuminato muro ucraino fino all’inevitabile errore. Il resto l’ha fatto la fiducia, come dicevamo: trovatasi sotto per 5-3 nella seconda frazione, al termine di una coppia di game da 36 punti totali – entrambi persi – che avrebbero steso un toro, l’ineffabile numero tre del mondo s’è ricordata che, in un calendario così serrato, il tempo è denaro, e ha assestato un formidabile parziale di sedici punti a quattro che la qualifica all’imperdibile quarto contro Garcia, in un crocevia fondamentale per Singapore e la vetta del ranking.

KVITOVA DEBORDANTE, DERBY CECO NEI QUARTI – Riuscisse a ripetere con una minima continuità prestazioni come quella appena conclusa, Petra Kvitova sarebbe la prima giocatrice del mondo, a maggior ragione in assenza di Serena Williams. La due volte campionessa di Wimbledon ha inflitto a Wozniacki una ripassata memorabile in appena un’ora e tredici minuti; un’autentica esecuzione, durante la quale la danese non è mai riuscita a innescare la proverbiale contraerea, costantemente presa sul tempo dalle bordate che Petra le ha inflitto da ogni parte del campo. La giocatrice nata a Bilovec, dopo un paio di game d’assestamento, ha spinto il piede sull’acceleratore e si è rifiutata di alzarlo per i successivi ventinove minuti, servendo bene e rispondendo meglio, al fine di chiudere rapidamente una prima frazione perfetta, in cui il rapporto tra vincenti (17) ed errori non forzati (appena 8) era più che sufficiente a spiegare lo stato della mattanza. Nel secondo parziale, più equilibrato, la tramortita Caroline è riuscita a rimanere più spesso agganciata e addirittura a procurarsi qualche chance interessante, salvo sciogliersi nuovamente nel decimo game, al momento di servire per rimanere nel parziale.

Kvitova nei quarti affronterà in un derby ceco Barbora Strycova, la quale, dopo aver estromesso dal torneo una Muguruza poco più che ectoplasmica, si è ripetuta contro Daria Gavrilova, confermando l’efficacia che assume il suo tennis arioso quando supportato da condizione atletica e convinzione nei mezzi.

Risultati:

S. Cirstea b. [4] Ka. Pliskova 6-1 7-5
C. Garcia b. A. Cornet 6-2 6-1
[9] J. Ostapenko b. S. Peng 3-0 (rit.)
B. Strycova b. D. Gavrilova 6-4 6-0
[3] E. Svitolina b. E. Vesnina 6-2 7-5
[12] P. Kvitova b. [5] C. Wozniacki 6-1 6-4

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